Bertinoro - escursioni - da vedere

Santuario della Madonna del Lago
Posizione N 44° 10'13" E 12° 08' 55"
L'edificio si trova a monte della Via Emilia, in località Panighina, lungo la via Lago.
Parrocchiale dedicata alla Vergine, patrona di Bertinoro, la cui immagine di scuola greco-bizantina dell'VIII secolo, è conservata nell'abside dell'altare maggiore.
Secondo la leggenda locale sembra che la chiesa sia stata edificata in questa posizione perchè nelle acque del lago bonificato nella prima metà
del settecento riapparve miracolosamente un'icona
della Madonna salvata dal rogo da alcuni religiosi nel periodo della
lotta iconoclasta.
Le prime notizie certe risalgono al 1181, data in cui il vescovo di Forlimpopoli ne
concesse l'amministrazione ai Camaldolesi.
Dell'impianto originario però non restano tracce evidenti a seguito di importanti modifiche ed ampliamenti apportati nel XIII e XV secolo.
La facciata attuale risale al 1875, infine un ultimo importante intervento di ristrutturazione e risanamento risale al 1975 con demolizione di particolari settecenteschi e recupero delle murature romaniche.

Polenta
Pieve San Donato a Polenta
Posizione N 44° 7' 3" E 12° 7'
56"
Da Bertinoro proseguire seguendo
le indicazioni Cesena - Polenta. Dopo un breve tratto in piano
con vista panoramica sulla pianura sottostante, deviazione a destra
ben segnalata.
Le parti originali risalgono alla fine del IX secolo, pesantemente
ristrutturata nel 1705 e successivamente nel 1890.
La torre campanaria risale al 1898.
Ricordata da Giosuè Carducci nel canto "la Chiesa di
Polenta", e probabilmente visitata da Dante Alighieri. (forse
qui Dante inginocchiossi?)

Stabilimento termale Fratta T.

Da Bertinoro portarsi su via Ausa poi deviazione sulla destra su via Casticciano
Benedetta Bianchi Porro nacque a Dovadola l’8 agosto 1936, fu battezzata in casa subito dopo la nascita, dalla stessa madre temendo per la sua vita.
A tre mesi ebbe la poliomielite, che le lasciò una gamba più corta dell’altra.
Frequentò le scuole elementari a Dovadola e poi a Forlì, dove studiò anche per le medie e il ginnasio.
Nel maggio 1944, più o meno a ridosso del primo bombardamento su Forlì, la sua famiglia sfolla a Casticciano di Bertinoro dove vivono nella “casa con cipressi”, con un’eccezione nelle settimane veramente cruciali del passaggio del fronte, in cui si rifugiano in una grotta ai piedi del Colle.
Trasferitasi con la sua famiglia a Sirmione cominciò a soffrire di numerose forme reumatiche, mal di testa e febbri continue che la costringevano spesso a letto.
A sedici anni cominciò ad avere disturbi all’udito.
Nel 1946 s’iscrisse alla facoltà di Fisica dell’Università degli Studi di Milano, passando, pochissimo dopo, a quella di Medicina. A fatica poté dare l’ultimo esame previsto, perché la sua sordità si era aggravata. Fu lei stessa a emettere la diagnosi della propria malattia, trovandola sul manuale di Patologia: neurofibromatosi, ossia la diffusione di piccolissimi tumori che, a lungo andare, avrebbero interrotto la sua attività sensitiva e motoria.
Nel 1959, due anni dopo un’operazione al cervello, perse la sensibilità nel corpo, tranne che sul dorso della mano destra.
Continuamente alla ricerca del senso della propria vita, lo trovò disponendosi ad accettare tutto quello che Dio voleva per lei. Morì il 23 gennaio 1964, a ventisette anni.
Dichiarata venerabile dalla Chiesa cattolica, per il comportamento e la fede mantenuti in vita nonostante le sofferenze, e in seguito beatificata da Papa Francesco nel 2019.

Grotta di Benedetta Bianchi Porro

Grotta di Benedetta Bianchi Porro