dalla superstrada E45 Orte-Roma
uscire a Sarsina, poi seguire le indicazioni per Sant'Agata
Feltria (Km 13 circa) giunti in paese la rocca risulta ben
visibile.
La fortezza è arroccata sul "Sasso del Lupo",
un grande masso di arenaria con pareti scoscese, dal quale
domina il paese di Sant'Agata Feltria, sviluppatosi ai suoi
piedi.
Ben visbile anche da lontano, la sua struttura imponente e nello stesso tempo slanciata, sembra quasi spuntare dal terreno circostante.
Alla rocca si accede dalla centralissima Piazza Fabri dalla
quale parte una gradinata che, superata una modesta porta,
dà accesso ad una viuzza lastricata che in breve conduce ad
un panoramico piazzalino erboso sul quale si affaccia l'ingresso
principale.
Il fabbricato ha più l'aspetto di una residenza fortificata
che di un vero e proprio castello atto alla guerra.
Edificata
in un periodo in cui la potenza delle armi da fuoco e delle
bombarde non era ancora conosciuta, la sua difesa era affidata
principalmente alla inaccessibilità di almeno tre lati
della costruzione, dovuta alla perpendicolarità delle
pareti del sasso su cui è edificata.
La torre esagonale posta a lato dell'ingresso, ed il rivellino
presente sul lato destro, due fra i particolari più evidenti,
sono frutto di un ampliamento del XV secolo.
La
prima costruzione risale al X secolo, quando il conte Raniero
Cavalca di Bertinoro ottenuto il territorio di Sant'Agata
dagli Arcivescovi di Ravenna vi fece costruire un primo fortilizio.
Il territorio rimase per anni sotto il potere della chiesa, nonostante
il passaggio del controllo di famiglia in famiglia.
Nel 1430
Papa Martino IV infeudò il territorio alla famiglia Malatesta, e fu proprio in
questo periodo che il castello subì le maggiori modifiche commissionate
da Federico da Montefeltro.
L'ampliamento e la fortificazione del fabbricato sono attribuite,
anche se non con certezza, all'architetto militare Francesco di
Giorgio Martini.
La rocca di Sant'Agata fu in questa epoca ceduta in dote a Gentile Feltria, figlia di Federico d'Urbino.
Gentile Feltria andò in sposa a Gio Agostino Fregoso,
nobile genovese in esilio, che divenne di conseguenza signore
di Sant'Agata.
La rocca assunse così il nome di questa famiglia che regnò
per anni su questi luoghi, mantenendone il potere anche
con l'avvento dei Della Rovere succeduti ai Montefeltro.
Nel
1500 nel corso della campagna di Cesare Borgia (detto il Valentino)
alla riconquista dei territori Papali in Romagna, offrì rifugio
a Guidolbaldo I duca di Urbino e ultimo rappresentante della famiglia
dei Montefeltro.
Persa la sua importanza strategica ha subito nei secoli alcuni
rimaneggiamenti, attualmente è sede di un museo e ospita mostre di carattere storico-scientifico-artistico.
A fianco della rocca sorge la chiesa intitolata a San Francesco della rosa.
Complesso la cui costruzione
risale alla fine del 1700, ad opera dei frati che all'epoca per concessione del comune risiedevano nella Rocca Fregoso, addossata al fortilizio e collegata ad esso tramite un passaggio segreto ricavato nel muro del puntone.
Costruita nell'arco di soli due anni con l'aiuto dei cittadini e recuperando il materiale di una più antica chiesa e convento già esistente in località Cella Fausti, poi andata in rovina per calamità naturali.
Ideata dal professor Antonio Faeti e realizzata dall’Associazione Pro Loco e dal Comune di Sant’Agata Feltria
La Rocca di Sant’Agata Feltria è il luogo dove abitano le Fiabe. E’ un museo permanente, un progetto unico nel panorama nazionale, un’ accademia in cui la fiaba può essere studiata, difesa, salvaguardata, interpretata, vissuta.
All’interno della Rocca vi ritroverete immersi nei temi più cari alla Fiaba in una moltitudine di figure, simboli, colori e profumi che scandiscono i tempi del mondo immaginario.
Nella sala introduttiva sarete accolti dal saluto di favolisti di ogni epoca, volti ritratti che si faranno riconoscere da tutti coloro che sono interessati alle loro opere; quattro videoproiettori vi presenteranno momenti topici dell’intero mondo fiabesco, interpretazioni iconografiche degli illustratori internazionali di tutti i tempi.
Dalla prima stanza di Cenerentola al camino, attraverso altre figure di donne perseguitate, passerete poi al riscatto, al coronamento di un sogno, in un grande salone dove aleggiano profumi e incantevoli arie, dove danzano i ballerini in un tripudio di colori e musica che conducono alla nuova ritrovata felicità, dove è custodita la scarpetta di Cenerentola donata dal Museo Ferragamo.
La biblioteca virtuale, di grande contenuto tecnologico e di forte impatto emozionale vi permetterà di sfogliare prestigiosi volumi e, ancora, la stanza con iòl grande tavolo touch-screen vi darà modo di navigare alla ricerca di immagini e descrizioni fiabesche.
Nello spazio raccolto del “Nido della narrazione” avrete poi la possibilità di vivere il momento magico dell’ascolto di due fiabe.
sito internet www.roccadellefiabe.it