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La Cialdella

inserita da Bruno Roba
Tipo : rudere
Altezza mt. : 631
Coordinate WGS84: 43 49' 46" N , 11 53' 45" E
Toponimo nell'arco di
notizie :

detta anche Ciardella - podere ricordato fin dal 1546 e negli anni stabilmente abitato e coltivato, abbandonato nell'immediato dopoguerra

Testo di Bruno Roba (6/2017 - Agg. 21/12/2021) - Gli affluenti più montani del Bidente di Pietrapazza e lo stesso fiume hanno origine dall’anfiteatro morfologico creato dallo Spartiacque Appenninico con i tratti iniziali dei contrafforti adiacenti: le ramificazioni del Fosso del Rovino, già delle Capanne o Capannacce, si estendono dal poggio omonimo fino al Passo della Crocina e al Passo Poggio della Bertesca, quelle del Fosso delle Ranocchie trovano origine tra Poggio Rovino e Monte Cucco, nei cui pressi (Passo di Massella) si spinge il ramo di origine dello stesso Bidente, quindi seguono le ramificazioni del Fosso dei Segoni, già della Buca Prati o della Buca dei Preti, che giungono fino a Cima del Termine, mentre i Fossi della Spiaggia o delle Spiagge e della Neve, che confluendo danno vita al Fosso della Bocca, già della Buca, hanno origine dal primo tratto del contrafforte principale tra Cima del Termine e lo stacco del Crinale o Raggio del Finocchio.

Per l’inquadramento territoriale e storico v. schede: Valle del Bidente di PietrapazzaFiume Bidente di PietrapazzaCrinale del Finocchio.

L’intera testata del Bidente di Pietrapazza, alla cessazione nel 1511 delle antiche funzioni eremitiche, risultava suddiviso in tre grandi porzioni. L’area centrale, Ermonovo Ermo Novo, dotata di quattro case, di seguito distinte, oltre agli edifici monastici, un molino e vari capanni, di proprietà camaldolese: il Podere dell’Eremo Nuovo o Ermo novo podere de frati costituito da due case di cui una aderente ed una adiacente alla chiesa, un secondo Podere dell’Eremo Nuovo formatosi presso e/o in luogo dell’oratorio abbandonato, infine le Capanne o il Capanno dell’Eremo Nuovo. L’area più montana, Eremo nuovo di Sopra o Sommo Hermonovo, con due caseil Poderuccio o Poderaccio Podere dell’Eremo Nuovo e La Buca o Bugaccia le Casette o Fossa (i dispregiativi e i topo-oronimi sono particolarmente significativi), distrutti causa incendio o abbandono già dal XIX sec. e dati per scomparsi «In questa zona sorgevano diverse case e capanni, poderi scomparsi per incendio (Poderaccio, Buca) […]» (AA.VV., 1989, pag.23, cit.), il primo podere in origine dei camaldolesi poi passato in proprietà dell’Opera del Duomo di Firenze, il secondo derivato per suddivisione del primo per volontà dell’Opera stessa. L’area che si estendeva fino a PietrapazzaEremo nuovo di Sotto o Himo Lermonovo o l'Ermo Novo, con due case già dei camaldolesi ma presto di proprietà privata: la Casina del Raggio e Case di Sotto, oltre ad altre case anticamente di proprietà dell'Opera ma anch’esse ormai di proprietà privata, La CiardellaIl Finocchio e Casa di Bastiano o Poderino del FinocchioNel corso del Cinquecento anche l’area centrale di proprietà camaldolese venne frammentata in appezzamenti poderali privi di abitazioni, noti come Bacie, Fondone, Melosa, Piani, Pian Capanno, Palestra o Rivolte, Segoni e Spiaggia, assegnati a mezzadri dipendenti dai monaci poi, come tutte le aree montane, sottoposti alla gestione diretta dell’Opera.

