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scheda n. 3083 letta 419 volte

Curva Sbagliata

inserita da Appenninoromagnolo.it
Tipo : località
Altezza mt. : 1072
Coordinate WGS84: 43 48' 56" N , 11 53' 02" E
Toponimo nell'arco di
notizie :

Testo di Bruno Roba (31/12/2021) - Nel contesto del sistema morfologico del versante emiliano-romagnolo dell’Appennino Settentrionale il doppio rilievo di Poggio Rovino (Ovest m 1405,9; Est m 1396,4) mostra tutta la sua evidenza, sia con il canalone fortemente accidentato del fosso omonimo che presenta quella vasta area adiacente di roccia affiorante con ulteriore crollo dei banchi arenacei (cui probabilmente deve il caratteristico oronimo), sia con la lunga dorsale che si proietta nella profondità valliva del Bidente di Pietrapazza dividendo i Fossi del Rovino e delle Ranocchie

L’intero sistema dei crinali, nelle varie epoche, ha avuto un ruolo cardine nella frequentazione del territorio: «[…] in antico i movimenti delle popolazioni non avvenivano “lungo le valli dei fiumi, […] bensì lungo i crinali, e […] una unità territoriale non poteva essere una valle (se non nelle Alpi) bensì un sistema montuoso o collinare. […] erano unità territoriali il Pratomagno da un lato e l’Appennino dall’altro. È del tutto probabile che in epoca pre-etrusca esistessero due popolazioni diverse, una sul Pratomagno e i suoi contrafforti e un’altra sull’Appennino e i suoi contrafforti, e che queste si confrontassero sulle sponde opposte dell’Arno […].» (G. Caselli, 2009, p. 50, cit.). Già nel paleolitico (tra un milione e centomila anni fa) garantiva un’ampia rete di percorsi naturali che permetteva ai primi frequentatori di muoversi e di orientarsi con sicurezza senza richiedere opere artificiali. Nell’eneolitico (che perdura fino al 1900-1800 a.C.) i ritrovamenti di armi di offesa (accette, punte di freccia, martelli, asce) attestano una frequentazione a scopo di caccia o conflitti tra popolazioni di agricoltori già insediati (tra cui Campigna, con ritrovamenti isolati di epoca umbro-etrusca, Rio Salso e S. Paolo in Alpe, anche con ritrovamenti di sepolture). In epoca romana i principali assi di penetrazione si spostano sui tracciati di fondovalle, che tuttavia tendono ad impaludarsi e comunque necessitano di opere artificiali, mentre i percorsi di crinale perdono la loro funzione portante, comunque mantenendo l’utilizzo da parte delle vie militari romane, attestato da reperti. Tra il VI ed il XV secolo, a seguito della perdita dell’equilibrio territoriale romano ed al conseguente abbandono delle terre, inizialmente si assiste ad un riutilizzo delle aree più elevate e della viabilità di crinale con declassamento di quella di fondovalle. Lo stato di guerra permanente porta, per le Alpes Appenninae l’inizio di quella lunghissima epoca in cui diventeranno anche spartiacque geo-politico e, per tutta la zona appenninica, il diffondersi di una serie di strutture difensive, anche di tipo militare/religioso o militare/civile, oltre che dei primi nuclei urbani o poderali, dei mulini, degli eremi e degli hospitales. Successivamente, sul finire del periodo, si ha una rinascita delle aree di fondovalle con un recupero ed una gerarchizzazione infrastrutturale con l’individuazione delle vie Maestre, pur permanendo grande vitalità le grandi traversate appenniniche ed i brevi percorsi di crinale. Un breve elenco della viabilità ritenuta probabilmente più importante nel XIX secolo all’interno dei possedimenti già dell’Opera del Duomo è contenuto nell’atto con cui Leopoldo II nel 1857 acquistò dal granducato le foreste demaniali: «[…] avendo riconosciuto […] rendersi indispensabile trattare quel possesso con modi affatto eccezionali ed incompatibili con le forme cui sono ordinariamente vincolate le Pubbliche Amministrazioni […] vendono […] la tenuta forestale denominata ‘dell’Opera’ composta […] come qui si descrive: […]. È intersecato da molti burroni, fosse e vie ed oltre quella che percorre il crine, dall’altra che conduce dal Casentino a Campigna e prosegue per Santa Sofia, dalla cosiddetta Stradella, dalla via delle Strette, dalla gran via dei legni, dalla via che da Poggio Scali scende a Santa Sofia passando per S. Paolo in Alpe, dalla via della Seghettina, dalla via della Bertesca e più altre.» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, pp. 163-164, cit.).

