Fosso di Trappiano
Testo di Bruno Roba (14/05/2019)
Coordinate WGS84: Origine (contrafforte) 43° 53’ 4” N / 11° 49’ 4” E - Sbocco (Bidente) 43° 53’ 5” N / 11° 50’ 2” E - Quote: Origine 925 m – Sbocco 430 m - Sviluppo 1,8 Km
Nel contesto del sistema orografico del versante emiliano-romagnolo dell’Appennino Settentrionale, l’Alta Valle del Fiume Bidente nel complesso dei suoi rami di origine (delle Celle, di Campigna, di Ridràcoli, di Pietrapazza/Strabatenza), assieme alle vallate collaterali, occupa una posizione nord-orientale, in prossimità del flesso che piega a Sud in corrispondenza del rilievo del Monte Fumaiolo. L’assetto morfologico è costituito dal tratto appenninico spartiacque compreso tra il Monte Falterona e il Passo dei Mandrioli da cui si stacca una sequenza di diramazioni montuose strutturate a pettine, proiettate verso l’area padana secondo linee continuate e parallele che si prolungano fino a raggiungere uno sviluppo di 50-55 km: dorsali denominate contrafforti, terminano nella parte più bassa con uno o più sproni mentre le loro zone apicali fungenti da spartiacque sono dette crinali, termine che comunemente viene esteso all’insieme di tali rilievi: «[…] il crinale appenninico […] della Romagna ha la direzione pressoché esatta da NO a SE […] hanno […] orientamento, quasi esatto, N 45° E, i contrafforti (e quindi le valli interposte) del territorio della Provincia di Forlì e del resto della Romagna.» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 9, cit.). L’area, alla testata larga circa 18 km, è nettamente delimitata da due contrafforti principali che hanno origine, ad Ovest, «[…] dal gruppo del M. Falterona e precisamente dalle pendici di Piancancelli […]» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 14, cit.) e, ad Est, da Cima del Termine; in quell’ambito si staccano due contrafforti secondari e vari crinali e controcrinali minori delimitanti le singole vallecole del bacino idrografico.
In particolare, la Valle del Fiume Bidente di Ridràcoli riguarda quel ramo intermedio del Bidente delimitato, ad Ovest, dall’intero sviluppo del contrafforte secondario che si distacca da Poggio Scali e che subito precipita ripidissimo disegnando la sella di Pian del Pero, serpeggiante evidenzia una sequenza di rilievi (i Poggi della Serra e Capannina, l’Altopiano di S.Paolo in Alpe, Poggio Squilla, Ronco dei Preti e Poggio Collina, per terminare con Poggio Castellina) fino a digradare presso il ponte sul Fiume Bidente di Corniolo a monte di Isola, costretto dalla confluenza del Fiume Bidente di Ridràcoli. Ad Est la valle è delimitata dall’intero sviluppo del contrafforte secondario che si diparte da Poggio allo Spillo (collegando Poggio della Bertesca, Croce di Romiceto, i Monti Moricciona, La Rocca, Marino, Pezzoli e Carnovaletto) per concludersi sul promontorio della Rondinaia digradando a valle di Isola costretto dalla confluenza del Fiume Bidentino o Torrente Bidente di Fiumicino nel Fiume Bidente. La Rondinaia è nota per il castello con la sua torre «[…] baluardo di antica potenza, elevato fin dai tempi romani alla difesa contro le orde barbariche che dal nord d’Europa scendevano a depredare le belle contrade d’Italia.» (D. Mambrini, 1935 – XIII, p. 274).
Il bacino idrografico, di ampiezza molto superiore rispetto alle valli collaterali e che vede il lago occupare una posizione baricentrica con l’asta fluvio/lacustre f.so Lama/invaso/fiume posizionata su un asse mediano Nord-Sud, mostra una morfologia molto differenziata rispetto al suo baricentro. L’area sorgentifera, con la realizzazione dell’invaso artificiale, si differenzia tra quella che lo alimenta e quella a valle della diga che alimenta direttamente il fiume. A monte l’area imbrifera si amplia estendendosi da Poggio Scali fino al Passo della Crocina mostrando, specie nella parte a ridosso delle maggiori quote dello spartiacque appenninico (la c.d. bastionata di Campigna-Mandrioli), fortissime pendenze modellate dall’erosione e dal distacco dello spessore detritico superficiale con conseguente crollo dei banchi arenacei, lacerazione della copertura forestale e formazione di profondi fossi e canaloni fortemente accidentati, talvolta con roccia affiorante (Frana Vecchia, 1950, e Frana Nuova, 1983-1993, sempre attiva, di Sasso Fratino). Nei fondovalle, specie dove essi si fanno più tormentati, profondi e ristretti, conseguono formazioni di gole, forre, financo degli orridi, con erosioni fondali a forma c.d. di battello. A valle dell’invaso il bacino si restringe specie in sx idrografica e, dalla diversa giacitura e disgregabilità dell’ambiente marnoso-arenaceo è conseguita un’alternanza di pendii più dolci a prato-pascolo e di tratti intensamente deformati e brecciati, mentre i tratti più ripidi dei rilievi mostrano la roccia denudata. Mostra particolare complessità orografica la porzione valliva a ridosso del contrafforte secondario laddove, prima dell’allineamento finale Poggio Collina-Poggio Castellina, compie una decisa deviazione dopo Ronco dei Preti originando però uno sfrangiamento di dorsali che delimitano a Sud il versante dando origine alla Valle di Capria ed alla valle del Fosso di Trappiano, che lambisce gli insediamenti di Val della Villa e Lavacchio prima di confluire nel Bidente a Ridràcoli, presso il ponte che reca alla zona del Museo delle Acque, tra ripide pareti di rocce esposte. Un suo ramo è il Fosso di Lavacchio, che lambisce l’omonimo insediamento.
