Ridolmo - Cā Rio D'Olmo
Testo di Bruno Roba (05/2017 – Agg. 27/04/2022) - Il bacino idrografico del Fosso di Rio d’Olmo si attesta su un tratto di versante occidentale del contrafforte principale compreso tra il Crinale o Raggio del Finocchio, che si dirama all’altezza della sella di Prato ai Grilli (prima del Poggiaccio), e la dorsale che ha origine dal Monte Càrpano. Il Crinale del Finocchio prima di dirige verso l’Eremo Nuovo quindi segue il Bidente fino a Pietrapazza, sempre più ristretto e affilato per la confluenza con il Rio D’Olmo; la dorsale dal Càrpano presto si biforca e, mentre il suo ramo di libeccio converge sul Bidente definendo la valle del fosso principale e dividendola da quella del Fosso delle Graticce, suo affluente, il ramo di grecale (detto Crinale delle Graticce), pure converge sul fiume, costituendo separazione del sistema vallivo dalla valle del Fosso del Lastricheto.
Nel XVI secolo l’area del Ridolmo veniva distinta nel fondovalle verso Pietrapazza e Casaccia, detto Himo o Imo Ridolmo o Ridolmo Basso, nell’area centrale limitata a Ridolmo, poi Ridolmo Vecchio, mentre il Sommo Ridolmo era l’area più elevata che si estendeva dal crinale del Monte Càrpano (anticamente M. Carpi) al monte del Finocchio, alle Palestre e al Prato al Grillo, quindi comprendendo Casina di Ridolmo, Casina e Susinello.
Per l’inquadramento territoriale v. schede Valle del Bidente di Pietrapazza, Fiume Bidente di Pietrapazza e Fosso di Rio d’Olmo.
In base al Catasto Toscano (1826-34) nel sistema vallivo del Fosso di Rio d'Olmo, di Susinello e della Capra, sorgevano i seguenti fabbricati, tutti insediati nel versante meglio esposto in dx idrografica, oggi totalmente ricoperto dagli impianti restaurativi di pinacee in luogo dei coltivi e pascoli che ne hanno determinato e/o incrementato l’instabilità idrogeologica: Casaccia (scomparso); Rivo d’Olmo o Cà Riodolmo o Ridolmo o Ridolmo Vecchio (scarsi resti), nel Catasto Toscano Rio d’Olmo, nella Carta d'Italia I.G.M. di impianto (1894 e 1937) C. Rio d’Olmo, nella cartografia escursionistica moderna Ca Ridolmo; Ridolmo o Casina di Ridolmo (rudere), nel Catasto Toscano Casina, nella cartografia escursionistica moderna C. Rio d’Olmo (Casina Biozzi); Casina (scomparso), come tale presente solo nel Catasto Toscano; Susinello (scarsi ruderi), o Sucinello nel Catasto Toscano, già C. Susinello nella Carta d’Italia I.G.M. di impianto, ma di nuovo Succinello in una mappa dell’Archivio Comunale di Bagno di Romagna (1888-1913). Nell’area è da segnalare inoltre la citata Maestà della Casaccia (restaurata), mentre gli scarsi resti di Case di Monte Càrpano, M.e Càrpano nel Catasto Toscano, si trovano sul crinale che risale il monte, presso l’incrocio desueto sopra descritto. Il versante sx della valle è ricoperto da una giovane e fitta faggeta, attraversata da un fitto reticolo di percorsi che risale fino al crinale probabilmente legato alle attività di esbosco, e, per quanto non particolarmente accidentato, appare anche storicamente pressoché privo di insediamenti o ricoveri, salvo la probabile collocazione di Case di Sotto (scarsi ruderi), anonimo nel Catasto Toscano, ricadente nell’area dell’Eremo nuovo di Sotto o Himo Lermonovo, cui sono da riferire pure la Casina del Raggio (scomparso e mai cartografato) e la Maestà del Raggio (restaurata), posti sul Crinale del Finocchio.
