Campo dei Peri
toponimo inserito e descritto nel percorso:
itinerario ' Alla diga di Ridracoli..' e pubblicato su http://tracceinappennino.blogspot.com e qui riprodotto su segnalazione dell'autore
Abbandonata da Lorenzo Milanesi, ultimo proprietario nel 1984.
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Testo di Bruno Roba (18/03/2021 – Agg. 27/07/2023) - La Valle dei Tagli, tra le valli in dx idrografica della parte della Valle del Fiume Bidente di Ridràcoli, si trova subito dopo la diga laddove si immette il Fosso dei Tagli (c.d. dal latino classico talea, anche nel senso di vitigno da trapiantare, evocando una possibile diffusione di vigneti, ma, sicuramente, dal latino medievale talium, nel senso di fenditure o tagli, in fatti il luogo era detto ai Tagli, salvo che non derivasse da una particolare diffusione dei “roncamenti”), ridotto ad un tombamento sotto la strada di servizio che segue il fiume. Nel Catasto toscano si differenziava in un tratto alto detto Fosso della Farniole mentre il ramo nascente dal Monte Moricciona era detto Fosso degli Strascinaj. Il bacino idrografico si attesta nel tratto di dorsale compresa tra i Monti Moricciona e Cerviaia (da cui nascono i suoi due rami) e il tratto di contrafforte secondario fino a Ripa di Ripastretta, mentre lateralmente è delimitato, a SO, dalla dorsale che si distacca dal Cerviaia separandolo dal bacino lacustre, a NE, dalla dorsale che si distacca da Ripastretta separandolo dal Fosso Corneta.
Per l’inquadramento territoriale v. schede Valle del Bidente di Ridràcoli, Ridràcoli e Fosso dei Tagli.
La prima cartografia storica, ovvero il dettagliato Catasto Toscano (1826-34 – scala 1:5000), la schematica Carta della Romagna Toscana Pontificia (1830-40 – scala 1:40.000), le prime edizioni della Carta d’Italia dell’I.G.M. (1893-94 – scala 1:50.000; 1937 – scala 1:25.000), consente di conoscere il tracciato della viabilità antica che raggiungeva Ridràcoli. È utile il confronto con il Nuovo Catasto Terreni (1930-52 – scala 1:2000). Attraversato il Bidente di Corniolo presso Isola, con il Ponte dell'Isola, sul luogo del ponte odierno, essa si manteneva in sx idrografica risalendo subito a mezzacosta fino a raggiungere Biserno, per quindi ridiscendere nel fondovalle del borgo, dove si concludeva con un lungo rettilineo al cui termine si trovava Il Ponte di Ridracoli. Tale viabilità, anonima nelle mappe citate, verrà poi denominata Strada Comunale Ridràcoli-Biserno e Strada Comunale Isola-Biserno; solo in occasione dei lavori di costruzione dell’invaso quest’ultima verrà ristrutturata e ampliata diventando parte della S.P. n.112.
Vari itinerari trasversali collegavano le vallate adiacenti, principalmente dipartendosi dal baricentro militare-residenziale del Castello di Ridràcoli (nel 1216 è documentato come Castrum Ridiracoli un villaggio fortificato che, secondo la Descriptio Romandiole del 1371, raggiungeva appena 6 focularia) e dai nuclei economico e religioso del ponte e della chiesa (una villam Ridraculi cum omnibus ecclesiis è documentata già dal 1213), dialetticamente separati in base alla morfologia del luogo, determinata dalla fitta sequenza delle anse fluviali. Dal Castello partiva la Strada che dal Castello di Ridracoli conduce alla Chiesa della Casanova, risalente la Valle dei Tagli ed imperniata su Casanova dell’Alpe (su una pietra cantonale della chiesa sono ancora leggibili le distanze chilometriche – evidentemente non più valide - km 12,358 per Bagno e km 5,933 per Ridràcoli); costituiva parte della successiva Mulattiera Ridràcoli-Bagno. Dal Ponte di Ridràcoli partiva la Strada che da Ridracoli va al Poggio alla Lastra, che, superata la chiesa, risaliva la Valle del Corneta, parte della successiva e rinomata Mulattiera di Ridràcoli diretta a Santa Sofia tramite Strabatenza. Entrambe le mulattiere incrociavano sul crinale la Strada Maestra di S. Sofia o Strada che dalla Casanova va a Santa Sofia, la prima presso il Monte Moricciona, la seconda sul Passo della Colla, posto sulla Colla del Monte interposta tra i Monti Marino e La Rocca. Molto note e ancora riportate come tali nella cartografia moderna, negli anni ’50 alle estremità delle mulattiere vennero installati dei cippi stradali riportanti la rispettiva denominazione, così classificandole e specificandone l’uso escluso ai veicoli; rimasero localmente in uso fin’oltre metà del XX secolo, infatti le odierne strade forestali verranno realizzate solo un ventennio dopo.
