Poggio la Guardia
Testo di Bruno Roba (27/08/2020).
Nel contesto del sistema orografico del versante emiliano-romagnolo dell’Appennino Settentrionale, l’Alta Valle del Fiume Bidente nel complesso dei suoi rami di origine (delle Celle, di Campigna, di Ridràcoli, di Pietrapazza/Strabatenza), assieme alle vallate collaterali, occupa una posizione nord-orientale, in prossimità del flesso che piega a Sud in corrispondenza del rilievo del Monte Fumaiolo. L’assetto morfologico è costituito dal tratto appenninico spartiacque compreso tra il Monte Falterona e il Passo dei Mandrioli da cui si stacca una sequenza di diramazioni montuose strutturate a pettine, proiettate verso l’area padana secondo linee continuate e parallele che si prolungano fino a raggiungere uno sviluppo di 50-55 km: dorsali denominate contrafforti, terminano nella parte più bassa con uno o più sproni mentre le loro zone apicali fungenti da spartiacque sono dette crinali, termine che comunemente viene esteso all’insieme di tali rilievi: «[…] il crinale appenninico […] della Romagna ha la direzione pressoché esatta da NO a SE […] hanno […] orientamento, quasi esatto, N 45° E, i contrafforti (e quindi le valli interposte) del territorio della Provincia di Forlì e del resto della Romagna.» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 9, cit.). L’area, alla testata larga circa 18 km, è nettamente delimitata da due contrafforti principali che hanno origine, ad Ovest, «[…] dal gruppo del M. Falterona e precisamente dalle pendici di Piancancelli […]» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 14, cit.) e, ad Est, da Cima del Termine; in quell’ambito si staccano due contrafforti secondari e vari crinali e controcrinali minori delimitanti le singole vallecole del bacino idrografico.
In particolare, il contrafforte secondario che si diparte da Poggio allo Spillo supera il Passo della Crocina, raggiunge il Passo della Bertesca, quindi trova in sequenza il Poggio della Bertesca, i rilievi adiacenti di Croce di Romiceto e Maestà di Valdora, i Monti Moricciona, La Rocca, Marino, Pezzoli e Carnovaletto, concludendosi con il promontorio della Rondinaia che digrada a valle di Isola costretto dalla confluenza del Fiume Bidentino o Torrente Bidente di Fiumicino nel Fiume Bidente. La Rondinaia è nota per il castello con la sua torre «[…] baluardo di antica potenza, elevato fin dai tempi romani alla difesa contro le orde barbariche che dal nord d’Europa scendevano a depredare le belle contrade d’Italia.» (D. Mambrini, 1935 – XIII, p. 274). Tale contrafforte separa la Valle del Fiume Bidente di Ridràcoli da quella del Bidente di Pietrapazza. Il tratto di arcata appenninica che si estende dal pianoro di Prato al Soglio a Poggio allo Spillo e ai Passi della Crocina e della Bertesca, costituisce la testata di quell’amplissimo bacino idrografico del Fosso della Lama, con i suoi affluenti orientali Fossi dei Fangacci e dei Forconali. Subito a monte della sella del Passo della Bertesca si stacca la dorsale di Poggio Fonte Murata che si proietta verso NO, parallelamente allo Spartiacque, racchiudendo la Vallata dei Forconali: dalla piega del passo ha origine un ramo del fosso omonimo. Sempre dal passo, dalla piega tra il Poggio della Bertesca e la dorsale di Poggio Fonte Murata, ha origine il Fosso di Ponte Camera, anticamente Fosso delle Grigiole, affluente del Fosso di Romiceto, a sua volta affluente del Fosso del Molino, pure braccio lacustre di Ridràcoli. La dorsale si chiude tra la confluenza dei Fossi della Lama e del Molino non prima di aver espresso il suo ultimo rilievo costituito da Poggio La Guardia, direttamente (e strategicamente - da cui forse l’oronimo) prospiciente il principio dell’antica valle pre-lacustre del Bidente di Ridràcoli, oggi tagliato ed aggirato da uno stretto tornante della S.F. del Cancellino. Riguardo la formazione toponomastica di Poggio Fonte Murata non si ha notizia che sia conseguente ad una sorgente scomparsa, mentre dalla Pianta Geometrica della Regia Foresta Casentinese del 1850, conservata presso il Nàrodni Archiv Praha (Archivio Nazionale di Praga: Archivio Asburgo Lorena di Toscana), si rileva che esso era detto Pian di S. Buco e che il fossatello avente origine dall’area erosa che si trova sotto la sua vetta era detto Fontemurata, così trascritto senza precisazione tipologica. In tale mappa il sito di Poggio La Guardia era detta Comignolo e Orticheto (e, probabilmente, Fosso dell’Orticheto) era detto il sito della vallecola formata con la diramazione della dorsale proiettata verso la confluenza tra i Fossi Romiceto e Rogheta, dante origine al Fosso del Molino, nei pressi del Molino di Carpanone. L’oronimo attuale di Poggio Fonte Murata si trova per la prima volta nella Carta d’Italia I.G.M. di impianto, in scala 1:50.000, per tale area datata 1893-94, quello di Poggio La Guardia si trova nella tavoletta successiva risalente al 1937.