L’Opera del Duomo di Firenze in Romagna vantava diritti e possedimenti che si spingevano fino a queste latitudini, così alcuni appezzamenti dell’area della Fossa dell'Olmo e del Lastricheto sono documentato fin dal 1546 nell’inventario eseguito dopo che l’Opera, avendo preso possesso delle selve “di Casentino e di Romagna”, dove desiderava evitare nuovi insediamenti, aveva constatato che, sia nei vari appezzamenti di terra lavorativa distribuiti in vari luoghi e dati in affitto o enfiteusi che altrove, si manifestavano numerosi disboscamenti e roncamenti non autorizzati; pertanto, dalla fine del 1510 intervenne decidendo di congelare e confinare gli interventi fatti, stabilendo di espropriare e incorporare ogni opera e costruzione eseguita e concedere solo affitti quinquennali. I nuovi confinamenti vennero raccolti nel “Libro dei livelli e regognizioni livellarie in effetti” che, dal 1545 al 1626 così costituisce l’elenco più completo ed antico disponibile «[…] dei livelli che l’Opera teneva in Romagna […] se ne dà ampio conto qui di seguito […] 1546 […] Un poderetto di terra lavorativa e roncata in luogo detto la Fossa dell’Olmo di some 5 […] Un pezzo di terra lavoratia, siepata e roncata in luogo detto il Susinello di some 5. […] un pezzo di terra lavorativa e roncata posta in luogo detto i Ripiani e di some 6. Un podere di terra lavorativa e roncata con casa, in luogo detto le Felcetine. […] Un poderino alle Graticce di some 5. […] 1547 […] Un podere con casa e terre lavorative e vignate e roncate in luogo detto la Celteraia. […] Un podere ai Ripiani di some 25. […] Un podere con casa e terre lavorative roncate et altro, in luogo detto le Cortine e vale scudi 200.» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, pp. 151-153, cit.). Peraltro, una relazione del 1789 conferma quale fosse il tipo di interesse dell’Opera nel mantenimento dei poderi che … : «[…] sono situati alle falde di vasto circondario delle selve d’abeti e sembra che sieno stati fabbricati in detti luoghi per servire di custodia e per far invigilare dai contadini di detti poderi dal fuoco, al taglio insomma alla conservazione di dette selve […] non ardirei mai di far proposizione di alienarli ma di seguitare a tenerli […] come si rileva chiaramente dalla loro posizione servendo di cordone e custodia alle macchie medesime [...] ma […] potrebbero allinearsi e vendersi per essere […] ridotti in tal cattivo stato dai passati affittuari […]» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, pp. 441, 442, cit.). I sopraddetti appezzamenti comunque vennero presto alienati, così nel 1818, all’epoca del Contratto livellario tra l’Opera e il Monastero di Camaldoli, nella descrizione dei confini vengono ormai nominati alcuni proprietari privati, i cui poderi paiono estendersi fino al crinale, tra cui i “Signori Biozzi di Bagno”, futuri proprietari anche di Ridolmo: «Una vasta tenuta di terre […] alla quale per la circonferenza confina: […]; secondo, da detto punto confina Giuseppe Mosconi di Ridolmo seguitando la strada che da Prato ai Grilli conduce al Poderaccio, lasciando la strada su prendere il crine che conduce alle Palestre; terzo, dal detto luogo delle Palestre fino al fosso di Valbona Signori Biozzi di Bagno col Podere dell’Eremo Nuovo e dal detto Fosso di Valbona fino al fosso del Pian del Miglio balzone comprendendo nell’Opera il Prato della Bertesca fino alla strada da S. Giavoli e dal crinale dei Piani sempre signori Biozzi; quarto, Mario Mosconi col podere detto Ripiani […]» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, pp. 463-464, cit.).