A differenza della Mulattiera di Ridracoli, scomparsa o desueta a seguito della realizzazione della S.F. Ridràcoli-Passo del Vinco, la Mulattiera Ridràcoli-Bagno ha mantenuto gran parte del suo tracciato, risalendo la valle in dx idrografica e toccando gli insediamenti La Garfagnana, con la vicina Maestà del Castello o della Garfagnana, Le Caselle, I Tagli, La Spiaggetta, Sermolino, Le Farniole, Le Farniole di Sopra e Campo dei Peri. Il Molino di Sopra è posto presso la confluenza del Fosso dei Tagli nel Bidente. La mulattiera raggiungeva il crinale del Monte Cerviaia nella sella presso la grande Croce di Pratalino (in legno con grande basamento lapideo monoblocco, forato al centro per la sede crucifera, che è stato posizionato accanto in occasione del restauro curato, come da targa, dall’Associazione Nazionale Alpini, GRUPPO ALTO BIDENTE “Capitano DINO BERTINI”), prossima alla Maestà della Chiesaccia (dove un parziale restauro ha eliminato le tracce dell’incisione precedente M.M. 1919 ed è stata posta un’icona con targhetta MADONNA GRECA VENERATA A RAVENNA datata agosto 2004). Detti manufatti religiosi erano entrambi presenti nella Carta d’Italia I.G.M. di impianto del 1894.
In questo contesto storico-geografico, tra le alte valli bidentine quella di Ridràcoli è quella che meno ha subito il fenomeno dell’abbandono grazie alle caratteristiche ambientali e climatiche più favorevoli della sua parte meno elevata. Il borgo principale, posto nel baricentro sia geografico sia del sistema insediativo, è quello più noto e frequentato e la frazione di Biserno è quella più abitata, ma le parti delle vallecole laterali più profonde e difficilmente raggiungibili sono trascurate e molti fabbricati oggi sono in stato di abbandono o ridotti a rudere o scomparsi, con vari casi di ristrutturazione interrotta, ma non fanno eccezione neanche le valli meglio infrastrutturate che, se hanno evitato il completo abbandono dei poderi, hanno scarsamente contribuito al riutilizzo dei rispettivi insediamenti, in prevalenza abbandonati o, al più, riutilizzati a fini turistici.
Le identificazioni toponomastiche e grafiche della cartografia antica e moderna (Catasto toscano, Carta d’Italia I.G.M., N.C.T. Nuovo Catasto Terreni, C.T.R. Carta Tecnica Regionale) riguardanti i fabbricati della Valle del Fosso dei Tagli si possono schematizzare come di seguito elencato:
- La Garfagnana; non rappresentato nel Catasto toscano e nella Carta d’Italia I.G.M. (1894), o rappresentato ma anonimo nella Carta d’Italia I.G.M. (1937) e in quella moderna, o Carfagnana nel N.C.T., o La Garfagnana nella C.T.R.
- Le Caselle nel Catasto toscano, o le Caselle nella Carta d’Italia I.G.M. (1894-1937) e in quella moderna, o le Caselle nel N.C.T., o Le Caselle nella C.T.R.
- I Tagli nel Catasto toscano, o i Tagli nella Carta d’Italia I.G.M. (1894-1937) e in quella moderna ma con simbolo dei ruderi, o i Tagli nel N.C.T., o I Tagli nella C.T.R.
- La Spiaggetta nel Catasto toscano, o C. Spiaggetta nella Carta d’Italia I.G.M. (1894-1937), o Spiaggetta in quella moderna, o n.n. nel N.C.T., o non rappresentato nella C.T.R.
- Sermolino nel Catasto toscano, o non rappresentato nella Carta d’Italia I.G.M. (1894), o rappresentato ma anonimo nella Carta d’Italia I.G.M. (1937), o non rappresentato in quella moderna, o n.n. nel N.C.T., o non rappresentato nella C.T.R.
- Le Farniole nel Catasto toscano, o le Farniole nella Carta d’Italia I.G.M. (1894-1937), o Farniole di sotto in quella moderna ma con simbolo dei ruderi, o Forniole di Sotto nel N.C.T., o Le Farniole nella C.T.R.
