Il
castello si trova nella media valle del Foglia, su uno sperone
roccioso a 331 mt. di altezza sul livello del mare.
L'attuale
struttura risale al 1475, anno in cui fu fatta edificare
da Ottaviano degli Ubaldini, sul luogo dove esistevano i
ruderi di un precedente complesso fortilizio risalente al
1060.
All'epoca la località di Sassocorvaro,
a lungo contesa fra Feltreschi e Malatesta, fu affidata
da Federico da Montefeltro al Conte Ottaviano degli Ubaldini.
Il progetto della rocca viene attribuito a Francesco di Giorgio Martini,
architetto militare senese molto attivo nel territorio marchigiano.
Questa struttura però, unica nel suo genere, presenta peculiarità
costruttive e forma inusitate.
Si ritiene che la caratteristica fisionomia tozza e la forma
a "tartaruga" siano state pensate per far fronte alla potenza
di una nuova arma che stava imperversando, la bombarda.
La forma circolare delle mura, così come la rotondità delle
torri doveva nelle intenzioni del progettista neutralizzare
la potenza di questa terribile arma "a
la cui rabbiosa furia assai difficilmente nè senza grande
industria di potenzia a essa riparar puossi".
Di contro risultano molto rare le feritoie per artigliere
a difesa del fiancheggiamento, un esempio si può trovare nei
pressi della porta di ingresso, mentre la maggior parte sono
state realizzate sulla sommità del circuito.
feritoia
Torre a rivellino a difesa della porta di accesso
Fa
riscontro l'interno del fabbricato, pensato e progettato più
come residenza nobiliare che come strumento bellico.
Dotato di un cortiletto interno impreziosito da un loggiato
pensile, l'intero complesso risulta più funzionale per un
utilizzo residenziale anzichè militare.
La
rocca non ebbe però mai modo di confrontarsi con le "bombarde",
e dimostrò fin da subito il difetto di non essere difendibile
da una guarnigione di pochi uomini, per questo ultimo motivo
probabilmente
la tipologia costruttiva non fu ripetuta in altri luoghi.
Conquistata dal Valentino nel 1502 e successivamente nel 1503
possedimento del genovese Filippo Doria.
Durante
la seconda guerra mondiale fu teatro di un'opera di salvataggio
di circa diecimila opere d'arte provenienti dai principali
musei italiani. Per cinque anni, tre mesi e otto giorni fu
nascondiglio sicuro di opere d importanza universale, fra
le quali la Tempesta del Giorgione, opere di Tiziano, Tintoretto,
Piero della Francesca, Lorenzo Lotto, Raffaello e Mantegna.
Pianta della Rocca