Il toponimo Casina si trova attribuito per la prima volta nel 1632 ma le prime costruzioni di Casina di Ridolmo, una casa e un capanno, risalgono al 1560, benché in forma anonima e documentabile in base alla descrizione dei confini. Nei secoli successivi le case si sono moltiplicate sia nello stesso luogo sia in un sito adiacente, distanziato circa 250 m presso il Fosso della Capra, tanto da giungere alla duplicazione toponomastica certificata dal Catasto Toscano, che viene superata solo con la complessiva riorganizzazione poderale avvenuta col passaggio al XX secolo, culminante con l’abbandono di Ridolmo Vecchio e la ricostruzione del fabbricato di Casina, certificata e datata in base all’epigrafe incisa sull’architrave del camino – AVVOCATO STEFANO BIOZZI 1918 – (scomparso, epigrafe testimoniata da foto d’epoca; cfr. C. Bignami, A. Boattini, 2018, p. 83, cit.), ricostruzione presumibilmente conseguente ai danni causati dal devastante terremoto di quell’anno. In quel lasso temporale, una mappa dell’Archivio Comunale di Bagno di Romagna datata 1888-1913 (cfr. AA.VV., 1989 e C. Bignami, A. Boattini, 2018, cit.), riguardante l’attribuzione delle numerazioni civiche, assegna a Casina il n. 8, quando la casa risulta composta di soli 3 vani. Con la riorganizzazione è avvenuto pure il trasferimento toponomastico ai danni di Ridolmo Vecchio o Rio d’Olmo (ma la memoria storica non si è cancellata), così divenendo Ridolmo o Casina di Ridolmo o C. Rio d’Olmo Casina Biozzi. Mentre il fabbricato ricostruito è l’unico di cui vi è completa testimonianza per il tardivo abbandono e conseguente consistenza dei suoi ruderi, degli altri rimane scarsa o nessuna traccia; in particolare in riferimento al secondo insediamento di Casina catastalmente certificato presso il Fosso della Capra. Ridolmo risulta abbandonato nel 1962 divenendo in conseguenza proprietà ex A.R.F., quando l’insediamento risulta composto da un fabbricato di 121 mq, 840 mc e 6 vani. Nell’ambito dei programmi regionali di riutilizzo del patrimonio edilizio nel Demanio Forestale Ridolmo è stato sottoposto ad analisi storico-tipologica e metodologica (nella quale però vi è stata confusione nell’attribuzione della documentazione catastale antica tra i due fabbricati omonimi); grazie ad essa è stato comunque possibile riconoscere tra le strutture del fabbricato superstite anche le parti anteriori alla ricostruzione, stabilendo che è stato costruito in tre fasi che hanno visto inizialmente la realizzazione di un annesso su due piani con due stalle al piano terra e sopra il fienile a doppia altezza, con una superficie coperta di circa 48 mq, incrementato nella 2^ fase da un ampliamento verso valle ad uso abitazione con due vani al piano terra (cucina e stanza) e due stanze al 1° piano collegate da una scala interna, anch’esse a doppia altezza come rivela l’omogeneità della tessitura muraria. Nella 3^ fase si ha la realizzazione di una tettoia in parte chiusa sul lato Est e di una capanna sul lato Ovest oltre l’utilizzo dei sottotetti, con altre 2 stanze. Oltre mezzo secolo di abbandono ha comportato la riduzione a rudere.
Per approfondimenti si rimanda alle schede toponomastiche relative ad acque, rilievi e insediamenti citati.
N.B. - Negli scorsi Anni ’70, a seguito del trasferimento delle funzioni amministrative alla Regione Emilia-Romagna, gli edifici compresi nelle aree del Demanio forestale, spesso in stato precario e/o di abbandono, tra cui Riodolmo (1 fabbricato non dimensionato corrispondente a Ridolmo Vecchio, 2 fabbricati corrispondenti a Casina Ridolmo, solo uno dimensionato) e La Casaccia, divennero proprietà dell’ex Azienda Regionale delle Foreste (A.R.F.); secondo una tendenza che riguardò anche altre regioni, seguì un ampio lavoro di studio e catalogazione finalizzato al recupero ed al riutilizzo per invertire la tendenza all’abbandono, senza successo. Con successive acquisizioni il patrimonio edilizio del demanio forlivese raggiunse un totale di 492 fabbricati, di cui 356 nel Complesso Forestale Corniolo e 173 nelle Alte Valli del Bidente. Circa 1/3 del totale sono stati analizzati e schedati, di cui 30 nelle Alte Valli del Bidente. Il materiale è stato oggetto di pubblicazione specifica.
- Quando il toponimo compare con anteposta l’abbreviazione “C.” presumibilmente si è manifestata l’esigenza di precisarne la funzione abitativa; in base alle note tecniche dell’I.G.M., se viene preferito il troncamento Ca deve essere scritto senza accento: se ne deduce che se compare con l’accento significa che è entrato nella consuetudine quindi nella formazione integrale del toponimo.
