Monte Cavallo
rilievo a sud di Monte Ritoio (600 metri in linea d'aria)
Testo inserito da Bruno Roba (Mag. 2017 – Agg. 23/01/19)
Nel contesto del sistema orografico del versante emiliano-romagnolo dell’Appennino Settentrionale, l’Alta Valle del Fiume Bidente nel complesso dei suoi rami di origine (delle Celle, di Campigna, di Ridràcoli, di Pietrapazza/Strabatenza), assieme alle vallate collaterali, occupa una posizione nord-orientale, in prossimità del flesso che piega a Sud in corrispondenza del rilievo del Monte Fumaiolo. L’assetto morfologico è costituito dal tratto appenninico spartiacque compreso tra il Monte Falterona e il Passo dei Mandrioli da cui si stacca una sequenza di diramazioni montuose strutturate a pettine, proiettate verso l’area padana secondo linee continuate e parallele che si prolungano fino a raggiungere uno sviluppo di 50-55 km: dorsali denominate contrafforti, terminano nella parte più bassa con uno o più sproni mentre le loro zone apicali fungenti da spartiacque sono dette crinali, termine che comunemente viene esteso all’insieme di tali rilievi: «[…] il crinale appenninico […] della Romagna ha la direzione pressoché esatta da NO a SE […] hanno […] orientamento, quasi esatto, N 45° E, i contrafforti (e quindi le valli interposte) del territorio della Provincia di Forlì e del resto della Romagna.» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 9, cit.). L’area, alla testata larga circa 18 km, è nettamente delimitata da due contrafforti principali che hanno origine, ad Ovest, «[…] dal gruppo del M. Falterona e precisamente dalle pendici di Piancancelli […]» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 14, cit.) e, ad Est, da Cima del Termine; in quell’ambito si staccano due contrafforti secondari e vari crinali e controcrinali minori delimitanti le singole vallecole del bacino idrografico. Tra essi, il contrafforte principale che divide il Rabbi dal Bidente si distacca dal Monte Falco proseguendo per Pian Cancelli «[…] per la costa di Pian delle Fontanelle (m. 1520) scende rapidamente a Poggio Bini (m. 1105), attraversa Poggio Corsoio e risale a Monte Ritoio (m. 1193) […]» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 14, cit.), vira bruscamente verso Est fino al Monte dell’Avòrgnolo, dove riprende l’andamento principale puntando verso Forlì per terminare dopo circa 55 km evidenziando subito i Monti Guffone e della Fratta. Presso l’Avòrgnolo si stacca la dorsale di Pian dell’Olmo, che separa la Valle del Fosso della Fontaccia dalle Val Bonella e Val di Noce e disegna quell’arco di rilievi che delimitano il versante sx della Valle del Fiume Bidente delle Celle e costringono il fiume a riunificarsi con il Bidente di Campigna presso Lago, contribuendo a generare poco più in là, sotto il borgo omonimo, il Fiume Bidente di Corniolo.
Il bacino idrografico del Bidente delle Celle mostra una morfologia nettamente differenziata: se per il versante a ridosso delle maggiori quote dello spartiacque appenninico conseguono fortissime pendenze modellate dall’erosione con formazione di canaloni fortemente accidentati, anche il versante orientale appare frastagliato mentre i versanti occidentali o prevalentemente esposti a meridione mostrano pendii più dolci a prato-pascolo, spesso su terrazzi orografici, che si alternano a tratti intensamente deformati e brecciati. In particolare il tratto di contrafforte riguardante la Valle delle Celle evidenzia pressoché tutti gli aspetti elencati, inoltre qui la cresta non discende con regolarità assoluta tendendo anzi a rialzarsi tra il M. Ritoio e il M. Guffone (questo aspetto si ripete con notevole parallelismo in tutti i contrafforti in coincidenza con i nodi montani ed è significante tettonicamente, ovvero nella disposizione delle rocce e loro modalità di corrugamento e assestamento). Con il Monte Ritoio che “indica la retta via”, insieme al Guffone nodo montano nell’assetto tettonico, descrive planimetricamente una serpentina da cui si distaccano due imponenti dorsali, orientate di 45° rispetto all’asse N/S ed imperniate sul Monte Cavallo, zoonimo probabilmente da riferirsi alla lunga schiena montana sormontata dall’evidente sella, completa di “pomo” e “paletta” costituiti dalle due vette, senza