grotta Tanaccia
Brisighella - Vena del gesso
Ingresso alla grotta
Si trova a 2 chilometri
a ovest di Brisighella, a 200 metri di altitudine, poco distante
dal parco del Carnè.
Sito archoeologico oltre che naturalistico
di grande importanza, vi sono stati ritrovati reperti dell'età del
ferro, tracce consistenti di focolari e testimonianze databili
dall'Eneolitico fino a tutto il Bronzo antico.
Altri ritrovamenti fanno ritenere che il sito sia stato utilizzato agli inizi
dell'antica età del bronzo a scopo prevalentemente funerario.
Da Brisighella prendere la strada che conduce a Riolo Terme,
giunti al termine della salita che aggirando la rocca ci
porta ai piedi del monte Rontana, parcheggiare l'auto in
una piazzola (indicazioni "punto di ritrovo grotta Tanaccia").
Dal piazzale seguire sentiero in discesa che in pochi metri
ci porta fino ad un fabbricato con pensilina, edificato come
punto di appoggio per le escursioni in grotta.
Proseguire in discesa lungo il sentiero ed in poche centinaia
di metri ci si trova all'ingresso originario della grotta.
Da qui l'accesso è ostruito, e comunque sarebbe difficilmente
percorribile anche da persone esperte, si prosegue quindi
seguendo il sentiero fino ad arrivare al nuovo ingresso artificiale,
ricavato più a valle e chiuso da una porta in ferro.
Sono consentite solo visite guidate, il percorso non presenta
particolari difficoltà e non richiede attrezzature
specifiche, anche se è sconsigliato ai bambini sotto
i 12 anni, donne in gravidanza e persone con problemi motori.
E' comunque necessario essere muniti di scarponi o stivali
in gomma, oltre ad una tuta possibilmente impermeabile.
Il casco con impianto di illuminazione viene fornito dal
gruppo speleologico che fornisce l'assistenza alla visita.
Il percorso si sviluppa
in orizzontale, per una lunghezza di circa 300 metri.
Il primo tratto è relativamente semplice, si percorre quasi
interamente in posizione eretta risalendo il corso
di un piccolo ruscello e sbuca nella sala delle sabbie.
Una successiva strettoria con pareti magnificamente lavorate
dall'erosione conduce nella seconda sala detta "del ferro di
cavallo".
Infine un tratto da percorrere a carponi, nel letto del ruscello che in questo punto si allarga notevolmente, conduce all'ultima sala visitabile, detta "del guano".