Utente non registrato

scheda n. 1375 letta 428 volte

Strabatenza

inserita da Appenninoromagnolo.it
Tipo : frazione
Altezza mt. : 695
Coordinate WGS84: 43 52' 20" N , 11 52' 54" E
Toponimo nell'arco di
notizie :

resta la parrocchiale, ristrutturata, e alcuni edifici annessi utilizzati saltuariamente a scopo ricettivo
Nella descriptio Romadiole (1371) viene citata come Villa Strabatenzoli con focolari III
Il Repetti nel 1833 così la descrive:'Castello ora Casale con chiesa parrocchiale (S. Donato) nella Comunità Giurisdizione e circa 7 miglia a maestrale di Bagno. Risiede sullo sprone dell'Appennino che a levante dell'Eremo di Camaldoli staccasi dalla catena per scendere in Romagna fra il Bidente di Ridracoli e quello di Strabatenza, attraversando la macchia dell'opera di S. Maria del Fiore
La parrocchia di S. Donato a Strabatenza nel 1833 noverava 205 abitanti.
Il Mambrini (1932) recita: ... s'arrampica a mezzogiorno verso il monte, finchè a metà di esso non trova una piaggia con un altipiano irrigato da copiose, fresche, limpide acque, nel quale si coltivano i cereali e la vite così che sembra di non essere più nell'alta montagna..... Ora vi è una chiesa parrocchiale, alcune case di coloni e di piccoli possidenti e vi conta 260 abitanti.

Testo di Bruno Roba (19/08/21).

«Chi sale per la valle del Bidente di destra o Bidentino, fino a Pietrapazza, dopo Poggio alla Lastra in una valle stretta, fra boscaglie fitte e rupi scoscese, s’inoltra ora destra ora a sinistra, or nell’alveo del fiume, or valicando piccoli ponti a schiena d’asino, per una strada mulattiera disagiata assai, che dopo circa 6 chilometri si distacca dalla valle e s’arrampica a mezzogiorno verso il monte, finché a metà di esso non trova una piaggia con un altipiano irrigato da copiose, fresche, limpide acque, nel quale si coltivano i cereali e la vite così che sembra di non essere più nell’alta montagna. Quivi è Strabatenza […]» (D. Mambrini, 1935 – XIII, p. 294, cit.).

Nel tardo Pliocene e nel Quaternario un intenso processo erosivo ha interessato l’Appennino romagnolo: «[…] cercai di calcolare (basandomi sullo spessore della coltre alluvionale padana) […] e trovai che non poteva considerarsi inferiore al valore medio di circa 650 metri (sulla superficie occupata dalla montagna e dalla collina) […] calcolato in un millimetro annuo circa, si ottiene come quoziente il periodo di 650.000 anni, […] corrispondente […] con buona approssimazione, alla durata del Quaternario, cioè di quel periodo geologico nel quale qui si è avuta  per cause diverse […] il più potente effetto erosivo.» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 40, cit.). Le erosioni, unitamente ai fenomeni collegati alle oscillazioni glaciali, comportarono la formazione dei terrazzi orografici (antichi piani fluviali) a partire dal Periodo interglaciale Mindel-Riss, 350-300.000 anni fa, fino a poche migliaia di anni fa. «L’importanza dei terrazzi è notevole a livello antropico, in un territorio geologicamente e tettonicamente “giovane dove la morfologia dominante offre pendici scoscese e terreni instabili, anche per colpa dell’uomo, e quindi difficili condizioni ambientali. È sui terrazzi del Mindel-Riss che si trovano ubicati numerosi dei più antichi nuclei abitati alpestri, come Poggio alla Lastra, Strabatenza, Castel dell’Alpe, Pian del Grado-Celle, Biserno, Sasso ecc., […]» (M. Sorelli, L. Rombai, Il territorio. Lineamenti di geografia fisica e umana, in: G.L. Corradi - a cura di, 1992, p. 28, cit.). Il terrazzo orografico di Strabatenza si trova sul versante orientale del Monte La Rocca compreso tra le profonde incisioni del Fosso di Strabatenza, che ha origine dal tratto di crinale che va da Ripa di Ripastretta al Passo del Vinco, e del Fosso di Cannetole, che ha origine dalla sella tra i Monti La Rocca e Marino, laddove si trova il Passo della Colla.

