Poggio della Gallona
rilievo in sponda sinistra del lago di Ridracoli
Testo di Bruno Roba (29/08/2019)
Versante orientale: Comune Bagno di Romagna – Versante occidentale: Comune Santa Sofia
Nel contesto del sistema orografico del versante emiliano-romagnolo dell’Appennino Settentrionale, l’Alta Valle del Fiume Bidente nel complesso dei suoi rami di origine (delle Celle, di Campigna, di Ridràcoli, di Pietrapazza/Strabatenza), assieme alle vallate collaterali, occupa una posizione nord-orientale, in prossimità del flesso che piega a Sud in corrispondenza del rilievo del Monte Fumaiolo. L’assetto morfologico è costituito dal tratto appenninico spartiacque compreso tra il Monte Falterona e il Passo dei Mandrioli da cui si stacca una sequenza di diramazioni montuose strutturate a pettine, proiettate verso l’area padana secondo linee continuate e parallele che si prolungano fino a raggiungere uno sviluppo di 50-55 km: dorsali denominate contrafforti, terminano nella parte più bassa con uno o più sproni mentre le loro zone apicali fungenti da spartiacque sono dette crinali, termine che comunemente viene esteso all’insieme di tali rilievi: «[…] il crinale appenninico […] della Romagna ha la direzione pressoché esatta da NO a SE […] hanno […] orientamento, quasi esatto, N 45° E, i contrafforti (e quindi le valli interposte) del territorio della Provincia di Forlì e del resto della Romagna.» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 9, cit.). L’area, alla testata larga circa 18 km, è nettamente delimitata da due contrafforti principali che hanno origine, ad Ovest, «[…] dal gruppo del M. Falterona e precisamente dalle pendici di Piancancelli […]» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 14, cit.) e, ad Est, da Cima del Termine; in quell’ambito si staccano due contrafforti secondari e vari crinali e controcrinali minori delimitanti le singole vallecole del bacino idrografico.
In particolare, la Valle del Fiume Bidente di Ridràcoli riguarda quel ramo intermedio del Bidente delimitato, ad Ovest, dall’intero sviluppo del contrafforte secondario che si distacca da Poggio Scali e che subito precipita ripidissimo disegnando la sella di Pian del Pero, serpeggiante evidenzia una sequenza di rilievi (i Poggi della Serra e Capannina, l’Altopiano di S.Paolo in Alpe, Poggio Squilla, Ronco dei Preti e Poggio Collina, per terminare con Poggio Castellina) fino a digradare presso il ponte sul Fiume Bidente di Corniolo a monte di Isola, costretto dalla confluenza del Fiume Bidente di Ridràcoli. Ad Est la valle è delimitata dall’intero sviluppo del contrafforte secondario che si diparte da Poggio allo Spillo (collegando Poggio della Bertesca, Croce di Romiceto, i Monti Moricciona, La Rocca, Marino, Pezzoli e Carnovaletto) per concludersi sul promontorio della Rondinaia digradando a valle di Isola costretto dalla confluenza del Fiume Bidentino o Torrente Bidente di Fiumicino nel Fiume Bidente. La Rondinaia è nota per il castello con la sua torre «[…] baluardo di antica potenza, elevato fin dai tempi romani alla difesa contro le orde barbariche che dal nord d’Europa scendevano a depredare le belle contrade d’Italia.» (D. Mambrini, 1935 – XIII, p. 274).
