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Costa Poggio dell Aggio Grosso

inserita da Bruno Roba
Comune : Santa Sofia
Tipo : monte
Altezza mt. : 1201
Coordinate WGS84: 43 53' 30" N , 11 43' 14" E
Toponimo nell'arco di
notizie :

Testo di Bruno Roba (18/01/2018)

Nel contesto del sistema orografico del versante emiliano-romagnolo dell’Appennino Settentrionale, l’Alta Valle del Fiume Bidente nel complesso dei suoi rami di origine (delle Celle, di Campigna, di Ridràcoli, di Pietrapazza/Strabatenza), assieme alle vallate collaterali, occupa una posizione nord-orientale, in prossimità del flesso che piega a Sud in corrispondenza del rilievo del Monte Fumaiolo. L’assetto morfologico è costituito dal tratto appenninico spartiacque compreso tra il Monte Falterona e il Passo dei Mandrioli da cui si stacca una sequenza di diramazioni montuose strutturate a pettine, proiettate verso l’area padana secondo linee continuate e parallele che si prolungano fino a raggiungere uno sviluppo di 50-55 km: dorsali denominate contrafforti, terminano nella parte più bassa con uno o più sproni mentre le loro zone apicali fungenti da spartiacque sono dette crinali, termine che comunemente viene esteso all’insieme di tali rilievi: «[…] il crinale appenninico […] della Romagna ha la direzione pressoché esatta da NO a SE […] hanno […] orientamento, quasi esatto, N 45° E, i contrafforti (e quindi le valli interposte) del territorio della Provincia di Forlì e del resto della Romagna.» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 9, cit.). L’area, alla testata larga circa 18 km, è nettamente delimitata da due contrafforti principali che hanno origine, ad Ovest, «[…] dal gruppo del M. Falterona e precisamente dalle pendici di Piancancelli […]» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 14, cit.) e, ad Est, da Cima del Termine; in quell’ambito si staccano due contrafforti secondari e vari crinali e controcrinali minori delimitanti le singole vallecole del bacino idrografico. Tra essi, il contrafforte principale che divide il Fiume Rabbi dal Bidente si distacca dal Monte Falco proseguendo per Pian Cancelli «[…] per la costa di Pian delle Fontanelle (m. 1520) scende rapidamente a Poggio Bini (m. 1105), attraversa Poggio Corsoio e risale a Monte Ritoio (m. 1193) […]» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 14, cit.), vira bruscamente verso Est fino al Monte dell’Avòrgnolo, dove riprende l’andamento principale puntando verso Forlì per terminare dopo circa 55 km evidenziando subito i Monti Guffone e La Fratta. Presso l’Avòrgnolo si stacca la dorsale di Pian dell’Olmo, che separa la Valle del Fosso della Fontaccia dalla Val Bonella e Val della Noce e disegna quell’arco di rilievi che delimitano il versante sx della Valle del Fiume Bidente delle Celle e costringono il fiume a riunificarsi con il Bidente di Campigna presso Lago, contribuendo a generare poco più in là, sotto il borgo omonimo, il Fiume Bidente di Corniolo.

Come i limitrofi, anche il bacino idrografico del Bidente delle Celle mostra una morfologia nettamente differenziata dovuta alla diversa giacitura e disgregabilità dell’ambiente marnoso-arenaceo: se per il versante a ridosso delle maggiori quote dello spartiacque appenninico conseguono fortissime pendenze modellate dall’erosione con formazione di canaloni fortemente accidentati, anche il versante orientale appare frastagliato mentre i versanti occidentali o prevalentemente esposti a meridione mostrano pendii più dolci a prato-pascolo, spesso su terrazzi orografici, che si alternano a tratti intensamente deformati e brecciati. In questo contesto alcuni aspetti geologici si evidenziano per rarità e unicità, restituendo informazioni fondamentali per la conoscenza del territorio e contribuendo a disegnare il paesaggio: catalogati come Geositi, essi sono le Ripe Toscane, Le Mandriacce, la Linea delle Mandriacce a Pian del Grado e il Fosso del Satanasso, che mostra un tratto vallivo profondamente incassato ed affiancato da ripide pareti rocciose, caratterizzato da morfologie da erosione come cascate e marmitte dei giganti su potenti stratificazioni marnoso-arenacee giacenti a reggipoggio, interessando uno dei tratti più impervi del versante appenninico. Il bacino idrografico del Satanasso ha infatti origine dai profondi canaloni che si sono generati tra le pieghe montane di Poggio Martino, Monte Falco e Poggio Piancancelli, regimanti un reticolo di fossi affluenti del Fosso di Pian del Grado tra i quali il Satanasso che, confluendo a Celle con il Fosso Bidente delle Celle, dà origine al Fiume Bidente delle Celle. Il suo tratto principale, nell’Ottocento in parte detto delle Palestrine, ha origine dalla Fonte Sodo dei Conti, la più elevata delle Foreste Casentinesi (1605 m), toccata dalla Pista del Lupo, Sent. GEA SOFT 00 e confine regionale, ricalcante l’antico tracciato della Via Flaminia Minor, utilizzata dalle legioni romane per valicare l’Appennino al fine di sottomettere Celti, Liguri e Galli Boj che stanziavano nella pianura padana: si ipotizza che provenendo da Montelleri, sopra Stia, transitasse dal Lago degli Idoli, dal Monte Falco e da Poggio Sodo dei Conti, superata la fonte discendeva lungo la Costa di Pian Cancelli transitando da Pian delle Fontanelle (così detta per la presenza di polle d’acqua) e da Poggio Corsoio dove trovava un bivio ancor oggi praticato: a sx si dirigeva verso Castel dell’Alpe e Faenza per immettersi nella Via Aemilia (questo è ritenuto il più antico itinerario di valico), a dx si dirigeva verso Forlì e Ravenna transitando dal crinale del contrafforte principale e da Monte Ritoio (che “indica la retta via”).