Al Giogo, come genericamente era detta la via sullo Spartiacque, poi Via Sopra la Giogana o semplicemente la Giogana, giungeva tramite i Passi della Bertesca e della Crocina (anticamente Crocina di Bagno e Croce di Guagno o Guagnio, prob. contrazione da “guadagno”, nel senso di raggiungimento del passo) l’antica Via Maestra che vien dall’Eremo, toponomastica che si ritrova in una mappa del 1637 allegata ad una relazione del 1710 del provveditore dell’Opera del Duomo di Firenze (riproduzioni della mappa si trovano in A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, p. 20, cit. e, a colori, in A. Bottacci, 2009, p. 31, cit.) oltre che citata in un’ ulteriore relazione del 1663:«[…] si venne per la strada del Poggio tra la Bertesca e Valdoria et il Pozzone et arrivati alla Croce di Guagnio e pigliato il Giogo tra il confino de reverendi padri di Camaldoli e l’Opera di Santa Maria del Fiore si seguitò detta giogana […]» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, p. 315, cit.). Nel Catasto Toscano del 1826-34 (Comunità di Bagno, Sezione I dell’Eremo Nuovo, Foglio Secondo, Levato colla Scala da 1 a 5000 da Pasquale Baracchi, Terminato sul suolo il dì 9 Luglio 1826) detta via si trova riclassificata Strada che dal Sacro Eremo va a Romiceto ma, nel sec. XVII, Via Maestra che vien dall’Eremo, mentre quella che correva sul contrafforte principale da Cima del Termine era detta Strada che da Montecarpano va alla Badia a Pretaglia o, più anticamente come sopra accennato (identificandosi con il rilievo), Rivolte Le Rivolte di Bagno (oggi sent. 201 CAI). Questa via probabilmente corrisponde a quella già dal 1084 documentata nel Regesto di Camaldoli come Via de Monte Acutum, come peraltro «[…] conferma un’opinione espressa nel 1935 dal Mambrini circa l’esistenza di una strada percorribile fra i boschi di quel perfetto triangolo, il Monte Acuto, costantemente rilevato nella documentazione medievale come punto di confine fra la Romània e la Tuscia […].» (C. Dolcini, Premessa, in: C. Bignami, A. Boattini, A. Rossi, a cura di, 2010, pp. 7-8, cit.). Il Mambrini fa un altro riferimento a tale strada nel trattare del Castello di Riosalso«Il cardinale Anglico così lo descrive nel 1371: “Il castello di Riosalso è nelle Alpi in una certa valle sopra un sasso forte. Ha una rocca ed una torre fortissima ed è presso – circa un miglio – alla strada che mena in Toscana.” […] La strada qui ricordata era sul crinale del monte sopra il castello e per Nocicchio, passando a destra di Montecucco, per Badia Prataglia conduceva in Casentino. Qua e là restano gli avanzi di questa strada.» (D. Mambrini, 1935 – XIII, p. 288, cit.). Nella citata mappa del 1637 compare il disegno approssimativo di un altro antico percorso, la Via del Rovino, direttamente collegante il fondovalle del Bidente di Pietrapazza e l’Eremo Nuovo con il Giogo: dai raffronti cartografici e morfologici essa è da collocare prevalentemente sul crinale di quella citata lunga dorsale che si distacca da Poggio Rovino, ancora oggi segnata da evidenti tracce di trascorse (o rinnovate) percorrenze. La cartografia antica, ed in particolare la Carta Geometrica della Regia Foresta Casentinese (1850 - conservata presso il Nàrodni Archiv Praha), denomina detta dorsale Poggio dei Cerrini, il fondovalle presso l’Eremo Nuovo era detto Pian del Miglio così come il Fosso del Pian del Miglio corrispondeva all’adiacente tratto iniziale del Bidente, mentre il Rovino era detto Poggio degli Sgnisci. Il varco sullo Spartiacque che si affaccia sul canalone del ramo occidentale del Fosso del Rovino, a monte della frattura rocciosa, era detto Porta al Canale. Almeno fino alla fine del XIX secolo la cartografia storica (Catasto Toscano e Carta d’Italia I.G.M.) registrava che la viabilità di crinale principale si interrompeva tra il Passo della Crocina e il Passo di Massella, posto sul versante orientale del Monte Cucco (benché la citata mappa del 1637 riportasse il Giogo ininterrottamente dalle Rivolte di Cima del Termine alla Via di Giogo di Scali di Poggio Scali), mentre tale tratto era raggiunto solo da viabilità di attraversamento (N.B. Secondo il disegno grafico e le definizioni convenzionali dell’I.G.M. la viabilità di montagna consisteva in Strade a fondo naturale, senza manutenzione regolare, non sempre praticabili differenziata in Mulattiere e Sentieri, per soli pedoni, facili o difficili). La Via della fonte del prete da Badia Prataglia raggiungeva lo stesso Passo della Crocina (non comparivano tracciati corrispondenti all’odierno sent. 64) e, tramite una diramazione, risaliva anche al Passo dei Cerrini; la Via della donna morta, corrispondente al sent. 60, raggiungeva il Passo di Massella (toponimo quest’ultimo oggi scomparso o desueto e riportato unicamente nella Carta d’Italia dell’I.G.M. di primo impianto in scala 1:50.000, per l’area datata 1893-94) da qui nuovamente proseguendo ininterrotta sul crinale verso Cima del Termine come Via delle fontanelle. In occasione della costruzione della ferrovia Decauville del Cancellino (1900), venne aperto il Passo dei Lupatti (così come risulta chiaramente dal confronto tra la citata cartografia I.G.M. di impianto e quella successiva in scala 1:25.000 risalente al 1937). La via ferrata dovette aggirare la citata dorsale di Poggio Rovino con un strettissimo tornante che, se comunque permetteva il transito dell’agile convoglio ferroviario carico di traversine o altre piccole pezzature, rendeva difficoltoso il traino dei tronchi di notevoli dimensioni che avvenne successivamente con la trasformazione in rotabile. Il tornante divenne così particolarmente noto come Curva Sbagliata, tanto da derivarne il lascito toponomastico. Lo scavo di una trincea permise di superare l’ostacolo.

