Castello di Cusercoli
comune CivitellaCome
arrivare
Posizione N 44°02'
37 " E 12° 00' 16"
Percorrendo
la provinciale di fondovalle del Bidente, la sagoma del
castello si presenta ben visibile giunti alla frazione
di Cusercoli.
Edificata su uno sperone di roccia calcarea che sbarra
la valle obbligando il corso del fiume Bidente
a deviare dal corso principale, ha nell'antichità risvegliato
la fantasia degli abitanti, facendo ritenere la creazione
di questo massiccio sperone all'opera del mitico Ercole,
da cui deriverebbe secondo alcune fonti il toponimo "Clusum
Erculis" (chiusa di Ercole), e di conseguenza l'odierno
Cusercoli.
Ai piedi del castello, ampiamente rimaneggiato nel 1700, è ancora
ben conservato l'antico impianto ubanistico a cui si accedeva
da due porte, una delle quali è ancora esistente ( a sud-est).
Ben
visibile anche lo stemma della famiglia Guidi, proprietaria
del castello fino al XIX secolo, incastonato sulla porta superstite
chiamata "La portaccia".
Il borgo è tutt'ora stabilmente abitato e quindi visitabile
(chiaramente a piedi), mentre il castello oggetto di opere
di risanamento conservativo risulta visitabile solo dall'esterno.
L'imponente chiesa che ben si nota sulla facciata è frutto
di una ricostruzione effettuata nella seconda metà del
1700 ed è intitolata a San Bonifacio, sul luogo
precedentemente esisteva la piccola chiesa di Sancta Maria
de Saxo pesantemente lesionata da un'alluvione avvenuta nel
1750.
la portaccia
la chiesa
La storia
Sul luogo esisteva un impianto di
origine tardo romana di cui resta solo un imponente muro a secco.
Le prime notizie dell'impianto medievale risalgono al XII secolo,
epoca che vede il castello appartenere agli Arcivescovi di Ravenna,
soggetta all'Abbazia di Sant'Ellero e compresa nella contea
di Giaggiolo.
E' ad opera dei Malatesta, signori di Giaggiolo, un ampliamento
del XIV secolo volto
a ricavare accanto al castello un palazzo fortificato destinato
a residenza del feudatario e l'aggiunta della seconda cortina
di mura.
Nel corso degli anni che vanno dal 1400 al 1571 il maniero passò
varie volte di mano, (Malatesta, Manfredi, Guidi di Bagno, Gottifredi
di Cesena) fino a
giungere alla definitiva assegnazione ai conti
Guidi di Bagno che lo detennero quasi ininterrottamente fino
al XIX secolo.
E' ad opera di questa potente casata una profonda modifica
alla struttura apportata nella seconda metà del 1700
per adeguare il fabbricato alle loro esigenze abitative e con
l'aggiunta dei giardini pensili e della imponente chiesa di
San Bonifacio di cui si è detto
in precedenza.
Nel 1371 ai tempi della relazione del cardinale Anglico così viene
descritta:
"E' in fondo ad una
valle sopra un sasso, in cui c'è una rocca ed un palazzo fortissimo,
sopra il fiume Acquedotto e sopra la strada maestra per la quale
si va in Toscana, venendo da Meldola. Il quale castello chiude
così questa strada che nessuno vi può passare,
contro la volontà degli uomini dello stesso castello. Confina
con Valdoppio ed Aquilano. In questo castello vi sono 25 focolari.
Lo possiede il Conte Nicola di Giaggiolo"
Così la descrive
il Mambrini nel 1932:
"Su questo sperone
si eleva dominante il castello non più nella sua costruzione
antica, ma pur maestoso e solenne nelle linee settecentesche,
sulla roccia grigia e sgretolata, simbolo e ricordo di antica
potenza "