RIFERIMENTI
AA. VV., Dentro il territorio. Atlante delle vallate forlivesi, C.C.I.A.A. Forlì, 1989;
AA.VV., Il popolo di Pietrapazza, C.C.I.A.A. di Forlì, Cooperativa culturale Re Medello, Forlì 1989;
C. Bignami, A. Boattini, La Gente di Pietrapazza, Monti editore, Cesena 2018;
G.L. Corradi (a cura di), Il Parco del Crinale tra Romagna e Toscana, Alinari, Firenze 1992;
M. Foschi, P. Tamburini, (a cura di), Il patrimonio edilizio nel Demanio forestale. Analisi e criteri per il programma di recupero, Regione Emilia-Romagna A.R.F., Bologna 1979;
A. Gabbrielli, E. Settesoldi, La Storia della Foresta Casentinese nelle carte dell’Archivio dell’Opera del Duomo di Firenze dal secolo XIV° al XIX°, Min. Agr. For., Roma 1977;
M. Gasperi, Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo, Il Ponte Vecchio, Cesena 2006;
N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Le Lettere, Firenze 2001;
P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anast. Castrocaro Terme 1989;
Piano Strutturale del Comune di Bagno di Romagna, Insediamenti ed edifici del territorio rurale, 2004, Scheda n.658;
Bagno di Romagna, Carta dei sentieri, Istituto Geografico Adriatico, Longiano 2008;
Carta Escursionistica scala 1:25.000, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze;
Link http://www.igmi.org/pdf/abbreviazioni.pdf;
Link www.mokagis.it/html/applicazioni_mappe.asp.
Sulla sterrata (chiusa con sbarra) che unisce Pietrapazza alla strada del passo dei Mandrioli località Nicicchio, a circa 2,5 Km da Pietrapazza.
Toponimo descritto nell'itinerario Bagno - Montecarpano - Pietrapazza di Pierluigi Ricci
e nell'itinerario Sentieri 209-(201)-(00)-(207)-205: sui crinali a sud di PIETRAPAZZA di Gianluca Carboni
Testo di Bruno Roba - I ruderi di Ridolmo, ancora consistenti sono raggiungibili senza difficoltà dalla S.F. Nocicchio-Pietrapazza (sterrata non transitabile di circa 6,1 km) lungo la quale si trova, a circa 3,5 km dal bivio del Nocicchio (km 203+300 della S.P. 142 dei Mandrioli, ex S.S. 71 Umbro-Casentinese), a circa 2,6 km da Pietrapazza, qualora si giunga dalla S.F. Poggio alla Lastra-Pietrapazza (sterrata di circa 10 km) e a 5,9 km da Bagno di Romagna, qualora si percorra il Sent. GCR 189 CAI.
foto del 1983 inviata da ilgirovagotrek.it
foto del 2009 inviata da Gianluca Carboni
----------
Le seguenti foto sono state scattate da Bruno Roba, che ha anche inserito i testi, e qui riprodotte su autorizzazione dell’autore.
Nota – Per visualizzare le foto nel loro formato originale salvarle sul proprio computer, oppure se il browser lo consente tasto destro sulla foto e Apri immagine in un’altra scheda.
00a1 – 00a2 - 00a3 – Dalla dorsale di separazione tra le valli dei Fosso Fondo Rignone e del Vallone-dei Poderini, già Raggio di Valprandola e Raggio da Rignuno o di Rignone, vedute delle dorsali che si staccano dal contrafforte (Crinale delle Graticce, Crinale del Finocchio) e delle valli dei Fossi delle Graticce, di Rio d’Olmo, della Capra e di Susinello (8/09/20 - 28/03/22).
00b1 - 00b2 – Dal sent. 221, tra Pietrapazza e Siepe dell’Orso, panoramiche e vedute dei sistemi vallivi di Rio d’Olmo e Pietrapazza, con indice fotografico (9/05/13).
00c1/00c5 – Dalla S.F. del Cancellino, scorcio della valle del Fosso di Rio d’Olmo, con indice fotografico e particolari sui due Ridolmo (11/05/11 - 24/08/11 - 17/09/12).
00d1 - 00d2 - 00d3 - Dalla S.F. Nocicchio-Pietrapazza, tra il Poggiaccio e il viadotto, panoramiche e vedute della valle del Fosso di Rio d’Olmo: il versante insediativo, godente della migliore esposizione ed in passato utilizzato per coltivi e pascolo che hanno incrementato l’instabilità idrogeologica, è oggi totalmente ricoperto da impianti resturativi di pinacee (3/10/11 – 15/11/11 – 8/03/17).