La Lama, è classificata Geosito di rilevanza locale per le note caratteristiche di ripiano di origine alluvionale per riempimento di antico bacino lacustre, con formazione di torbiera, originatosi per sbarramento della valle ad opera di un’imponente frana che, staccatasi da Poggio Fonte Murata in epoche paleo-geologiche, ostacolò il regime idraulico dei Fossi degli Acuti, dell’Abetaccio (poi tratto alto del Fosso della Lama), dei Fangacci o del Mascherone, posti oltre il versante SO del Monte Penna e di Poggio Cornacchia, del Fosso dei Forconali con il suo affluente Fosso delle Ripe, il cui bacino idrografico è delimitato dall’anfiteatro disegnato dalla sequenza Monte Penna-Poggio allo Spillo-Passo della Crocina-tratto di contrafforte fino a Poggio della Bertesca, da cui si distacca la dorsale di Poggio Fonte Murata, infine dei Fossi dei Pianelli e della Spazzola, provenienti dal versante settentrionale di Poggio Cornacchia, tutti costituenti l’ampio bacino idrografico del Fosso della Lama.
Se in cartografia il toponimo Poggio di Fonte Murata compare solo alla fine del XIX secolo, è però contenuto nei documenti successivi alla confisca della selva del Castagno e della selva di Casentino ovvero di Romagna che si chiama la selva di Strabatenzoli e Radiracoli da parte della Repubblica di Firenze a danno dei conti Guidi, ed alla donazione, tra il 1380 e il 1442, all’Opera del Duomo di Firenze che, per oltre quattro secoli si riservò il prelievo del legname da costruzione e per le forniture degli arsenali di Pisa e Livorno, di quelli della Francia meridionale oltre che per l’ordine dei Cavalieri di Malta. L’inventario dei possedimenti venne raccolto nel “Libro dei livelli e regognizioni livellarie in effetti” che, dal 1545 costituisce l’elenco più completo ed antico disponibile, periodicamente aggiornato. Da un verbale di visita risalente al 1605 risulta: «Anchora s’è visitato e visto la Fonte Murata dove quivi il Moro guardia ha stirpato et di poi seminato a grano dove si sono delli abeti che di presente li Moggionesi tagliano abeti per condurli a Firenze.» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, p. 225, cit.). Da un accurato elenco relativo al 1637 risulta: «1637 – Nota dei capi dei beni che l’opera è solita tenere allivellati in Romagna e Casentino e sono notati col medesimo ordine col quale fu di essi fatta menzione nella visita generale che ne fu fatta l’anno 1631: […] 68) Fonte Murata, sopra il lago della Lama, terre tenute da Biagio di Luca detta il Moro guardia. Seguita di tenerle come guardia della Lama e non se ne tien conto perché non se ne paga cosa alcuna […]» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, p. 412, cit.). Se da tali citazioni pare di trovare un riferimento ad appezzamenti coltivabili, nei documenti relativi all’affidamento alle guardie della custodia delle varie parti delle selve, datati ad iniziare dal 1480, si trova la prima citazione del luogo come poggio. In particolare nel 1655 si trova riportato: «La seconda parte sia tutta quella che è compresa fra la cima o schiena del Raggio alle Secche e la schiena del Poggio di Fonte Murata […].» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, p. 53, cit.). Nel 1673 vengono elencate le «Abbruciate da coltivarsi: cioè luoghi delle Selve dell’Opera disfatti per incendii seguiti dove per non perderli affatto si propone di ridurli a coltura […] che possin pascere nei Praticini dal Raggio che parte da Fonte Murata e mette al Fiume […]» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, pp. 423, 425, cit.).
Per approfondimenti ambientali e storici si rimanda alle schede toponomastiche relative ad acque, rilievi e insediamenti citati.
RIFERIMENTI
AA. VV., Dentro il territorio. Atlante delle vallate forlivesi, C.C.I.A.A. Forlì, 1989;
G.L. Corradi (a cura di), Il Parco del Crinale tra Romagna e Toscana, Alinari, Firenze 1992;
A. Gabbrielli, E. Settesoldi, La Storia della Foresta Casentinese nelle carte dell’Archivio dell’Opera del Duomo di Firenze dal secolo XIV° al XIX°, Min. Agr. For., Roma 1977;
N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Firenze, Le Lettere 2001;
A. Polloni, Toponomastica Romagnola, Olschki, Firenze 1966, rist. 2004;
P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, 1961, rist. anastatica Castrocaro Terme 1989;
Carta Escursionistica scala 1:25.000, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze
Foreste Casentinesi, Campigna – Camaldoli – Chiusi della Verna, Carta dei sentieri, Istituto Geografico Adriatico, Longiano 2012
Link http://geo.regione.emilia-romagna.it/schede/geositi/scheda.jsp?id=1633;
Link www.mokagis.it/html/applicazioni_mappe.asp.
a sud del lago di Ridracoli
Testo di Bruno Roba.