Il bacino idrografico, di ampiezza molto superiore rispetto alle valli collaterali e che vede il lago occupare una posizione baricentrica con l’asta principale fluvio/lacustre f.so Lama/invaso/fiume posizionata su un asse mediano Nord-Sud, mostra una morfologia molto differenziata rispetto al suo baricentro. L’area sorgentifera, con la realizzazione dell’invaso artificiale, si differenzia tra quella che lo alimenta e quella a valle della diga che alimenta direttamente il fiume. A monte l’area imbrifera si amplia estendendosi da Poggio Scali fino al Passo della Crocina mostrando, specie nella parte a ridosso delle maggiori quote dello spartiacque appenninico (la c.d. bastionata di Campigna-Mandrioli), fortissime pendenze modellate dall’erosione e dal distacco dello spessore detritico superficiale con conseguente crollo dei banchi arenacei, lacerazione della copertura forestale e formazione di profondi fossi e canaloni fortemente accidentati, talvolta con roccia affiorante (Frana Vecchia, 1950, e Frana Nuova, 1983-1993, sempre attiva, di Sasso Fratino). Nei fondovalle, specie dove essi si fanno più tormentati, profondi e ristretti, conseguono formazioni di gole, forre, financo degli orridi, con erosioni fondali a forma c.d. di battello. A valle dell’invaso il bacino si restringe specie in sx idrografica e, dalla diversa giacitura e disgregabilità dell’ambiente marnoso-arenaceo è conseguita un’alternanza di pendii più dolci a prato-pascolo e di tratti intensamente deformati e brecciati, mentre i tratti più ripidi dei rilievi mostrano la roccia denudata.
Il tratto di contrafforte che, come detto, si stacca da Poggio Scali, trova una serie di picchi tra cui emerge subito Poggio della Serra, quindi il Monte Grosso e l’Altopiano di S. Paolo in Alpe, in corrispondenza del quale comincia un’ampia rotazione, che volge al termine dopo aver superato Ronco dei Preti, quando precede una netta controcurva così riprendendo l’orientamento principale verso il suo termine. Detti rilievi costituiscono nodo montano da cui si diramano ulteriori dorsali di vario sviluppo e consistenza geomorfologica che delimitano il sistema vallivo del versante orientale del bacino idrografico di Ridràcoli che alimenta sia l’importante asta torrentizia afferente l’invaso ed incentrata sul Fosso del Molinuzzo sia quella del Fosso delle Macine/Fosso di Campo alla Sega. In particolare, dall’Altopiano di S. Paolo in Alpe si stacca una lunghissima, arcuata ed affilata dorsale caratterizzata dalle evidentissime stratificazioni marnoso-arenacee del suo versante meridionale, la cui sommità è nota come Crinale della Vacca, che termina contro l’ansa del Bidente tra la diga ed il Castello di Ridràcoli, affiancando il Lago. Questa dorsale costituisce principalmente il ripido versante esposto a meridione della Valle del Rio Fossati ma nel tratto finale costituisce il versante in sx idrografica del Fosso del Molinuzzo e del conseguente braccio lacustre. Dal Monte Grosso si distacca verso SE un lungo costone di pendenza modesta che raggiunge il fondovalle del Fosso dell’Aiaccia, delimitando la Valle delle Pozzacchere da NE (ma panoramicamente risalta l’ampia Valle del Ciriegiolone), mentre il versante opposto del costone delimita la Valle del Rio Fossati o Fosso del Raggio.
Dal Poggio della Serra si stacca verso Levante una lunga ed arcuata dorsale di pendenza modesta che completa la delimitazione meridionale del bacino idrografico incentrato sull’asse Ciriegiolone-Aiaccia-Molinuzzo concludendosi con Poggio della Gallona, quando precipita verso la diga con un appuntito sprone. L’insieme dei fossi evidenziati costituisce la ramificazione più elevata di un bacino idrografico omogeneo convergente nel Fosso del Molinuzzo e, come accennato, importante sistema torrentizio Nord-occidentale afferente l’invaso, che storicamente si univa con il Fiume Bidente di Ridràcoli proprio sul sito della diga. Il versante opposto della stessa dorsale costituisce quindi sx idrografica del bacino dell’asse torrentizio Fosso delle Macine/Fosso di Campo alla Sega, altro importante braccio Sud-occidentale afferente l’invaso.