Per approfondimenti  si rimanda alle schede toponomastiche relative ad acque, rilievi o insediamenti citati.

RIFERIMENTI                                                                   

AA. VV., Dentro il territorio. Atlante delle vallate forlivesi, C.C.I.A.A. Forlì, 1989;

C. Bignami, A. Boattini, A. Rossi (a cura di), AL TEMPE DEL COROJJE - Poderi e case rurali nel territorio parrocchiale di Bagno di Romagna - Immagini e storie di altri tempi, Edizioni Nuova S1 Il Girovago, Bologna 2010;

A. Bottacci, La Riserva Naturale Integrale di Sasso Fratino, 1959-2009, 50 anni di conservazione della biodiversità, Corpo Forestale dello Stato, Ufficio territoriale per la Biodiversità di Pratovecchio, Pratovecchio, 2009;

G. Caselli, Il Casentino da Ama a Zenna, Accademia dell’Iris - Barbès Editore, Firenze 2009;

G.L. Corradi (a cura di), Il Parco del Crinale tra Romagna e Toscana, Alinari, Firenze 1992;

A. Gabbrielli, E. Settesoldi, La Storia della Foresta Casentinese nelle carte dell’Archivio dell’Opera del Duomo di Firenze dal secolo XIV° al XIX°, Min. Agr. For., Roma 1977;

N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Firenze, Le Lettere 2001;

D. Mambrini, Galeata nella storia e nell’arte, Tipografia Stefano Vestrucci e Figlio, Bagno di Romagna, 1935 – XIII;

P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, 1961, rist. anastatica Castrocaro Terme 1989;

Carta Escursionistica scala 1:25.000, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze

Foreste Casentinesi, Campigna – Camaldoli – Chiusi della Verna, Carta dei sentieri, Istituto Geografico Adriatico, Longiano 2012

Link www.mokagis.it/html/applicazioni_mappe.asp.

Percorso/distanze :

Testo di Bruno Roba – Il tornante della Curva Sbagliata inizia al km 5/15 della S.F. del Cancellino (sterrata non transitabile di 20 km che si distacca al km 198+500 della S.R. 71 Umbro-Casentinese) che da Cancellino (Badia Prataglia) conduce alla Lama.

foto/descrizione :

 

Le seguenti foto sono state scattate da Bruno Roba, che ha anche inserito i testi, e qui riprodotte su autorizzazione dell’autore.

Nota – Per visualizzare le foto nel loro formato originale salvarle sul proprio computer, oppure se il browser lo consente tasto destro sulla foto e Apri immagine in un’altra scheda.

00a1/00a5 - Dal Poggiaccio e suoi pressi, sul contrafforte principale che si stacca da Cima del Termine, vedute di Poggio Rovino con particolari della sua dorsale tagliata dalla Curva Sbagliata della S.F. del Cancellino (3/10/11 - 18/10/11 - 16/02/17).

00b1 - 00b2 – – Dal Monte Càrpano, oltre il crinale abetato del contrafforte principale (di cui si nota il primo tratto che si distacca da Cima del Termine e forma la sella del Poggiaccio) si nota il tracciato della S.F. del Cancellino che incide il versante settentrionale dello Spartiacque e aggira la dorsale di Poggio Rovino con la Curva Sbagliata (3/10/11).

00c1/00c4 – Dal Crinale del Finocchio, vedute ravvicinate verso Poggio Rovino dove si evidenzia la lunga dorsale tagliata dalla S.F. del Cancellino (12/07/16 - 20/10/20).

00d1 – Schema cartografico del tratto di Spartiacque compreso tra Poggio allo Spillo e Cima del Termine con evidenziato Poggio Rovino con l’area in erosione e lo sviluppo della sua dorsale compresa tra il fosso omonimo o delle Capannacce e il Fosso delle Ranocchie.

00d2 – Mappa schematica della viabilità storica con utilizzo della toponomastica antica

00e1/00e10 – Vedute del tornante detto Curva Sbagliata (26/05/16 - 31/07/20 –27/08/20).

00f1/00f6 – Il tratto di dorsale di Poggio Rovino a monte e a valle della S.F. del Cancellino che conserva tratti della viabilità antica, tra cui in particolare un caratteristico tratto di ristrettissima cresta (31/07/20 - 27/08/20).

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