Quando ormai è avanzata la sua decadenza, l'Eremo Nuovo appare citato in uno dei primi documenti dell’Archivio dell’Opera del Duomo di Firenze, risalente al 1512, relativi all’assegnazione di un certo numero di traini di pezzature di legname: «[…] a Luca di Giovanni da Serravalle traina 300 in Eremo Nuovo […]. A Francesco di Santi da Moggiona e a Cristofano suo compagno, traina 400 delle quali 200 dall’Eremo Nuovo […]. A Piero di Luca da Moggiona traina 500 di cui 300 dall’Eremo Nuovo […]» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, p. 77, cit.). Negli anni successivi alla presa in possesso delle terre da parte dell’Opera vennero stabiliti i nuovi confinamenti, raccolti nel “Libro dei livelli e regognizioni livellarie in effetti” che costituisce l’elenco più completo ed antico disponibile relativamente agli anni dal 1545 al 1626, da cui si apprende anche dell’esistenza di un Mulino dell’Eremo Nuovo«[…] dei livelli che l’Opera teneva in Romagna […] se ne dà ampio conto qui di seguito […] 1545 […] – Un’altra presa di terra in luogo detto le Bacie dell’Eremo Nuovo […] – Una presa di terra aggettata e boscata in luogo detto la Bertesca la quale comincia sopra l’Eremo Nuovo […] 1546 […] – Un podere con casa e terre lavorative, siepate e roncate e boscate in luogo detto Le Cardella […] Un pezzo di terra di some 3 in luogo del Mulino dell’Eremo Nuovo.» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, pp. 149-151, cit.).

La ridottissima ospitalità dei versanti della dorsale non ha impedito peraltro alcuni insediamenti. Sul versante occidentale si trovavano i citati il Finocchio e la Casa di Bastiano, o Poderino del Finocchio, che sono due poderi adiacenti documentati fin dal 1560, corrispondenti a due fabbricati anonimamente riportati dal Catasto Toscano del 1826-34, utile per il reperimento dei loro resti. Alle pendici del versante occidentale, lungo l’antica via di fondovalle, si trovano i ruderi de la Ciardella, importante podere come sopra citato documentato fin dal 1546 tra i possedimenti dell’Opera, poi ceduto a privati, infatti in seguito non risulta più citato né tra i possedimenti né tra i luoghi di confine. Poco distante dalla via di fondovalle (sulle prime pendici del crinale pare da ritrovare l’unico sito idoneo, però privo di resti), si trovava la Casina del Raggio, documentata fin dal 1560, sempre in conseguenza del primo censimento del territorio di Pietrapazza, in un appezzamento dove si trovava anche un’altra casa, documentata fin dal 1632 come Case di Sotto, che pare da collocare sulle pendici del versante orientale, in quanto detto appezzamento si estendeva fino al Fosso di Rio d’Olmo, dove infatti si trovano dei resti in corrispondenza del riporto del Catasto Toscano (per entrambi gli insediamenti, cfr.: C. Bignami, A. Boattini, 2018, cit., che però non fornisce ipotesi localizzative). I suoi resti si trovano lungo la mulattiera che collegava la Strada che dall’Eremonuovo va a Pietrapazza (con innesto nei pressi di Casina del Raggio) con la Strada che da Pietrapazza va a Bagno (oggi con la S.F. Nocicchio-Pietrapazza) previo guado del Fosso di Rio d’Olmo. Sul tratto terminale ed affilato del crinale si trova la Maestà del Raggio (topico) o della Cialdella, ma detta anche di Pietrapazza benché volti le spalle a questo nucleo religioso. Reca la data 1901. 