La dorsale, oltre che lunga ed arcuata, si presenta disomogenea nello sviluppo ed articolata nei suoi versanti da una continua sequenza di diramazioni generate in entrambi i versanti dai picchi che la caratterizzano, specie l’ultimo tratto dove si evidenzia la morfologia piramidale di Poggio della Gallona, preceduto dal picco similare di Poggio di Pratovecchio, dove la sezione trasversale mostra la tipica contrapposizione tra l’esposizione della stratificazione marnoso-arenacea del ripido versante orientale giacente a reggipoggio, interessato da rimboschimenti restaurativi di pinacee, e le dolci pendenze delle praterie del versante opposto giacente a franapoggio, in corso di ricolonizzazione arbustiva. Le caratteristiche non eccessivamente impervie delle diramazioni, intercalate da vallecole di varia ampiezza e praticabilità, hanno consentito di dare ospitalità a diversi insediamenti collegati al pascolo brado nei tratti di minore pendenza, benché oggi non più praticato, i cui antichi ronchi sono riconoscibili per i rimboschimenti restaurativi, tranne parte dell’insediamento di crinale di Pratovecchio le cui praterie esposte ad occidente sono ben riconoscibili nelle vedute panoramiche. Nel versante occidentale si trovavano gli insediamenti di Pachino, la Poderina o Poderina e Val di Rubbiana o Valdubiana. Sul crinale presso Poggio di Pratovecchio, costituente anche confine amministrativo, si trovava il citato duplice insediamento di Pratovecchio, per la precisione da distinguersi tra quello posto appena sul lato occidentale e quello oggi più noto e posto sul lato orientale, però storicamente detto Poggio a Pratovecchio. Sul versante orientale si trovavano gli insediamenti de i Botriali e Ammannatoia, mentre sul versante meridionale si trovava il podere con fabbricato di Campo alla Sega e si trova ancora il bel fabbricato di Campominacci che, già proprietà ex A.R.F., nell’ambito dei programmi regionali di riutilizzo del patrimonio edilizio nel Demanio forestale, per la sua particolare ubicazione a ridosso della Foresta della Lama e in particolare di fronte alla Riserva di Sasso Fratino, era stato preso in considerazione quale esempio di recupero di un fabbricato rurale da trasformarsi in base per escursioni naturalistiche, osservatorio faunistico e parte a rifugio, che giunse a realizzazione entro il 1986, come infatti è documentato nelle prime edizioni della Carta escursionistica del Parco delle Foreste Casentinesi, dove compariva il simbolo del rifugio: purtroppo è nuovamente conseguito l’abbandono tanto che, negli anni seguenti (2012), già lo si trovava parzialmente dissestato nella parte a monte, ma oggi (2019) purtroppo del tutto pericolante per un dissesto del terreno anche nella porzione a valle.
Se l’intero sistema dei crinali, nelle varie epoche, ha avuto un ruolo cardine nella frequentazione del territorio, la cresta del tratto iniziale della dorsale oggi incisa dalla S.F. S. Paolo in Alpe-La Lama, ancora all’inizio del XX sec. non risulta invece interessata da alcun tipo di percorso, probabilmente per l’impraticabilità del versante orientale di Poggio della Serra precedentemente al suo taglio, mentre il ruolo di collegamento principale, già dall’inizio del XIX sec., risulta svolto dalla mulattiera Ammannatoia-Botriali-Val di Rubbiana (con risalita dalla Valle del Ciriegiolone), che ancora oggi scavalca la stessa dorsale con un riconoscibile incrocio. Un breve tracciato storico di crinale da tale incrocio raggiunge il sito di Pratovecchio e Poggio della Gallona.
