Fosso delle Fontacce
Testo inserito da Bruno Roba (5/02/18).
ORIGINE (Monte Cavallo) 43° 54’ 42” N / 11° 45’ 3” E - Quota 1125
GUADO (Sent. 261 cai) 43° 54’ 6” N / 11° 45’ 38” E - Quota 687
SBOCCO (Bidente) 43° 53’ 55” N / 11° 45’ 43” E - Quota 606
Superficie bacino idrografico 86 ha Lunghezza del fosso 1,9 km.
Nel contesto del sistema orografico del versante emiliano-romagnolo dell’Appennino Settentrionale, l’Alta Valle del Fiume Bidente nel complesso dei suoi rami di origine (delle Celle, di Campigna, di Ridràcoli, di Pietrapazza/Strabatenza), assieme alle vallate collaterali, occupa una posizione nord-orientale, in prossimità del flesso che piega a Sud in corrispondenza del rilievo del Monte Fumaiolo. L’assetto morfologico è costituito dal tratto appenninico spartiacque compreso tra il Monte Falterona e il Passo dei Mandrioli da cui si stacca una sequenza di diramazioni montuose strutturate a pettine, proiettate verso l’area padana secondo linee continuate e parallele che si prolungano fino a raggiungere uno sviluppo di 50-55 km: «[…] il crinale appenninico […] della Romagna ha la direzione pressoché esatta da NO a SE […] hanno […] orientamento, quasi esatto, N 45° E, i contrafforti (e quindi le valli interposte) del territorio della Provincia di Forlì e del resto della Romagna.» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 9, cit.). L’area, alla testata larga circa 18 km, è nettamente delimitata da due contrafforti principali che hanno origine, ad Ovest, «[…] dal gruppo del M. Falterona e precisamente dalle pendici di Piancancelli […]» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 14, cit.) e, ad Est, da Cima del Termine; in quell’ambito si staccano due contrafforti secondari e vari crinali e controcrinali minori delimitanti le singole vallecole del bacino idrografico. Tra essi, il contrafforte principale che divide il Rabbi dal Bidente si distacca dal Monte Falco proseguendo per Pian Cancelli «[…] per la costa di Pian delle Fontanelle (m. 1520) scende rapidamente a Poggio Bini (m. 1105), attraversa Poggio Corsoio e risale a Monte Ritoio (m. 1193) […]» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 14, cit.), vira bruscamente verso Est fino al Monte dell’Avòrgnolo, dove riprende l’andamento principale puntando verso Forlì per terminare dopo circa 55 km evidenziando subito i Monti Guffone e della Fratta. Presso l’Avòrgnolo si stacca la dorsale di Pian dell’Olmo, che separa la Valle del Fosso della Fontaccia dalla Val Bonella e Val di Noce e disegna quell’arco di rilievi che delimitano il versante sx della Valle del Fiume Bidente delle Celle e costringono il fiume a riunificarsi con il Bidente di Campigna presso Lago, contribuendo a generare poco più in là, sotto il borgo omonimo, il Fiume Bidente di Corniolo.
Come gli altri vicini, il bacino idrografico mostra una morfologia nettamente differenziata: se per il versante a ridosso delle maggiori quote dello spartiacque appenninico conseguono fortissime pendenze modellate dall’erosione con formazione di canaloni fortemente accidentati, anche il versante esposto ad oriente appare frastagliato mentre i versanti prevalentemente esposti a meridione mostrano pendii più dolci a prato-pascolo, spesso su terrazzi orografici, che si alternano a tratti intensamente deformati e brecciati. In particolare il tratto di contrafforte riguardante la Valle delle Celle evidenzia pressoché tutti gli aspetti elencati, inoltre qui la cresta non discende con regolarità assoluta tendendo anzi a rialzarsi tra il M. Ritoio e il M. Guffone (questo aspetto si ripete con notevole parallelismo in tutti i contrafforti in coincidenza con i nodi montani ed è significante tettonicamente, ovvero nella disposizione delle rocce e loro modalità di corrugamento e assestamento). Dal Monte Ritoio (che “indica la retta via”), nodo montano dell’assetto tettonico insieme al Guffone, la linea di cresta inizia a descrivere planimetricamente una serpentina da cui si distaccano due imponenti dorsali, orientate di 45° rispetto all’asse N/S ed imperniate sul Monte Cavallo - c.d. vuoi per la lunga schiena montana sormontata dall’evidente sella, completa di “pomo” e “paletta”, vuoi per i cavaglioni (cfr. il romagnolo cavaión), mucchi, di covoni, in passato ivi disseminati - una delle quali compenetra l’intera vallata, morfologicamente stretta e disomogenea nei versanti opposti, l’altra più ampia, sfrangiata in canaloni ma entrambe nelle parti più elevate interamente appoderate ed utilizzate a prato-pascolo, tranne una vasta area inaridita a causa dei processi erosivi innescati dagli utilizzi impropri. Il complesso montano dà origine, delimitandola, alla Valle del Fosso delle Fontacce che, come le altre circumvicine, si presenta con il versante esposto a solatìo dalle dolci pendenze, con ampie e lisce stratificazioni arenacee di cresta affioranti ed in erosione, e con il versante a bacìo scosceso e dirupato. L'asta principale del fosso si sviluppa per circa 2 km immettendosi nel