San Leo - Storia e curiosità

Anticamente denominata Mons feretri, poi Monte feretro ed infine Montefeltro, nome che deriva dalla conformazione della rupe sulla quale stà quasi appollaiata l'imprendibile Rocca, che vista da lontano può assomigliare ad un letto mortale.
Le sue origini risalgono al III secolo, quando giungendovi il Santo Leo fondò un centro per la diffusione del Cristianesimo, che da qui in breve si irradiò per tutta la regione circostante.
Fin dalle origini fortezza inespugnabile, anche grazie alla sua collocazione sulla punta più alta ed inaccessibile della rupe, durante le lotte fra Goti e Bizantini aumentò la sua potenza.
Nel 963 Re Berengario si rifugiò a San Leo, elevandola a capitale del Regno d'Italia, e solo dopo parecchi mesi di assedio la fortezza fu conquistata da Ottone I', imperatore di Germania, decretando la nascita del Sacro Romano Impero di stirpe germanica.
San Leo passò sotto il dominio dei vescovi di Montefeltro e dei Malatesta, fino al 1200, anno in cui ebbe inizio la signoria dei conti di Montefeltro, che ristrutturarono la Rocca affidandone i progetti a Francesco di Giorgio Martini, abile architetto militare.
Nel 1631, estintasi la famiglia ducale di Urbino, San Leo venne annessa allo stato Pontificio e la rocca cessò ogni attività militare.
Trasformata in carcere, vi fu imprigionato il conte Balsamo di Cagliostro di "Dantesca memoria". Ancora oggi è possibile visitare la cella ed il pozzetto di pena, ma nessuno ha mai scoperto dove siano state seppellite le sue spoglie, tanto che secondo una leggenda qualcuno afferma che lo stesso sia riuscito a fuggire fingendosi morto.
Il sottostante paese, di origine medioevale, è interamente circondato da mura a strapiombo.
Vi soggiornarono Dante, e San Francesco, quest'ultimo predicò sotto l'olmo della piazza e qui ricevette in dono il monte della Verna sul qual poi fondò il famoso monastero omonimo.

San Leo - Altre notizie

Museo d'Arte Sacra - San Leo
Palazzo Mediceo
Raccolta che comprende una serie di opere appartenenti al territorio leontino, per lo più provenienti da edifici di culto.
Il percorso espositivo segue una successione cronologica dall’VIII al XVIII secolo.

Miscellanea storica

Corografia d'Italia Gran Dizionario vol. III - Massimo Fabi ed. Francesco Pagnoni Milano 1854
Pagina 247

S. LEO. Città negli Stati Pontificj, distretto di Urbino, legazione di Urbino e Pesaro ; la sua popolazione ascende a soli 1800 abitanti.
Un erto e sassoso colle s'innalza isolato fra il Conca ed il Marecchia, detti anticamente Erustumio ed Armino. L'ampio dosso gli sovrasta da un lato del monte Carpegna, e selve e gioghi e balze gli fan corona ali' intorno. Per una sola via malagevolmente equitàndo, vi si ascende, e si giunge al ripiano del perimetro di mezzo miglio, ove ben guardata porta preceduta dal ponte levatojo apre angusto accesso, ed ivi è  costrutta la piccola città, che senza essere cinta di mura, ha nello scoscendimento della  rupe validissimi ripari. .............
Tranne le uve che rado provengono a maturità, e producon però vini mediocri, abbondano nel territorio i grani, le biade, le frutta, e vi è pur copia di pollame, di selvaggina e di squisiti formaggi. Vi affluiscono nei mercati settimanali d'inverno numerose mandre di animali neri,che il volgo chiama baghini. ...... 


Corografia d'Italia Vol III - P-Z - Giovanni B. Rampoldi ed. Per Antonio Fontana Milano 1834
Pagina 804

SANLEO,  città altrevolte vescovile , prìncipal luogo del paese di Montefel-tro, ducato d' Urbino, posta sopra la vetta del monte Feretano , ai di cui piedi verso occidente scorre impetuoso il Marecchia. Il suo castello, forte per natura ed arte, serviva di prigione di Stato. Non vi si ascende che da un solo lato mediante stretta e scabrosa via.......
Quivi, dopo un assedio di due anni , Berengario II fu costretto ad arrendersi alle forze dell'imperatore Ottone nel 962. .......
 Negli ultimi anni del XVIII secolo vi cessò di vivere il famoso Giuseppe Balsamo, che facevasi chiamare il conte di Cagliostro.  ......
Vi si contano nullapiù di 2,500 abitanti...... Vi si tiene mercato in tutt' i lunedì da giugno sino all'ultimo di febbraio, e fiera in tutt' i lunedì d' agosto e di settembre.


