Percorrere la SS
67 (Passo Calla) fino all'abitato di Pianetto - frazione
di Galeata (Km 36 da Forlì).
Qui occorre lasciare l'auto e recarsi sulla piazzatta del
paese posta di fronte alla chiesa di Santa Maria dei Miracoli,
e imboccare il sentiero che transita fra due case. (segnalazione
indicante il percorso in loco).
Superato il nucleo
abitato si sfocia su una sterrata da seguire verso monte
per pochi metri, poi deviazione sulla sinistra per sentiero
(piccolo cartello blu indicante percorso 1 - Galeata).
Il sentiero inizia
subito in ripida salita in mezzo ad un boschetto, fino
a raggiungere in poche centinaia di metri ad un complesso
formato da due antiche abitazioni (abbandonate) che corrispondono
all'antica entrata del castello dal lato verso Forlì.
Si transita fra le due case e si prosegue sempre su sentiero
che ora spiana.
Pochi metri e si giunge alla porta sud del castello.
entrata lato Forlì
entrata lato SUD
Sorge
antico castel presso Pianetto
che ha cinque porte in diroccate mura;
gran fortilizio un dì, dove vien detto
che passasse il Borbone
con gran paura,
quando si mosse a portar guerra a Roma.
Or desolata e doma
porta l'annosa faccia ed ha ripieno
d'erba
e di sassi il seno.
da Bacco in Romagna (Soldani)
Dell'antico
maniero restano una parte della cinta muraria, la porta di
accesso rivolta verso SUD, un torrione ed il maschio.
Oltrepassata
la volta il terreno degrada a scarpata sulla sottostante
vallata del Bidente. Sulla sinistra si può ancora
ammirare il potente torrione circolare.
Sul lato esterno della porta è ancora ben visibile uno stemma in arenaria
portante l'incisione "A.D. 1595".
All'interno
della mura, su un poggetto svetta ancora imponente
la torre a pianta quadrata (metri 5X5) ed alta circa 10 mt.
Alla base della torre, sul lato rivolto a sud è presente
un'apertura a forma di arco.
La
storia
Liberamente tratto
da "
Galeata nella storia e nell'arte"
Mons. Domenico Mambrini
Dalla relazione del Card. Anglico (1371) " E' in una costa sopra un'altissima ripa sul fiume Acquedotto. La strada che va in Toscana passa tra il castello e il fiume, sicchè il castello stesso chiude così la strada che in nessun modo vi si può passare contro la volontà dei padroni del castello, in cui vi è una rocca ed una torre fortissima che si custodiscono a richiesta dell'abate di Galeata. Presso il castello v'è un borgo in mezzo al quale passa la suddetta strada. Il castello è atto alla guerra ed ha 23 focolari. In vicinanza c'è la villa di Valfrancia con focolari 3"
Le origine del castello non sono note,
probabilmente esisteva già in epoca romana a protezione dell'antica
città di Mevaniola.
Notizie si hanno dall'anno 1209
quando (secondo Leandro Alberti) sembra sia stato dato in
dote a Gualdrada, sposa di Guido il Vecchio, discendente da
Guido (nipote dell'imperatore Oddone) e capostipite della
famiglia dei Guidi.
Nel 1277 passa sotto il dominio dei Fiorentini per opera di
Guido Selvatico di Romena, e nel 1316 torna in possesso degli
abati di S. Ellero.
Tornato sotto il dominio di Firenze nel 1424, ed occupato da
Federico da Montefeltro nel 1527, vide anche il passaggio del
Borbone diretto al sacco di Roma nel 1527.
Nei secoli successivi perse progressivamente di importanza e fu abbandonato.
Così lo descrive il Repetti nel Dizionario della Toscana volume IV del 1841
La semidiruta rocca di Pianetto esiste sul risalto di un poggio situato alla sinistra della strada rotabile che da S. Sofia guida a Galeata.