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Maestà del Trogo

inserita da Bruno Roba
Tipo : maestà
Altezza mt. : 635
Coordinate WGS84: 43 51' 31" N , 11 53' 06" E
Toponimo nell'arco di
notizie :

Testo di Bruno Roba (06/2017 - Agg. 4/08/2022) - Il bacino idrografico del Fosso del Trogo con i suoi principali affluenti, ovvero i Fossi delle Fiurledelle Casedel Poggiolodel Troghetto e del Poderino, si attesta sul tratto di contrafforte secondario successivo alla sella tra il Paretaio e Siepe dell’Orso (di passo tra le valli di Ridràcoli e Pietrapazza) che, alle estremità, evidenzia i picchi di Croce di Romiceto e Monte Moricciona, intercalati da ulteriori picchi e varie selle, tra cui quelle di Maestà di Valdora e Casanova dell’Alpe. Dal picco a meridione del Monte Moricciona incombente su Casanova dell’Alpe si stacca una dorsale che, con sviluppo irregolare e disallineato, principalmente punta su Pian del Ponte, come sopraddetto incurvandosi e convergendo con l’opposta dorsale proveniente dal Monte Castelluccio a chiudere la Valle di Pietrapazza, secondariamente sfrangiandosi generando i sottobacini degli affluenti in sx idrografica del Fosso del Trogo, tra cui il Fosso del Palaino di Mezzo e il Fossetto o Fosso del Trogo. Dal picco quota 838 posto a monte di Trogo una dorsale secondaria punta su La Cortina andando a chiudere questo versante vallivo, che, tra l’altro, lungo la Mulattiera di Casanova (oggi sent. 211 CAI) evidenzia i resti della Fonte Matta e la nota Fonte della Spungazza. Dal rilievo posto dietro Siepe dell’Orso, anticamente forse detto Monte di Valprandola, si genera una biforcazione: mentre il contrafforte prosegue come descritto, si stacca una dorsale, anticamente detta La Balza o Raggio della Balza, comprendente il Monte Roncacci e dividente dalle valli dei Fossi dei Poderini e di Cà dei Maestri, che, andando principalmente a terminare sul Bidente prima de La Cortina, genera i sottobacini in dx idrografica del Trogo, tra cui il Fosso di Casa Santoni.

Nel XVI secolo, per quanto impervia, questa valle presentava già i primi insediamenti. L’Opera del Duomo di Firenze in Romagna vantava diritti e possedimenti che si spingevano fino a queste latitudini, così alcuni appezzamenti dell’area sono documentato fin dal 1546 nell’inventario eseguito dopo che l’Opera, avendo preso possesso delle selve “di Casentino e di Romagna”, dove desiderava evitare nuovi insediamenti, aveva constatato che, sia nei vari appezzamenti di terra lavorativa distribuiti in vari luoghi e dati in affitto o enfiteusi che altrove, si manifestavano numerosi disboscamenti ('roncamenti') non autorizzati; pertanto, dalla fine del 1510 intervenne decidendo di congelare e confinare gli interventi fatti, stabilendo di espropriare e incorporare ogni opera e costruzione eseguita e concedere solo affitti quinquennali. I nuovi confinamenti vennero raccolti nel “Libro dei livelli e regognizioni livellarie in effetti” che, dal 1545 al 1626 così costituisce l’elenco più completo ed antico disponibile «[…] dei livelli che l’Opera teneva in Romagna […] se ne dà ampio conto qui di seguito […] 1546 […] Un podere di terra lavorativa, e roncata e ripata posto nella corte del Poggio la Lastra  in luogo detto Le Fiurle di some 24 […]. 1547 […] – Un podere con casa e terre lavorative roncate et altro, in luogo detto le Cortine e vale scudi 200.» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, pp. 151,152, cit.). 

Per l’inquadramento territoriale v. schede Valle del Bidente di PietrapazzaFiume Bidente di Pietrapazza e Fosso del Trogo.