dimenticare il romagnolo cavaión per i cavaglioni o mucchi di covoni che sicuramente numerosi caratterizzavano i suoi versanti. Dal Cavallo si distaccano due imponenti dorsali che compenetrano l’intera vallata, una mantenendo stretta, decisa e disomogenea nei versanti opposti l’inclinazione a 45°, l’altra più ampia, sfrangiata in canaloni (nel principale scorre il Fosso del Roncheto) e meno disomogenea, tanto da essere interamente appoderata ed utilizzata a prato-pascolo, tranne una vasta area inaridita a causa dei processi erosivi innescati anche dagli utilizzi impropri. L’incisione tra le due dorsali ospita il Fosso delle Fontacce, che si immette nel Bidente delle Celle presso Filettino di Sotto, mentre gli insediamenti di alta quota sono Montecavallo di Sopra e Montecavallo di Sotto, separati su versanti diversi, e Fossacupa a mezzacosta. Successivamente il contrafforte disegna una ampia serpentina, con una prima parte che costituisce la testata dell’amplissima Valle di Lavacchio, cui segue il Monte dell’Avòrgnolo (fitonimo da Avorniello, Laburno, Maggiociondolo, Cytisus laburnum o Laburnum anagyroides) da cui si stacca una dorsale che compenetra la Valle delle Celle mostrando la classica e caratteristica differenziazione morfologica dei suoi opposti versanti: quello a solatìo ospita i verdeggianti prati-pascoli di Lavacchio, quello a bacìo precipita nella Valle del Fosso della Fontaccia. Il reticolo idrografico è ulteriormente rappresentato dai Fossi dei Fondi (che nasce nella piega tra il M. Ritoio e il M. Cavallo), di Lavacchio (che nasce nella piega Est tra il M. Cavallo e il contrafforte) e della Fontaccia (che nasce nella piega Est tra l’Avòrgnolo e il contrafforte).
L’intero sistema dei crinali, nelle varie epoche, ha avuto un ruolo cardine nella frequentazione del territorio. In epoca romana i principali assi di penetrazione si spostano sui tracciati di fondovalle, che tuttavia tendono ad impaludarsi e comunque necessitano di opere artificiali, mentre i percorsi di crinale perdono la loro funzione portante, comunque mantenendo l’utilizzo da parte delle vie militari romane, attestato da reperti. Tra il VI ed il XV secolo, a seguito della perdita dell’equilibrio territoriale romano ed al conseguente abbandono delle terre, inizialmente si assiste ad un riutilizzo delle aree più elevate e della viabilità di crinale con declassamento di quella di fondovalle, mentre lo stato di guerra permanente porta, per le Alpes Appenninae l’inizio di quella lunghissima epoca in cui diventeranno anche spartiacque geo-politico e, per tutta la zona appenninica, il diffondersi di una serie di strutture difensive, anche di tipo militare/religioso o militare/civile, oltre che dei primi nuclei urbani o poderali, dei mulini, degli eremi e degli hospitales. Successivamente, sul finire del periodo, si ha una rinascita delle aree di fondovalle con un recupero ed una gerarchizzazione infrastrutturale con l’individuazione delle vie Maestre, pur mantenendo grande vitalità le grandi traversate appenniniche ed i brevi percorsi di crinale. Il quadro territoriale più omogeneo conseguente al consolidarsi del nuovo assetto politico-amministrativo cinquecentesco vede gli assi viari principali, di fondovalle e transappenninici, sottoposti ad intensi interventi di costruzione o ripristino delle opere artificiali cui segue, nei secoli successivi, l’utilizzo integrale del territorio a fini agronomici alla progressiva conquista delle zone boscate. In particolare La viabilità più antica riguardante anche la valle delle Celle è la Via Flaminia Minor, utilizzata dalle legioni romane per valicare l’Appennino al fine di sottomettere Celti, Liguri e Galli Boj che stanziavano nella pianura padana: si ipotizza che provenendo da Montelleri, sopra Stia, transitasse dal Lago degli Idoli, dal Monte Falco e da Poggio Sodo dei Conti, quindi discendeva da quella che oggi è nota come Pista del Lupo lungo la Costa di Pian Cancelli transitando da Pian delle Fontanelle (così detta per la presenza di polle d’acqua) e da Poggio Corsoio dove trovava un bivio ancor oggi praticato: a sx si dirigeva verso Castel dell’Alpe e Faenza per immettersi nella Via Aemilia (questo è ritenuto il più antico itinerario di valico), a