Bidente delle Celle secondo un dislivello compreso tra i 1125 m dell’origine presso la vetta minore del M. Cavallo (1160 m) e i 606 m dello sbocco. Sul versante a solatìo si distribuiscono gli unici insediamenti, ormai abbandonati e diruti ed ormai riconquistati dal bosco naturale o di reimpianto. Essi sono Montecavallo di Sotto, Fossacupa, Costacci, Filettino (di Mezzo) e Filettino di Sotto, quest’ultimo posto su un promontorio che sovrasta lo sbocco nel Bidente, sul limite del bacino idrografico. A questo contesto la Valle delle Celle aggiunge in prossimità alcuni aspetti geologici di rarità e unicità, che contribuiscono a disegnare il paesaggio e restituiscono informazioni fondamentali per la conoscenza del territorio come le Ripe Toscane, che sono stati catalogati come Geositi. Gli altri sono il Fosso del Satanasso, la Linea delle Mandriacce a Pian del Grado, Le Mandriacce.
Se l’intero sistema dei crinali, nelle varie epoche, ha avuto un ruolo cardine nella frequentazione del territorio, in epoca romana i principali assi di penetrazione si spostano sui tracciati di fondovalle, che tuttavia tendono ad impaludarsi e comunque necessitano di opere artificiali, mentre i percorsi di crinale perdono la loro funzione portante, comunque mantenendo l’utilizzo da parte delle vie militari romane, attestato da reperti. Tra il VI ed il XV secolo, a seguito della perdita dell’equilibrio territoriale romano ed al conseguente abbandono delle terre, inizialmente si assiste ad un riutilizzo delle aree più elevate e della viabilità di crinale con declassamento di quella di fondovalle. Lo stato di guerra permanente porta, per le Alpes Appenninae l’inizio di quella lunghissima epoca in cui diventeranno anche spartiacque geo-politico e, per tutta la zona appenninica, il diffondersi di una serie di strutture difensive, anche di tipo militare/religioso o militare/civile, oltre che dei primi nuclei urbani o poderali, dei mulini, degli eremi e degli hospitales. Percorrendo oggi gli antichi itinerari, gli insediamenti di interesse storico-architettonico o di pregio storico-culturale e testimoniale, esistenti, abbandonati o scomparsi (quindi i loro siti) che si trovano collocati lungo i crinali insediativi sono prevalentemente di carattere religioso o difensivo o sono piccoli centri posti all’incrocio di percorsi di collegamento trasversale; gli insediamenti di derivazione poderale sono invece ancora raggiunti da una fitta e mai modificata ramificazione di percorsi, mulattiere, semplici sentieri (anche rimasti localmente in uso fin’oltre metà del XX secolo, come p.es. testimoniano i cippi stradali installati negli anni ’50 all’inizio di molte mulattiere, così classificandole e specificandone l’uso escluso ai veicoli; alcune strade forestali verranno realizzate solo un ventennio dopo).
La viabilità più antica riguardante anche la valle delle Celle è la Via Flaminia Minor, utilizzata dalle legioni romane per valicare l’Appennino al fine di sottomettere Celti, Liguri e Galli Boj che stanziavano nella pianura padana: si ipotizza che provenendo da Montelleri, sopra Stia, transitasse dal Lago degli Idoli, dal Monte Falco e da Poggio Sodo dei Conti, quindi discendeva da quella che oggi è nota come Pista del Lupo lungo la Costa di Pian Cancelli transitando da Pian delle Fontanelle, così detta per la presenza di polle d’acqua, e da Poggio Corsoio dove trovava un bivio ancor oggi praticato: a sx si dirigeva verso Castel dell’Alpe e Faenza per immettersi nella Via Aemilia (questo è ritenuto il più antico itinerario di valico), a dx si dirigeva verso Forlì e Ravenna sia transitando dal crinale del contrafforte principale, dove passava accanto la vetta emergente di Monte Ritoio, sia discendendo verso il percorso vallivo in direzione di Galeata (l’antica Mevaniola), qui potendo rimanere a mezza costa per tutta la lunghezza della valle attraversando le Ripe Toscane, le cui stratificazioni rocciose ancora oggi si mostrano funzionali alla percorrenza. La morfologia dei luoghi e i riscontri storico-cartografici fanno ritenere il tratto sulle Ripe inalterato nei secoli, salvo l’usura naturale dovuta anche all’abbandono, mentre il tratto che attraversa la zona di Filettino, in base alle mappe antiche, anziché guadare il Fosso delle Fontacce presso la Fonte di Fossacupa lo attraversava più a valle, tra Costacci e Filettino di Sotto. Infatti, il tratto più elevato è da attribuire alla “modernizzazione” progettata nel 1906 ed iniziata nel 1910 (ma forse mai completata) della viabilità dal ponte di Lago verso le Celle attraverso le Ripe Toscane. La fonte, risistemata nel 1981 come documentato dalla lapide apposta dall’A.R.F., è da datarsi quantomeno allo stesso periodo dell’infrastruttura ma è da ritenere possibile una sua preesistenza nell’area considerato che, in base al catasto di inizio Ottocento, è evidente un breve tratto viario che da Costacci (ivi Casa Gastaccio) si diparte verso il suo sito, almeno in parte corrispondente all’odierno tracciato.