Storicamente questi luoghi appartenevano all’Opera del Duomo di Firenze. Se fino al 1506/1508 l’Opera nei suoi possedimenti aveva sempre privilegiato l’impianto delle abetine ed aveva cercato di impedire insediamenti abitativi fissi e coltivi, dalla fine del 1510, avendo costatato che, oltre i vari appezzamenti di terra lavorativa distribuiti in vari luoghi e dati in affitto o enfiteusi, si manifestavano numerosi disboscamenti e roncamenti non autorizzati, intervenne decidendo di congelare e confinare gli interventi fatti, stabilendo di espropriare e incorporare ogni opera e costruzione eseguita e concedere solo affitti quinquennali. In un verbale dell’epoca compare così per la prima volta il riferimento a Poggio di Pratovecchio e ad una costruzione ivi eseguita: «[…] far buon viso a cattivo gioco […] visto […] come certi uomini di Radiracoli […] sono entrati in […] luogo detto pendice del Poggio di Pratovecchio dove […] hanno roncato e disboscato da più anni […] detti operai […] quivi hanno fatto alcuna capanna et habitatione per loro uso. […] Et essendo necessario provvedere […]. Che per virtù della presente provvisione, ogni casa o capanna, dissodamento, sementa, commodo et utilità […] siano incorporati e ridotti nel dominio, proprietà, uso e possessione dell’Opera […]. Che detti poderi e ronchi si debbino terminare e confinare […]. che detti operai habbino autorità di poter locare e concedere in affitto detti poderi […] per più tempo che cinque anni per volta.» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, pp. 147-148, cit.).
Per approfondimenti ambientali e storici si rimanda alla scheda toponomastica Valle del Bidente di Ridràcoli e/o relative ad acque, rilievi e insediamenti citati.
N.B.: Negli scorsi anni ’70, a seguito del trasferimento delle funzioni amministrative alla Regione Emilia-Romagna, gli edifici compresi nelle aree del Demanio forestale, spesso in stato precario e/o di abbandono, divennero proprietà dell’ex Azienda Regionale delle Foreste (A.R.F.); secondo una tendenza che riguardò anche altre regioni, seguì un ampio lavoro di studio e catalogazione finalizzato al recupero ed al riutilizzo per invertire la tendenza all’abbandono, spesso senza successo. Con successive acquisizioni il patrimonio edilizio del demanio forlivese raggiunse un totale di 492 fabbricati, di cui 356 nel Complesso Forestale Corniolo e 173 nelle Alte Valli del Bidente. Circa 1/3 del totale sono stati analizzati e schedati, di cui 30 nelle Alte Valli del Bidente. Il materiale è stato oggetto di pubblicazione specifica.
RIFERIMENTI
AA. VV., Dentro il territorio. Atlante delle vallate forlivesi, C.C.I.A.A. Forlì, 1989;
M. Foschi, P. Tamburini, (a cura di), Il patrimonio edilizio nel Demanio forestale. Analisi e criteri per il programma di recupero, Regione Emilia-Romagna A.R.F., Bologna 1979;
A. Gabbrielli, E. Settesoldi, La Storia della Foresta Casentinese nelle carte dell’Archivio dell’Opera del Duomo di Firenze dal secolo XIV° al XIX°, Min. Agr. For., Roma 1977;
M. Gasperi, Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo, Il Ponte Vecchio, Cesena 2006;
N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Le Lettere, Firenze 2001;
D. Mambrini, Galeata nella storia e nell’arte, Tipografia Stefano Vestrucci e Figlio, Bagno di Romagna, 1935 – XIII;
P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anast. Castrocaro Terme 1989;
Bagno di Romagna, Carta dei sentieri, Istituto Geografico Adriatico, Longiano 2008;
Carta Escursionistica scala 1:25.000, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze
Link www.mokagis.it/html/applicazioni_mappe.asp.