dx si dirigeva verso Forlì e Ravenna sia transitando dal crinale del contrafforte principale, dove passava dietro vetta di Monte Ritoio e davanti a quella dell’Avòrgnolo, sia discendendo verso il percorso vallivo in direzione di Galeata (l’antica Mevaniola), anche qui potendo rimanere a mezza costa percorrendo la valle delle Celle sulle Ripe Toscane, Geosito di rilevanza locale, esteso affioramento della Formazione Marnoso-arenacea con lo spesso Strato Contessa del basso versante del M. Cavallo. Lo spartiacque tra il Bidente e il Rabbi costituiva anche parte di uno degli itinerari preferiti come Via del Sale per evadere l’esoso dazio pontificio, specie nel contrabbando dalle Pontificie Saline di Cervia verso il Granducato di Toscana, quindi per evitare di incappare nei controlli degli agevoli percorsi del fondovalle. Lungo i crinali insediativi gli insediamenti di interesse storico-architettonico o di pregio storico-culturale e testimoniale, esistenti, abbandonati o scomparsi (quindi i loro siti) che si trovano collocati sono prevalentemente di carattere religioso o difensivo o sono piccoli centri posti all’incrocio di percorsi di collegamento trasversale; mentre i prati-pascoli sono ancora utilizzati trasportando stagionalmente il bestiame grazie alle piste realizzate su parte del crinale e dei versanti, gli insediamenti di derivazione poderale, sono ancora raggiunti da una fitta e mai modificata ramificazione di percorsi, mulattiere, semplici sentieri, spesso rimasti localmente in uso fin’oltre metà del XX secolo ed alcuni oggi riutilizzati con finalità turistico-ricreative.
Per approfondimenti ambientali e storici si rimanda alla scheda toponomastica Valle del Bidente delle Celle.
RIFERIMENTI
AA. VV., Dentro il territorio. Atlante delle vallate forlivesi, C.C.I.A.A. Forlì, 1989;
S. Bassi, N. Agostini, A Piedi nel Parco, Escursioni nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, ComunicAzione, Forlì 2010;
G.L. Corradi (a cura di), Il Parco del Crinale tra Romagna e Toscana, Alinari, Firenze 1992;
M. Gasperi, Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo, Il Ponte Vecchio, Cesena 2006;
N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Le Lettere, Firenze 2001;
A. Polloni, Toponomastica Romagnola, Olschki, Firenze 1966, rist. 2004;
P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anast. Castrocaro Terme 1989;
Carta Escursionistica scala 1:25.000, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze
Carta dei sentieri Alpe di S. Benedetto, Istituto Geografico Adriatico, Longiano 2014;
Link https://servizimoka.regione.emilia-romagna.it/appFlex/sentieriweb.html
Testo inserito da Bruno Roba
Dalla S.P. 4 del Bidente, giunti a Corniolo si devia sulla rotabile ripidissima ma ben tenuta che risale la Val Bonella raggiungendo il Passo della Braccina sul contrafforte principale che divide le Valli di Corniolo e di Fiumicello. Dall’area di sosta, oltre la sbarra si imbocca la ripida rotabile per fuori strada ripercorsa dal Sentiero degli Alpini 301 CAI che, dai 961 m del passo, dopo circa 1 km spiana intorno ai 1140 m che mantiene transitando dopo circa 300 m accanto alla vetta (lato S) del Monte dell’Avòrgnolo. Ancora 1,4 km e la pista transita sul lato N del poggio più elevato della sella del Cavallo (più “paletta” che “pomo” considerata l’ampiezza). Altri 200 m, appena superato il poggio, si trova una pista poderale che discende verso valle sul lato occidentale della sella (trovando un cancello per bestiame), utile per eventuali esplorazioni.
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001a - Dal Monte Falco si segue l’evoluzione del primo tratto del contrafforte principale che delimita la Valle delle Celle, fronteggiando lo stretto anfiteatro compreso tra il verdeggiante M. Ritoio e l’imbiancato M. Cavallo, oltre il quale la vetta del M. dell’Avòrgnolo, quasi non si nota sopraffatto dall’”orecchiuto” M. Guffone (22/12/11).
001b – 001c – 001d - Dalla S.F. di Giogo di Castagno (vi si giunge tramite la S.P. n.94 del Castagno dal Passo della Calla), tagliata sotto Pian delle Fontanelle, scorci panoramici consentono la vista del primo tratto del contrafforte tra i MM. Ritoio e dell’Avòrgnolo, con l’intero sviluppo del M. Cavallo (14/04/16).