Costituito da una casa-stalla e due annessi, presente nel Catasto Toscano del 1826-34 con il toponimo La Cerdella, quando risulta dotato di 14 stanze soppalcate, l’insediamento colonico, poi variamente denominato anche La Ciardella, Le Cardella, Cittadella, Ceredella, Certella, nella cartografia storica I.G.M. compare come C. Cialdella. In origine probabile fitonimo riferibile alla Cardella (Sonchus asper, Crespigno, Cicerbita), pianta spinosa simile al cardo ma più tenera e commestibile presente fino a 1500 m in tutte le regioni, ma anche termine di comune diffusione onomastica che è anche soprannome familiare tipico delle Alpi Liguri e toponimo che si trova anche nell’Appennino Umbro-Marchigiano. Nei secoli successivi alla cessione il podere si ampliò fino ad estendersi dal Bidente fino al Fosso di Rio d’Olmo e a Pietrapazza, entrando in relazione o subendo suddivisioni e accorpamenti con i poderi di Casina del Raggio, Case di Sotto, Il Finocchio e Casa di Bastiano. Viene abbandonato nell’immediato dopoguerra (per approfondimenti, cfr.: C. Bignami, A. Boattini, 2018, cit.). Dal confronto tra catasti risulta una sostanziale conformità planimetrica riguardo al fabbricato principale (che quindi corrisponderebbe alle strutture ottocentesche), ormai in via di totale collassamento, e risultano modifiche planimetriche dimensionali nei due annessi, uno antistante e uno retrostante probabilmente stalletti (quello retrostante probabilmente dotato di loggia con forno) di cui si trovano scarsi ruderi. Nel catasto ottocentesco compare di lato (lungo strada) anche una particella rettangolare dimensionalmente simile alla casa che, se non rappresenta un ulteriore fabbricato scomparso, potrebbe riguardare una letamaia (oggi scomparsa). La viabilità, che attraversava l’insediamento, passando tra la casa e l’annesso retrostante, almeno fino ai primi decenni del XX secolo rimase tale, così come documentato dalla Carta d’Italia I.G.M. del 1937; pertanto il percorso odierno con attraversamento dell’aia tra la casa e l’annesso anteriore, documentato dal N.C.T., probabilmente risale al dopoguerra. Lungo la via, poco a monte dell’insediamento si trova il Corniolo della Cialdella (Cornus mas, Corniolo maschio, Corniolo rosso), esemplare tabellato in quanto di dimensioni rilevanti per la specie.

Per approfondimenti ambientali e storici si rimanda alle schede toponomastiche relative ad acque, rilievi e insediamenti citati.

N.B.: - Quando il toponimo compare con anteposta l’abbreviazione “C.” presumibilmente si è manifestata l’esigenza di precisarne la funzione abitativa; in base alle note tecniche dell’I.G.M., se viene preferito il troncamento Ca, deve essere scritto senza accento: se ne deduce che se compare con l’accento significa che è entrato nella consuetudine quindi nella formazione integrale del toponimo. 

- Il termine radium, come sostantivo, era utilizzato nei documenti storici per descrivere crinali costituenti elementi morfologici evidenti del territorio, lineari (come quello di luce), allorquando erano parte di un itinerario (che consentiva collegamenti più diretti e rapidi tra luoghi altrimenti raggiungibili tramite lunghi tragitti) e/o costituenti confine di un’area e/o di una proprietà. Per rilevanza o consuetudine a volte il termine diviene esso stesso toponimo o ne fa parte (Il RaggioRaggio del FinocchioMaestà del RaggioRaggio alle Secche, Raggio dei Picchi, Raggio Grosso, Raggio Lungo, Raggio MozzoFosso del RaggioRaggio di Sopra, etc.).

