Parco Foreste Casentinesi
Servizio
di bus navetta da Bagno di Romagna
per Foresta della Lama
nei mesi di agosto
e settembre
Partenze:
Agosto: mercoledì pomeriggio
alle ore 14,00 con rientro alle 19,15; venerdì e domenica
mattina alle 8,15 con rientro alle 14,00;
- Settembre : fino al 15: venerdì e domenica mattina alle ore
8,15 con rientro alle 14,00; dopo il 15: solo domenica mattina alle 8,15 con
rientro alle 14,00
Prenotazioni e maggiori informazioni su www.bagnodiromagnaturismo.it
Parco Nazionale istituito con D.P.R. 12.7.1993
Superficie 36.400
ettari
di cui in Emilia Romagna 18.400 ettari e
in Toscana
18.000 ettari
Province interessate Forlì-Cesena,
Arezzo e Firenze
Comuni interessati: Bagno
di Romagna, Santa Sofia, Premilcuore, Portico-San Benedetto,
Tredozio, Chiusi della Verna, Bibbiena, Poppi, Stia e Pratovecchio.
Si estende sul crinale
appenninico Tosco-Romagnolo, ricoperto da boschi per circa l'80%
della superficie, comprende le due maggiori cime di questa sezione
dell'Appennino ( monte Falco mt. 1657 e Falterona mt. 1654).
Al suo interno si trova la Riserva
naturale integrale di Sassofratino, area protetta ad evoluzione
spontanea di 764 ettari istituita nel 1959 entro la quale è consentito
l'accesso solo per motivi di studio e su autorizzazione.
Sede
dell'Ente Parco : Via
G. Brocchi, 7 - Pratovecchio
Sede Comunità del Parco: via Nefetti,
3 - Santa Sofia
Centri visita : strumenti interattivi, gigantografie, plastici, organizzazione di eventi collegati al territorio e punto di informazione ufficiale del Parco.
- Bagno di Romagna Via Fiorentina 38 dedicato a Geologia e termalismo Tel. 0543911304 (tutto l'anno)
- Premilcuore Via Roma 34 dedicato a La fauna appenninica Tel. 0543 956540 (aprile-dicembre)
- Santa Sofia Via Nefetti 3 dedicato a La foresta Tel. 0543 971297 (aprile-dicembre)
- San Benedetto in Alpe Viale Acquacheta 6 dedicato alla storia della Romagna Toscana Tel. 0543 965286 (aprile-novembre)
- Tredozio Via Fabroni 30 dedicato al capriolo Tel. 0546 943182 (aprile-settembre)
- Badia Prataglia Via Nazioale 14/a dedicato a l'uomo e la foresta Tel. 0575 559477 (tutto l'anno)
- Castagno d'Andrea Via della Rota 8 dedicato a Il monte Falterona tel. 055 8375125 (aprile-ottobre)
- Chiusi della Verna parco 1' maggio dedicato a Religione e natura Tel. 0575 532098 (aprile-dicembre)
- Londa località parco del lago dedicato a Il paesaggio Tel. 055 8351202 (aprile-ottobre)
- Serravalle Via Coselschi - Centro di educazione ambientale Tel. 0575 539174 (aprile-settembre)
- Stia Via Montegrappa 2 dedicato a L'acqua energia per l'uomo Tel. 0575 504596 (maggio-settembre)
Si raggiunge con una camminata di 30 minuti dal parcheggio dei Fangacci, dopo la Burraia, vicino al Passo della Calla
Dal Passo Calla prendere la Provinciale Piancancelli, dopo pochi chilometri si trova un parcheggio e una deviazione a sinistra sterrata.
Percorsi pochi centinaia di metri parcheggiare l'auto e proseguire a piedi fino a raggiungere i campi della Burraia ed i rifugi.
Rifugio Fontanelle
Rifugiuo la Burraia
Cenni storici
La storia di queste foreste
si perde nella notte dei tempi. Nell'antichità alcune zone erano
ritenute sacre, come testimoniano ritrovamenti effettuati nei pressi
del monte Falterona (lago degli idoli).
Nel medioevo le foreste del versante
Toscano (Camaldoli e Badia Prataglia) erano proprietà dei monaci
e dell'Ospedale di Santa Maria Novella, mentre il versante Romagnolo
(Stabatenza, Ridracoli, Pietrapazza e Campigna) erano possesso
prima dei conti Guidi di Modigliana, poi confiscate dalla repubblica
Fiorentina nel 1380 vennero donate all'Opera di Santa Maria del
Fiore di Firenze.
Queste foreste erano deputate a rifornire il legname necessario
alle travature per la costruzione del Duomo di Firenze ed al sostentamento
economico dell'Opera.