001e - 001f - 001g – Da Poggio Scali si fronteggia l’ampio anfiteatro compreso tra il M. Cavallo (che quasi si confonde con il M. Ritoio) e il M. dell’Avòrgnolo, anche questo poco evidente rispetto al crinale quasi complanare. L’innevamento evidenzia le linee di cresta e agevola l’indice fotografico (5/02/11 – 15/05/14 – 16/08/16).
001h – Schema dell’orografia e dell’idrografia del tratto della Valle delle Celle compreso tra il contrafforte principale e il Bidente, dove la linea di cresta tende a rialzarsi e i Monti Ritoio e dell’Avòrgnolo svolgono la funzione di nodi montani, aspetti significanti tettonicamente ovvero in riferimento alla disposizione delle rocce e alla loro modalità di corrugamento e assestamento.
001i – 001l - 001m – Nella veduta del M. Cavallo dal Crinale del Corniolino si evidenzia l’asprezza della dorsale (“a schiena di cavallo” ?) che si stacca dal monte e la profonda incisione del Fosso di Lavacchio (30/11/16).
001n/001q – Dalla SP 4 del Bidente a valle di Campigna alcuni scorci consentono di notare le due dorsali che si staccano dal Cavallo, separate dall’incisione del Fosso delle Fontacce, oltre al versante meglio esposto dove si nota C. Montecavallo di Sopra (30/11/16).
001r/001v – Un altro scorcio del versante a solatìo con l’insediamento di C. Montecavallo di Sopra è possibile, da quota inferiore alla precedente, dal crinale che dalle Mandriacce sporge verso Partinico (2/12/16).
001za/001ze – Una particolare veduta frontale dell’alta parete che mostra la stratificazione marnoso-arenacea della dorsale del M. Cavallo, anche nel suo procedere verso il fondovalle delle Celle, è possibile percorrendo abbastanza agevolmente il rilievo opposto sugli evidenti resti della strada ottocentesca che da La Fossa raggiungeva Fondi (6/01/19).
001zf/001zn – La stessa dorsale del M. Cavallo è agevolmente percorribile verso il fondovalle, in sx idrografica del F.so dei Fondi, tramite un’ampia mulattiera che si stacca dal sent. 261 CAI tra il ponte e la Fonte del Bercio; nella prima veduta si scorge il sentiero descritto nelle mappe antiche che risale il crinale verso Montecavallo di sopra (6/01/19).
002a/002f – Percorrendo il Sentiero degli Alpini sul tratto di contrafforte tra Poggio Bini e il M. Ritoio, si hanno successive viste del nodo montano, dove del M. Cavallo si possono apprezzare i vasti pendii a prato-pascolo e le pareti stratificate verticali che si ergono sull’incisione del Fosso dei Fondi, che comunque hanno consentito la costruzione della mulattiera di mezzacosta dall’ottima percorribilità, evidenziata dalle vedute precedenti (16/04/16 – 21/03/17).
002g/002o – Dal Sentiero degli Alpini, nella sella tra i MM. Ritoio e Cavallo, si stacca una pista poderale che discende verso valle (trovando un cancello per bestiame e un abbeveratoio abbandonato), utile per raggiungere le praterie di Montecavallo di Sopra tramite la stessa pista e mulattiere di mezzacosta (29/12/18).
002p/002u – Ripreso il Sentiero degli Alpini sul tratto presso il M. dell’Avòrgnolo, dalla testata della Valle del Lavacchio, si hanno viste successive e in diverse condizioni meteo della del M. Cavallo e dello sviluppo della dorsale (23/11/16 – 26/11/16 – 21/03/17 - 29/12/18).
002v – 002z – Dalla suggestiva mulattiera che penetra nella Valle del Lavacchio transitando presso Capria di Sopra, si hanno viste ravvicinate della stessa dorsale del M. Cavallo, subito oltre l’incisione del Fosso di Lavacchio (8/12/16).
003a/003f – Percorrendo la mulattiera che da Fossacupa reca sul M. Cavallo si può agevolmente raggiungere la cresta della dorsale di cui alle prec. foto dove, alcuni tratti in erosione e privi di vegetazione consentono suggestivi panorami. Dopo pochi passi, come si riprende la 'retta via', l’aspetto dei luoghi cambia notevolmente (12/12/16).
003g/003n – Inoltrandosi nei prati-pascoli in gran parte abbandonati dei versanti a solatio del M. Cavallo, subito accoglie C. Montecavallo di Sotto, quindi si raggiunge la parte più elevata dell’incisione del Fosso delle Fontacce e, sostanzialmente complanare, il versante più occidentale (12/12/16).
004 – C. Montecavallo di Sopra si sporge nella profondità della Valle delle Celle (12/12/16).