In base al Catasto Toscano nella valle del Fosso del Trogo, lungo la Strada che va alla Casanova (in seguito ristrutturata come Mulattiera di Casanova) sorgevano i seguenti fabbricati: Le Fiurle (ruderi) nel Catasto Toscano, o le Fiurle nella Carta d'Italia I.G.M. di impianto (1894 e 1937) e moderna, o La Fiurle nel NCT (1935-1952), di nuovo Le Fiurle nella CTR della Regione Emilia-Romagna; Galluzze (scarsi ruderi) di cui nel Catasto Toscano è incerta la rappresentazione di un piccolo fabbricato, comunque anonimo come nell’ulteriore cartografia storica, dove compare il simbolo grafico di un fabbricato (Carta d’Italia I.G.M. 1894) o di due fabbricati (I.G.M. 1937), o le Galluzze nella Carta d'Italia I.G.M. moderna o Galluzza nel NCT, di nuovo fabbricato anonimo nella CTR; Le Palaine di mezzo (scarsi ruderi) nel Catasto ToscanoC.se di sotto nella Carta d’Italia I.G.M. (1894) con simbolo di 3 fabbricati, simbolo di ruderi anonimi nella Carta d’Italia I.G.M. (1937 e moderna); Il Trogo, due insediamenti distinti (ruderi e scarsi resti) nel Catasto Toscano, entrambi con ripetuta trascrizione del toponimo, il Trogo nella Carta d'Italia I.G.M. (1894 ) con rappresentazione dei due distinti insediamenti, il Trogo nella Carta d’Italia I.G.M. (1937 e moderna) con rappresentazione di un solo insediamento, Trogo nel NCT e nella CTR; La Cortina, due distinti fabbricati (ristrutturati) nel Catasto ToscanoCortine nella Carta d'Italia I.G.M. (1894 e 1937), La Cortina nel NCT, Cortinedi sopra e di sotto, nella Carta d'Italia I.G.M. moderna, La Cortina nella CTR. Nel Catasto Toscano pare essere rappresentata, presso l’omonimo insediamento, pure la Maestà del Trogo, nelle forme originarie pregevole per tipologia. Distaccato dalla strada, poco a monte di Trogo, sorgeva La Fossetta (scarse tracce) nel Catasto Toscano adiacente a un fossatello ivi pure detto Fosso del Trogo. Pure distaccati dalla strada ed esterni al bacino idrografico, ma in stretta relazione con l’area del Trogo, poco a monte di Cortine di sopra, sorgevano La Macchietta (scarsi resti) e Fosso (evidenti resti); per essi quella del catasto ottocentesco costituisce l’unica rappresentazione cartografica, e per l’ultimo, piccolo fabbricato anonimo, l’attribuzione del toponimo è puramente ipotetica, basata su una citazione storico-descrittiva. Una deviazione stradale, poi detta Strada Vicinale Ricavoli-Cortina, collega Cortine di sopra a Cortine di sotto e, sull’opposto versante del Trogo qui costituito dalle pendici della dorsale proveniente dal Monte Roncacci, a Rio Cavola (ruderi) nel Catasto ToscanoRicavoli nella Carta d’Italia I.G.M. (1894 e 1937) e nel NCT, Ricàvoli nella Carta d’Italia I.G.M. moderna, Ricavoli nella CTR, anch’esso esterno ma pertinente all’area del Trogo. Isolato su un poggio mediano della valle sorgeva Il Poggiolo (ruderi) nel Catasto ToscanoPoggiolo nella Carta d’Italia I.G.M. (1894), il Poggiolo nella Carta d’Italia I.G.M. (1937 e moderna) e nel NCT, erroneamente Casa dei Santoni nella CTR. Sulle pendici NO del Monte Roncacci sorgeva (ruderi), anonimo nel Catasto ToscanoC. Santoni nella Carta d’Italia I.G.M. (1894 e 1937), Casa di Santoni nel NCT, Ca di Santoni nella Carta d’Italia I.G.M. moderna, anonimo nella CTR. Nei pressi si trova un capanno. Nella valle del Fosso del Poderino, affluente del Trogo, sulla testata sorge (ristrutturato), non comparente nel Catasto ToscanoParetaio sia nella Carta d’Italia I.G.M. (1894 e 1937), sia nel NCT e nella CTR, il Paretaio nella Carta d’Italia I.G.M. moderna; poco a valle sorge Il Poderino (scarse tracce) nel Catasto Toscano, simbolo grafico di un fabbricato anonimo nella Carta d’Italia I.G.M. (1894), simbolo grafico dei ruderi nella Carta d’Italia I.G.M. (1937). Un capanno scomparso è rappresentato solo nella CTR presso il crinale poco distante dal Paretaio.

