Eremo Nuovo (XIX sec.)
Testo di Bruno Roba (08/2017 – Agg. 7/12/2021) - Il bacino idrografico del Fosso dell’Eremo Nuovo ricade nell'area dove, in ere geologiche, si è verificato il fenomeno erosivo che ha determinato la formazione di quel terrazzamento orografico interglaciale della valle corrispondente ai dolci pendii dell’altopiano di Pian della Saporita e attraversa con le sue ramificazioni tutto il piano inclinato del versante orientale che lo sorregge, ma un suo ramo, lungo 1,5 km, spinge le sue origini fino a Poggio della Bertesca. Il bacino idrografico del fosso è costituito in prevalenza dai coltivi degli antichi poderi dell’Eremo Nuovo e de la Bertesca, oltre a diversi tratti del Castagneto dell’Eremo Nuovo, oggi abbandonato, tra cui spicca per interesse botanico un gruppo di quattro esemplari, probabilmente appartenente al nucleo più antico, stimato in 250 anni di età e 15 m di altezza. Ormai soffocata dal bosco circostante, nel 2011 l’area è stata interessata da un intervento di deforestazione mirato a ridare luce agli individui da frutto ancora vitali.
In base al Catasto Toscano del 1826-34 nell’area del Fosso dell’Eremo Nuovo compare anzitutto un nucleo di due fabbricati adiacenti denominati L’Eremo nuovo mentre più discosto compare un ulteriore fabbricato, anonimo ma segnato con la croce, relativo ai ruderi oggi noti come la Chiesina. Nella Pianta Geometrica della Regia Foresta Casentinese (1850, conservata presso il Nàrodni Archiv Praha) compare la dizione Eremonuovo P.e attribuita ad entrambi i siti. Di tale nucleo più antico è del tutto scomparso il fabbricato più a monte planimetricamente articolato (che, nel Catasto Toscano appare dotato di un resede graficamente evidenziato), mentre dell’altro, quadrangolare, sono ancora visibili pochi ruderi, tipologicamente attribuiti ad uso casa-stalla, infatti non si può escludere l’esclusivo uso poderale. Riguardo la Chiesina, di cui non si trovano notizie documentarie certe salvo la citata croce catastale, è concretamente ipotizzabile individuare i resti del nucleo eremitico comprendente l’Oratorio della Visitazione di Maria o della Beata Vergine e di S. Romualdo, così documentato in occasione delle visite pastorali fino alle ultime del 1746, 1761 e 1776, quando non si accenna più alla casa eremitica, probabilmente non più esistente: «Il 31 agosto 1761 fu nuovamente visitato l’Eremo. […] Il visitatore trovò tutto bene […]. Da notare è che in queste due ultime visite non si fa cenno alcuno alla casa che era adiacente. Forse non esisteva più.» (E. Agnoletti, 1996, p. 188, cit.). In seguito alla presa in possesso delle terre da parte dell’Opera del Duomo di Firenze vennero stabiliti i nuovi confinamenti, raccolti nel “Libro dei livelli e regognizioni livellarie in effetti” (che costituisce l’elenco più completo ed antico disponibile relativamente agli anni dal 1545 al 1626) da cui si apprende anche dell’esistenza di un Mulino dell’Eremo Nuovo: «[…] dei livelli che l’Opera teneva in Romagna […] se ne dà ampio conto qui di seguito […] 1545 […] – Un’altra presa di terra in luogo detto le Bacie dell’Eremo Nuovo […] – Una presa di terra aggettata e boscata in luogo detto la Bertesca la quale comincia sopra l’Eremo Nuovo […] 1546 […] – Un pezzo di terra di some 3 in luogo Mulino dell’Eremo Nuovo.» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, pp. 149-151, cit.). Altri insediamenti dell’area erano la Bertesca, abbandonato nel 1970, costituito dal fabbricato colonico principale e da due annessi adiacenti, una stalla-fienile posta circa 200 m più a monte nota come Mandria Vecchia, documentata ancora negli scorsi anni ‘70 ma oggi scomparsa, e le Capanne, posto in sx idrografica del Fosso del Rovino presso lo sbocco nel Bidente, sul bordo del sito anticamente detto Pian del Miglio, di cui si hanno notizie fin dal 1642 ma sarebbe stato abbandonato già dai primi del ‘700.