Il legname una volta completata la costruzione del Duomo, fu oggetto
di un attivo commercio di travature, segati e alberi da nave.
I tronchi erano portati al mare con un impervio viaggio che iniziava
con il trascinamento per mezzo di buoi dai boschi fino a Pratovecchio
o Dicomano, da dove proseguivano per via fluviale sfruttando il
corso dell'Arno.
Nel XVI secolo le foreste subirono la concorrenza dell'abete
di Moscovia, trasportato via mare e quindi con minori spese, congiuntamente
ad una miriade di abusi, furti ed incendi che degradarono l'ambiente,
tanto che nel 1838 il Granduca Leopoldo II di Lorena decretò il
passaggio del territorio alle Regie Possessioni, incaricandone
della riorganizzazione e rimboschimento il tecnico forestale boemo
Karl Simon.
La cacciata dei Lorena creò nuovi problemi, ed un tentativo
di vendita allo Stato Italiano fallì, tanto che nel 1900
la foresta fu venduta a privati.
E' nel 1914 che vengono riunificati ed acquistati dallo Stato circa
diecimila ettari di territorio.
Nel 1959 viene istituita la riserva integrata di Sassofratino,
e nel 1993 finalmente con l'istituzione del Parco Nazionale si
ha la valorizzazione e la salvaguardia di queste foreste.
Il territorio
Il territorio si estende a cavallo di Romagna e Toscana.
In Romagna Il territorio di origine marnoso arenacea è caratterizzato da vallate strette (Montone, Rabbi, Bidente e Tramazzo) con versanti a tratti rocciosi e a tratti fittamente boscati.
In Toscana Il
territorio è formato da un'arenaria più dura
rispetto a quella Romagnola (il macigno) banchi di roccia arenacea
alternati a scisti argillosi e marne grigie.
Il versante Toscano degrada dolcemente verso la pianura, ed è solcato
dalle valli dei torrenti Staggia, Fiumicello e Archiano, affluenti di sinistra
dell'Arno che, nella parte iniziale, scorre quasi parallelo al crinale principale.
La vegetazione
Il territorio è coperto
per circa l'80% della sua estensione da boschi misti, a prevalenza
abete bianco, cerro, querce, roverella, faggi e castagneti .
Imponenti sono le grandi foreste di abete bianco che si trovano
a partire dagli 800 metri di altezza, alle quali salendo di quota
si sostituiscono le faggete miste a isolati esemplari di acero
di monte e sorbo degli uccellatori.
Sono
presenti piccoli lembi di praterie d'alta quota (Monte Falco, Burraia,
Prato al Soglio e Giogo Seccheta).
Nella
parte più bassa del parco, interi versanti un tempo disboscati
e coltivati sono oggi ricoperti da arbusteti con ginepro, rose
selvatiche e ginestre.
Numerose le specie erbacee presenti fra cui alcune di particolare interesse
naturalistico ed oltre un centinaio di spece protette rare o minacciate.
Riserva
naturale integrale di Sassofratino nel
versante Romagnolo su una superficie di 764 ettari, per la
conformazione del territorio con accentuata pendenza e scarsa
accessibilità, è una delle zone che hanno nel
tempo risentito meno dello sfruttamento umano, conservando
un'integrità vicina a quella naturale.
Dal 1959 in questa area è stato vietato il libero accesso, ed ogni forma
di intervento umano.
Nel 1985 e nel 1990 quest'area protetta ha ricevuto il diploma europeo per
la conservazione dell'ambiente.
Sodo dei conti
La fauna
Grande varietà faunistica che può annoverare
oltre 160 specie di vertebrati, la cui permanenza è facilitata
dalla presenza di ampi boschi ad alto fusto e dalla scarsa densità
abitativa dell'uomo.
Fra i grandi vertebrati le famiglie più numerose sono quelle degli
ungulati (daini, cervi, caprioli mufloni, cinghiali), è inoltre
presente anche il lupo, il più grande predatore oggi presente nel
parco.
Fra gli uccelli almeno 97 le specie nidifacanti fra cui il Rampichino,
il ciuffolotto, il merlo, l'allocco, la cincirella e il picchio.
Fra i rapaci importante la presenza del falco e dekko sparviero,
oltre alla presenza sulle rupi del versante Romagnolo dell'aquila
reale, del gufo reale e del falco pellegrino.
Fra gli anfibi è da segnalare la presenza della salamandrina dagli
occhiali, del tritone alpestre, ed infine fra i rettili la vipera,
il colubro d'Esculapio ed il Biacco.
Vie di accesso
Numerose le vie di accesso o avvicinamento al parco, in via esemplificativa e non esaustiva si riportano di seguito alcune possibilità di acesso dal versante Romagnolo.