Come accennato, i tòpos citati interessano uno dei tratti più impervi del versante appenninico evidenziante i rilievi di Poggio Piancancelli, Monte Falco, Poggio Martino, Poggio Zaccagnino, Poggio di Mezzo, Poggio Palaio e Poggio delle Secchete, da cui si staccano dorsali variamente caratterizzate per morfologia e sviluppo, in passato risalite da stretti ed impervi percorsi di crinale utilizzati per le attività boschive, prevalentemente scollegati tra loro e di cui rimangono scarse tracce, che andavano a raggiungere la viabilità barrocciabile che, ancora oggi in uso, attraversava la Bandita di Campigna (Strada di Fonte al Bicchiere, Ponticino, La Stretta), come ben rappresentato nella cartografia storica e, in particolare, nella Carta Geometrica della Regia Foresta Casentinese e adiacenze (datata 1850 e conservata presso il Nàrodni Archiv Praha). Tra le dorsali anche la Costa Poggio dell’Aggio Grosso già in passato, quando era detta Raggio Grosso, veniva risalita da uno stretto ed impervio percorso che intorno ai 1200 m scavalca il crinale attraversando una stretta e lunga area di falsopiano, ben visibile anche da remoto, nella Carta Geometrica detta Pianellone. Della pista rimangono discrete tracce che oggi costituiscono parte del tracciato, noto a escursionisti e micologi, del Sentiero del Satanasso che, se fosse ancora utilizzabile il Ponte Tibetano, sarebbe interamente percorribile dall’innesto presso la S.P. 4 del Bidente fino all’innesto sulla S.F. di Giogo di Castagno poco sotto Pian delle Fontanelle.

Dopo la confisca del vasto feudo forestale da parte della Repubblica di Firenze a danno dei conti Guidi, l’alpe del Corniolo, allora chiamata anche selva del Castagno, e la selva di Casentino ovvero di Romagna che si chiama la selva di Strabatenzoli e Radiracoli tra il 1380 e il 1442 furono donate (il termine contenuto in atti è “assegnato in perpetuo”; A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, pp. 15-16, cit.) all’Opera del Duomo di Firenze che, per oltre quattro secoli si riservò il prelievo del legname da costruzione e per le forniture degli arsenali di Pisa e Livorno, di quelli della Francia meridionale oltre che per l’ordine dei Cavalieri di Malta, tanto da legiferare già a partire dal 1427 e, nel 1561, con la prima organica delle disposizioni in materia forestale oltre l’istituzione della Bandita venne stabilito che venissero insediate guardie armate per ogni “provincia” forestale. I documenti relativi all’affidamento alle guardie della custodia delle varie parti delle selve contengono interessanti descrizioni dei luoghi. Nel 1655 si trova riportato: «[…] prima parte […] abetie dell’Opera in Romagna, le quali sono sopra la nuova bandita di Campigna verso ponente, cioè Mortai, Pianazzone, Raggio Grosso, Poggio Martino […]. Seconda parte sia quella della bandita di Campigna tale quale ella è di presente e nel bando di essa l’anno 1645. Aggiungetevi di più tutte quelle pendici che sono appresso a Campigna e sono il Poggio di Zaccagnino, Grifoglieta, Poggio di Mezzo, Poggio del Palaio, Seccheta […].» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, pp. 52, 53, cit.). Da quanto sopra appare evidente che già per essere esterni alla Bandita tali luoghi dovevano essere ricoperti da boschi di minor pregio, come peraltro era stato già precisato in una relazione del 1652: «[…] molti luoghi con diversi vocaboli come fra gli altri sono i Mortai, il Pianazzone, il Raggio Grosso, e il Poggio Martino che è il più vicino a Campigna da tutti gli uomini dell’Opera pratichi ci è stato concordemente affermato non esservi abeti buoni per alcun servizio delle galere producendoli quivi la natura tutti corti e pieni di nodi atti perciò solamente all’uso ordinario dell’opera per legni quadri […].» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, pp. 263, 264, cit.). Nel Contratto livellario del 1818, tra l’Opera e il Monastero di Camaldoli si trova ancore una similare descrizione del luogo «[…] comunità di Premilcuore la quale viene composta dai seguenti terreni cioè: […] 38° Un tenimento di terra macchiata, abetata, faggiata, prativa, pasturata, di staia 600 circa, coi vocaboli di Agio Grosso, Palestrina, Mandrione e la Pianaccia.» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, pp. 461, 476, 479, cit.). Costituendo il luogo da secoli anche sede di agevole percorrenza, il toponimo anche nella definizione più antica “raggio” si può intendere come suffisso derivativo da “passaggio” tale da consentire il transito di “grosse” pezzature di legname.

