Fosso dei Segoni
Testo di Bruno Roba (26/10/2020)
Coordinate WGS84: Origine (Spartiacque) 43° 48’ 37” N / 11° 54’ 14” E – Sbocco (F. Bidente) 43° 49’ 00” N / 11° 53’ 38” E - Quote: Origine (Spartiacque) 1200 m - Sbocco (F. Bidente) 793,5 m - Sviluppo 1,1 km.
Nel contesto del sistema orografico del versante emiliano-romagnolo dell’Appennino Settentrionale, l’Alta Valle del Fiume Bidente nel complesso dei suoi rami di origine (delle Celle, di Campigna, di Ridràcoli, di Pietrapazza/Strabatenza), assieme alle vallate collaterali, occupa una posizione nord-orientale, in prossimità del flesso che piega a Sud in corrispondenza del rilievo del Monte Fumaiolo. L’assetto morfologico è costituito dal tratto appenninico spartiacque compreso tra il Monte Falterona e il Passo dei Mandrioli da cui si stacca una sequenza di diramazioni montuose strutturate a pettine, proiettate verso l’area padana secondo linee continuate e parallele che si prolungano fino a raggiungere uno sviluppo di 50-55 km: dorsali denominate contrafforti, terminano nella parte più bassa con uno o più sproni mentre le loro zone apicali fungenti da spartiacque sono dette crinali, termine che comunemente viene esteso all’insieme di tali rilievi: «[…] il crinale appenninico […] della Romagna ha la direzione pressoché esatta da NO a SE […] hanno […] orientamento, quasi esatto, N 45° E, i contrafforti (e quindi le valli interposte) del territorio della Provincia di Forlì e del resto della Romagna.» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 9, cit.). L’area, alla testata larga circa 18 km, è nettamente delimitata da due contrafforti principali che hanno origine, ad Ovest, «[…] dal gruppo del M. Falterona e precisamente dalle pendici di Piancancelli […]» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 14, cit.) e, ad Est, da Cima del Termine; in quell’ambito si staccano due contrafforti secondari e vari crinali e controcrinali minori delimitanti le singole vallecole del bacino idrografico.
La Valle del Fiume Bidente di Pietrapazza riguarda il ramo più orientale del Bidente e la sua testata si sviluppa tra il Passo della Crocina e la vetta minore di Cima del Termine, estendendosi, ad Ovest, al tratto del contrafforte secondario compreso tra Poggio allo Spillo e Poggio della Bertesca, ad Est, al tratto del contrafforte principale compreso tra Cima del Termine ed il Crinale del Finocchio o delle Palestre, che converge verso l’Eremo Nuovo staccandosi presso la sella di Prato ai Grilli, posta prima del Poggiaccio.
In questo tratto lo Spartiacque Appenninico mostra, a ridosso delle maggiori quote, fortissime pendenze modellate dall’erosione con formazione di profondi fossi e canaloni fortemente accidentati, talvolta con roccia affiorante, come il doppio rilievo di Poggio Rovino, con il canalone fortemente accidentato del Fosso del Rovino, che presenta quella vasta area adiacente di roccia affiorante con crollo dei banchi arenacei (cui probabilmente deve il caratteristico oronimo). Segue l’altrettanto caratteristico picco acuminato di Monte Cucco, toponimo considerato relitto linguistico dal latino cuccum, cucuzzolo, ma si pensa anche ad un‘origine onomatopeica dal latino cuculus, latino medievale cuccus, cuculo, romagnolo kòk (A. Polloni, cit.). Chiude la testata la Cima del Termine, rilievo anticamente detto Terminone, dove appunto “terminava” l’estensione della Selva di Casentino overo di Romagna che si chiama la selva di Strabatenzoli e Radiracoli donata (assegnata in perpetuo) tra 1380 e il 1442 dalla Repubblica Fiorentina all’Opera del Duomo di Firenze, all’epoca detto anche Le Rivolte di Bagno, infatti si “rivolgeva” bruscamente (data la morfologia improvvisamente impervia del sito) e dava inizio al tragitto in tale direzione. Al rialzarsi dei rilievi si alternano andamenti più lineari interrotti dalle selle dei Passi dei Cerrini, di Massella e dei Lupatti. Ai passi e alle incisioni dei crinali corrispondono i numerosi rami degli affluenti più montani del Bidente: oltre al Fosso del Rovino, già delle Capanne