«Cavalcando […] vidi […] La foresta dell’Opera sulla pendice precipitosa verso Romagna era manto a molte pieghe dell’Appennino, al lembo di quel manto apparivano le coste nude del monte […] Sugli spigoli acuti delle propaggini del monte si vedevano miseri paeselli con le chiese: San Paolo in Alpe, Casanuova, Pietrapazza, Strabatenza; impercettibili sentieri conducevano a quelli, e lì dissero le guide i pericoli del verno, la gente caduta e persa nelle nevi, […] i morti posti sui tetti per non poterli portare al cimitero, e nelle foreste i legatori del legname sepolti nelle capanne […]» (Leopoldo II di Lorena, Le memorie, 1824-1859, citato da: G.L. Corradi, O. Bandini, “Fin che lo sguardo consenta di spaziare”. Scelta di testi dal XIV al XIX secolo, in: G.L. Corradi - a cura di, 1992, p.78, cit.).

«Strabatenza è là, oltre il fiume. La mulattiera ritrovata inarcandosi sopra le gorghe si dirige verso quella poggiata sempre a solatìo tanto che v’attecchivano vigne curatissime, producenti vinelli delicati e frizzanti ma di robusta gradazione. Indi sale selciata fino a Trappisa di Sotto ove sfocia in una sterrata polverosa che giunge poi accanto alla chiesa di San Donato di Strabatenza. La chiesa con canonica, la scuola rurale (costruita quando praticamente non c’erano più scolari), il cimitero e due case sono gli unici edifici scampati alla distruzione del borgo che, ormai abbandonato, fu fatto saltare con la dinamite dal Demanio per ricavarne ghiaia da spargere sulle sterrate tardivamente aperte. Ed è significativo che solo le “istituzioni”, cioè la chiesa, la scuola e il cimitero siano state rispettate: le case di pietra sono soltanto mucchi di sassi privi di interesse come chi le ha abitate.» (G. Marcuccini, Le valli alte del Bidente: un cammino nella memoria; in: G.L. Corradi - a cura di, 1992 pp. 120-121, cit.). Le principali abitazioni del borgo di Strabatenza erano la Villa, la Villa di Fondo, la Villa di Mezzo e Sommo la Villa. Vi erano inoltre il Palazzo o Palazzo della Chiesa, risalente al 1947-55 come il campanile, la scuola, risalente al 1958-60, la Canonica ridimensionata e la Chiesa di S. Donato, ricostruita dopo i terremoti del 1918-19. Sopravvive anche la Villa. (C. Bignami, a cura di, 1991, cit.). Ricco documentazione fotografica d’epoca e approfondimenti su questo luogo e i suoi abitanti si possono trovare su Il Popolo di Strabatenza (cit.), che ora si può leggere (e scaricare) sul web al link https://www.alpeappennina.it/rivista/il-popolo-di-strabatenza/.

Luogo documentato già dal 1082, quando un appezzamento con selva in località Cortine di Metato Vecchio viene donato dai probabili fratelli del futuro papa Pasquale II (pontefice dal 1099 al 1118, figlio di Crescenzio Raineri, signore del castello di Bleda) al priore di Camaldoli per costruirvi la chiesa e il monastero, mentre, poco dopo, nel 1091, un altro signore di Bleda, Ugo, dona all’abbazia di Isola varie possessioni, tra cui il castrum Strabatenzoli che, era posto … «Più su della villa, alla distanza di 200 metri circa, dove il terreno pianeggia, nella strada che mena per Casanova dell’Alpe […] a Camaldoli […]. Null’altro abbiamo trovato d’importante che riguardi il castello di Strabatenza, il quale, diroccato dai terremoti, sarà stato abbandonato dai feudatari, quando nella fine del secolo XIV cedettero il possesso ai Camaldolesi.» (D. Mambrini, 1935 – XIII, p. 295, 299, cit.). Nella Descriptio Romandiole del 1371 risulta documentato che la piccola villam Strabatenzoli cum omnibus pertinentiis suis o villa Strabatenzole, ora dipendente dai signori di Valbona ma ormai in declino, possedeva un certo rilievo non per il numero minimo di focularia (3) ma perché, nell’ambito dell’Appennino tosco-romagnolo, vantava la più antica presenza monastica grazie all’insediamento dell’eremo camaldolese. Nel 1595 Strabatenza risulta avere 260 abitanti, ridottisi a 230 nel 1746 e a 205 nel 1894.

