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Poggio Piancancelli

inserita da Bruno Roba
Comune : Altri comuni limitrofi
Tipo : monte
Altezza mt. : 1576
Coordinate WGS84: 43 52' 57" N , 11 42' 34" E
Toponimo nell'arco di
notizie :

Testo di Bruno Roba (20/05/2020)

L’assetto morfologico del tratto di Spartiacque Appenninico compreso tra il Passo del Muraglione e il Passo dei Mandrioli si mantiene ad una altitudine di circa 1100 metri fino a Poggio del Giogo risalendo poi rapidamente sul massiccio del Monte Falterona tramite Pian delle Fontanelle e Poggio Piancancelli fino al culmine del Monte Falco (1657 m). Successivamente, fino a Cima del Termine, corre su altitudini minime poco inferiori ai m. 1300 e massime fino ai m. 1520, con abbassamenti in corrispondenza dei valichi e rialzamenti in coincidenza con i nodi montani da cui si distaccano contrafforti e dorsali (questo aspetto si ripete con notevole parallelismo in tutti i contrafforti ed è significante tettonicamente, ovvero nella disposizione delle rocce e loro modalità di corrugamento e assestamento). Tale tratto esteso circa 18 km costituisce lo spartiacque tra gli affluenti dell’Arno nel versante toscano e le valli del Bidente in quello romagnolo. La linea di crinale coincide con l’accavallamento tettonico di due formazioni geologiche che insieme caratterizzano i due versanti appenninici in base al tipo di rocce, alla loro giacitura e alla disposizione rispetto ai versanti medesimi. La Formazione delle Arenarie del Monte Falterona, o Macigno del Mugello, costituisce i rilevi maggiori e si estende dalla montagna dalla quale prende il nome fino a tutto il versante toscano, ammantato da densi boschi che mascherano per lunghi tratti il substrato roccioso. Nel versante romagnolo il paesaggio è invece dominato dalla Formazione Marnoso-Arenacea, con i caratteristici affioramenti a gradoni. Entrambe le formazioni si sono deposte in ambiente marino durante l’orogenesi appenninica a partire da 27 milioni di anni fa, mentre agivano le forze compressive che, incuneando una dietro l’altra enormi scaglie tettoniche, hanno lentamente “costruito” l’Appennino, determinando una morfologia nettamente differenziata dovuta alla diversa giacitura e profondità degli ambienti geologici, con i versanti meno acclivi (stratigraficamente disposti a “franapoggio”, parallelamente al pendio) rivestiti da boschi compatti, mentre quelli più acclivi (strati immersi a “reggipoggio”, perpendicolarmente al pendio) spesso denudati ed evidenzianti la stratigrafia o rivestiti da bosco rado o rimboschimenti, fino al versante esposto a Grecale della bastionata Campigna-Mandrioli e a quello esposto a Occidente delle Balze delle Rondinaie, dove conseguono fortissime pendenze modellate dall’erosione con formazione di canaloni fortemente accidentati, distacco detritico e lacerazioni della copertura forestale. A tale asprezza morfologica si contrappone il potente risalto di ampi tratti della giogana appenninica, caratterizzati dalla generale morbidità dei crinali dovuta alla lentezza dell’alterazione delle grandiose banconate arenacee, la cui superficie coincide, appunto, con quella della stratificazione (Pian delle Fontanelle).

Da detto tratto di Spartiacque Appenninico si stacca una sequenza di diramazioni montuose strutturate a pettine, proiettate verso l’area padana secondo linee continuate e parallele che si prolungano fino a raggiungere uno sviluppo di 50-55 km: dorsali denominate contrafforti, terminano nella parte più bassa con uno o più sproni mentre le loro zone apicali fungenti da spartiacque sono dette crinali, termine che comunemente viene esteso all’insieme di tali rilievi: «[…] il crinale appenninico […] della Romagna ha la direzione pressoché esatta da NO a SE […] hanno […] orientamento, quasi esatto, N 45° E, i contrafforti (e quindi le valli interposte) del territorio della Provincia di Forlì e del resto della Romagna.» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 9, cit.). Uno dei contrafforti principali ha origine «[…] dal gruppo del M. Falterona e precisamente dalle pendici di Piancancelli (m. 1576), per la costa di Pian delle Fontanelle (m. 1520) scende rapidamente a Poggio Bini (m. 1105), attraversa Poggio Corsoio e risale a Monte Ritoio (m. 1193) […]» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 14, cit.), vira bruscamente verso Est fino al Monte dell’Avòrgnolo, dove riprende l’andamento principale puntando verso Forlì per terminare dopo circa 55 km evidenziando subito i Monti Guffone e della Fratta.

