Cā dei Conti
Su un rilievo nei pressi di Pietrapazza - in linea d'aria 200 metri a Nord della chiesa di Pietrapazza.
Testo di Bruno Roba (25/06/2022) - Il bacino idrografico del Fosso Fondo Rignone appartiene ad un tratto di versante orientale del contrafforte secondario, compreso tra Poggio della Bertesca, il terrazzamento orografico interglaciale di Pian della Saporita, l’area dell’Eremo Nuovo e la dorsale che staccandosi dietro Siepe dell’Orso si sviluppa fino al Bidente subito a monte di Pietrapazza, delimitando a Nord la valle dei Fossi del Vallone e dei Poderini, dorsale già detta Raggio di Valprandola, la parte alta e Raggio da Rignuno o Rignuni o di Rignone, il tratto inferiore. Questo brano di territorio è reso particolarmente impervio dal susseguirsi di diramazioni montane che danno origine ad un fitto e quasi indistinguibile reticolo idrografico, tra cui si identificano il Fosso del Castagnaccio e il suo ramo alto, che forse indentifica l’intero torrente, significativamente detto dal Piano al Fondo (ovvero da Pian della Saporita al Fosso Fondo), affluente del Fondo Rignone, e il Fosso di S. Giavolo, affluente del Bidente. Il ramo principale del Fosso Fondo Rignone (accoppiamento toponomastico accrescitivo del termine, dal latino classico, rivus e tardo latino rigus, con il significato sia di fossone, vallone sia di rigagnolo) ha origine dall’ampia sella del contrafforte al Paretaio, che costituisce passo montano di collegamento con la viabilità di crinale e con la Valle di Ridràcoli. Nel XVI secolo il Rignone era l’area più elevata che si estendeva fino all’Abetaccia e a S. Giavolo mentre l’Himo Rignone o Rignone Basso riguardava l’area della Casetta, estendendosi fino a Cà dei Conti, a Petrella e al Mulino Milanesi di Pietrapazza o di Cà del Conte. L’area fino alla zona dell’Eremo Nuovo era detta Sangiavolo. Nel XVIII secolo la parte elevata era semplicemente detta Monte e i coltivi di Siepe dell’Orso erano detti i Campi da Monte.
Per l’inquadramento territoriale v. schede Valle del Bidente di Pietrapazza, Fiume Bidente di Pietrapazza e Fosso Fondo Rignone.
In base al Catasto Toscano (1826/34) nel sistema vallivo dei Fossi Fondo Rignone e di S. Giavolo, in ordine geografico, sorgevano i fabbricati di Siepe dell’orso, detto anche Mottoni, o Siepe all’Orso o Siepe dell’Orso di Sopra, oggi Siepe dell’Orso, restaurato, La Siepe dell’orso, poi distinto in Siepe dell’Orso di Mezzo e Siepe dell’Orso di Sotto, scomparso, Abetaccia o Albaraccio o Abataccio o Abedaccio, nella Carta d'Italia I.G.M. odierna declinato l'Abetaccia, Castagnaccio, nella Carta d'Italia declinato il Castagnaccio, Rignone o Rignoni o Rignuno o Rignuni e Casetta o Casetta di Cà del Conte, nel N.C.T. declinato La Casetta, ridotti a rudere. S.Giavolo, già S.Giavoli o Sangiavolo nella Carta d’Italia dell’I.G.M. precisato C. S.Giavolo, posto nel crinale di separazione dal fosso omonimo, e I Piani o Pian del Ghiro, posto nel crinale di separazione tra i Fossi di S. Giavolo e dell’Eremo Nuovo, sono anch’essi ridotti a rudere o pochi resti. In riva al Bidente, tra gli sbocchi dei due Fossi Fondo Rignone e di S. Giavolo, in un luogo già detto Macchia da Rignoni, si trovano i ruderi di Campo della Sega, già Campo alla Sega, c.d. dai caratteristici affioramenti delle stratificazioni marnoso-arenacee, a volte sporgenti e frammentati come denti di sega. Un ulteriore fabbricato scomparso era Il Baraccone, risalente all’epoca della ferrovia Decauville del Cancellino o della sua trasformazione in rotabile, cui si deve il lascito toponomastico relativo al sito dove sorgeva, presso il tornante stradale che aggira il contrafforte secondario e fronteggiante Siepe dell’Orso, evidente nelle vedute panoramiche. Sulle prime pendici orientali del Raggio di Rignone, scolanti sul Bidente ma anticamente appartenenti all’area di Rignone, si trovano Cà dei Conti, anticamente Casa del Conte e Cà del Conte, nel Catasto Toscano Cà de’ Conti, nella Carta d’Italia I.G.M. di impianto (1894) trascritto come oggi per intero, e Petrella, nella Carta d’Italia dell’I.G.M. odierna C. Petrella, altrimenti anonimo nella cartografia antica ma detto La Petrella. Presso Pietrapazza, in riva al fiume e di là dal ponte si trova il Mulino Milanesi o Mulino di Cà del Conte, presente ma anonimo nel Catasto Toscano, con il solo simbolo dell’Opificio a forza idraulica nella Carta d’Italia I.G.M. di impianto (1894) e con il solo simbolo del fabbricato in quella successiva del 1937.
