Anello diga di Ridracoli
Itinerario ad anello di 49 Km su sterrate, immersi nelle foreste Casentinesi
Ampi panorami
Si parte da Biserno, piccola frazione che si trova sulla strada che da Isola di Santa Sofia conduce alla diga di Ridracoli, nel piccolo nucleo abitato sono presenti un parcheggio e un ristorante.
Lasciata l'auto iniziamo il nostro tour percorrendo velocemente i 2,5 km in discesa che ci conducono al borgo di Ridracoli.
Notiamo subito sulla destra il caratteristico il ponte sul Bidente costruito nel 1817-19 e l'osteria del Terrore (dal nome dell'Oste).
Subito dopo dobbiamo prendere la strada sulla sinistra con indicazioni Poggio alla Lastra.
Superata la chiesa di Ridracoli ha inizio la prima salita di giornata che in 6,2 km ci porterà al Passo del Vinco mt. 958
ponte e osteria del Terrore
Chiesa di Ridracoli
Strada stretta inizialmente asfaltata, ma ben presto diviene sterrata, pendenza sempre fra l'8 e il 9% con punte all'11%, questo tratto di strada è percorribile anche dalle auto quindi pur essendo il traffico molto limitato è necessario prestare la dovuta attenzione.
Percorsi circa 5,4 km troviamo il rifugio non custodito di Alpicella, restano ora
circa 700 metri e siamo al passo del Vinco.
Passo del Vinco
Percorsi 2,5 km in leggera salita e con qualche tratto in contropendenza raggiungiamo il piccolo borgo di Casanova dell'Alpe, la più alta frazione del comune di Bagno di Romagna (1018 mt slm) posta sul crinale che divide le vallate del Bidente di Pietrapazza dal ramo del Bidente di Ridracoli.
Il piccolo borgo è formato dalla chiesa di Santa Maria del Carmine a cui è annesso ampio fabbricato e altro edificio posto di fronte. A fianco della chiesa l'edificio scolastico inaugurato nel 1960. Frazione abbandonata nel 1981, i fabbricati più antichi sono stati oggetto di recenti pregevoli ristrutturazioni, e la chiesa riconsacrata.
Continuiamo su questa strada per altri 3 km e giungiamo in località Paretaio.
Qui troviamo un bivio, a sinistra per Siepe del'orso, noi proseguiamo verso destra su strada chiusa da sbarra.
Da questo punto i veicoli a motore non possono più transitare.
Ha inizio la lunga discesa immersa nelle foreste Casentinesi che in circa 9 km ci condurrà all'altopiano della Lama.
Il tratto interamente su pista forestale larga e ben tenuta pur se con le dovute cautele si può affrontare senza grosse difficoltà non essendo mai la pendenza eccessiva.
Quasi al termine della discesa notiamo all'altezza di un piccolo ponte la fonte solforosa (quota 711 metri) denominata anche pozza della troia.
"Nei pressi dei prati della Foresta della Lama […] sgorga una fonte che viene denominata Bagno o Pozza della Troia dalle meravigliose proprietà terapeutiche apprezzate forse fin da epoca preromana, viste anche le numerose tracce di frequentazione antica della zona. Si racconta, infatti, che una scrofa affetta da una malattia della pelle, dopo essersi immersa in quelle acque, ne fosse uscita inaspettatamente risanata: da quel momento prese avvio il pellegrinaggio […] per quanti erano affetti da malattie cutanee e da reumatismi." (E. Casali, 2001, vol. I, p. 412, cit).
Caratterizzata da una fontana in conci di arenaria da cui esce una sorgente molto copiosa dove colonie di solfobatteri formano una mineralizzazione solforosa; accanto ad essa si trova una seconda sorgente posta all’interno di un chiostro votivo ma producente minori depositi bianchi.
Percorriamo gli ultimi due chilometri e siamo all'altopiano della Lama.
Fonte solforosa (pozza della troia)
Siamo all'altopiano la Lama (quota 694 mt).
La Lama è un prato ricoperto da macchie di ontano, pioppi e salici, sovrastato da Monte Penna (1333 mt), una piccola pianura dove confluiscono i fossi della Lama e dei Forconali per proseguire verso Ridracoli.
Ai margini di questo pianoro c'è la stazione forestale abitata dalle guardie forestali solo nei giorni di sabato e domenica nei mesi di luglio ed agosto, poco oltre si scorgono alcune gigantesche sequoie piantate dal boemo Carlo Siemoni che gestì la foresta per conto del granduca di Lorena.