- Il toponimo Finocchio (in romagnolo fnóč) è ricorrente. In provincia FC si trovano C. Finocchio e Ca Finocchio (Cesena e Sogliano) e un Finocchio (Mercato Saraceno), noto anche come Monte Finocchio m. 654, posto a km 3 in linea d’aria a Nord di Sarsina, dove si trovano tracce disperse del Castrum Fenocchi, o Rocha Fenoculi o Fenoci (cfr.: Rocche e Castelli di Romagna, cit.). «Il cardinale Anglico nel 1371 dice che Civitas Saxenae [Sarsina, ndr.] era capitale del vicariato ecclesiastico di Bobbio il quale […] era composto dei seguenti 32 castelli […], Finocchio, […].» (E. Rosetti, 1894, p.734, cit.) quando «[…] Castrum Fenoculi, est in quadam serra, et non est forte et non habet roccham, in quo sunt focularia 11 […]» (A. Theiner, 1861, p. 505, cit.): «[…] la traduzione italiana in questo caso direi sia superflua se si esclude quella […] espressione (in quadam serra) che è stata resa con “su un colle”.» (L. Mascanzoni, LA DESCRIPTIO ROMANDIOLE DELL’ANGLIC, in: M. Mengozzi, a cura di, 2010, p. 950, cit.). Il castello, che si trovava lungo la Via Maestra Romana Sarsinate, che raccordava la Via Emilia e la Via del Dismano, tramite la valle del Savio, con la valle del Tevere e il Casentino, quindi l’aretino, risulta ancora esistente nel 1612 (cfr.: A. Guerra, 1772, cit.).

- La Via del Dismano è la denominazione medievale di un asse viario perfettamente verticale, ancora oggi esistente, congiungente Ravenna con Cesena e la cui origine risale al III secolo a.C., probabilmente conseguente alla colonizzazione della prima centuriazione delle terre in riva sx del Savio. Peraltro, era anche la naturale continuazione del tragitto, di antica origine umbra, che percorreva la valle del Savio; lungo di esso venivano trasportati da Sarsina i prodotti provenienti dall'alto bacino del Tevere.

- Informazioni preziose riguardo luoghi e fabbricati si hanno grazie alla Descriptio provinciae Romandiole, rapporto geografico-statistico-censuario redatto dal legato pontificio cardinale Anglic de Grimoard (fratello di Urbano V) per l’area della Romandiola durante il periodo della “Cattività avignonese” (trasferimento del papato da Roma ad Avignone, 1305-1377). Se la descrizione dei luoghi ivi contenuta è approssimativa dal punto di vista geografico, è invece minuziosa riguardo i tributi cui era soggetta la popolazione. In tale documento si trova, tra l’altro, la classificazione degli insediamenti in ordine di importanza, tra cui i castra e le villae, distinti soprattutto in base alla presenza o meno di opere difensive, che vengono presi in considerazione solo se presenti i focularia, ovvero soggetti con capacità contributiva (di solito nuclei familiari non definiti per numero di componenti; ad aliquota fissa, il tributo della fumantaria era indipendente dal reddito e dai possedimenti). In particolare, nelle vallate del Montone, del Rabbi e del Bidente furono costituiti i Vicariati rurali delle Fiumane.

RIFERIMENTI   

AA.VV., Dentro il territorio. Atlante delle vallate forlivesi, C.C.I.A.A. Forlì, 1989;

AA.VV., Il popolo di Pietrapazza, C.C.I.A.A. di Forlì, Cooperativa culturale Re Medello, Forlì 1989;

AA.VV., Rocche e Castelli di Romagna, volume II, Ed. Alpha, Bologna 1972;

C. Bignami, A. Boattini, La Gente di Pietrapazza, Monti editore, Cesena 2018;

G.L. Corradi (a cura di), Il Parco del Crinale tra Romagna e Toscana, Alinari, Firenze 1992;

A. Gabbrielli, E. Settesoldi, La Storia della Foresta Casentinese nelle carte dell’Archivio dell’Opera del Duomo di Firenze dal secolo XIV° al XIX°, Min. Agr. For., Roma 1977;

M. Gasperi, Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo, Il Ponte Vecchio, Cesena 2006;

N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Le Lettere, Firenze 2001;

A. Guerra, PONTIFICIARUM CONSTITUTIONUM … , Vol. 3, Pezzana 1772, Biblioteca Pubblica Bavarese;

M. Mengozzi (a cura di), Sarsina. Vol.2: L’età medievale, Editrice Stilgraf, Cesena 2010;

A. Polloni, Toponomastica Romagnola, Olschki, Firenze 1966, rist. 2004;

E. Rosetti, La Romagna. Geografia e Storia, Hoepli, Milano 1894;

A. Theiner, Codex Diplomaticus Dominii Temporalis S. Sedis, 1335-1389, Tomo secondo, IMPRIMERIE DU VATICAN 1861, Archivio Vaticano;