- Le Farniole di Sopra nel Catasto toscano, o rappresentato ma anonimo nella Carta d’Italia I.G.M. (1894-1937), o Farniole di sopra in quella moderna, o Forniole di Sopra nel N.C.T., o Le Farniole di Sopra nella C.T.R.
- Campo de’ Peri nel Catasto toscano, o Campo di Peri nella Carta d’Italia I.G.M. (1894), o Campo dei Peri nella Carta d’Italia I.G.M. (1937) e in quella moderna, o Campo dei Peri nel N.C.T. e nella C.T.R.
La citazione più antica relativa al luogo detto Campo ai Peri e Cerviaja, ripresa dall'elenco dei beni dell'Opera del Duomo di Firenze, risale al 1546: «[…] dei livelli che l’Opera teneva in Romagna […] se ne dà ampio conto qui di seguito […] 1546 […] Una tenuta di terra aratia posta in luogo detto Campo i Peri di some 2 e ½ […] Un podere di terre lavorative in parte e la maggior parte roncate e ripate con due casette in luogo detto Campo ai Peri e Cerviaja di some 30» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, pp. 147-149, 151, 152, cit.). Successivamente occorre attendere il XVIII secolo per avere ulteriori notizie che, nello specifico, informano di un atto del 1722 dove «[…] un certo Giovanni d’Agostino del Campo dei Peri Comune di Poggio alla Lastra compare come testimone […]» (www.fc.camcom.it) e dei lavoranti e proprietari documentati dal 1765/66 fino all’abbandono nel 1984 (cfr.: C. Bignami, a cura di, 1994, cit.). Campo dei Peri, oggi composto da due fabbricati, rispetto al Catasto toscano mostra difformità planimetriche in quanto l’edificio principale appariva saldato all’annesso, mentre tali fabbricati compaiono ben distaccati nel Nuovo Catasto Terreni del 1930-52. Il Giornale di Campagna allegato al Catasto toscano riporta la seguente descrizione dell’edificio: «Casa colonica e Aja. A terreno: quattro Stalle Stanzetta Loggia Forno e Stalletto Capannetta. I° Piano: Cucina due stanze e Capanna» (www.fc.camcom.it). Ancora in buono stato di conservazione negli scorsi anni ’80, si presentava apparentemente appena abbandonato e conservante anche alcune delle suppellettili utilizzate dai suoi ultimi abitanti (cfr.: S. Fabiani, G. Marcuccini, W. Rossi Vannini, 1987, p. 101, cit.). Grazie agli studi effettuati negli scorsi Anni ’80 (AA.VV., 1984, p. 118, cit.), è possibile stabilire quattro fasi di crescita, successive alle due casette adiacenti, documentate nel 1546, di cui una scomparsa e l’altra costituente porzione originaria del fabbricato odierno, peraltro diverso dall’unico fabbricato documentato dal Catasto toscano. Del fabbricato originario, costituito da un unico vano sviluppato su due livelli con una stalla al seminterrato con ingresso a valle e la cucina al piano terra anche con funzione abitativa ed ingresso a monte, rimangono tracce di un’antica porta murata. Successivamente si aggiungono una stalla e due stanze al piano terra, mentre la loggia con due forni (per il pane e per i dolci) e varie nicchie con mensole e tre stanze al piano primo riguardano le ultime fasi di ampliamento del fabbricato. Anche la grande stalla-fienile, di cui permangono i resti, non compare nel Catasto toscano. Un altro piccolo stalletto, comparente anch’esso solo nel NCT, oltre al portale d’accesso con grossi conci lapidei, mostra una caratteristica pietra forata a sbalzo per legarvi gli animali.
Per approfondimenti ambientali e storici si rimanda alle schede toponomastiche relative ad acque, rilievi e insediamenti citati.
N.B.: - Informazioni preziose riguardo luoghi e fabbricati si hanno grazie alla Descriptio provinciae Romandiole, rapporto geografico-statistico-censuario redatto dal legato pontificio cardinale Anglic de Grimoard (fratello di Urbano V) per l’area della Romandiola durante il periodo della 'Cattività avignonese' (trasferimento del papato da Roma ad Avignone, 1305-1377). Se la descrizione dei luoghi ivi contenuta è approssimativa dal punto di vista geografico, è invece minuziosa riguardo i tributi cui era soggetta la popolazione. In tale documento si trova, tra l’altro, la classificazione degli insediamenti in ordine di importanza, tra cui i castra e le villae, distinti soprattutto in base alla presenza o meno di opere difensive, che vengono presi in considerazione solo se presenti i focularia, ovvero soggetti con capacità contributiva (di solito nuclei familiari non definiti per numero di componenti; ad aliquota fissa, il tributo della fumantaria era indipendente dal reddito e dai possedimenti). In particolare, nelle vallate del Montone, del Rabbi e del Bidente furono costituiti i Vicariati rurali delle Fiumane.
