Rio d'Olmo o Ridolmo Vecchio
Testo di Bruno Roba (05/2017 – Agg. 28/04/2022) - Il bacino idrografico del Fosso di Rio d’Olmo si attesta su un tratto di versante occidentale del contrafforte principale compreso tra il Crinale o Raggio del Finocchio, che si dirama all’altezza della sella di Prato ai Grilli (prima del Poggiaccio), e la dorsale che ha origine dal Monte Càrpano. Il Crinale del Finocchio prima di dirige verso l’Eremo Nuovo quindi segue il Bidente fino a Pietrapazza, sempre più ristretto e affilato per la confluenza con il Rio D’Olmo; la dorsale dal Càrpano presto si biforca e, mentre il suo ramo di libeccio converge sul Bidente definendo la valle del fosso principale e dividendola da quella del Fosso delle Graticce, suo affluente, il ramo di grecale (detto Crinale delle Graticce), pure converge sul fiume, costituendo separazione del sistema vallivo dalla valle del Fosso del Lastricheto.
Nel XVI secolo l’area del Ridolmo veniva distinta nel fondovalle verso Pietrapazza e Casaccia, detto Himo o Imo Ridolmo o Ridolmo Basso, nell’area centrale limitata a Ridolmo, poi Ridolmo Vecchio, mentre il Sommo Ridolmo era l’area più elevata che si estendeva dal crinale del Monte Càrpano (anticamente M. Carpi) al monte del Finocchio, alle Palestre e al Prato al Grillo, quindi comprendendo Casina di Ridolmo, Casina e Susinello.
Per l’inquadramento territoriale v. schede Valle del Bidente di Pietrapazza, Fiume Bidente di Pietrapazza e Fosso di Rio d’Olmo.
In base al Catasto Toscano (1826-34) nel sistema vallivo del Fosso di Rio d'Olmo, di Susinello e della Capra, sorgevano i seguenti fabbricati, tutti insediati nel versante meglio esposto in dx idrografica, oggi totalmente ricoperto dagli impianti restaurativi di pinacee in luogo dei coltivi e pascoli che ne hanno determinato e/o incrementato l’instabilità idrogeologica: Casaccia (scomparso); Rivo d’Olmo o Cà Riodolmo o Ridolmo o Ridolmo Vecchio (scarsi resti), nel Catasto Toscano Rio d’Olmo, nella Carta d'Italia I.G.M. di impianto (1894 e 1937) C. Rio d’Olmo, nella cartografia escursionistica moderna Ca Ridolmo; Ridolmo o Casina Ridolmo (rudere), nel Catasto Toscano Casina, nella cartografia escursionistica moderna C. Rio d'Olmo (Casina Biozzi); Casina (scomparso), come tale presente solo nel Catasto Toscano; Susinello (scarsi ruderi), o Sucinello nel Catasto Toscano, già C. Susinello nella Carta d’Italia I.G.M. di impianto, ma di nuovo Succinello in una mappa dell’Archivio Comunale di Bagno di Romagna (1888-1913). Nell’area è da segnalare inoltre la citata Maestà della Casaccia (restaurata), mentre gli scarsi resti di Case di Monte Càrpano, M.e Càrpano nel Catasto Toscano, si trovano sul crinale che risale il monte, presso l’incrocio desueto sopra descritto. Il versante sx della valle è ricoperto da una giovane e fitta faggeta, attraversata da un fitto reticolo di percorsi che risale fino al crinale probabilmente legato alle attività di esbosco, e, per quanto non particolarmente accidentato, appare anche storicamente pressoché privo di insediamenti o ricoveri, salvo la probabile collocazione di Case di Sotto (scarsi ruderi), anonimo nel Catasto Toscano, ricadente nell’area dell’Eremo nuovo di Sotto o Himo Lermonovo, cui sono da riferire pure la Casina del Raggio (scomparso e mai cartografato) e la Maestà del Raggio (restaurata), posti sul Crinale del Finocchio.