P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anast. Castrocaro Terme 1989;

Piano Strutturale del Comune di Bagno di Romagna, Insediamenti ed edifici del territorio rurale, 2004, Scheda n.661;

Bagno di Romagna, Carta dei sentieri, Istituto Geografico Adriatico, Longiano 2008;

Carta Escursionistica scala 1:25.000, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze

Link https://digilander.libero.it/imiani/Romagna_preromana/Rimini.html.

Link www.mokagis.it/html/applicazioni_mappe.asp.

Percorso/distanze :

Nella valle del fosso del Rovino, affluente di sinistra del Bidente di Pietrapazza.
raggiungibile per sentiero CAI 205 da Pietrapazza seguendo il sentiero 205 per Eremo Nuovo e Poggio della Bertesca
a circa 1,5 Km da Pietrapazza

Testo di Bruno Roba - È raggiungibile senza difficoltà da Pietrapazza, dove si perviene dalla S.F. Poggio alla Lastra-Pietrapazza (sterrata di circa 10 km), si percorre prima un breve tratto (300 m) del Sent. 209 CAI quindi fin dall’inizio il Sent. 205 CAI per ulteriori 1,1 km prevalentemente in cresta fino a destinazione. È raggiungibile pure dalla S.F. del Cancellino (sterrata non transitabile di 20 km che si distacca al km 198+500 della S.R. 71 Umbro-Casentinese) lungo la quale si trova presso il km 7/13, tra la Fonte delle Cavalle e l’Abetina di Brasco, l’innesto del Sent. 205 CAI che, su sterrata non transitabile conduce, in km 2,4, fino all’Eremo Nuovo, da cui in 900 m conduce conduce alla Cialdella, attraversando il Bidente su un vecchio ponte in legno. Alla S.F. del Cancellino si può giungere agevolmente anche tramite il Sent. 207 CAI dal Paretaio, dove si perviene dalla S.F. Poggio alla Lastra-Grigiole, percorrendo in tutto 2,3 km fino all’innesto del Sent. 205. I percorsi sono riportati in tutta la cartografia sentieristica.

foto/descrizione :

foto del 1992


foto del 2009 di Walter Donati



foto del 2010 di Walter Donati


Le seguenti foto sono state scattate da Bruno Roba, che ha anche inserito i testi, e qui riprodotte su autorizzazione dell’autore.

Nota – Per visualizzare le foto nel loro formato originale salvarle sul proprio computer, oppure se il browser lo consente tasto destro sulla foto e Apri immagine in un’altra scheda.

001a/001d - Le spoglie fronde arboree dello spartiacque subito sopra il Passo dei Lupatti consentono di scorgere l’incisione del Bidente presso l’Eremo Nuovo e mentre le ombre avanzano già nel primo pomeriggio la Cialdella risplende ancora nel tepore invernale (7/01/12).

00b1 – 00b2 - Dalla mulattiera che risale la valle del Fosso Fondo Rignone (sent. 221), poco sopra Pietrapazza, si nota il Crinale del Finocchio stretto tra il Bidente, a dx, e il Fosso di Rio d’Olmo; particolare con indice fotografico della posizione degli insediamenti e del tratto dell’antica mulattiera, oggi sent. 205, che dall’affilato crinale scende verso La Cialdella ed il fondovalle dell’Eremo Nuovo (9/05/13).

00c1/00c5 – Dal crinale che si stacca dietro Siepe dell’Orso e si sviluppa tra le valli dei Fossi Fondo Rignone e del Vallone/dei Poderini, vedute del Crinale del Finocchio con indice fotografico della posizione degli insediamenti; il brevissimo tratto di crinale che si scorge nel fondovalle (di lato alla freccia 4) è l’estremità della dorsale che, delimitata l’area dell’Eremo Nuovo, piega a Nord e si assottiglia puntando la Cialdella (8/09/20).