Poggio Piancancelli, formato come il Monte Falco dalle Arenarie del Monte Falterona, si alza di un centinaio di metri rispetto alla sella del Passo Pian Cancelli, area di sosta e tornante terminale del tratto transitabile della S.P. n.94 di Castagno, dove una sottile fascia di Scisti Varicolori si interpone tra le Arenarie e l’affiorante Marnoso-Arenacea di Pian delle Fontanelle, costituendo livello di scollamento su cui si è impostata la superficie di accavallamento che ha portato le prime formazioni, più antiche, a scorrere superiormente alla seconda. Il suddetto affioramento è costituito dalle Balze delle Rondinaie, classificate tra i Geositi dell’Emilia-Romagna, quale Geosito di rilevanza locale, che formano l’estesa e articolata parete rocciosa a gradoni del versante occidentale del soprastante Pian delle Fontanelle, il quale infatti riflette la giacitura quasi orizzontale degli strati arenacei che lo conformano e che, con il loro forte spessore, offrono un ampio spaccato strutturale. Gli strati arenacei sono molto fratturati e leggermente dislocati a causa di alcune faglie che li attraversano, con formazione di coni detritici “sospesi” e altre fasce detritiche, così come un’ampia falda detritica si sviluppa ai piedi della parete. Un’ampia nicchia segnala inoltre il distacco di una frana risalente al 1960, le cui dinamiche si raccordano alla grande Frana di Castagno d’Andrea, altro Geosito di rilevanza locale (v. scheda M. Falterona).

Lo Spartiacque Appenninico suddivide pressoché l’intero sistema delle Riserve Naturali del Parco delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, raggruppate in due categorie a differente livello di tutela, secondo i due versanti, ovvero tre Riserve Integrali (Sasso Fratino, M. Falco-P.gio Piancancelli e M. Penna) e una Riserva Biogenetica (Campigna) ricadenti nel versante romagnolo, una Riserva Integrale (La Pietra) e due Riserve Biogenetiche (Camaldoli e Scodella) ricadenti nel versante toscano, oltre una terza Riserva Biogenetica (Badia Prataglia-Lama) posta a cavallo dello Spartiacque. Le Riserve Naturali sono definite come Aree naturali protette caratterizzate dalla presenza di uno o più elementi naturali, quali specie faunistiche, floristiche ed ecosistemi, che si distinguono per il loro particolare valore naturalistico e che quindi svolgono un ruolo strategico nella conservazione della biodiversità. La Riserva Integrale M. Falco-P.gio Piancancelli, sottoposta ad assoluto divieto di accesso, è considerata uno scrigno di conservazione di piante rare o rarissime che qui sopravvivono per i non comuni aspetti morfologici delle sue stazioni rupestri solcate da cengette e impervi canaloni, oltre che per il microclima freddo-umido d’alta quota.

Dai profondi canaloni generati tra le pieghe montane di Poggio Martino, Monte Falco e Poggio Piancancelli, ha origine il bacino idrografico del Fosso del Satanasso. Il suo tratto principale, nell’Ottocento in parte detto delle Palestrine, ha origine dalla Fonte Sodo dei Conti, la più elevata delle Foreste Casentinesi (1605 m), toccata dalla Pista del Lupo, Sent. GEA SOFT 00 e confine regionale, ricalcante l’antico tracciato della Via Flaminia Minor, utilizzata dalle legioni romane per valicare l’Appennino al fine di sottomettere Celti, Liguri e Galli Boj che stanziavano nella pianura padana: si ipotizza che provenendo da Montelleri, sopra Stia, transitasse dal Lago degli Idoli, dal Monte Falco e da Poggio Sodo dei Conti, superata la fonte discendeva lungo la costa orientale di Piancancelli transitando da Pian delle Fontanelle (così detta per la presenza di polle d’acqua) e da Poggio Corsoio dove trovava un bivio ancor oggi praticato: a sx si dirigeva verso Castel dell’Alpe e Faenza per immettersi nella Via Aemilia (questo è ritenuto il più antico itinerario di valico), a dx si dirigeva verso Forlì e Ravenna transitando dal crinale del contrafforte principale e da Monte Ritoio (che “indica la retta via”).