Come sopra accennato, la Maestà del Trogo in origine presentava aspetti di interesse tipologico ed artistico per i rapporti proporzionali del manufatto, e l’accuratezza nella giustapposizione dei conci (in origine collocati a secco) in rapporto alle loro dimensioni, come pure in relazione all’inserimento di una relativamente grande nicchia, scavata in un unico blocco di arenaria e modellata ad arco a tutto sesto, per interesse assimilabile al vicino forno del Trogo, pure dalla particolare tipologia, che mostra un’arcata monolitica a tutto sesto che occupa gran parte della facciata, cui aderiscono grandi conci cantonali, riferibile al modello di certe cappellette e/o “celle”, che a volte si ritrovano nelle valli bidentine, se non addirittura conseguente ad un – anche possibile - riutilizzo di una struttura religiosa. Le due strutture potrebbero essere coeve, infatti, se la maestà eccezionalmente compare nel Catasto Toscano, il forno riporta nel cartiglio in centro d’arco l’incisione con data ancora interpretabile F.F. A.D. 182.. (è noto fosse 1826). In particolare la maestà, che, nello scendere, compare improvvisa 20-30 m dietro una curva della mulattiera poggiata su un banco arenaceo, è dotata di un avancorpo statico e/o uso mensola devozionale. Se negli scorsi Anni ’80 era documentata ancora in ottimo stato, salvo qualche deficit nelle lastre di copertura della tronca sommità, come risulta da documentazione fotografica reperibile on-line, già nel 1999 appariva privata, amputata, della nicchia e in stato di progressiva fatiscenza negli anni fino al 2002, per arrivare al 2003 e ritrovarla “perfettamente” restaurata, con nuova interpretazione della nicchia e realizzazione di notevoli stuccature cementizie, tanto da perdere tutte le originarie qualità espressive.

Per approfondimenti si rimanda alle schede toponomastiche relative ad acque, rilievi e insediamenti citati.

N.B.: - Nel passato anche recente l’ambiente montano veniva visto soprattutto nelle sue asperità e difficoltà ed avvertito come ostile non solo riguardo gli aspetti climatici o l’instabilità dei suoli ma anche per le potenze maligne che si riteneva si nascondessero nei luoghi più reconditi. Dovendoci vivere si operava per la santificazione del territorio con atteggiamenti devozionali nell’utilizzo delle immagini sacre che oltre che espressioni di fiducia esprimevano anche un bisogno di protezione con una componente esorcizzante. Così lungo i percorsi sorgevano manufatti (variamente classificabili a seconda della tipologia costruttiva come pilastrini, edicole, tabernacoli, capitelli, cellette, maestà) la cui realizzazione, oltre che costituire punti di riferimento scandendo i tempi di percorrenza (p.es., recitando un numero prestabilito di “rosari”), rispondeva non solo all’esigenza di ricordare al passante la presenza protettiva e costante della divinità ma svolgeva anche una funzione apotropaica. Spesso recanti epigrafi con preghiere, sollecitazioni o riferimenti ad avvenimenti accaduti, oggi hanno un valore legato al loro significato documentario.

