Bosco di Scardavilla
Riserva naturale orientata istituita
nel 1991
Posizione:
N 44°8'36" E 12°2'40"
Il territorio fa parte interamente del
Comune di Meldola ed ha un'estensione di Ha 28 circa.
Suddivisa in due zone distinte, la prima di ha 7 circa
comprende l'ecosistema forestale, mentre la seconda per il terreno
residuale comprende coltivi, rimboschimenti recenti e i due
antichi nuclei di Scardavilla di sotto e Scardavilla di sopra.
Altezza s.l.m. 80-120 metri
Da Meldola SS 310 del Bidente seguire la via Sbargoleto per circa
2,3 chilometri
Per
le visite occorre rivolgersi al comune di Meldola, museo civico
di ecologia e centro visitatori "Mirco Bravaccini" piazza
F. Orsini Meldola.
scardavilla@comune.meldola.fc.it - web www.museodiecologia.it
Formazione
Antico bosco che fin dall'antichità
ricopriva la maggior parte del territorio, notizie storiche del
primo insediamento risalgono al 1225 quando già esisteva il piccolo
monastero di Scardavilla di sotto, stabilmente abitato da monaci
dipendenti dal convento di S. Maria in Vincareto Bertinoro.
Nei primi anni del XVI secolo i monaci passarono sotto il controllo
del monastero di Camaldoli e la "coltivazione" e preservazione del
bosco assunse ulteriore importanza in quanto regola principale
di questa congregazione.
Ed
è proprio ad opera dei monaci Camaldolesi la costruzione del'eremo
di Scardavilla di sopra (inizio del XVII), struttura che rispetto
alla più antica Scardavilla di sotto risulta edificata lungo un
ideale asse prospettico levante-ponente.
I due nuclei erano e sono tutt'ora uniti da un lungo viale di querce,
ed erano circondati da cinta muraria della quale restano alcuni
ruderi sparsi.
La struttura pių antica č stata oggetto di pesanti modifiche, mentre la nuova Scardavilla, imponente complesso ultimato nel 1733 costituito da una chiesa in stile barocco con palazzo antistante, risulta in stato di avanzato degrado.
Il bosco
La zona a bosco, di circa
7 Ha si estende a valle del complesso di Scardavilla di sopra,
è costituita da bosco di querce con dominanza di cerro,
affiancati da rovere, ciavardello, orniello
e vari arbusti
Buona anche la presenza di nespolo, acero campestre, olmo, e sorbo
domestico.
Sono inoltre presenti specie arboree importate o tipiche
di altre zone mediterranee con diverso clima, quali il pino,
il cipresso dell'Arizona, il cedro e il leccio.
Notevole e molto variegata la presenza di arbusti fra cui spicca
la presenza del pungitopo, la rosa serpeggiante e la rosa selvatica
o canina.
Nel bosco di
Scardavilla si incontrano specie floristiche con diverse esigenze
ecologiche e caratteristiche di altre zone climatiche.
Si rinvengono ad esempio l'erica arborea, il cisto, la foglia di
salvia, l'erba di San Giovanni, l'anemone dei boschi, la ginestra
spinosa e la cicerchia nera, vegetazione che è tipica dei boschi di faggio che rivestivano la zona
in epoca postglaciale, soppiantati poi dall'attuale bosco di cerro.
Una ulteriore particolarità è data dalla presenza dell'incensaria odorosa
che qui raggiunge il suo limite settentrionale di diffusione, e il
fisospermo di Cornovaglia che qui raggiunge il suo limite meridionale.
Importante inoltre la presenza del sigillo di Salomone maggiore,
del giglio rosso e del dente di cane.
Fra le specie rare in Regione e rinvenibili nel bosco di Scardavilla
si ricodano l'orchidea Serapias cordigera, la Orchis purpurea e la
Platanthera clorantha.
La fauna
Diversificata la varietà faunistica.
Sporadica la presenza del tasso, della faina e del capriolo,
certa la presenza dell'istrice, topi selvatici e toporagno.
Molto ampia anche la famiglia dei volatili rappresentata soprattutto
da scricciolo, pettirosso, usignolo, capinera, cinciallegra,
merlo, cardellino e luì.
Ai margini della riserva è facile trovare la gazza e
l'upupa.
Fra i rapaci notturni certa la presenza della civetta e del
barbagianni.
Nonostante i corsi d'acqua siano scarsi, la presenza di un "fosso"
e di due laghi limitrofi garantisce la presenza di rospi smeraldini,
rana agile e rana verde.
Fra i rettili si rinvengono la natrice dal collare e il biacco.
Assente la vipera.
La
riserva è stata oggetto di un approfondito studio da parte di Pietro
Zangheri (1889-1983), famoso naturalista forlivese, considerato
da molti come un precursore del movimento ecologista.
Vi censì oltre 350 specie vegetali fra cui ventun specie di orchidee.
L'attuale estensione del bosco risulta però notevolmente ridotta
e impoverita rispetto agli studi di cui si è fatto cenno, causa
il pesante disboscamento effettuato nel secondo dopo-guerra e prima
della istituzione della riserva.
La visita
La visita alla riserva si
può effettuare mediante prenotazione da effettuarsi presso il Comune
di Meldola.
All'interno del bosco sono stati realizzati sentieri tematici con
bacheche esplicative che consentono di effettuare visite autoguidate.
Per gruppi o scolaresche vengono organizzate visite con guida
e proposti moduli didattici.