- A partire dal XII secolo, con la nascita dei comuni nascono gli archivi comunali, che poi si sviluppano nelle istituzioni signorili e successivamente confluiscono negli attuali Archivi di Stato; nel Granducato di Toscana il Cinquecento fu epoca di trasformazione del regime archivistico alla quale, tra l’altro, risale la fondazione medicea degli Archivi generali dei Contratti. Le ricerche archivistiche hanno consentito agli studiosi di reperire documentazione sui poderi dell’area in alcuni casi risalente fino alla metà del XVI secolo.
- L’Opera del Duomo di Firenze, dopo la presa in possesso delle selve “di Casentino e di Romagna”, aveva costatato che sia nei vari appezzamenti di terra lavorativa distribuiti in vari luoghi e dati in affitto o enfiteusi sia altrove si manifestavano numerosi disboscamenti (roncamenti) non autorizzati. Desiderando evitare nuovi insediamenti, dalla fine del 1510 intervenne decidendo di congelare e confinare gli interventi fatti, stabilendo di espropriare e incorporare ogni opera e costruzione eseguita e concedere solo affitti quinquennali. I nuovi confinamenti vennero raccolti nel “Libro dei livelli e regognizioni livellarie in effetti” che, dal 1545 al 1626 così costituisce l’elenco più completo ed antico disponibile.
- Negli scorsi Anni ’70, a seguito del trasferimento delle funzioni amministrative alla Regione Emilia-Romagna, gli edifici compresi nelle aree del Demanio forestale, spesso in stato precario e/o di abbandono, tra cui Farniole di Sotto, Caselle e Tagli, divennero proprietà dell’ex Azienda Regionale delle Foreste (A.R.F.); secondo una tendenza che riguardò anche altre regioni, seguì un ampio lavoro di studio e catalogazione finalizzato al recupero ed al riutilizzo per invertire la tendenza all’abbandono, senza successo tranne il totale riutilizzo delle Caselle, ma solo ad uso turistico dopo l’acquisizione da parte della Romagna Acque-Società delle Fonti S.p.A, mentre Le Farniole di Sopra è stata acquisita e ristrutturata da privati. Con successive acquisizioni il patrimonio edilizio del demanio forlivese raggiunse un totale di 492 fabbricati, di cui 356 nel Complesso Forestale Corniolo e 173 nelle Alte Valli del Bidente. Circa 1/3 del totale sono stati analizzati e schedati, di cui 30 nelle Alte Valli del Bidente. Il materiale è stato oggetto di pubblicazione specifica.
RIFERIMENTI
AA. VV., Il luogo e la continuità. I percorsi, i nuclei, le case sparse nella Vallata del Bidente, C.C.I.A.A., Amm. Prov. Forlì, E.P.T. Forlì, Forlì 1984;
AA. VV., Dentro il territorio. Atlante delle vallate forlivesi, C.C.I.A.A. Forlì, 1989;
C. Bignami, A. Boattini, La gente di Ridràcoli, Monti editore, Cesena 2022;
C. Bignami (a cura di), Il popolo di Ridracoli, Nuova Grafica, Santa Sofia 1995;
G.L. Corradi (a cura di), Il Parco del Crinale tra Romagna e Toscana, Alinari, Firenze 1992;
A. Gabbrielli, E. Settesoldi, La Storia della Foresta Casentinese nelle carte dell’Archivio dell’Opera del Duomo di Firenze dal secolo XIV° al XIX°, Min. Agr. For., Roma 1977;
M. Gasperi, Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo, Il Ponte Vecchio, Cesena 2006;
N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Le Lettere, Firenze 2001;
A. Polloni, Toponomastica Romagnola, Olschki, Firenze 1966, rist. 2004;
P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anast. Castrocaro Terme 1989;
Piano Strutturale del Comune di Bagno di Romagna, Insediamenti ed edifici del territorio rurale, 2004, Scheda n.242;
Parco nazionale delle foreste casentinesi. Carta dei sentieri 1:25.000, N.20, Monti editore, 2019
Carta Escursionistica scala 1:25.000, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze
Link:www.fc.camcom.it;
Link www.mokagis.it/html/applicazioni_mappe.asp.