- Quando il toponimo compare con anteposta l’abbreviazione “C.” presumibilmente si è manifestata l’esigenza di precisarne la funzione abitativa; in base alle note tecniche dell’I.G.M., se viene preferito il troncamento Ca, deve essere scritto senza accento: se ne deduce che se compare con l’accento significa che è entrato nella consuetudine quindi nella formazione integrale del toponimo.

RIFERIMENTI   

AA. VV., Dentro il territorio. Atlante delle vallate forlivesi, C.C.I.A.A. Forlì, 1989;

G.L. Corradi (a cura di), Il Parco del Crinale tra Romagna e Toscana, Alinari, Firenze 1992; 

A. Gabbrielli, E. Settesoldi, La Storia della Foresta Casentinese nelle carte dell’Archivio dell’Opera del Duomo di Firenze dal secolo XIV° al XIX°, Min. Agr. For., Roma 1977;

M. Gasperi, Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo, Il Ponte Vecchio, Cesena 2006;

N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Le Lettere, Firenze 2001;

P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anast. Castrocaro Terme 1989;

Bagno di Romagna, Carta dei sentieri, Istituto Geografico Adriatico, Longiano 2008;

Carta Escursionistica scala 1:25.000, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze;

Link http://www.igmi.org/pdf/abbreviazioni.pdf;

Link www.mokagis.it/html/applicazioni_mappe.asp.

Percorso/distanze :

Testo di Bruno Roba - La maestà si trova lungo il sent. 211 CAI Molinaccio-La Cortina-Casanova dell'Alpe, a poche decine di m dal Trogo, a 2,8 km da Casanova dell’Alpe, raggiungibile tramite la S.F. Grigiole-Poggio alla Lastra, ovvero a 1,7 km dal Molino delle Cortine, raggiungibile tramite la S.F. Poggio alla Lastra-Pietrapazza.

foto/descrizione :

Le seguenti foto sono state scattate da Bruno Roba, che ha anche inserito i testi, e qui riprodotte su autorizzazione dell’autore.

Nota – Per visualizzare le foto nel loro formato originale salvarle sul proprio computer, oppure se il browser lo consente tasto destro sulla foto e Apri immagine in un’altra scheda.

00a1/00a5 – Dal Monte Piano, sul contrafforte principale che si stacca da Cima del Termine, panoramica del pressoché intero contrafforte secondario, che, staccandosi dallo Spartiacque Appenninico a Poggio allo Spillo, si scorge fino a Monte Pezzoli: il complesso vallivo del Fosso del Trogo rimane però defilato e parzialmente occultato dal crinale del Monte Roncacci (nell’indice fotografico le frecce indicano gli insediamenti celati alla vista) (1/10/12).

00b1/00b5 – Dal Monte Castelluccio, risalendo il contrafforte principale, le vedute della valle sono ulteriormente defilate, mentre è frontale la veduta della testata della valle del Fosso delle Fiurle, presso Casanova dell’Alpe, e il riflesso solare evidenzia i ruderi del Trogo e la maestà (27/11/11 – 1/10/12).

00c1 - 00c2 - 00c3 – Vedute della valle nei pressi del Trogo, si scorge anche la maestà (29/10/16).

00d1 – Schema cartografico del bacino idrografico del sistema vallivo del Fosso del Trogo.

00d2 - 00d3 - Schema da mappa catastale dei primi decenni del XIX secolo, con riporto della toponomastica originale, qualora mancante differenziata dal corsivo moderno e confronto schematico tra catasto antico e moderno, con sovrapposizione, da cui si rilevano le modifiche planimetriche intercorse nell’ultimo secolo di utilizzo del fabbricato fino al dopoguerra.

00d4 - Schema da cartografia della prima metà del ‘900, precedente alla realizzazione della viabilità moderna.