Oggi la Costa Poggio dell’Aggio Grosso, grazie alle politiche di conservazione naturalistica e all’istituzione del Parco delle Foreste Casentinesi, dopo secoli di sfruttamento incontrollato, dall’osservazione panoramica pare aver superato le criticità denunciate fino al XIX secolo risultando principalmente ricoperto dalla faggeta della fascia montana inferiore, con un’area del versante occidentale di abetine seminaturali opposta ad oriente a boschi misti submontani e castagneti da frutto verso il fondovalle.

Per approfondimenti si rimanda alle schede toponomastiche Valle del Bidente delle Celle e/o relative a monti e insediamenti citati.

RIFERIMENTI   

AA. VV., Dentro il territorio. Atlante delle vallate forlivesi, C.C.I.A.A. Forlì, 1989;

G.L. Corradi (a cura di), Il Parco del Crinale tra Romagna e Toscana, Alinari, Firenze 1992;

A. Gabbrielli, E. Settesoldi, La Storia della Foresta Casentinese nelle carte dell’Archivio dell’Opera del Duomo di Firenze dal secolo XIV° al XIX°, Min. Agr. For., Roma 1977;

M. Gasperi, Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo, Il Ponte Vecchio, Cesena 2006;

N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Le Lettere, Firenze 2001;

P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anast. Castrocaro Terme 1989;

Alpe di S. Benedetto, Carta dei sentieri, Istituto Geografico Adriatico, Longiano 2014;

Carta Escursionistica, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze;

Link https://servizimoka.regione.emilia-romagna.it/appFlex/sentieriweb.html.

Percorso/distanze :

rilievo delle foreste Casentinesi,  fra  Pian del Grado e Poggio Pian delle Fontanelle

Testo di Bruno Roba

Si percorre la S.F. di Giogo di Castagno (vi si giunge tramite la S.P. n.94 del Castagno dal Passo della Calla) per circa 900 m dalla sbarra, fino all’innesto del Sentiero del Satanasso (Coordinate WGS84: 43° 53’ 28” N / 11° 42’ 44” E), onorato in alcune edizioni di cartografia escursionistica di apposita simbologia e in parte ben segnalato con bolli rossi e strisce verdi; il crinale della Costa si raggiunge dopo circa 1 km di sentiero, ma il crollo di ampia porzione rocciosa di un suo tratto già strettissimo ne rende pronosticabile la prossima interruzione della percorribilità già a breve distanza dall’inizio.

foto/descrizione :

Le foto sono state scattate da Bruno Roba, che ha anche inserito i testi, e qui riprodotte su autorizzazione dell'autore
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001a/001d - Dal Sentiero degli Alpini (SA 301 CAI) presso Poggio Bini, mentre si abbraccia l’alto versante vallivo del Bidente delle Celle, il punto di vista ottimale su uno dei tratti più impervi del versante appenninico, da cui ha origine il Fosso del Satanasso, consente di distinguere diversi rilievi, comunque si rivela utile l’indice fotografico. Nel particolare dell’ultima foto è evidente la porzione di crinale della Costa Poggio dell’Aggio Grosso che spiana, infatti in passato detta Pianellone (16/04/16).