La prima cartografia storica, ovvero il dettagliato Catasto Toscano (1826-34 – scala 1:5000), la schematica Carta della Romagna Toscana Pontificia (1830-40 – scala 1:40.000), le prime edizioni della Carta d’Italia dell’I.G.M. (1893-94 – scala 1:50.000; 1937 – scala 1:25.000), consente di conoscere il tracciato della viabilità antica che si inoltrava nelle vallate bidentine e/o percorreva i crinali diretta verso i passi principali. Se per la realizzazione delle prime grandi strade carrozzabili transappenniniche occorrerà attendere tra la metà del XIX secolo e l’inizio del XX, il crinale che dal Passo della Crocina si svolge fino alla Rondinaia (in parte anticamente detto Strada che dal Sacroeremo va a Romiceto) - fino alla costruzione dell’odierna strada sterrata (1959-69, inizialmente con deviazione dalla S.F. del Cancellino al Paretaio, poi collegata alla S.F. Grigiole-Poggio alla Lastra) - in gran parte venne fortunatamente salvaguardato dal distruttivo progetto dell’ingegnere granducale Ferroni che, tra le ipotesi di “strada dei due mari” che doveva unire la Toscana e la Romagna, indicava il tracciato montano Moggiona-Eremo di Camaldoli-Passo della Crocina-Casanova in Alpe-Santa Sofia (essendo ritenuto idrogeologicamente valido). Nelle varie epoche (fino alla demanializzazione delle foreste) detto crinale era frequentato dagli operatori del settore del legname, lavoratori e commercianti ed incrociava altri itinerari di collegamento alle vallate laterali, in particolare nel baricentro economico-religioso di Casanova dell’Alpe. Tra essi la Mulattiera Ridràcoli-Bagno (su una pietra cantonale della chiesa sono ancora leggibili le distanze chilometriche – evidentemente non più valide - km 12,358 per Bagno e km 5,933 per Ridràcoli), che era una deviazione della Mulattiera di Ridràcoli diretta a Santa Sofia (nel Catasto Toscano detta Strada che da Ridracoli va a Poggio alla Lastra); essa valicava il crinale tramite il Passo della Colla, posto nella sella tra il Monte La Rocca e il Monte Marino, quindi scendeva a Strabatenza, dove a la Bottega un tratto risaliva la valle del Trogo come Mulattiera di Casanova. Da ricordare pure la Mulattiera di Pietrapazza, che collegava anch’essa Ridràcoli con Bagno di Romagna. La Mulattiera della Colla risaliva invece il Marino da Poggio alla Lastra riunendosi a quella risalente da Strabatenza. Il tracciato viario sul contrafforte, prevalentemente di crinale - nel Catasto Toscano detto Strada Maestra di S. Sofia nel tratto da Casanova dell’Alpe verso Sud – era detto Strada che dalla Casanova va a Santa Sofia in riferimento al tratto che correva sulla parte di dorsale compresa tra la Ripa di Ripastretta e il Passo del Vinco: esso tagliava parte del crinale e del versante orientale del Monte La Rocca, proseguendo verso Nord tramite il suddetto Passo della Colla (rimangono resti), quindi aggirava i Monti Marino e Pezzoli sul versante SE (ma toccava brevemente la sella tra essi) per riguadagnare il crinale a Poggio Busca mantenendolo fino alla Rondinaia.

N.B. - Variamente citato nel Regesto di Camaldoli (Strabatorenzi, Strabatenzuli, Strabalenzoli, Stralutenzuli), «[…] Strabatenza […] può essere una corruzione della frase latina intra abietes.» (D. Mambrini, 1935 – XIII, p. 295, cit.), ovvero è un toponimo «[…] composto, come sembra, da forma verb. Strappa + tenza (lenza, lenzuoli)? Forse perché il topn. difficile e raro già da tempo fu alterato per etimol. popol. ed accostamenti omofoni curiosi, per es. a “strapotenza”? Le forme mediev. invitano tuttavia per strappa + lenza (lenzuolo) […] dal verbo strappare, ital. ant. strapare, strabare […]: Straba-lenza. Ma fa difficoltà la dentale della penultima tonica –TENZA (STRABA-TENZA) che ripete meglio un lat. tentia, tenta, (tendere), cose distese; […] Straba-tentia, quindi sarà l’originale forma del topon. popolare? […]. In ant. it. tenza, tensa, è tenzone, lotta […]» (A. Polloni, 1966, rist. 2004, p. 303, cit.).

- Informazioni preziose riguardo luoghi e fabbricati si hanno grazie alla Descriptio provinciae Romandiole, rapporto geografico-statistico-censuario redatto dal legato pontificio cardinale Anglic de Grimoard (fratello di Urbano V) per l’area della Romandiola durante il periodo della 'Cattività avignonese' (trasferimento del papato da Roma ad Avignone, 1305-1377). Se la descrizione dei luoghi ivi contenuta è approssimativa dal punto di vista geografico, è invece minuziosa riguardo i tributi cui era soggetta la popolazione. In tale documento si trova, tra l’altro, la classificazione degli insediamenti in ordine di importanza, tra cui i castra e le villae, distinti soprattutto in base alla presenza o meno di opere difensive, che vengono presi in considerazione solo se presenti i focularia, ovvero soggetti con capacità contributiva (di solito nuclei familiari non definiti per numero di componenti; ad aliquota fissa, il tributo della fumantaria era indipendente dal reddito e dai possedimenti). In particolare, nelle vallate del Montone, del Rabbi e del Bidente furono costituiti i Vicariati rurali delle Fiumane.