00e1 – 00e2 – Dalla mulattiera che da Ridolmo reca a Susinello, sul crinale che separa i Fossi della Capra e di Susinello, vedute del versante insediativo: Ridolmo si trova al centro della seconda veduta, occultato tra pini e abeti (8/03/17).
00f1 – 00f2 - 00f3 – Vedute di Ridolmo dalle pendici del Monte Càrpano (3/10/11).
00g1 – 00g2 – 00g3 - Dai tornanti della S.F. Nocicchio-Pietrapazza che lo sovrastano, vedute di Ridolmo (27/02/17).
00h1 – Schema cartografico del bacino idrografico del Fosso di Rio d’Olmo.
00h2 – 00h3 - Schema da mappa catastale della prima metà dell’Ottocento, evidenziante il sistema insediativo, con utilizzo della toponomastica originale. Qui compare anche la toponomastica della viabilità principale di fondovalle e di crinale. Confronto schematico tra catasto antico e moderno, con sovrapposizione, da cui si rilevano le modifiche planimetriche e alla viabilità intercorse nell’ultimo secolo di utilizzo del fabbricato.
00h4 - Schema da cartografia della prima metà del ‘900, corrispondente alla situazione odierna.
00h5 - Schema cartografico da mappa del XIX sec. che, nella sua essenzialità, evidenziava esclusivamente i tracciati viari di crinale che da S.Sofia raggiungevano lo Spartiacque Appenninico, il tracciato di fondovalle S.Sofia-Poggio alla Lastra che poi si riconnetteva al tracciato di crinale ed il tracciato trasversale che collegava i Passi della Bertesca e di Monte Càrpano transitando da Pietrapazza. La toponomastica riprende, anche nella grafica, quella originale; integrazioni in neretto a fini orientativi.
00h6 – Schema del sistema viario storico principale al XIX secolo, su base cartografica dei primi decenni del XX secolo, che, prima della realizzazione dell’invaso di Ridràcoli e della viabilità provinciale interna, venne integrato con il sistema delle mulattiere.
00i1/00i17 – Vedute degli esterni di Ridolmo; sulla parete Est si riconoscono i resti della copertura della loggia con forno antistante l’ingresso (18/10/11 – 3/10/12 – 12/08/16 - 27/02/17).
00i18/00i23 – Vedute del fienile, che è stato parzialmente interrato con l’ammodernamento stradale; da notare la posizione razionale dello stesso, sul lato strada per un agevole accesso nelle fasi di carico, oltre che a protezione dell’abitazione dal nord (18/10/11 – 3/10/12 – 27/02/17).
00i24/00i31 - Vedute interne della cucina e del volume sovrastante; sono evidenti i tre livelli con i vani-porta, il vano-camino privo della cappa (manca ogni reperto) evidentemente collassata dopo l’accurata asportazione delle mensole e dell’architrave che recava incisa la scritta AVVOCATO STEFANO BIOZZI 1918, la finestra e la classica nicchia con gli incastri dei ripiani semisommerse dalle macerie, la parete con mensole che dovevano sorreggere lunghi ed alti ripiani (27/02/17).
00i32 – 00i33 – 00i34 - Vedute interne della stanza retrostante la cucina e del volume sovrastante; anche qui sono evidenti i tre livelli con i vani-porta e finestra e la parete in mattoni che divideva dal sottoscala (27/02/17).
00l1 – Schema delle piante del fabbricato con individuazione delle fasi di crescita e della destinazione d’uso dei locali.
00l2 – 00l3 – Elaborazioni da foto storiche da cui si nota la loggia con forno antistante l’ingresso della cucina e della stalla ormai già fatiscente e la facciata del fienile prima del collasso strutturale con le grandi finestrature.
00m1/00m7 – Vedute dei dintorni di Ridolmo con la fonte ormai secca (27/02/17 – 8/03/17 – 18/02/22).
00m8 – 00m9 – 00m10 - Lo splendido Acero di Ridolmo al termine della fioritura (Acer pseudoplatanus, Acero di monte, Sicomoro, vivendo mediamente 150-200 anni porta il ricordo dell’ultima fase di frequentazione dell’insediamento. A breve distanza un altro esemplare già fruttifica (9/05/13).