 

001e – 001f – Dal Crinale di Partinico, che si diparte dai pressi di Mandriacce, la posizione ravvicinata rispetto alla Valle del Fosso Bidente delle Celle evidenzia il ruolo geo-morfologico della Costa nella formazione della conca che racchiude il bacino del Fosso di Pian del Grado (2/12/16).

 

001g – 001h – 001i – Dalla poderale rotabile che discendendo dalla Colla Pian di Mezzano, sul contrafforte principale, penetra nella Valle delle Celle (in basso si intravede La Fossa), si nota soprattutto la parte terminale della Costa, a partire dal Pianellone (6/12/16).

 

001l – 001m – Da monte di Pian del Grado si notano le ultime pendici della Costa che raggiungono il villaggio (6/12/16).

 

001n/001r - Dal Crinale del Corniolino, pressi Tre Faggi, oltre il Crinale di Partinico compare l’intero arco appenninico e il tratto iniziale del contrafforte principale che delimitano la Valle del Bidente delle Celle ed è possibile identificarne i principali rilievi, anche qui notando la “tenaglia” crinalizia delimitante la conca che racchiude il bacino del Fosso di Pian del Grado: la Costa è il crinale di sx (30/11/16).

 

001s/001v - Scorci più inconsueti si aprono risalendo da Fossacupa sulle pendici di Montecavallo verso la sequenza dei rilievi dell’arco appenninico, finché la Costa Poggio dell’Aggio grosso diviene fondale scenografico di Montecavallo di Sopra mentre si stacca da Pian delle Fontanelle (12/12/16)

 

001x – 001y - Dalla S.F. di Giogo di Castagno si apre uno scorcio panoramico in corrispondenza di un ramo del Fosso del Trincerone, affluente del Fosso di Pian del Grado, nelle vicinanze dell’innesto del Sentiero del Satanasso, da cui si nota la parte terminale della Costa Poggio dell’Aggio Grosso a partire dal Pianellone (31/10/17).

 

002a – Schema di mappa con evidenziazione del reticolo idrografico, da cui si evidenzia che la Costa Poggio dell’Aggio Grosso separa i bacini idrografici dei Fossi di pian del Grado e del Satanasso. La toponomastica in parte rievoca quella in uso nel XIX sec.

 

002b/002e – Il primo tratto del versante nord-occidentale della Costa evidenzia in alto spessi banchi marnoso-arenacei e in basso profonde incisioni del reticolo idrografico del Fosso di Pian del Grado (31/10/17).

 

002f – 002g - 002h – Il Sentiero del Satanasso consente abbastanza agevolmente di raggiungere il crinale della Costa Poggio dell’Aggio Grosso (in passato Raggio Grosso), che si presenta subito piuttosto stretto ma da questo punto già meno digradante e più percorribile, costituendo dall’antichità anche sede di agevole percorrenza, in tal senso il toponimo si può intendere come suffisso derivativo da “passaggio” tale da consentire il transito di grosse pezzature di legname (31/10/17).

 

002i/002m -  Il crollo di ampia parte di un tratto già strettissimo della Costa rende pronosticabile la prossima interruzione del Sentiero del Satanasso a breve distanza dal suo inizio (31/10/17).

002n – Tra la vegetazione si scorge il tratto del contrafforte principale compreso tra Costa Poggio Corsoio e Poggio Bini (31/10/17).

 

002o/002v – Un’ampia sella della Costa Poggio dell’Aggio Grosso era in passato denominata Pianellone; qui il tracciato viario disegna un tornante spostandosi sull’altro versante (31/10/17).

 

002w/002z – Superato il Pianellone il Sentiero del Satanasso attraversa il versante orientale della Costa ricoperto da una boscaglia mista ed inciso dal reticolo idrografico del Fosso del Satanasso (31/10/17).

 

003b – 003c – 003d - Dalla Costa Poggio dell’Aggio Grosso, spostandosi laddove spiana (il Pianellone, 1200 m), si aprono scorci panoramici sullo sviluppo verso lo sbocco della Valle del Bidente delle Celle, dove da un lato si notano le Ripe Toscane e dall’altro il Crinale del Corniolino, oltre il quale emerge il complesso di Poggio Squilla con l’Altopiano di S. Paolo in Alpe (31/10/17).

 

003d – 003e – 003f - Ulteriori scorci si aprono verso Poggio Martino consentendo di notare, verso Est, la dorsale che si stacca precipitando di 285 m (da 1535 a 1251 m), creando una sella e, verso Nord, l’incisione nativa del Fosso del Satanasso, in passato non casualmente detto delle Palestrine. La dorsale ha un lungo sviluppo dividendo i Fossi del Satanasso e delle Capanne; verso la parte terminale evidenzia un Poggio in passato detto della Scala (31/10/17).

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