L’Opera del Duomo di Firenze in Romagna vantava diritti e possedimenti che si spingevano fino a queste latitudini, così alcuni appezzamenti dell’area della Fossa dell'Olmo e del Lastricheto sono documentato fin dal 1546 nell’inventario eseguito dopo che l’Opera, avendo preso possesso delle selve “di Casentino e di Romagna”, dove desiderava evitare nuovi insediamenti, aveva constatato che, sia nei vari appezzamenti di terra lavorativa distribuiti in vari luoghi e dati in affitto o enfiteusi che altrove, si manifestavano numerosi disboscamenti e roncamenti non autorizzati; pertanto, dalla fine del 1510 intervenne decidendo di congelare e confinare gli interventi fatti, stabilendo di espropriare e incorporare ogni opera e costruzione eseguita e concedere solo affitti quinquennali. I nuovi confinamenti vennero raccolti nel “Libro dei livelli e regognizioni livellarie in effetti” che, dal 1545 al 1626 così costituisce l’elenco più completo ed antico disponibile «[…] dei livelli che l’Opera teneva in Romagna […] se ne dà ampio conto qui di seguito […] 1546 […] Un poderetto di terra lavorativa e roncata in luogo detto la Fossa dell’Olmo di some 5 […] Un pezzo di terra lavoratia, siepata e roncata in luogo detto il Susinello di some 5. […] un pezzo di terra lavorativa e roncata posta in luogo detto i Ripiani e di some 6. Un podere di terra lavorativa e roncata con casa, in luogo detto le Felcetine. […] Un poderino alle Graticce di some 5. […] 1547 […] Un podere con casa e terre lavorative e vignate e roncate in luogo detto la Celteraia. […] Un podere ai Ripiani di some 25. […] Un podere con casa e terre lavorative roncate et altro, in luogo detto le Cortine e vale scudi 200.» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, pp. 151-153, cit.). Peraltro, una relazione del 1789 conferma quale fosse il tipo di interesse dell’Opera nel mantenimento dei poderi che … : «[…] sono situati alle falde di vasto circondario delle selve d’abeti e sembra che sieno stati fabbricati in detti luoghi per servire di custodia e per far invigilare dai contadini di detti poderi dal fuoco, al taglio insomma alla conservazione di dette selve […] non ardirei mai di far proposizione di alienarli ma di seguitare a tenerli […] come si rileva chiaramente dalla loro posizione servendo di cordone e custodia alle macchie medesime [...] ma […] potrebbero allinearsi e vendersi per essere […] ridotti in tal cattivo stato dai passati affittuari […]» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, pp. 441, 442, cit.). I sopraddetti appezzamenti comunque vennero presto alienati, così nel 1818, all’epoca del Contratto livellario tra l’Opera e il Monastero di Camaldoli, nella descrizione dei confini vengono ormai nominati alcuni proprietari privati, i cui poderi paiono estendersi fino al crinale, tra cui i “Signori Biozzi di Bagno”, futuri proprietari anche di Ridolmo: «Una vasta tenuta di terre […] alla quale per la circonferenza confina: […]; secondo, da detto punto confina Giuseppe Mosconi di Ridolmo seguitando la strada che da Prato ai Grilli conduce al Poderaccio, lasciando la strada su prendere il crine che conduce alle Palestre; terzo, dal detto luogo delle Palestre fino al fosso di Valbona Signori Biozzi di Bagno col Podere dell’Eremo Nuovo e dal detto Fosso di Valbona fino al fosso del Pian del Miglio balzone comprendendo nell’Opera il Prato della Bertesca fino alla strada da S. Giavoli e dal crinale dei Piani sempre signori Biozzi; quarto, Mario Mosconi col podere detto Ripiani […]» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, pp. 463-464, cit.).