Per l’inquadramento territoriale e storico dell’Eremo Nuovo v. schede: Valle del Bidente di Pietrapazza, Fiume Bidente di Pietrapazza, Fosso dell’Eremo Nuovo e Eremo Nuovo XI sec.
L'area dell’Eremo Nuovo, già Ermonovo, toponimo storicamente riguardante l’intera testata del Bidente di Pietrapazza, alla cessazione nel 1511 delle antiche funzioni eremitiche, risultava suddiviso in tre grandi porzioni. L’area centrale, Ermonovo o Ermo Novo, dotata di quattro case, di seguito distinte, oltre agli edifici monastici, un molino e vari capanni, di proprietà camaldolese: il Podere dell’Eremo Nuovo o Ermo novo podere de frati costituito da due case di cui una aderente ed una adiacente alla chiesa, un secondo Podere dell’Eremo Nuovo formatosi presso e/o in luogo dell’oratorio abbandonato, infine le Capanne o il Capanno dell’Eremo Nuovo. L’area più montana, Eremo nuovo di Sopra o Sommo Hermonovo, con due case: il Poderuccio o Poderaccio o Podere dell’Eremo Nuovo e La Buca o Bugaccia o le Casette o Fossa (i dispregiativi e i topo-oronimi sono particolarmente significativi), distrutti causa incendio o abbandono già dal XIX sec. e dati per scomparsi «In questa zona sorgevano diverse case e capanni, poderi scomparsi per incendio (Poderaccio, Buca) […]» (AA.VV., 1989, pag.23, cit.), il primo podere in origine dei camaldolesi poi passato in proprietà dell’Opera del Duomo di Firenze, il secondo derivato per suddivisione del primo per volontà dell’Opera stessa. L’area che si estendeva fino a Pietrapazza, Eremo nuovo di Sotto o Himo Lermonovo o l’Ermo Novo, con due case già dei camaldolesi ma presto di proprietà privata: la Casina del Raggio e Case di Sotto, oltre ad altre case anticamente di proprietà dell'Opera ma anch’esse ormai di proprietà privata, La Ciardella, Il Finocchio e Casa di Bastiano o Poderino del Finocchio. Nel corso del Cinquecento anche l’area centrale di proprietà camaldolese venne frammentato in appezzamenti poderali privi di abitazioni, noti come Bacie, Fondone, Melosa, Piani, Pian Capanno, Palestra o Rivolte, Segoni e Spiaggia, assegnati a mezzadri dipendenti dai monaci poi, come tutte le aree montane, sottoposti alla gestione diretta dell’Opera.
Gli odierni fabbricati dell’Eremo Nuovo, sono conseguenti alla ricostruzione del 1855 (data sul frontone del camino su mensole sagomate, elemento di rilevo insieme al forno sotto una loggia adiacente all’ingresso, oltre ad una finestrella riutilizza rovesciata una cornice monolitica di probabile recupero dall’antico insediamento) al fine di proseguire l’attività agricola svolta a mezzadria dal 1511 per conto dei monaci camaldolesi nei fabbricati che sorgevano poco distante (100 m), fino al loro abbandono per una frana nel 1853. Ai nuovi fabbricati venne attribuita la denominazione toponomastica antica mentre i resti dell’edificio primitivo compaiono ormai anonimi nel catasto odierno: secondo alcuni autori assunsero quella di Poderuccio travisando le rappresentazioni del Catasto Toscano dove invece detto toponimo riguarda il sopracitato podere situato più a monte sull’altro versante fluviale presso lo sbocco del Fosso dei Segoni nel Bidente. Le trasformazioni son documentate L’Eremo nuovo, di cui quello articolato, corrispondente a quello scomparso, appare adiacente al ramo del Fosso dell’Eremo Nuovo proveniente da Poggio della Bertesca e affiancato da un ampio resede campito dello stesso colore del fosso, tanto da poter corrispondente alla gora del documentato Mulino dell’Eremo Nuovo. In tale fabbricato, discretamente dimensionato, potevano pure essere coesistiti sia la casa colonica sia il molino mentre pare documentato l’uso colonico del fabbricato adiacente. Il catasto antico rappresenta più distante anche il terzo fabbricato, anonimo ma con coloritura diversa e segnato con la croce, corrispondente ai resti detti della Chiesina, che non possono essere messi in relazione con il successivo evento franoso, quindi da riferirsi al sopracitato oratorio, superstite delle visite pastorali ma ormai privo della casa eremitica, infatti a pianta nettamente rettangolare.