Poggio La Guardia è appena visibile dal Monte Penna. La sua pendice tagliata dalla S.F. del Cancellino si trova al km 18, quindi a 2 km dalla Lama e a circa 7,5 km dalla sbarra del Paretaio, dove terminano le rotabili che transitano da Casanova dell’Alpe. La sommità si raggiunge brevemente ma con difficoltà dai pressi del Km 18 o dal suo versante orientale; per esperti.
Le seguenti foto sono state scattate da Bruno Roba, che ha anche inserito i testi, e qui riprodotte su autorizzazione dell’autore.
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00a1/00a6 – Dal Monte Penna si fronteggia la parte iniziale della dorsale di Poggio Fonte Murata di cui, nel suo svilupparsi verso il Lago di Ridàcoli, l’effetto prospettico accentua il digradamento e tende a nascondere il succedersi dei picchi, tra cui quello di Poggio La Guardia (al centro degli ultimi ingrandimenti), infatti difficilmente distinguibile (14/11/11 - 27/12/19 - 10/05/21).
00b1 – 00b2 – 00b3 - Dal Belvedere Bocab, sulla S.F. S.Paolo in Alpe-La Lama, oltre la valle del Fosso delle Macine ancora in ombra e la dorsale che si stacca da Poggio Scali, il primo sole illumina, tra i vari rilievi, il contrafforte della Bertesca e la dorsale di Poggio Fonte Murata, di cui si distingue il succedersi dei picchi (18/12/16).
00c1 – 00c2 – 00c3 – Da Poggio della Gallona vedute verso il Lago di Ridràcoli e l’intero sviluppo, prospetticamente deformato, della dorsale di Poggio Fonte Murata, con particolare dove si distingue appena il segno della S.F. del Cancellino che aggira Poggio La Guardia (15/06/12).
00c4 – 00c5 – Le sponde del lago, già Bidente di Ridràcoli, dove vigilava Poggio La Guardia (8/09/11).
00d1/00d8 – Nel risalire e percorrere la valle del Fosso Rogheta si aprono scorci verso il fondovalle tra cui, nelle vedute seguenti, verso la dorsale di Poggio Fonte Murata dove si notano le pendici di Poggio La Guardia terminare laddove convergono il Fosso del Molino e il Fosso della Lama in prossimità dei primi bracci lacustri (7/08/20).
00e1/00e4 – Dal sentiero tra Croce Fabbri e il Molino di Carpanone, vedute verso il fondovalle laddove si ricongiungono i Fossi Rogheta e Romiceto dando origine al Fosso del Molino che aggira le pendici di Poggio La Guardia andando ad intrecciarsi al Fosso della Lama per formare un braccio lacustre (5/05/15).
00f1/00f5 – Dall’alta quota del Monte Cerviaia si ha la veduta più elevata e ravvicinata verso lo Spartiacque Appenninico e le dorsali che vi si distaccano, separate dalle profonde incisioni del reticolo idrografico, utili per individuare la localizzazione dei siti topici della Giogana, come da indice fotografico, compreso il crinale della Bertesca e la dorsale di Poggio Fonte Murata che si distacca dal Poggio della Bertesca. è evidenziata la traccia della S.F. del Cancellino; la croce segnala il sito di Croce Fabbri, dove si stacca il sentiero di crinale per il Molino di Carpanone. Nelle ultime vedute si nota la biforcazione della dorsale di Poggio Fonte Murata che si apre ospitando la vallecola di Orticheto, mentre le due diramazioni si dirigono verso Poggio La Guardia e verso il Molino di Carpanone (28/08/18).
00g1 – 00g2 – 00g3 – Da Poggio Fonte Murata, vedute verso il lago con la dorsale che volge al suo termine, ma Poggio La Guardia si riconosce appena (12/06/20).
00h1 – Schema da cartografia moderna. L’oronimo Pian di S. Buco e l’idronimo Fontemurata, insieme a quello di Comignolo in corrispondenza del sito di Poggio la Guardia e Orticheto, per la vallecola adiacente, comparivano in una mappa del 1850. In arancio è indicata l’area in erosione sottostante la vetta di Poggio Fonte Murata.
00i1/00i6 – Il versante di Poggio La Guardia visto e tagliato dalla S.F. del Cancellino (8/07/20).
00i7 – 00i8 – 00i9 – Le prime pendici di Poggio La Guardia paiono ricordare con un particolare “ritratto” un antico frequentatore del luogo (8/07/20).
00i10/00i16 – La vetta di Poggio La Guardia (8/07/20 – 31/03/21).
00l1/00l7 – Una selletta collega Poggio La Guardia al crinale che risale verso Poggio Fonte Murata (31/03/20).
00m1/00m8 – Il tratto di crinale tra i due poggi (8/07/20 - 31/03/21).