Testo di Bruno Roba - La Valle del Fosso dei Tagli è interamente attraversabile tramite il sent. 231 CAI (pressoché corrispondente alla Mulattiera Ridràcoli-Bagno), sia dal Castello di Ridràcoli sia dalla pista che dal Monte Moricciona va a Pratalino; Farniole di Sopra si trova a km 3,8 circa dal parcheggio presso il cancello per la diga.
2010 - foto inviata da http://tracceinappennino.blogspot.com e qui riprodotta con il consenso dell'autore.
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Le seguenti foto sono state scattate da Bruno Roba, che ha anche inserito i testi, e qui riprodotte su autorizzazione dell’autore.
Nota – Per visualizzare le foto nel loro formato originale salvarle sul proprio computer, oppure se il browser lo consente tasto destro sulla foto e Apri immagine in un’altra scheda.
00a1/00a6 – Vedute della Valle del Fosso dei Tagli dal versante opposto in corrispondenza di Poggio Collina: mentre in p.p. si nota la cresta che dal Castello sale alla Garfagnana, oltre la quale sono evidenti i fabbricati delle Caselle, adiacenti alla Valle dei Tagli, si scorgono in alto i prati tra Campo dei Peri e le Farniole di Sopra (28/03/18).
00a7 – 00a8 – 00a9 – Da Ronco dei Preti, panoramica dell’intero tratto terminale del contrafforte secondario che va a digradare con il Monte Carnovaletto e il Poggio della Rondinaia, mentre, da questa visuale, si evidenzia anche la Valle dei Tagli con la profonda incisione del fosso che raggiunge il crinale presso il Monte Moricciona(24/10/18).
00b1 – 00b2 - 00b3 – Dal Crinale della Vacca e suo versante presso Ridondone, veduta delle convergenze geomorfologiche verso la diga di Ridràcoli con scorcio della Valle dei Tagli (10/12/15 - 22/12/16).
00b4/00b8 – Dalla S.F. Grigiole-Casanova dell’Alpe-Poggio alla Lastra, scorcio verso la valle del Fosso degli Strascinaj, affluente del Fosso dei Tagli: si notano i sottostanti ruderi di Campo dei Peri ed il fabbricato restaurato di Farniole di Sopra, mentre un lontano puntino luminoso corrisponde ai ruderi de I Tagli (27/09/16 – 12/10/16).
00c1 – Schema cartografico del bacino idrografico del Fosso dei Tagli.
00c2 – 00c3 – Schema da mappa catastale della prima metà dell’Ottocento, evidenziante il sistema insediativo, perfettamente allineato sull’asse infrastrutturale, ed idrografico, con utilizzo della toponomastica originale, integrata a fini orientativi con i principali rilievi (identificati da utilizzo di grassetto nero). Particolare di mappa di Campo dei Peri e confronto tra cartografia storica e moderna.
00c4 – Schema da cartografia della prima metà del ‘900, prima della realizzazione della viabilità moderna. La toponomastica riprende quella originale.
00d1/00d17 - La Mulattiera Ridràcoli-Bagno, ancora selciata, entra nella Valle dei Tagli tramite un piccolo canyon, superato I Tagli, il tratto di Sermolino e Le Farniole di Sotto, risale e ridiscende dalle Farniole di Sopra per poi raggiungere Campo dei Peri e procedere oltre (23/09/16 - 8/10/19).
00e1/00e5 – Campo dei Peri visto dalla mulattiera e la relazione con essa: si notano gli sbalzi dove poggiava l’ampliamento del fabbricato corrispondente alla 3a fase, che comprendeva la loggia con i due forni, ormai diruti (23/09/16).
00e6/00e9 – Lo stacco tra gli annessi e il fabbricato abitativo e particolari dello stesso dove nella tessitura muraria si nota la traccia di un ampliamento (23/09/16).
00e10 – 00e11 – 00e12 – Il grande annesso stalla-fienile (23/09/16).
00e13 – 00e14 – 00e15 – Il piccolo annesso evidenzia il portale d’accesso con grossi conci lapidei ed una caratteristica pietra forata a sbalzo per legarvi gli animali (23/09/16).
00f1 - Schema tipologico delle piante del fabbricato con differenziazione in base alle principali fasi di accrescimento e indicazione della destinazione d’uso dei locali.
00f2 – Elaborazione da foto degli scorsi Anni ’80 (AA.VV., 1984, cit.) della loggia con nicchia e due forni per pane e dolci.