Per approfondimenti ambientali e storici si rimanda alla scheda toponomastica Valle del Bidente di Ridràcoli e/o relative ad acque, rilievi e insediamenti citati.
N.B.: Negli scorsi anni ’70, seguito del trasferimento delle funzioni amministrative alla Regione Emilia-Romagna, gli edifici di Lavacchio e Val della Villa compresi nelle aree del Demanio forestale, spesso in stato precario e/o di abbandono, divennero proprietà dell’ex Azienda Regionale delle Foreste (A.R.F.); secondo una tendenza che riguardò anche altre regioni, seguì un ampio lavoro di studio e catalogazione finalizzato al recupero ed al riutilizzo per invertire la tendenza all’abbandono, senza successo. Con successive acquisizioni il patrimonio edilizio del demanio forlivese raggiunse un totale di 492 fabbricati, di cui 356 nel Complesso Forestale Corniolo e 173 nelle Alte Valli del Bidente. Circa 1/3 del totale sono stati analizzati e schedati, di cui 30 nelle Alte Valli del Bidente. Il materiale è stato oggetto di pubblicazione specifica.
RIFERIMENTI
AA. VV., Dentro il territorio. Atlante delle vallate forlivesi, C.C.I.A.A. Forlì, 1989;
M. Foschi, P. Tamburini, (a cura di), Il patrimonio edilizio nel Demanio forestale. Analisi e criteri per il programma di recupero, Regione Emilia-Romagna A.R.F., Bologna 1979;
M. Gasperi, Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo, Il Ponte Vecchio, Cesena 2006;
N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Le Lettere, Firenze 2001;
P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anast. Castrocaro Terme 1989;
Bagno di Romagna, Carta dei sentieri, Istituto Geografico Adriatico, Longiano 2008;
Carta Escursionistica scala 1:25.000, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze
Link www.mokagis.it/html/applicazioni_mappe.asp.
Testo di Bruno Roba
La Valle del Fosso di Trappiano non è facilmente raggiungibile in quanto non attraversata da sentieri CAI. Tracce di sentieri risalgono da Ridràcoli o giungono da Valdoppia.
Le foto sono state scattate da Bruno Roba, che ha anche inserito i testi, e qui riprodotte su autorizzazione dell'autore
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001a/001e – Vedute della Valle del Bidente di Ridràcoli dal versante opposto al tratto terminale del contrafforte. Nella 1^ veduta sulla dx Poggio Castellina, nelle altre il tratto tra Poggio Collina, Ronco dei Preti e Poggio Squilla con i complessi vallivi dei Fossi di Trappiano, di Canforchisio, delle Fossatelle e di Val del Nespolo, e indice fotografico della valle del Fosso di Trappiano. Si notano i coltivi di Biserno (24/07/18 – 6/08/18).
001f – 001g – 001h – Vedute frontali della Valle del Fosso di Trappiano delimitata da ripide ripe. Nel fondovalle si nota il Museo delle Acque di Ridràcoli, dove converge la valle (16/10/16 – 28/08/18).
001i/001r - Vedute frontali a quota inferiore dalla Strada Forestale Ridràcoli-Passo del Vinco delle impervie dorsali che si staccano dal contrafforte delimitando la valle del Rio Bacine, sulla sx, e quella del Fosso di Trappiano, con particolari delle ripide ripe (28/08/18).
001s – 001t – Mappa schematica dedotta da cartografia storica di inizio XX secolo e schema da mappa catastale antica evidenzianti reticolo idrografico, infrastrutture e insediamenti; la toponomastica riprende anche nella scrittura quella originale.
001u - Schema da cartografia moderna con individuazione del bacino idrografico del Fosso di Trappiano e suo affluente di Lavacchio.
002a/002l – Il ramo principale del Fosso di Trappiano alla quota 770 e tracce di mulattiera intorno a Val della Villa (19/07/18).
002m/002q – Val della Villa sorge su un crinaletto panoramico disboscato con resti dei coltivi (19/07/18).
002r – 002s – 002t – La stretta Valle del Fosso di Trappiano si apre verso Ridràcoli ed il versante opposto che evidenzia i monti Verna e Marino (19/07/18).
003a – 003b – 003c – Resti di mulattiera a mezzacosta entrano nella vallecola del Fosso di Lavacchio, affluente del Fosso di Trappiano, collegando Val della Villa con Lavacchio (19/07/18).
003d/003g – Il Fosso di Lavacchio con briglietta al guado (19/07/18).
003h – 003i – 003l – Lavacchio è invasa dalla vegetazione mentre sui suoi coltivi è stata impiantata un’abetina restaurativa (19/07/18).
003m/003p – Oltre l’abetina di Lavacchio la vallecola si apre sul panorama (19/07/18).
003q – 003r – Il tracciato della mulattiera prosegue verso Ridràcoli abbandonata all’erosione del versante (19/07/18).
003s – 003t – Il crinaletto che delimita a Nord la Valle del Fosso di Trappiano/Lavacchio (19/07/18).