Da Bagno di Romagna:
per mulattiera - l'antica mulattiera di
Pietrapazza che ha origine a monte dell'abitato poco prima della
strada che porta alla fonte del Chiardovo. Un paio d'ore di dura
ascesa ci portano dai 498 mt del paese fino a quota 1040 (ai piedi
del monte Carpano) qui sbuchiamo su una pista forestale e siamo
all'interno del parco.
Proseguendo sulla pista (verso destra) si può raggiungere
Pietrapazza.
in auto percorrere la strada dei
Mandrioli fino alla località Ravenna montana. Poco dopo aver superato
il piccolo centro abitato, su un tornante prendere sterrata a destra
che si può seguire per 2/3 chilometri
fino a raggiungere una sbarra.
Lasciata l'auto si può proseguire a piedi fino a Pietrapazza.
In alternativa - prima di giungere alla sbarra prendere sentiero
sulla sinistra (segnalato con palina in legno) per passo Lupatti
e Passo della Crocina, da quest'ultimo possibilità di raggiungere
sempre per sentiero passo Fangacci ed Eremo di Camaldoli, oppure
in direzione opposta la Lama (ampio prato a monte della diga di Ridracoli)
Da
Santa Sofia
in auto proseguire sulla provinciale
del Carnaio (direzione Bagno di R.), a circa
3 Km di distanza da Santa Sofia, su un tornante deviazione sulla destra ben
segnalata per Poggio alla lastra.
Superata questa piccola frazione si prosegue fino a raggiungere la località
"Ponte del faggio" (area attrezzata) - da qui entriamo nel territorio del parco.
Percorrendo la pista forestale è possibile proseguire in auto fino alla
frazione di Pietrapazza, dove occorre lasciare l'auto e proseguire a piedi.
Diverse le escursioni possibili da Pietrapazza, sia per pista forestale che
per sentieri ben segnalati.
In alternativa a Ponte del Faggio si può deviare a destra, raggiungere il passo
del Vinco (al termine della salita a sinistra) e successivamente la frazione
di Casanova dell'Alpe. Da questa frazione occorre lasciare l'auto e proseguire
a piedi (la pista forestale conduce alla Lama).
Ridracoli
ai confini del parco Nazionale, si raggiunge
comodamente in auto da Santa Sofia, proseguendo sulla statale fino
a Isola, da qui deviazione a sinistra con indicazioni Ridracoli
e diga di Ridracoli.
Numerose le escursioni da Ridracoli, fra cui la possibilità di
raggiungere per mulattiera che parte dall'abitato l'antico nucleo
di San Paolo in Alpe, oppure dalla diga (accesso in auto controllato
e a pagamento) al rifugio Ca' di Sopra.
Corniolo
in auto seguire le indicazioni per Fiumicello,
poco oltre l'abitato la strada che diventa sterrata entra nel terriotrio
del parco fino a congiungersi con la statale 9ter dopo
aver superato il passo della Braccina e la località Fiumicello.
Numerose le possibili escursioni che partono da questa strada.
Proseguendo sulla SS 310 si
raggiunge la località Campigna una
delle porte naturali del Parco.
Si può poi
proseguire sempre in auto fino
al passo Calla punto di partenza di numerose escursioni verso Camaldoli,
Monte Falco e monte Falterona.
Pemilcuore Strada Statale 9
ter
in auto un lungo tratto di questa statale,
che risale il corso del Rabbi, transita nel territorio del parco,
e più precisamente da ca' Ridolla a monte di Premilcuore fino
al valico dei tre faggi.
San
Benedetto in Alpe
in auto ai confini si raggiunge
comodamente in auto seguendo la statale 67
Numerose le escursioni fra cui la famosa passeggiata alla cascata dell'Acquacheta.
Tredozio
in auto si prosegue in direzione Passo
del Tramazzo (mt. 971) - In frazione
Scarzana si entra nel territorio del parco. E' possibile proseguire
per strada sterrata fino a raggiungere la provinciale che collega
San Benedetto a Marradi.
Lungo il percorso ampi panorami,
e dal passo si diramano diversi sentieri ben segnalati
(CAI 563 per Isola ore 2 - CAI 553 per fonte del Bepi ore 1 e Monte Freddo
ore 6 - colle del Tramazzo - 10 minuti)
Escursioni
Una fitta rete di strade forestali e sentieri
segnalati permettono di visitare l'intero parco (ad eccezione naturalmente
della riserva integrale).
Il territorio si può percorrere in parte in auto, a cavallo, in mountain
bike, a piedi e nel periodo invernale con racchette o sci da fondo.
Numerose le possibilità di pernottamento nei paesi posti ai margini
del parco.