Su di un poggetto attiguo alla stazione forestale troviamo un fabbricato ormai abbandonato da anni e una stanza aperta e adattata a rifugio "Rifugio Tigliè", e in un pianoro subito sopra una chiesetta di recente costruzione.
Casa forestale
Fosso della Lama
Il percorso prosegue attraversando il boschetto antistante la casa forestale, all'interno del quale troviamo la "fonte di Francesco", dedicata all’ultimo comandante della casa forestale Francesco Bertinelli (quindi priva di riferimenti religiosi), è opportuno rifornirsi di acqua in quanto lungo il percorso non troveremo altre fontane.
Ci attendono ora 5 km tranquilli con pendenze minime, inizialmente sull'altopiano della Lama e ben presto in fregio alla riserva naturale di Sasso Fratino.
E' la prima riserva naturale integrale in Italia, istituita nel 1959 ed estesa per 764,25 ettari di superficie sul versante forlivese e cesenate del crinale appenninico, ricompreso nei comuni di Bagno di Romagna e Santa Sofia.
L' accesso all’interno dell’area protetta è assolutamente vietato, costituisce illecito penale, ed aspramente sanzionato dalle guardie forestali che ne sorvegliano i confini. Gli stessi sono ben segnalati da numerosi cartelli.
Lungo il percorso superiamo le vallette del fosso Pianelli, fosso delle Segarine e infine i fossi della Bucaccia e degli Altari.
Fonte di Francesco
Percorsi circa 5 km ha inizio la salita verso il poggio Seghettina, si resta sempre su pista forestale, in alcuni tratti ora più stretta ed impervia, e sempre in fregio alla riserva naturale.
Salita non particolarmente impegnativa che sviluppa 1,5 km circa con pendenza media 6%, il fondo stradale non è sempre perfetto.
Giungiamo così al Poggio della Seghettina, distanza dalla Lama circa 6 km con un dislivello positivo totale di poco più di 100 metri.
Percorriamo ora 2 km di discesa da affrontare con attenzione, su strada con fondo a volte sconnesso e con alcune curve impegnative, fino a giungere al fondovalle e tramite il ponte alla Sega attraversiamo il fosso alla Sega.
Superato il ponte si inizia a salire decisamente, dobbiamo superare un dislivello di 405 metri in 4,7 km per arrivare a Poggio Capannina quota 1101 mt., superando in successione la località Campominacci e il poggio la Serra.
La pista forestale prosegue sempre abbastanza larga e ben tenuta
aggirando la valle del fosso del Monduzzo, immissario dell'invaso di Ridracoli.
L'invaso durante questo tour è visibile esclusivamente da un unico punto posto quasi al termine di questa salita.
Poggio Capannina
Percorriamo ora poco più di 1 km in falsopiano, immersi in un boschetto, fino a giungere ad una sbarra che chiude la strada e subito dopo ad un bivio ben evidente, prendere a destra per San Paolo in Alpe (cartello poco visibile) se si prende a sinistra si esce sulla statale della Calla sopra al Corniolo.
Percorriamo ora circa 2 km con tratti in falsopiano e alcuni saliscendi, pista forestale sempre ben pecorribile e in gran parte immersa in una secolare faggeta, superiamo il Monte Grosso (mt 1043) ed alcuni punti panoramici, e siamo ai prati di San Paolo in Alpe.
Da qui volendo con una breve deviazione di un centinaio di metri e attraversando il campo in direzione di un piccolo boschetto scopriamo, ormai invaso dalla vegetazione, il rudere della chiesa di Sant'Agostino.
Segue un tratto di circa 1 km in falsopiano e con alcuni brevi saliscendi, caratterizzato da ampi panorami sulla sottostante valle del Bidente di Ridracoli, anche se come detto l'invaso non è mai visibile.
Superiamo la localià Ronco dei Preti, subito dopo sulla sinistra si stacca il sentiero CAI 257 che in circa 6 km conduce al Corniolo.
Noi manteniamo la pista forestale che resta in falsopiano per alcune centinaia di metri, fino a giungere all'inizio della lunga discesa per Biserno.
Da questo punto è consentito il transito ai mezzi motorizzati, si continua ora in forte discesa in parte cementata e poi asfaltata per raggiungere in circa 3 km il piccolo borgo di Biserno dal quale eravamo partiti 49 km fa.
Poggio alla collina