Il nucleo edilizio dell’Eremo Nuovo è oggi costituito da tre fabbricati in cattivo stato di conservazione, identificati come casa-stalla, stalla-fienile ed annesso. Nel 1870 nei suoi locali viene aperta da Filippo Mazzi l’Osteria dell’Ermonovo. Nel 1908 tutti i possedimenti confinanti (7 poderi) vengono ceduti dai camaldolesi a privati che li detengono fino all’abbandono, nel 1963, con cessione all’E.R.S.A. e conseguenti vari interventi di ristrutturazione. L’Ente Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi ha annunciato (2013) la prospettiva dell’apertura di una fase di collaborazione con la Regione Emilia-Romagna verso intese finalizzate al recupero e conservazione di strutture pubbliche importanti per l’area protetta e con un’elevata valenza testimoniale, tra cui l’Eremo Nuovo e la Bertesca, ma senza seguito. L’oratorio, utilizzato fino al 1927 pochi anni dopo venne privato del tetto e costretto alla definitiva rovina.
Per approfondimenti si rimanda alle schede toponomastiche relative ad acque, rilievi e insediamenti citati.
N.B.: Informazioni preziose riguardo luoghi e fabbricati si hanno grazie ai rapporti delle visite pastorali o apostoliche. La visita, che veniva effettuata dal vescovo o suo rappresentante, era una prassi della Chiesa antica e medievale riportata in auge dal Concilio di Trento che ne stabilì la cadenza annuale o biennale, che tuttavia fu raramente rispettata. La definizione di apostolica può essere impropria in quanto derivante dalla peculiarità di sede papale della diocesi di Roma, alla cui organizzazione era predisposta una specifica Congregazione della visita apostolica. Scopo della visita pastorale è quello di ispezione e di rilievo di eventuali abusi. I verbali delle visite, cui era chiamata a partecipare anche la popolazione e che avvenivano secondo specifiche modalità di preparazione e svolgimento che prevedevano l'esame dei luoghi sacri, degli oggetti e degli arredi destinati al culto (vasi, arredi, reliquie, altari), sono conservati negli archivi diocesani; da essi derivano documentate informazioni spesso fondamentali per conoscere l’esistenza nell’antichità degli edifici sacri, per assegnare una datazione certa alle diverse fasi delle loro strutture oltre che per averne una descrizione a volte abbastanza accurata.
RIFERIMENTI
AA.VV., Il popolo di Pietrapazza, C.C.I.A.A. di Forlì, Cooperativa culturale Re Medello, Forlì 1989;
E. Agnoletti, Viaggio per le valli bidentine, Tipografia Poggiali, Rufina 1996;
S. Bassi, N. Agostini, A Piedi nel Parco, Escursioni nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, ComunicAzione, Forlì 2010;
C. Bignami, A. Boattini, La Gente di Pietrapazza, Monti editore, Cesena 2018;
A. Bottacci, La Riserva Naturale Integrale di Sasso Fratino, 1959-2009, 50 anni di conservazione della biodiversità, Corpo Forestale dello Stato, Ufficio territoriale per la Biodiversità di Pratovecchio, Pratovecchio, 2009;
G.L. Corradi (a cura di), Il Parco del Crinale tra Romagna e Toscana, Alinari, Firenze 1992;
A. Gabbrielli, E. Settesoldi, La Storia della Foresta Casentinese nelle carte dell’Archivio dell’Opera del Duomo di Firenze dal secolo XIV° al XIX°, Min. Agr. For., Roma 1977;
N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Firenze, Le Lettere 2001;
D. Mambrini, Galeata nella storia e nell’arte, Tipografia Stefano Vestrucci e Figlio, Bagno di Romagna, 1935 – XIII;
P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anastatica Castrocaro Terme 1989;
Crinali, speciale inverno 2013, n.42, Dicembre 2013, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna;
Piano Strutturale del Comune di Bagno di Romagna, Insediamenti ed edifici del territorio rurale, 2004, Schede n.662-679-880;
Carta Escursionistica, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze;
Carta dei sentieri, Foreste Casentinesi, Campigna – Camaldoli – Chiusi della Verna, Istituto Geografico Adriatico, Longiano 2012;
Carta dei sentieri, Comune di Bagno di Romagna, Istituto Geografico Adriatico, Longiano 2008;
Link www.mokagis.it/html/applicazioni_mappe.asp.