La prima colonizzazione nell’area della Fossa dell’Olmo risale al 1531, anno dal quale iniziano ad essere documentati i primi abitanti, che si intensificheranno entro il 1560. Già in quegli anni le case si sono moltiplicate andando ad appoderare l’intera vallata, fino a giungere alla duplicazione toponomastica certificata dal Catasto Toscano – Casina (Ridolmo), Casina - che viene superata solo con la complessiva riorganizzazione poderale avvenuta col passaggio al XX secolo, culminante con l’abbandono di Ridolmo/Rio d’Olmo o Ridolmo Vecchio e la ricostruzione del fabbricato di Casina (1918), presumibilmente conseguente ai danni causati dal devastante terremoto di quell’anno. Composto da un fabbricato principale e tre annessi in base alla mappa del Catasto Toscano, nel Giornale di Campagna del 1835 (inequivocabilmente comprensiva del n. di particella catastale) è registrata una: «(249) Casa, capanna ed aia. A terreno: Quattro stalle, due stalletti, due forni, e capannetta. P. I°: cucina e tre stanze. Ad uso colonico» (M. Foschi, P. Tamburini, 1979, p. 81, cit.). Una mappa dell’Archivio Comunale di Bagno di Romagna datata 1888-1913 (cfr. AA.VV., 1989 e C. Bignami, A. Boattini, 2018, cit.), riguardante l’attribuzione delle numerazioni civiche, assegna a Ridolmo il n. 7, quando la casa risulta composta di 8 vani. A seguito dell’abbandono dei primi decenni del XX secolo, negli anni ‘70 diviene in conseguenza proprietà ex A.R.F. che però ormai regista i dati catastali di un fabbricato non dimensionato, evidentemente già ridotto a rudere, mentre, nell’ambito dei programmi regionali di riutilizzo del patrimonio edilizio nel Demanio forestale sottopone la vicina Casina Ridolmo ad analisi storico-tipologica e metodologica (nella quale viene fatta confusione nell’attribuzione della documentazione catastale antica tra i due fabbricati omonimi). Con la riorganizzazione è avvenuto pure il trasferimento toponomastico ai danni di Ridolmo/Rio d’Olmo, ma la memoria storica non si è cancellata, aiutata dai suoi scarsi resti, interessanti anche per essere collocati al crocevia degli itinerari che infrastrutturavano la valle, ovvero soprattutto la citata Strada che da Pietrapazza va a Bagno, poi Mulattiera Bagno-Pietrapazza-Ridràcoli che, pressoché integra nel tratto verso il fondovalle, nonostante le modifiche apportate dalla S.F. Nocicchio-Pietrapazza mostra ancora consistenti tracce nel tratto a monte. Questo tratto viario era particolarmente impervio, infatti da Rio d’Olmo si inerpicava fino alla sovrastante sella del Crinale delle Graticce seguendo il bordo orientale dell’ampio e caratteristico affioramento arenaceo, quindi seguiva il versante SO del Monte Càrpano fino al citato incrocio viario presso le Case di M. Càrpano, luogo di una nota (ma non documentata) Osteria, dal quale nuovamente precipitava, nel versante opposto, tra le valli del Barco o Volanello e dell’Ancisa o Casaccia e Cappella, venendo nominata Strada detta della Lastra che va a Monte Carpano. Impraticabile per molti mesi dell’anno, solo nel 1841 è stato terminato il tracciato sostitutivo più a mezzacosta della Mulattiera Bagno-Pietrapazza-Ridracoli, di cui si vedono alcuni tratti sotto la rotabile ed il cippo stradale presso il Passo di M. Càrpano. A Rio d’Olmo si incrociavano inoltre la mulattiera che univa gli insediamenti adiacenti e proseguiva fino a Susinello e al fondovalle, poi S.Vic.le Rio d’Olmo-Susinello, la mulattiera di collegamento con Le Graticce, poi S.Vic.le Pietrapazza-Graticce-Rio d’Olmo e la mulattiera che scendeva subito a guadare il Fosso di Rio d’Olmo presso la confluenza del Fosso della Capra, per risalire il versante opposto del Crinale del Finocchio, entrando nell’area di pertinenza dell’Eremo Nuovo.