Per approfondimenti si rimanda alle schede toponomastiche Valle del Bidente delle Celle e/o relative a monti e insediamenti citati.
RIFERIMENTI
AA. VV., Dentro il territorio. Atlante delle vallate forlivesi, C.C.I.A.A. Forlì, 1989;
G.L. Corradi (a cura di), Il Parco del Crinale tra Romagna e Toscana, Alinari, Firenze 1992;
M. Gasperi, Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo, Il Ponte Vecchio, Cesena 2006;
N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Le Lettere, Firenze 2001;
Pro Loco Corniolo-Campigna (a cura di), Corniolo, storia di una comunità, Grafiche Marzocchi Editrice, Forlì 2004;
P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anast. Castrocaro Terme 1989;
Carta della vegetazione e itinerari botanici, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze;
Carta Escursionistica, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze
Carta dei sentieri Alpe di S. Benedetto, Istituto Geografico Adriatico, Longiano 2014;
Link https://servizimoka.regione.emilia-romagna.it/appFlex/CST2.html;
Link https://servizimoka.regione.emilia-romagna.it/appFlex/sentieriweb.html.
Testo di Bruno Roba
Dalla S.P. 4 del Bidente, giunti a Lago si segue la strada di servizio che risale il Bidente delle Celle, sostando presso il cancello. Percorsi circa 450 m è agevole ritrovare il Sent. 261 CAI il cui innesto è segnalato da nuovo segnavia. Di esso si percorrono circa 250 m corrispondenti all’antica mulattiera per giungere al ponte in legno sul Fosso di Lavacchio oltre il quale, dopo circa 1,6 km, si raggiunge il guado del Fosso delle Fontacce presso la Fonte di Fossacupa.
Le seguenti foto sono state scattate da Bruno Roba, che ha anche inserito i testi, e qui riprodotte su autorizzazione dell’autore.
Nota – Per visualizzare le foto nel loro formato originale salvarle sul proprio computer, oppure se il browser lo consente tasto destro sulla foto e Apri immagine in un’altra scheda.
001a – 001b – 001c - Da Poggio Scali, nell’ampio anfiteatro compreso tra il M. Ritoio e il M. dell’Avòrgnolo, si riesce a distinguere la doppia vetta del M. Cavallo che, con la linea delle creste che delimitano la Valle del Fosso delle Fontacce, disegna una sorta di Y rovesciata; il fondovalle scompare dietro il Monte della Maestà. L’innevamento evidenzia le linee di cresta e agevola l’indice fotografico (5/02/11 – 16/08/16).
001d – 001e - Dal Crinale del Corniolino sono possibili alcuni punti di osservazione ravvicinati del M. Cavallo che evidenziano la morfologia delle sue dorsali. Dai pressi del Castellaccio la Valle del Fosso delle Fontacce si distingue pressoché interamente, benché di profilo. Filettino di Sotto (stagionalmente) segnala la prossimità dello sbocco del fosso nel Bidente mentre Fossacupa, sempre occultata dal bosco di conifere, si trova all’interno del versante a solatìo, con evidenza delimitato dalla cresta di netta separazione dalla Valle del Fosso di Lavacchio (30/11/16 – 24/01/18).
001f/001i – La vista più frontale delle dorsali di M. Cavallo che si ha sempre dal Crinale del Corniolino, pressi Tre Faggi evidenzia i resti del fabbricato di Filettino di Sopra, che stagionalmente emergono dalla macchia, mentre il sito della Fonte di Fossacupa (non inquadrabile trovandosi sotto il ciglio della dorsale antistante) segnala la posizione approssimativa del guado sul sentiero 261; nell’ombrosa profondità dell’incisione del fosso si nascondono le due case di Montecavallo di Sotto, visibili nell’ultima foto ma, in alto, riluce la Casa di Montecavallo di Sopra (30/11/16).