Link:www.asforli.beniculturali.it.
Testo di Bruno Roba - Il sito dell’eremo Nuovo è raggiungibile solo tramite sentieristica o pista ciclabile dalla S.F. del Cancellino (sterrata non transitabile di 20 km che si distacca al km 198+500 della S.R. 71 Umbro-Casentinese) lungo la quale si trova, poco più a Sud del km 7/13, l’innesto del Sent. 205 CAI che conduce alla meta, su 2,4 km di pista poderale. Alla S.F. del Cancellino si può giungere agevolmente anche tramite il Sent. 207 CAI dal Paretaio, dove si perviene dalla S.F. Poggio alla Lastra-Grigiole, percorrendo in tutto 2,3 km fino all’innesto del Sent. 205. Qualora si giunga da Pietrapazza, dove si perviene dalla S.F. Poggio alla Lastra-Pietrapazza (sterrata di circa 10 km), si percorre prima un breve tratto (200 m) del Sent. 209 CAI quindi fin dall’inizio il Sent. 205 CAI per ulteriori 2,1 km fino a destinazione, seguendo un antico ed oggi interessante tragitto che inizialmente si sviluppa sulla cresta del crinale che separa il Bidente di Pietrapazza dal Rio d’Olmo, quindi scende ad attraversare il Bidente poi risale fino al nucleo cercato. Il percorso è riportato in tutta la cartografia sentieristica. Vi si può giungere anche da Prato ai Grilli.
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00a1/00a5 – Le spoglie fronde arboree dello spartiacque subito sopra il Passo dei Lupatti consentono di scorgere la valle del Bidente e la Cialdella, mentre le ombre invernali avanzano già nel primo pomeriggio (7/01/12).
00b1/00b4 – Percorrendo il Crinale del Finocchio, mentre il Bidente si insinua verso le imponenti vette del Monte Cucco e di Poggio Rovino, la vista spazia sull’intero anfiteatro i cui luoghi anticamente erano significativamente denominati Palestre, Spiagge, Lastrone, Ripabianca, Capannacce, dove confinavano gli antichi possedimenti dell’Eremo Nuovo con i poderi di Buca e Poderaccio (12/07/16 – 1/09/16).
00b5/00b10 – Procedendo sul crinale fino ad oltrepassarne la cresta piramidale si gode della vista dell’intero insediamento dell’Eremo Nuovo, compresi i ruderi più antichi della Chiesina e del primitivo podere dell’Eremo Nuovo, dai quali un antico itinerario discendeva verso il fiume per superarlo tramite Ponte dell’Eremo e risalire verso le Rivolte di Bagno, attraversando il podere della Buca (12/07/16 – 1/09/16)
00c1/00c6 – Dal versante occidentale del Crinale del Finocchio, pressi dell’insediamento topico, la limitata distanza consente la vista dall’alto più ravvicinata dell’Eremo Nuovo; il bosco ancora spoglio consente inoltre di individuare il nucleo più antico del castagneto (7/04/18).
00d1/00d4 – Le ampie praterie pascolive del podere dell’Eremo, abbandonate e in corso di rinaturalizzazione, consentono molteplici panoramiche dei rilievi circostanti (3/10/12 – 1/03/17 - 7/04/18 – 28/10/20).
00e5 – 00e6 – 00e7 – La moderna sistemazione presso L’Eremo Nuovo (3/10/12 – 7/04/18).
00e8/00e14 – La casa-stalla, che ha mantenuto il toponimo antico di Eremo Nuovo pur essendo sorta per esclusive funzioni agricole, e il piccolo annesso antistante (24/08/11 -
00e15/00e23 – La loggia con forno (ormai distrutto), un’immagine sacra in cornice datata M.D. e l’interno fatiscente della cucina con il camino ancora integro datato 1855 (24/08/11 - 3/10/12).
00e24/00e27 – Particolari esterni, tra cui una finestrella che riutilizza rovesciata una cornice monolitica di probabile recupero dall’antico insediamento, e interno stalla (3/10/12 – 7/04/18).
00e28/00e33 – Il grande annesso agricolo, classificato stalla-fienile, con interni (24/08/11 – 3/10/12 – 7/04/18).
00f1 – Elaborazione da foto storica, presumibilmente anni ’60/’70, eseguita quando l’area era scarsamente boscata tanto da consentire la ripresa ed il viottolo passava tra i fabbricati.
