Passo di crinale
L'antico tracciato della via Flaminia minor dell'Impero Romano sembra coincidesse con il passo dell'Osteria Bruciata (mt 917) posto tra gli attuali passo Futa e Giogo di Scarperia.
Tracce sicure di questa via di comunicazione si ritrovano però solo verso il 1200 e fino al 1300 quando l'Appennino veniva valicato dai pellegrini che si recavano a Roma in occasione del giubileo voluto da Bonifiacio VIII.
Con l'avvento dei Lorena e per motivi principalmente di ordine militare e difensivo, fu realizzata una nuova via di comunicazione che univa due nuove città (Firenzuola edificata nel 1332 e Scarperia) attraverso un nuovo valico, il Giogo di Scarperia.
Il valico, che nell'antichità non si riuscì a rendere interamente rotabile, fu successivamente oggetto di una variante di circa 30 Km (attuale passo della Futa)
passo della futa
cornacchiaia
Da Firenzuola (mt. 422) la via più breve per raggiungere il passo della Futa (mt. 903) è sicuramente la rotabile che risale la vallata del Santerno passando per Cornacchiaia e Castro San Martino.
Dal paese di Firenzuola il passo risulta ben segnalato, usciti dall'abitato ed imboccata la stretta strada di valico si raggiunge velocemente il piccolo abitato di Cornacchiaia.
Qui è quasi d'obbligo la breve deviazione (poco più di cento metri) per ammirare l'antichissima pieve posta sull'antica strada che conduceva al passo dell'osteria bruciata, unico varco dell'appennino prima che la Repubblica Fiorentina ordinasse la costruzione della strada del giogo.
Superata la frazione, la strada prosegue con andamento nervoso e pendenze interessanti.
Ai lati vegetazione ad alto fusto che solo raramente permette di poter vedere la vallata sottostante o il lontano giogo.
Si raggiunge Castro San Martino (mt. 572) piccolo nucleo abitato che non si atraversa in quanto posto in posizione sottostante rispetto al piano stradale.
Si prosegue sempre in salita, aggirando una valletta laterale, fino ad immettersi sulla statale della Futa.
A sinistra per Firenze - Prato, noi giriamo a destra e in circa cento metri siamo al passo della Futa (mt. 903)
Dislivello da Firenzuola mt. 501 chilometri 11 pendenza media 4,5% con punte vicine all'8%
passo della Futa
Cimitero Tedesco Passo Futa
Sul passo possiamo notare un lungo muro, edificato nell'antichità per difendere i viaggiatori dalle tempeste di neve e dal forte vento.
Sulla sinistra imponente struttura che ricopre totalmente la cima di una collinetta, cimitero militare realizzato nel 1969 su progetto dell'architetto tedesco Oesterlen, ospita circa 30.683 salme di soldati tedeschi caduti durante l'ultimo conflitto mondiale.
Dal passo ampi panorami sui versanti Romagnolo e Toscano dell'Appennino, e quasi a fronte la vicina vetta del Monte Gazzaro (mt. 1125)
Procediamo costeggiando il lungo muro, dopo circa 100 metri giungiamo al ristorante Albergo del Passo Futa.
Proseguendo su questa strada in 13 chilometri si raggiunge il Passo della Raticosa.
Monte Gazzaro
Sasso di Castro
Emanuele Repetti nel dizionario storico geografico fisico della Toscana così riferisce sul passo della Futa - volume 2 edizione del 1835
Porta il nome di Futa il varco più frequentato della catena centrale dell’Appennino, che trovasi a 1560 br. sopra il livello del mare Mediterraneo, circa 60 br. più depresso della sovrastante cresta del Monte di Fò.
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La fabbrica della dogana della Futa, tutta di pietre quadrate, fu fatta costruire dal G. D. PIETRO LEOPOLDO I, che istituì questa dogana dopo la soppressione della Contea dello Stale.
Fanno capo alla dogana della Futa le merci che entrano nel Granducato per le vie che provengono da Piano, da Menzane e da Barigazza. – Il doganiere della Futa è di terza classe, e dipende da quello di seconda classe delle Filigare.
Il passo della Futa era temuto una volta dai passeggieri per la violenza dei venti che soffiano su quelle nude sommità dell’Appennino, specialmente lungo la criniera dei monti fra la Futa e l’osteria della Traversa, presso il Sasso di Castro, la qual criniera divide la valle transappennina del Santerno da quella superiore della Sieve, ossia del Mugello.
La munificenza del Granduca felicemente regnante ha procurato un riparo a tali bufere, mediante la costruzione di due lunghi e grossi muraglioni, che a guisa di bastioni difendono le vetture e i passeggieri nei punti più esposti al vento in mezzo a quel passaggio.
Ristorante passo Futa
Panorama