Dizionario Corografico dell'Italia - Vol. 7  S - Prof. Amato Amati ed. Vallardi - Milano 1869
Pagina 1249

S. LEO. — Comune - Comprende  le  frazioni   seguenti:  Monte, Monte Fottogno, Monte Maggio, Pietra acuta, Pietra Maura, San Severino, Santa Lucia, Tau-sano, oltre a molte case sparse. Ha una superficie di 4953 ettari. La sua  popolazione  di fatto, secondo il censimento del 1861, contava abitanti 3289.....

Il suo territorio non è coltivato che per una decima parte. Tranne le uve, che di rado vengono a maturità e danno vini mediocri, abbondano in esso i grani, le biade, le frutta, il pollame e la selvaggina. Questo territorio presenta una miniera di lignite e qualche traccia di una miniera di tripolo. ..... Squisitissimi sono i formaggi che si fabbricano col latte dei vaccini.

S. Leo, capoluogo del comune, è una piccola città di circa 550 abitanti, situata 49 chilom. a maestro da Urbino, sopra erto e sassoso colle, che si inalza isolato fra il Conca e il Marecchia, cinto all' intorno da selve, gioghi e balze. A questo colle, a cui da un lato sovrasta il monte Carpegna, non si ascende che per una sola e malagevole via, che conduce alla città per ben guardata porta, preceduta da ponte levatoio. .....


Dizionario topografico dei comuni d'Italia - Attilio Zuccagni Orlandini ed. soc. editrice Firenze 1861
Pagina 893

S. Leo (Marche). Prov. di Pesaro ; circond. d'Urbino; mand. di S. Leo. Questa piccola città, senza esser cinta di mura, ha nello scoscendimento della rupe validissimi ripari. Due chiese vi si distinguono. Il palazzo comunale è il migliore dei suoi edificii. Vi si ammira la fortezza. Fertile è il suo territorio. Popol. 3264.


L'Italia nella Divina Commedia - Cesare D. Loira ed. Tip. Benvenuti - Mantova - 1868
Pagina 297

SAN LEO - Nel Purgatorio troviamo menzionati Sanleo, Noli e Bismantova, quando Dante per esprimere la difficoltà che dovette superare onde salire sul primo balzo del purgatorio, dice che se un uomo per andar a Sanleo, discendere in Noli e salire su Bismantova può adoperare i piedi, là invece conviene che voli:

Vassi in Sanleo e discendesi in Noli, 
Montasi su Bismantova in cacume 
Con esso i pie; ma qui convien ch' uom voli. 
Purg. C. IV.

Sanleo al tempo di Dante era un castello, ora è una piccola città, come abbiam veduto, posta nel ducato di Montefeltro. Giace sopra un erto e scosceso colle ove si ascende con disagio a cavallo, per una sol via. Nella guerra dei Goti era già sul rango di munito castello, perché Vitige vi pose guarnigione quando da Belisario venne incalzato verso Ravenna. Famoso é l'assedio che vi sostenne per due anni Berengario II. Re d' Italia che vi si era rinchiuso coi suoi fidi ; quivi fu raggiunto dalla Regina Villa sua consorte dopo la capitolazione dell'isola Giulia nel lago d' Orta, e se lo stremo della fame non li avesse astretti ad abbandonarsi alla generosità dell'assediante Ottone I. era questi sul punto di ritirare le sue truppe. I duchi d' Urbino ebbero sempre in gran conto questa città.


Lo Stato Pontificio - Pietro Castellano ed. Ed del Mezzana - Roma 1840
Pagina 527

SAN-LEO, Fanum Leonis; Un erto, e sassoso colle s'innalza isolato fra il Conca ,   ed il Marecchia ,   detti nell' antica età Crustumio , ed Arimino.   L' ampio dorso   gli sovrasta   da un   lato del Monte Carpegna, e selve , e gioghi, e balze gli fan corona all' intorno. 
Per una sola via malagevolmente equitando vi si ascende , e si giunge   al ripiano  del  perimetro di tre  quinti   di lega , ove ben guardata   porta preceduta dal ponte   levatoio apre angusto l' accesso ,   ed ivi è costruita   la   piccola  città ,  che   senza   esser cinta di mura ha nello scoscendimento della rupe validissimi ripari.
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Tranne le uve, che rado pervengono a maturità e producon però vini mediocri, abbondano nel territorio leontino i grani, le biade, le frutta , e vi è pur copia di pollame, di salvaggina, e di squisiti formaggi. Vi affluiscono mandrie numerose di animali neri, che il volgo chiama baghini,   ne' settimanali mercati dell'Inverno.
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