Il podere di Cà dei Conti è documentato ed abitato fin dalla seconda metà del XVI secolo e, dal secolo seguente, alcuni suoi abitanti erano soprannominati “il Conte”, ma il toponimo Cà del Conte si consolida però solo nel corso del XVIII secolo, quando l’insediamento risulta composto da un gruppo di case, tra cui l’Oratorio dei SS. Jacopo e Filippo, di patronato privato e costruito nel 1688. «La visita apostolica del 1705 ci notifica che […] L’oratorio era piccolo, ma sufficiente per il luogo dove si trovava.» (E. Agnoletti, 1996, p. 195, cit.). Dalle visite pastorali del 1704-05 risulta dotato di un solo altare e dei proventi del podere di Petrella. Mentre l’oratorio è documentato ancora nel 1864 (ne rimangono i resti), pochi anni dopo, nel 1871 in un locale dell’insediamento (nell’ex-oratorio?) è documentata l’apertura dell’Osteria del Giglio. Una mappa dell’Archivio Comunale di Bagno di Romagna, datata 1888-1913 (cfr. AA.VV., 1989 e C. Bignami, A. Boattini, 2018, cit.), riguardante l’attribuzione delle numerazioni civiche, assegna a Cà del Conte i nn. 22 e 23, quando il complesso risulta dotato di tre abitazioni, una di 10 vani e ognuna delle altre di soli 3, viene rinnovata la licenza dell’osteria e di lì a poco diviene sede provvisoria della scuola elementare, prima del trasferimento, nel 1921, nella canonica di Pietrapazza. A tale epoca dovrebbe risalire la ristrutturazione e/o completa ricostruzione dei fabbricati, forse a seguito del forte terremoto del 1918, come appare dal confronto tra le mappe I.G.M. del 1894, dove compaiono quattro distinti fabbricati assimilabili a quelli di inizio secolo, e del 1937, dove compaiono due fabbricati, mancando il piccolo oratorio. Difformità planimetriche risultano pure nel confronto tra catasti antico e moderno, dove però torna ad essere rappresentato l’oratorio, forse unico fabbricato conforme alle origini. L’insediamento, oggi ridotto a rudere, è stato abbandonato alla fine degli anni ’50, nell’imminenza della cessione all’A.R.F., che non registra consistenze edilizie.
Per approfondimenti si rimanda alle schede toponomastiche relative ad acque, rilievi e insediamenti citati.
N.B.: - Negli scorsi Anni ’70, a seguito del trasferimento delle funzioni amministrative alla Regione Emilia-Romagna, gli edifici compresi nelle aree del Demanio forestale, spesso in stato precario e/o di abbandono, tra cui Abetaccia, Cà dei Conti, La Casetta, La Pedrella, Molino, Rignone e S. Giavolo, divennero proprietà dell’ex Azienda Regionale delle Foreste (A.R.F.); secondo una tendenza che riguardò anche altre regioni, seguì un ampio lavoro di studio e catalogazione finalizzato al recupero ed al riutilizzo per invertire la tendenza all’abbandono, senza successo. Con successive acquisizioni il patrimonio edilizio del demanio forlivese raggiunse un totale di 492 fabbricati, di cui 356 nel Complesso Forestale Corniolo e 173 nelle Alte Valli del Bidente. Circa 1/3 del totale sono stati analizzati e schedati, di cui 30 nelle Alte Valli del Bidente. Il materiale è stato oggetto di pubblicazione specifica.