A Pian delle Fontanelle si trova il Rifugio Le Fontanelle, risalente all’epoca dell’infrastrutturazione turistica postbellica, con la costruzione della prima pista sciistica dal Monte Gabrendo ai Prati della Burraia, avvenuta negli anni 1952/55, cui seguirono l’impianto di risalita collegato alla prima stazione invernale del luogo, oggi Chalet Burraia, struttura nata negli Anni ’30 come servizio per escursioni appenniniche (impianto poi abbandonato e definitivamente smantellato nel 2016), cui seguì nel 1958 l’impianto Sodo dei Conti/Fangacci. Altri rifugi tutt’ora operanti ed edificati come servizio sia degli impianti sciistici che del turismo montano sono il CAI Città di Forlì posto al margine dei prati, risalente al 1974, ed il rifugio La Capanna. La struttura più antica del luogo risale però al 1853 (come attesta una pietra incisa conservata all’interno del fabbricato venuta in luce nel corso dei restauri) ed è costituita da quanto rimane della stalla che fece costruire il Siemoni come alpeggio estivo per le mandrie, oggi noto come il Casone della Burraia, fino al 1947 utilizzata come stazione radio militare e da tale data recuperata e riutilizzata come Rifugio CAI La Burraia dalla sezione di Stia.

RIFERIMENTI   

AA. VV., Dentro il territorio. Atlante delle vallate forlivesi, C.C.I.A.A. Forlì, 1989;

S. Bassi, N. Agostini, A Piedi nel Parco, Escursioni nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, ComunicAzione, Forlì 2010;G.L. Corradi (a cura di), Il Parco del Crinale tra Romagna e Toscana, Alinari, Firenze 1992;

M. Gasperi, Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo, Il Ponte Vecchio, Cesena 2006;

N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Le Lettere, Firenze 2001;

P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anast. Castrocaro Terme 1989;

Carta Escursionistica scala 1:25.000, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze

Foreste Casentinesi, Campigna – Camaldoli – Chiusi della Verna, Carta dei sentieri, Istituto Geografico Adriatico, Longiano 2012;

Link www502.regione.toscana.it/geoscopio/castore.htlm;

Link:http://geo.regione.emilia-romagna.it/schede/geositi/scheda.jsp?id=2197;

Link https://servizimoka.regione.emilia-romagna.it/appFlex/sentieriweb.html.

Percorso/distanze :

Testo di Bruno Roba

Poggio Piancancelli ricade principalmente nel Comune di San Godenzo e il confine regionale corrisponde alla Pista del Lupo, sul suo versante orientale. Il Passo di Pian Cancelli, anch’esso sul confine regionale, si raggiunge tramite la S.P. n.94 del Castagno (vi si giunge tramite la S.F. di Giogo di Castagno) a km 5,2 dal Passo della Calla. La Pista del Lupo fino al Monte Falco è lunga km 1,6; la Fonte Sodo dei Conti è posta  circa 800 m dall’Area di Sosta di Pian Cancelli, con dislivello di 115 m.

foto/descrizione :

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001a – 001b – Dal Monte Piano si può avere una delle più ampie viste dell’intero Spartiacque Appenninico che si innalza oltre il contrafforte secondario che separa le Valli del Bidente di Pietrapazza (in p.p.) e di Ridràcoli. Nel suo sviluppo è agevole riconoscere il complesso del Monte Falterona dove spicca il Monte Falco da cui si distacca, rapidamente e ripidamente digradando, il contrafforte principale dove si evidenzia Pian delle Fontanelle mentre Poggio Piancancelli è parzialmente ricoperto dal meno elevato (40 m) Poggio Martino (01/01/12).

001c –Anche dalla Colla dei Ripiani, alle pendici del Monte Castelluccio, è evidentissimo Pian delle Fontanelle, mentre Poggio Piancancelli, benché leggermente sfalsato, è ancora parzialmente nascosto da Poggio Martino (27/11/11).

001d – 001e – Dai pressi del Poggiaccio, il sopraggiungere delle prime luci colora per primi i rilievi più alti e lo sfalsamento tra Poggio Piancancelli e l’antistante Poggio Martino è evidente (27/11/11).

001f – 001g – 001h - Da San Paolo in Alpe, il leggero innevamento evidenzia la morfologia dei rilievi, ma Poggio Piancancelli è totalmente occultato da Poggio Martino (21/11/18).

001i – 001l – 001m - Scorci dalle pendici di Monte Cavallo fino all’insediamento topico. Si nota il distacco del contrafforte principale e si riconoscono Poggio Piancancelli e Pian delle Fontanelle (12/12/16)

001n/001q - Dal Crinale del Corniolino, pressi Tre Faggi, oltre la dorsale di Partinico compare parte dello spartiacque appenninico e il tratto iniziale del contrafforte principale che si stacca dal complesso del Falterona. Con l’ausilio dell’indice fotografico è possibile identificare i principali rilievi (30/11/16).