Per approfondimenti si rimanda alle schede toponomastiche relative ad acque, rilievi e insediamenti citati.
N.B. - Negli scorsi Anni ’70, a seguito del trasferimento delle funzioni amministrative alla Regione Emilia-Romagna, gli edifici compresi nelle aree del Demanio forestale, spesso in stato precario e/o di abbandono, tra cui Riodolmo (1 fabbricato non dimensionato corrispondente a Ridolmo Vecchio, 2 fabbricati corrispondenti a Casina Ridolmo, solo uno dimensionato) e La Casaccia, divennero proprietà dell’ex Azienda Regionale delle Foreste (A.R.F.); secondo una tendenza che riguardò anche altre regioni, seguì un ampio lavoro di studio e catalogazione finalizzato al recupero ed al riutilizzo per invertire la tendenza all’abbandono, senza successo. Con successive acquisizioni il patrimonio edilizio del demanio forlivese raggiunse un totale di 492 fabbricati, di cui 356 nel Complesso Forestale Corniolo e 173 nelle Alte Valli del Bidente. Circa 1/3 del totale sono stati analizzati e schedati, di cui 30 nelle Alte Valli del Bidente. Il materiale è stato oggetto di pubblicazione specifica.
- Quando il toponimo compare con anteposta l’abbreviazione “C.” presumibilmente si è manifestata l’esigenza di precisarne la funzione abitativa; in base alle note tecniche dell’I.G.M., se viene preferito il troncamento Ca deve essere scritto senza accento: se ne deduce che se compare con l’accento significa che è entrato nella consuetudine quindi nella formazione integrale del toponimo.
RIFERIMENTI
AA. VV., Dentro il territorio. Atlante delle vallate forlivesi, C.C.I.A.A. Forlì, 1989;
AA.VV., Il popolo di Pietrapazza, C.C.I.A.A. di Forlì, Cooperativa culturale Re Medello, Forlì 1989;
C. Bignami, A. Boattini, La Gente di Pietrapazza, Monti editore, Cesena 2018;
G.L. Corradi (a cura di), Il Parco del Crinale tra Romagna e Toscana, Alinari, Firenze 1992;
M. Foschi, P. Tamburini, (a cura di), Il patrimonio edilizio nel Demanio forestale. Analisi e criteri per il programma di recupero, Regione Emilia-Romagna A.R.F., Bologna 1979;
A. Gabbrielli, E. Settesoldi, La Storia della Foresta Casentinese nelle carte dell’Archivio dell’Opera del Duomo di Firenze dal secolo XIV° al XIX°, Min. Agr. For., Roma 1977;
M. Gasperi, Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo, Il Ponte Vecchio, Cesena 2006;
N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Le Lettere, Firenze 2001;
P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anast. Castrocaro Terme 1989;
Piano Strutturale del Comune di Bagno di Romagna, Insediamenti ed edifici del territorio rurale, 2004, Scheda n.659;
Bagno di Romagna, Carta dei sentieri, Istituto Geografico Adriatico, Longiano 2008;
Carta Escursionistica scala 1:25.000, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze;
Link http://www.igmi.org/pdf/abbreviazioni.pdf;
Link www.mokagis.it/html/applicazioni_mappe.asp.
Testo di Bruno Roba - Gli scarsi resti di Rio d'Olmo sono raggiungibili senza difficoltà dalla S.F. Nocicchio-Pietrapazza (sterrata non transitabile di circa 6,1 km) nella quale, sul lato Ovest, a circa 3,5 km dal bivio del Nocicchio (km 203+300 della S.P. 142 dei Mandrioli, ex S.S. 71 Umbro-Casentinese) e a circa 2,6 km da Pietrapazza, qualora si giunga dalla S.F. Poggio alla Lastra-Pietrapazza (sterrata di circa 10 km), si innesta la deviazione del sentiero GCR 209 CAI che, percorrendo l’antica mulattiera, conduce (100 m) sul luogo dei ruderi.