00g1 – Schema cartografico del bacino idrografico del Fosso dell’Eremo Nuovo e adiacenze.
00g2 - Schema cartografico da mappa del XIX sec. che, nella sua essenzialità, evidenziava esclusivamente i tracciati viari di crinale che da S.Sofia raggiungevano lo Spartiacque Appenninico, il tracciato di fondovalle S.Sofia-Poggio alla Lastra che poi si riconnetteva al tracciato di crinale ed il tracciato trasversale che collegava i Passi della Bertesca e di Monte Càrpano transitando da Pietrapazza. La toponomastica riprende, anche nella grafica, quella originale; integrazioni in neretto a fini orientativi.
00g3 – Schema di mappa dedotto da cartografia del XVII secolo (disegnata con ribaltamento dell’orientamento, come a ribadire sia dove stava l’osservatore sia l’autonomia della Romagna Toscana rispetto all’incombente frontiera appenninica) dove L’Ermo Novo compare sul confine delle aree forestali gestite dall’Opera del Duomo di Firenze; si nota tra l’altro il tracciato viario che discende dal Passo della Crocina (Croce di Guagno), allora detto Via Maestra che vien dall’Eremo, e una Via del Rovino, presumibilmente percorrente la dorsale che si distacca da Poggio Rovino fino al fondovalle del Bidente presso l’Eremo (cfr.: A. Bottacci, 2009, cit.).
00g4 – Schema da mappa catastale della prima metà dell’Ottocento, evidenziante il sistema insediativo, con utilizzo della toponomastica originale. Qui compare anche la toponomastica della viabilità principale di fondovalle e di crinale.
00g5 – 00g6 – Confronti schematici tra cartografia antica e moderna, con indice cartografico e parziale utilizzo della toponomastica originale.
00g7 – Schema del sistema viario storico principale al XIX secolo, che nella prima metà del XX secolo venne integrato con il sistema delle mulattiere, su base cartografica dei primi decenni del XX secolo, prima della realizzazione dell’invaso di Ridràcoli e della viabilità provinciale interna.
00g8 - Schema da cartografia della prima metà del ‘900, corrispondente alla situazione odierna.
00h1 – 00h2 – Dal poggetto dove è insediata la Cialdella, vedute dell’insediamento eremitico sia antico sia ottocentesco (3/10/12).
00i1 - 00i2 - 00i3 – Dalla S.F. Nocicchio-Pietrapazza presso il Poggiaccio è possibile distinguere bene l’ampio pendio che sorregge Pian della Saporita e, grazie alle radure, i campi di Bertesca e Mandria Vecchia, che contrastano con l’asprezza dei rilievi appenninici. Legenda indice fotografico: A – Abetina di Brasco; B – Bertesca – M – Mandria Vecchia; P – Pian della Saporita (3/10/11 - 1/01/12 - 16/02/17 - 27/02/17).
00l1 – 00l2 – 00l3 – L’amplissimo podere dell’Eremo Nuovo simbolicamente inizia dal funzionante e ricostruito Ponte della Chiesina (7/04/18).
00l4/00l9 – Nei pressi del Ponte della Chiesina il Bidente compie un notevole salto che alimentava una centrale elettrica funzionale all’Eremo; salvo quanto detto nel testo riguardo il Mulino dell’Eremo Nuovo, non si può escludere che la centrale abbia riutilizzato parte delle strutture molitorie antiche (3/10/12 - 7/04/18).
00l10/00l15 – Il Ponte dell’Eremo attraversa (attraversava) il Bidente all’estremo Sud del podere eremitico utilizzando (pare) 3 travi affiancate, di cui ne resiste una che ha l’aspetto di un tronco appena sbozzato; l’area poderale si spingeva fino a Pian del Miglio, dove iniziava l’antica Via del Rovino, diretta verso il crinale appenninico (19/02/17 - 7/04/18).
00m1/00m4 – Tratti superstiti dell’antica Strada che da Camaldoli va alla Bertesca tra la Bertesca e l’Eremo Nuovo (28/10/20).
00n1/00n6 – Nel bacino idrografico del fosso si trovano gli esemplari superstiti dell’antico Castagneto dell’Eremo Nuovo; lungo la strada giacciono le cataste abbandonate degli ultimi tagli (28/10/20).