001r – Dal crinaletto di Partinico, presso Le Mandriacce, panoramica verso il contrafforte principale che fa da testata alle valli del Bidente delle Celle e del Fosso dei Fondi nel disegnare l’arcata che discende da Poggio Piancancelli e Pian delle Fontanelle e risale verso il Monte Ritoio (27/02/19).

001s – 001t - Dal Sentiero degli Alpini (SA 301 CAI) presso Poggio Bini sul contrafforte principale, punto di vista ottimale su uno dei tratti più impervi del versante appenninico, si abbraccia l’alto versante vallivo del Bidente delle Celle, il da cui ha origine il Fosso del Satanasso. In particolare, tra le emergenze di Poggio Martino, sulla sx, e Pian delle Fontanelle, sulla dx, si notano meno il Monte Falco e Poggio Piancancelli (16/04/16).

002a/002d – Dal contrafforte principale, tra i Monti Ritoio e Cavallo sulla testata della valle del Fosso dei Fondi e dalla stessa valle, si nota bene lo sviluppo iniziale del contrafforte medesimo che, dopo Pian delle Fontanelle e la Costa Poggio Corsoio, supera la biforcazione del Fosso di Ronchi e si innalza lievemente con Poggio Bini (26/11/16 - 21/03/17 - 29/12/18).

002e – 002f – Dal contrafforte principale, tra i Monti Cavallo e dell’Avòrgnolo sulla testata della Valle di Lavacchio, calde vedute mattutine verso il massiccio del Falterona che emerge oltre dal dorsale di Monte Cavallo (26/11/16).

002g – 002h – 002i – Da Poggio di Coloreto, nella valle del Fiume Rabbi, vedute verso la dorsale di Costa Poggio Corsoio e sue diramazioni che siinnalza ripida verso il complesso del Falterona, dove spicca Pian delle Fontanelle e appare Poggio Martino (26/09/14).

002l – 002m - Le inconfondibili caratteristiche geo-morfologiche dello sdoppiamento di creste tra lo Spartiacque e lo “ziggurat” di Poggio Palaio (racchiudenti il bacino idrografico del Fosso dell’Abetìo), che va a concludersi tra il complesso del Falterona e Poggio Martino, sono esaltata da viste privilegiate come questa aerea contenuta in un manifesto del Parco delle Foreste Casentinesi esposto presso il Centro Visite di Campigna (elaborazioni grafiche).

002n - Elaborazione da cartografia del 1850 che evidenzia la perfetta diagonale dello Spartiacque Appenninico da cui si distaccano i contrafforti, tra cui quello principale avente origine dal complesso del Falterona (la toponomastica in corsivo riprende quella originale).

002o - Schema cartografico particolareggiato.

002p/002s – Dal Monte Falco, vedute del distacco del contrafforte principale dove si distinguono le sommità di Poggio Piancancelli e Pian delle Fontanelle (21/12/11).

003a/003e – Dal belvedere del Monte Falco, vedute del versante occidentale di Poggio Piancancelli e Pian delle Fontanelle, il primo tagliato e aggirato dalla ex SP del Castagno, il secondo bruscamente interrotto dalle Balze delle Rondinaie (21/06/11 - 21/12/11).

003f/003i - Poggio Piancancelli e Pian delle Fontanelle visti dai pressi del Monte Falterona (7/07/11 - 21/12/11).

003l/003u – La Pista del Lupo, Sent. GEA SOFT 00, che ricalca l’antico tracciato della Via Flaminia Minor, scende dal Monte Falco tagliando il versante orientale  di Poggio Piancancelli, dove trova la Fonte Sodo dei Conti, la più elevata del Parco delle Foreste Casentinesi (1605 m), da cui nasce il Fosso del Satanasso. Il sito in primavera ospita una cospicua fioritura di Caltha palustris, Calta palustre, Ranuncolacea che cresce lungo sponde di ruscelli ed acquitrini in quasi tutta Italia, ma rarissima nel Parco salvo pochi ambienti umidi. Successivamente, attraversato il termine della SP del Castagno e l’area di sosta di Passo Piancancelli, la pista attraversa Pian delle Fontanelle  (21/06/11 – 27/09/11 – 13/07/11).

004a/004f – La S.F. di Giogo di Castagno taglia i versanti orientali di Poggio Piancancelli e Pian delle Fontanelle, mostrando scorci delle dorsali che vi si distaccano, tra cui la Costa Poggio dell’Aggio Grosso che si proietta nella Valle del Bidente delle Celle (27/09/11 – 26/09/14 - 30/10/14 – 31/10/17).

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