001l/001s –Il versante del Monte della Maestà che si affaccia Fosso delle Mandriacce e sul Bidente delle Celle è tagliato da sentieri in abbandono ad uso forestale, spesso interrotti da cui, tra la vegetazione, compaiono scorci su siti caratterizzanti la Valle del Fosso delle Fontacce, tra cui i tratti brecciati di cresta, il rimboschimento di conifere che ricopre il sito di Fossacupa ed i prati-pascoli di Montecavallo di Sotto in fase di ricolonizzazione arbustiva (29/01/18).
001t/001z – Dall’ottimale punto di osservazione del sito di Filettino, che si raggiunge discendendo a guadare il Bidente alla confluenza del Fosso delle Mandriacce e risalendo il versante fronteggiante grazie ad un ripido ma breve sentiero di cresta, si ritrovano ottimali punti di vista a varie quote che consentono di apprezzare le peculiarità morfologiche dell’area e a individuare sulla dx della panoramica parte della Valle del Fosso delle Fontacce ed il luogo prossimo allo sbocco del fosso, sottostante il poggio di Filettino di Sotto, mentre il sito della Fonte di Fossacupa indica approssimativamente il luogo del guado sul sent. 261 (30/01/18).
002a – 002b – 002c - Di seguito: schema dell’orografia e dell’idrografia del tratto della Valle delle Celle compreso tra il contrafforte principale e il Bidente, dove la linea di cresta tende a rialzarsi e i Monti Ritoio e dell’Avòrgnolo svolgono la funzione di nodi montani, aspetti significanti tettonicamente ovvero in riferimento alla disposizione delle rocce e alla loro modalità di corrugamento e assestamento; mappa schematica dedotta da cartografia storica (1937) evidenziante infrastrutture e insediamenti del versante meridionale del M. Cavallo con sentieristica corrispondente all’antica mulattiera per le Celle attraverso le Ripe Toscane (nella mappa comprese tra i Fossi dei Fondi e di Roncheto) e alle derivazioni risalenti a raggiungere i vari insediamenti, con riutilizzo della toponomastica originale; schema di mappa di inizio Ottocento dove si nota un tratto viario che si stacca da Costacci (Casa Gostaccio) interrompendosi presso il Fosso delle Fontacce, forse diretta al luogo della fonte.
003a/003l – Il sito di un tratto dell’affilata e ripida cresta che separa i bacini idrografici dei Fossi delle Fontacce e di Lavacchio, che consente anche interessanti scorci panoramici (12/12/16).
003m – 003n – Aspetti della valle con conseguenze dell’abbandono, laddove resistono imponenti terrazzamenti, presso Filettino di Sotto, o prevale la macchia, poco a monte di Costacci sul sent. 261 (12/12/16 - 30/01/18).
003o – 003r – Aspetti della pista che risale fino a Fossacupa, tra rimboschimenti artificiali e ricrescite spontanee (12/12/16).
003s – 003t – 003u – La mulattiera, superata Fossacupa e la cresta di cui alle precedenti foto, si dirige verso Montecavallo di Sotto (12/12/16).
004a/004d – Giungendo a Montecavallo di Sotto il bosco spontaneo lascia ancora spazio ai prati-pascoli del suo podere, dove le vecchie sistemazioni non sono state ancora invase dalla ricolonizzazione arbustiva (12/12/16).
004e/004i – Viste dei siti dei due fabbricati di Montecavallo di Sotto, nell’alta valle del Fosso delle Fontacce (12/12/16).
004l/004o – Il tracciato della mulattiera, giunge al guado superiore del Fosso delle Fontacce, a circa 900 m dalla sua origine, quindi praticamente scompare riducendosi a vago sentiero, nell’abbandono generale (12/12/16).
005a/005e – Il Fosso delle Fontacce al guado del sent. 261 CAI, presso la Fonte di Fossacupa (4/01/18).
005f - 005g - 005h – Il Fosso delle Fontacce sotto il guado del sent. 261 CAI (4/01/18).
005i – 005l – 005m – Lungo il tratto successivo il Fosso delle Fontacce trova il guado in corrispondenza dell’antico tracciato principale discendente da Casa Gostaccio o Costacci, documentato all’inizio dell’800, con resti di vecchie opere di sostegno (5/12/18).
005n/005s – Il tratto finale del Fosso delle Fontacce fino allo sbocco nel Bidente (5/12/18).
005t – 005u - Filettino di Sotto si affaccia laddove il Fosso delle Fontacce sbocca nel Bidente ed il versante opposto appare a portata di mano, per la ristrettezza della valle (4/01/18).