- Il timore suscitato nell’immaginario collettivo dal possibile incontro con animali potenzialmente pericolosi rendeva frequente l’usanza di “battezzare” significativamente i luoghi di tali eventi: Cà dell’Orso, Cà D’Orso, Cà Orsarola, Fonte Lupaia, Fossa dell’Orso, Fossa del Lupo, Macchia d’Orso, Orsaiola, Orsaro, Passo dei Lupatti, Pian dei Lupi, Prato all’Orso, Tana all’Orso. A proposito si può citare l’inchiesta leopoldina del 1766 sull’economia locale del territorio, estremamente povera e di sussistenza specie nelle zone montane, eventualmente integrata con i prodotti della pesca e della caccia ai piccoli animali: se la caccia ai mammiferi maggiori era riservata ai grandi proprietari con riserva dei rapaci e delle loro uova al Granduca, ricompense venivano concesse a chi uccideva lupi e orsi bruni, questi ultimi segnalati ancora nel 1733 presso i confini geografici.
- Quando il toponimo compare con anteposta l’abbreviazione “C.” presumibilmente si è manifestata l’esigenza di precisarne la funzione abitativa; in base alle note tecniche dell’I.G.M., se viene preferito il troncamento Ca, deve essere scritto senza accento: se ne deduce che se compare con l’accento significa che è entrato nella consuetudine quindi nella formazione integrale del toponimo.
RIFERIMENTI
AA. VV., Dentro il territorio. Atlante delle vallate forlivesi, C.C.I.A.A. Forlì, 1989;
AA.VV., Il popolo di Pietrapazza, C.C.I.A.A. di Forlì, Cooperativa culturale Re Medello, Forlì 1989;
E. Agnoletti, Viaggio per le valli bidentine, Tipografia Poggiali, Rufina 1996;
C. Bignami, A. Boattini, La Gente di Pietrapazza, Monti editore, Cesena 2018;
G.L. Corradi (a cura di), Il Parco del Crinale tra Romagna e Toscana, Alinari, Firenze 1992;
G.L. Corradi e N. Graziani (a cura di), Il bosco e lo schioppo. Vicende di una terra di confine tra Romagna e Toscana, Le Lettere, Firenze 1997;
M. Foschi, P. Tamburini, (a cura di), Il patrimonio edilizio nel Demanio forestale. Analisi e criteri per il programma di recupero, Regione Emilia-Romagna A.R.F., Bologna 1979;
M. Gasperi, Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo, Il Ponte Vecchio, Cesena 2006;
N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Le Lettere, Firenze 2001;
P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anast. Castrocaro Terme 1989;
Piano Strutturale del Comune di Bagno di Romagna, Insediamenti ed edifici del territorio rurale, 2004, Scheda n.666;
Bagno di Romagna, Carta dei sentieri, Istituto Geografico Adriatico, Longiano 2008;
Carta Escursionistica scala 1:25.000, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze;
Link http://www.igmi.org/pdf/abbreviazioni.pdf;
Link www.mokagis.it/html/applicazioni_mappe.asp.
Testo di Bruno Roba - Cà dei Conti si trova a circa 650 m dalla S.F. Poggio alla Lastra-Pietrapazza, sterrata transitabile di circa 10 km, e si raggiunge tramite la mulattiera che si distacca all’altezza di Cà di Pasquino (posto a 650 m da Pietrapazza) da un ponticello sul Bidente non transitabile, quindi devia dal tracciato per Cà dei Maestri risalendo il crinaletto che passa da Petrella dirigendosi verso Sud. Si può raggiungere anche da Casetta. Per esperti.
foto del 2012
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00a1 – 00a2 - 00a3 – Dalla S.F. Nocicchio-Pietrapazza, presso il Poggiaccio, panoramiche con indice cartografico di localizzazione degli insediamenti (15/11/11 – 16/02/17).