00d5 - Schema cartografico da mappa del XIX sec. che, nella sua essenzialità, evidenziava esclusivamente i tracciati viari di crinale che da S.Sofia raggiungevano lo Spartiacque Appenninico, il tracciato di fondovalle S.Sofia-Poggio alla Lastra che poi si riconnetteva al tracciato di crinale ed il tracciato trasversale che collegava i Passi della Bertesca e di Monte Càrpano transitando da Pietrapazza. La toponomastica riprende, anche nella grafica, quella originale; integrazioni in nero a fini orientativi.

00d6 – Schema del sistema viario storico principale al XIX secolo, su base cartografica dei primi decenni del XX secolo, che, prima della realizzazione dell’invaso di Ridràcoli e della viabilità provinciale interna, venne integrato con il sistema delle mulattiere.  

00e1 – 00e2 – A Casanova dell’Alpe il cippo stradale al bivio del sent.211 segnala ancora la Mulattiera di Casanova (27/09/16).

 

00f1 – La mulattiera rasenta le Fiurle (27/09/16).

00g1 - 00g2 – Tratto viario tra Fiurle e Palaine di mezzo (12/10/16).

00h1 - 00h2 - 00h3 - La mulattiera rasenta Palaine di mezzo e i resti di Fonte Matta (12/10/16 - 4/07/17).

00i1/00i6 – Nel tratto tra Palaine e Trogo si trova la Fonte della Spungazza e si attraversa il Fosso del Palaino di mezzo (12/10/16 – 29/10/16).

00l1 – La mulattiera rasenta il Trogo (29/10/16).

00l2/00l5 – La Maestà del Trogo, “restaurata” ovvero ridotta a pilastrino devozionale sia per quanto riguarda la modifica della nicchia sia le stuccature cementizie eccessive, improprie in rapporto alle caratteristiche costruttive e compositive originarie (a secco) (12/10/16).

00l6 – Elaborazione pittorica di particolare di foto d’epoca, documentante lo stato dell’arte negli scorsi Anni ‘80.

00l7 – Particolare di foto reperibile in rete e risalente al 1997, documentante la recente sottrazione della nicchia.

00l8 – 00l9 - Viste del forno del Trogo con particolare del cartiglio datato, curiosamente ripristinato e apparentemente utilizzato, anch’esso impropriamente e pesantemente stuccato (12/10/16).

00l10 – Foto dal PS comunale che documenta gli aspetti originari del forno prima del restauro.

00m1/00m18 – Tra il Trogo e La Cortina la mulattiera attraversa i siti più impervi del tracciato (12/10/16 – 29/10/16).

00n1 – 00n2 – Tratto viario presso La Cortina (12/10/16).

00o1 – 00o2 – 00o3 – Tratto carrabile tra La Cortina e il Mulino delle Cortine  (12/10/16).

00p1/00p6 – Anche l’antico tratto viario in sx idrografica tra l’attraversamento carrabile del Bidente presso il Mulino delle Cortine (forse realizzato in luogo di un antico guado) e il Ponte della Fontanina sul Fosso di Trapisa ha subito modernizzazioni; accanto al ponte rimane, seminascosto, il cippo stradale che segnalava la Mulattiera di Casanova (12/10/16).

00q1/00q4 – Tra il Ponte della Fontanina e il Ponte della Bottega l’antica via ritrova il vecchio tracciato e il cippo stradale che segnala la Mulattiera del Bidente (12/10/16).

00r1 – Elaborazione di una foto degli anni ’80 dove si nota la nuova carrabile per Pietrapazza in dx idrografica, con segnalazione del tratto antico.

00s1/00s4 – Un attraversamento alternativo del Bidente era costituito dal Ponte della Cortina, presso il mulino, documentato almeno alla fine del XIX secolo, rifatto negli anni ’20 e ‘50 (12/10/16).

Innocent