00d1 – Schema cartografico dello sviluppo del Crinale del Finocchio.

00d2 – 00d3 - Schema da cartografia catastale dei primi decenni del XIX secolo, con riporto della toponomastica originale, qualora mancante differenziata dal corsivo moderno e confronto schematico tra catasto antico e moderno, con sovrapposizione, da cui si rilevano le modifiche planimetriche intercorse nell’ultimo secolo di utilizzo del fabbricato fino al dopoguerra, con lo spostamento della mulattiera.

00d4 - Schema da cartografia della prima metà del ‘900, corrispondente alla situazione odierna.

00d5 - Schema cartografico da mappa del XIX sec. che, nella sua essenzialità, evidenziava esclusivamente i tracciati viari di crinale che da S.Sofia raggiungevano lo Spartiacque Appenninico, il tracciato di fondovalle S.Sofia-Poggio alla Lastra che poi si riconnetteva al tracciato di crinale ed il tracciato trasversale che collegava i Passi della Bertesca e di Monte Càrpano transitando da Pietrapazza. La toponomastica riprende, anche nella grafica, quella originale; integrazioni in neretto a fini orientativi.

00d6 – Schema del sistema viario storico principale al XIX secolo, che nella prima metà del XX secolo venne integrato con il sistema delle mulattiere, su base cartografica dei primi decenni del XX secolo, prima della realizzazione dell’invaso di Ridràcoli e della viabilità provinciale interna.  

00e1/00e6 – Dal Ponte delle Graticce, a Pietrapazza, scorci del sent. 205, anticamente Strada che dall’Eremonuovo va a Pietrapazza, con il ponte sul Rio d’Olmo, fino alla Maestà del Raggio (18/10/11 - 3/10/12 - 12/08/16 - 7/04/18).

00e7 – 00e8 – 00e9 – Dalla Maestà del Raggio, panoramiche del sottile sviluppo del crinale verso Pietrapazza (3/10/12 - 19/04/18).

00e10/00e17 – Il tratto di sentiero tra la Maestà del Raggio e la Cialdella termina presso il Corniolo della Cialdella (Cornus mas, Corniolo maschio, Corniolo rosso), esemplare tabellato in quanto di dimensioni rilevanti per la specie (3/10/12 - 12/07/16 – 7/04/18).

 

00f1/00f4 – Vedute dell’aia della Cialdella (3/10/12 - 7/04/18).

00g1/00g4 – Particolari del lato-aia del fabbricato: il muro di delimitazione sosteneva anche l’antico tracciato della mulattiera che transitava tra i fabbricati (3/10/12 - 7/04/18).

00g5/00g8 – Vedute da Est (7/04/18).

00g9 – 00g10 – 00g11 – Vedute del retro dove si nota la ristretta antica sede viaria tra la casa e l’annesso, con “scala” a sbalzo (7/04/18).

00g12/00g15 – Vedute da monte della casa (7/04/18).

00g16/00g20 – Vedute degli “interni”; si individua la posizione della cucina dai resti della cappa del camino e della “madia” a muro con ripiani in legno (7/04/18).

00g21 – 00g22 – Particolari delle murature e aperture, dove un “davanzale” è ancora ingentilito dalla fioritura di una Viola (7/04/18).

00h1 – I resti dell’annesso anteriore (7/04/18).

00h2 – 00h3 - I resti dell’annesso posteriore (7/04/18).

00i1 – Elaborazione pittorica da una foto degli scorsi Anni ’80 che, mentre mostra un edificio ormai cadente, evidenzia la muratura di sostegno che ancora sorregge l’aia e la mulattiera.

00l1 – Scorcio della mulattiera che prosegue per l’Eremo Nuovo (3/10/12).

00l2 – 00l3 – Da Cialdella, scorci della valle del Bidente verso l’Eremo Nuovo e del versante del crinale segnato dal sentiero che, passando a monte della Cialdella, porta a Finocchio e Casa di Bastiano (7/04/18).

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