RIFERIMENTI   

C. Bignami (a cura di), Il popolo di Strabatenza, C.C.I.A.A. di Forlì, Cooperativa culturale Re Medello, Forlì 1991; 

G.L. Corradi (a cura di), Il Parco del Crinale tra Romagna e Toscana, Alinari, Firenze 1992;

M. Gasperi, Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo, Il Ponte Vecchio, Cesena 2006;

N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Le Lettere, Firenze 2001;

D. Mambrini, Galeata nella storia e nell’arte, Tipografia Stefano Vestrucci e Figlio, Bagno di Romagna, 1935 – XIII;

A. Polloni, Toponomastica Romagnola, Olschki, Firenze 1966, rist. 2004;

P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anast. Castrocaro Terme 1989;

Bagno di Romagna, Carta dei sentieri, Istituto Geografico Adriatico, Longiano 2008;

Carta Escursionistica scala 1:25.000, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze

Piano Strutturale del Comune di Bagno di Romagna, Insediamenti ed edifici del territorio rurale, 2004, Scheda n.217;

Link www.alpeappennina.it;

Link www.mokagis.it/html/applicazioni_mappe.asp.

Percorso/distanze :

Da Santa Sofia seguire inizialmente la provinciale del Carnaio verso Bagno di Romagna, poi al secondo tornante deviazione sulla destra per Poggio alla Lastra - Pietrapazza.
Proseguire su questa strada per 11 Km (poco dopo Poggio alla Lastra diventa sterrata) fino alla località 'ponte al Faggio', qui prendere a destra e proseguire per 3 Km.

foto/descrizione :
450

foto del 2007

---------------

Le seguenti foto sono state scattate da Bruno Roba, che ha anche inserito i testi, e qui riprodotte su autorizzazione dell’autore.

Nota – Per visualizzare le foto nel loro formato originale salvarle sul proprio computer, oppure se il browser lo consente tasto destro sulla foto e Apri immagine in un’altra scheda.

00a1 – Dal Monte Piano, sul contrafforte principale che si stacca da Cima del Termine, panoramica del pressoché intero contrafforte secondario da Poggio allo Spillo fino al Monte Marino, con il fondale dello Spartiacque Appenninico (1/10/12).

00a2 – 00a3 – 00a4 – Dal contrafforte principale, tra il Monte Piano e Macchia del Cacio, la valle del Fosso di Rio Salso guida lo sguardo ad attraversare la Valle del Bidente e risalire il versante di Strabatenza, di cui si nota la macchia restaurativa di pinacee, verso il contrafforte secondario dove emergono il Monte La Rocca e il complesso del Monte Marino (27/11/11 – 1/01/12).

00a5/00a10 – Soprattutto dalla sommità del Monte Castelluccio, poi dalla Colla dei Ripiani alle sue pendici sul contrafforte principale, vedute frontali dell’opposto versante con i Monti La Rocca e Marino, dove si nota il terrazzo orografico di Strabatenza con quello che resta dell’insediamento (27/11/11 – 1/10/12).

00b1 - Elaborazione da mappa ottocentesca evidenziante la morfologia del contrafforte secondario che ospita il complesso dei Monti Marino e La Rocca ed il borgo di Strabatenza, nell’ambito dei contrafforti che si distaccano dallo Spartiacque Appenninico.

00b2 – Schema cartografico della prima metà del Novecento, precedente la realizzazione delle strade forestali, relativo al contesto orografico di Strabatenza. 

00b3 - Schema cartografico da mappa del XIX sec. che, nella sua essenzialità, evidenziava i tracciati viari principali che da S. Sofia si dirigevano verso i valichi appenninici. Il tracciato diretto al Passo della Crocina transitava da Rondinaia o Poggio alla Lastra e risaliva a Casanova dell’Alpe percorrendo il versante sud-orientale del Monte Marino senza toccare Strabatenza. Il tracciato diretto al Passo La Scossa transitava da Isola, quindi risaliva a mezzacosta da Biserno ridiscendendo a Ridràcoli. La toponomastica riprende, anche nella grafica, quella originale, integrata a fini orientativi con utilizzo di grassetto nero.

00b4 – Schema da mappa catastale della prima metà dell’Ottocento di Strabatenza e dintorni, con riferimento alla toponomastica originale.

00c1/00c4 – Vedute di Strabatenza, verso la Chiesa e dal cimitero (1/06/18).

00c5 – 00c6 – 00c7 – Strabatenza. Il Monumento ai partigiani dell’8^ Brigata Garibaldi e la bacheca con mappa del Sentiero del Partigiano Janosik (1/06/18).

00c8 – 00c9 – Strabatenza. La Fonte di Giovanni (1/06/18).

Cool