Testo di Bruno Roba
Le Valli del Fosso del Ciriegiolone (e in lontananza quella del Fosso del Molinuzzo) e delle Pozzacchere sono facilmente osservabili panoramicamente dalla viabilità di crinale del contrafforte presso Poggio Capannina e dalla S. Vic.le San Paolo in Alpe-La Lama. Si può raggiungere Pratovecchio raggiungendo Campominacci tramite detta Vic.le quindi deviando sul sentiero di crinale per Poggio della Gallona, in tutto circa 5,6 km dalla sbarra.
foto inviata da http://tracceinappennino.blogspot.com e qui riprodotta su segnalazione dell'autore
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001a – 001b – 001c - Dal Monte Penna, veduta panoramica sulla Valle di Ridràcoli, dove il contrafforte costituisce testata da cui si staccano le dorsali che delimitano il sistema vallivo afferente all’invaso; nell’ultimo particolare si evidenzia il tratto finale compreso da i Poggi di Pratovecchio e della Gallona (7/02/11 – 13/01/16).
001d – 001e – 001f - Dal varco del Canale del Pentolino, presso Poggio Scali, sono possibili queste uniche vedute dalla Giogana della dorsale da Poggio della Serra a Poggio della Gallona, laddove la contrazione prospettica ne evidenzia la complessità morfologica; nel particolare finale il tratto tra i Poggi di Pratovecchio e della Gallona (20/08/19).
001g/001m – Dai pressi di S. Paolo in Alpe, vedute della parte della valle del Rio Fossati che in fondo appare chiusa dalla dorsale di Poggio della Gallona dove spicca limitatamente la “piramide” di Poggio della Gallona (24/10/18 – 21/11/18).
001n – 001o – 001p - Da Poggio Capannina, vedute del sistema vallivo delimitato in dx idrografica dalla lunga ed arcuata dorsale Poggio della Serra/Poggio della Gallona con particolari dell’ultimo tratto Poggio di Pratovecchio/Poggio della Gallona (2/06/18).
001q/001t - Dalla S.Vic.le S. Paolo in Alpe-La Lama, vedute del tratto finale della dorsale di Poggio della Gallona dove la sua “piramide” mostra un tratto di parete esposta (31/03/12).
002a/002e – Dal Crinale della Vacca, vedute del tratto finale della dorsale laddove il picchi dei Poggi della Gallona e di Pratovecchio appaiono emergere lievemente (10/12/15 – 19/07/18).
002f – 002g - 002h – Dai pressi delle Pozzacchere, vedute del tratto finale della dorsale dove emerge il sito innevato di Pratovecchio (27/04/12 – 21/11/18).
002i – 002l – 002m - Dal crinale della Seghettina, vedute dell’impervio versante orientale della dorsale di Poggio della Gallona (17/11/11).
002n – 002o – 002p – Dalla Mulattiera di Ridràcoli, a monte del Castello, vedute dello sprone finale del crinale di Poggio della Gallona, oltre la diga poi ormai sprofondante nel lago (23/09/16).
002q – Dal sentiero 239, veduta del versante orientale di Poggio della Gallona (8/09/11).
002r – Dalla diga, caratteristica veduta dello sprone finale del crinale di Poggio della Gallona segnato dai livelli di riempimento dell’invaso (7/10/17).
002s - Schema da cartografia moderna con la dorsale in evidenza.
002t – Mappa schematicha dedotta da cartografia storica di inizio XX evidenziante la dorsale oltre che reticolo idrografico, infrastrutture e insediamenti; la toponomastica riprende anche nella scrittura quella originale.
003a/003h – Il sentiero di crinale verso Poggio della Gallona conserva resti di sistemazioni ormai in abbandono, segno di frequentazioni moderne e controllate, offrendo scorci panoramici con aspetti caratteristici riguardo l’assetto geomorfologico; in alcune vedute si nota l’incrocio con l’antico percorso trasversale collegante gli opposti versanti vallivi (15/06/12 - 18/12/16).
003i – 003l – 003m – Vedute del sito di Pratovecchio (15/06/12).
003n/003q - Vedute dell’impervio versante orientale di Poggio della Gallona (15/06/12).
003r – La vetta di Poggio della Gallona (15/06/12).
003s – Da Poggio della Gallona veduta verso il lago (15/06/12).