00b1 – 00b2 - Dal Crinale o Raggio del Finocchio, scorcio della valle del Bidente particolarmente ristretta oltre Pietrapazza, dove si notano Cà dei Conti e Cà di Pasquino (1/09/16).
00c1/00c10 – Dalla Maestà del Raggio, sul Crinale del Finocchio, veduta della valle che si stringe verso Pietrapazza: si riconoscono Cà dei Conti e Cà di Pasquino, posti sui versanti opposti del fiume, con particolari di Cà dei Conti e delle mulattiere (18/10/11 - 3/10/12 - 19/04/18).
00d1/00d4 - Dal versante insediativo delle Graticce, pressi Cà di Mengaglia, vedute della valle che prosegue stretta oltre Pietrapazza e dell’impervio versante in sx idrografica dove si trova Ca del Conte (19/04/18).
00e1/00e5 – Dalla mulattiera diretta al Pianaccio scorcio sul versante opposto e vedute ravvicinate di Cà dei Conti (23/03/22).
00f1/00f5 – Dal crinale delle Graticce sovrastante il Pianaccio, panoramica e vedute ravvicinate su Pietrapazza, dove si evidenziano la chiesa ed il picco perfettamente piramidale dove sorgeva l’antica chiesa, e si scorgono i resti di Cà dei Conti (23/03/22).
00g1/00g9 – Da Pietrapazza e suoi pressi, e dalla Mulattiera di Pietrapazza, pressi La Casetta, scorci di Cà dei Conti (18/10/11 - 9/05/13 – 12/08/16).
00h1 – Schema cartografico del bacino idrografico del Fosso dell’Eremo Nuovo e adiacenze.
00h2 – 00h3 - Schema da mappa catastale dei primi decenni del XIX secolo, con riporto della toponomastica originale, qualora mancante differenziata dal corsivo moderno e confronto schematico tra catasto antico e moderno da cui si rilevano le modifiche planimetriche intercorse nell’ultimo secolo di utilizzo del fabbricato fino al dopoguerra.
00h4 – Schema cartografico da mappa del XIX sec. che, nella sua essenzialità, evidenziava esclusivamente i tracciati viari di crinale che da S.Sofia raggiungevano lo Spartiacque Appenninico, il tracciato di fondovalle S.Sofia-Poggio alla Lastra che poi si riconnetteva al tracciato di crinale ed il tracciato trasversale che collegava i Passi della Bertesca e di Monte Càrpano transitando da Pietrapazza. La toponomastica riprende, anche nella grafica, quella originale; integrazioni in neretto a fini orientativi.
00h5 – Schema del sistema viario storico principale al XIX secolo, che nella prima metà del XX secolo venne integrato con il sistema delle mulattiere, su base cartografica dei primi decenni del XX secolo, prima della realizzazione dell’invaso di Ridràcoli e della viabilità provinciale interna.
00h6 - Schema da cartografia della prima metà del ‘900, corrispondente alla situazione odierna.
00i1/00i4 – Vedute del Ponte al Mulino delle Graticce che consente di attraversare il Bidente collegando le mulattiere di Cà dei Maestri e di Cà dei Conti alla Mulattiera del Bidente e a Pietrapazza (12/08/16 - 5/10/16).
00l1 – 00l2 – 00l3 – Primo tratto della mulattiera di Cà dei Maestri, poi S. Vic.le Siepe dell’Orso-Cà di Giorgio-Cà di Maestri, fino all’innesto della mulattiera di Cà del Conte, poi S. Vic.le Cà dei Conti (12/08/16 - 5/10/16).
00l4/00l11 – La mulattiera tocca Petrella e prosegue sul versante e sul crinaletto verso Cà dei Conti con scorci su Cà di Pasquino e l’opposto Crinale delle Graticce (12/08/16).
00m1/00m5 – La mulattiera raggiunge il sito di Cà dei Conti, attraversando l’insediamento composto dai ruderi della casa colonica e della stalla-fienile oltre che dai resti dell’oratorio (12/08/16).
00n1/00n7 – I ruderi della casa colonica (12/08/16).
00o1/00o7 – I resti dell’oratorio, dove si riconoscono i resti dell’altare (12/08/16).
00p1/00p9 – I ruderi della stalla-fienile (12/08/16).