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00a1 – 00a2 - Dalla dorsale di separazione tra le valli dei Fosso Fondo Rignone e del Vallone-dei Poderini, già Raggio di Valprandola e Raggio da Rignuno o di Rignone, vedute delle dorsali che si staccano dal contrafforte (Crinale delle Graticce, Crinale del Finocchio) e delle valli dei Fossi delle Graticce, di Rio d’Olmo, della Capra e di Susinello (8/09/20 - 28/03/22).
00b1 - 00b2 – Dal sent. 221, tra Pietrapazza e Siepe dell’Orso, panoramiche e vedute dei sistemi vallivi di Rio d’Olmo e Pietrapazza, con indice fotografico (9/05/13).
00c1/00c9 – Dalla S.F. del Cancellino, scorcio della valle del Fosso di Rio d’Olmo, con indice fotografico e particolari sui due Ridolmo e sull’area in erosione a lato della quale passava il tracciato antico della Strada che da Pietrapazza va a Bagno (11/05/11 - 24/08/11 - 16/07/12 - 17/09/12).
00d1/00d7 - Dalla S.F. Nocicchio-Pietrapazza, tra il Poggiaccio e il viadotto, panoramiche e vedute della valle del Fosso di Rio d’Olmo, con particolari incentrati sull’area denudata del bivio del sent. 209 adiacente al sito di Rio d’Olmo: il versante insediativo, godente della migliore esposizione ed in passato utilizzato per coltivi e pascolo che hanno incrementato l’instabilità idrogeologica, è oggi totalmente ricoperto da impianti resturativi di pinacee (3/10/11 – 15/11/11 – 8/03/17).
00e1 – 00e2 – 00e3 - Dalla mulattiera che da Ridolmo reca a Susinello, sul crinale che separa i Fossi della Capra e di Susinello, vedute del versante insediativo: i resti di Rio d’Olmo sono occultati nella macchia di abeti stretta dal bivio tra il sentiero e la rotabile (8/03/17).
00f1/00f6 – L’area adiacente a Rio d’Olmo dove le tracce della viabilità antica, che risaliva il versante, incrociano la rotabile (18/10/11 - 12/08/16 – 8/03/17).
00g1 – Schema cartografico del bacino idrografico del Fosso di Rio d’Olmo.
00g2 – Schema da mappa catastale della prima metà dell’Ottocento, evidenziante il sistema insediativo, con utilizzo della toponomastica originale. Qui compare anche la toponomastica della viabilità principale di fondovalle e di crinale.
00g3 - Schema da cartografia della prima metà del ‘900, corrispondente alla situazione odierna.
00g4 - Schema cartografico da mappa del XIX sec. che, nella sua essenzialità, evidenziava esclusivamente i tracciati viari di crinale che da S.Sofia raggiungevano lo Spartiacque Appenninico, il tracciato di fondovalle S.Sofia-Poggio alla Lastra che poi si riconnetteva al tracciato di crinale ed il tracciato trasversale che collegava i Passi della Bertesca e di Monte Càrpano transitando da Pietrapazza. La toponomastica riprende, anche nella grafica, quella originale; integrazioni in neretto a fini orientativi.
00g5 – Schema del sistema viario storico principale al XIX secolo, su base cartografica dei primi decenni del XX secolo, che, prima della realizzazione dell’invaso di Ridràcoli e della viabilità provinciale interna, venne integrato con il sistema delle mulattiere.
00h1/00h11 - Gli scarsi resti di Rio d’Olmo, con tratti di muratura, accumuli ordinati e scarsi accumuli sul sito del crollo che fanno presumere anche parziali demolizioni con prelievo di materiale (18/10/11 – 12/08/16).