o Capannacce, con rami che si estendono anche al Passo della Crocina fino al Passo e Poggio della Bertesca, verso Est trovano origine il Fosso delle Ranocchie, lo stesso Bidente e il Fosso dei Segoni, già della Buca Prati o della Buca dei Preti, mentre i Fossi della Spiaggia o delle Spiagge e della Neve, che confluendo danno vita al Fosso della Bocca già della Buca, hanno origine da Cima del Termine e dal suddetto primo tratto del contrafforte principale fino allo stacco del Crinale del Finocchio. Intercalata alle incisioni vallive del reticolo idrografico emerge una trama di dorsali minori di vario impatto morfologico, alcune delle quali si proiettano più evidenti verso il fondovalle concentrandosi verso il sito dell’Eremo Nuovo, con pendenze mediamente ripide ma non tali da impedire la percorribilità di crinale. Tra esse la lunga dorsale dei Segoni che divide il Fosso dei Segoni dai Fossi della Spiaggia e della Bocca fino alla confluenza di quest’ultimo nel Bidente, sulla quale si trovano ancora tracce di antiche o trascorse percorrenze che si innestano sull’antica via (ancora rappresentata nel catasto moderno come S. Vic.le Eremo-Campo Rosso) che collegava l’Eremo Nuovo con La Buca attraversando il Bidente tramite una caratteristica pedanca (definizione tecnica I.G.M.) che mostra ancora i suoi resti, per poi varcare il crinale a Prato ai Grilli ed entrare nella valle del Fiume Savio. All’inospitalità dei luoghi faceva peraltro riscontro una ridottissima presenza di insediamenti. Nel bacino idrografico del Fosso dei Segoni si trovava il Poderaccio o Poderuccio; posto in dx idrografica all’altezza della confluenza del fosso nel Bidente, si hanno notizie dal 1560. Insediamenti anche abitativi geograficamente confinanti ed afferenti alla stessa area erano le Capanne e la Buca, di cui restano le “impronte edilizie”; del primo, posto in sx idrografica del Fosso del Rovino o delle Capanne, si hanno notizie fin dal 1642 ma sarebbe stato abbandonato già dai primi del ‘700 (cfr.: C. Bignami, A. Boattini, 2018, cit.); il secondo, posto alla confluenza tra i Fossi della Spiaggia e della Neve con origine del Fosso della Bocca, documentato fin dal 1631 in base ad un accurato elenco relativo ai beni dell’Opera del 1637 «1637 – Nota dei capi dei beni che l’opera è solita tenete al livellati in Romagna e Casentino e sono notati col medesimo ordine col quale fu di essi fatta menzione nella visita generale che ne fu fatta l’anno 1631: […] 64) Buca o Fossa, podere tenuto da redi di Riccardo Lollini » (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, p. 412, cit.), da una relazione del 1763 risulta in fase di abbandono: «[…] Nella casa della Buca non v’abita alcuno et è annessa al Poderaccio per cui stando così succederà […] la rovina […]» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977 , p. 440, cit.). Ad un riutilizzo abitativo fino al 1807 seguirà il definitivo abbandono, infatti nella descrizione dei confini del Contratto livellario tra l’Opera e il Monastero di Camaldoli del 1818, le case del Poderaccio e di Buca risultano già distrutte: «Tutta questa tenuta […] è composta dai seguenti terreni cioè […] 9° Un podere denominato il Poderaccio […] con casa da lavoratore stata bruciata di recente non esistendovi attualmente che le mura fracassate. Questo podere è composto dei seguenti terreni […] III° un tenimento di terre denominate la Buca […] nel detto luogo ci era una casetta oggi rovinata […]» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, pp. 466-468, cit.).
Per approfondimenti si rimanda alla scheda toponomastica Valle del Bidente di Pietrapazza e/o relative ad acque, rilievi e insediamenti citati.
RIFERIMENTI
AA. VV., Dentro il territorio. Atlante delle vallate forlivesi, C.C.I.A.A. Forlì, 1989;
G.L. Corradi (a cura di), Il Parco del Crinale tra Romagna e Toscana, Alinari, Firenze 1992;
A. Gabbrielli, E. Settesoldi, La Storia della Foresta Casentinese nelle carte dell’Archivio dell’Opera del Duomo di Firenze dal secolo XIV° al XIX°, Min. Agr. For., Roma 1977;
M. Gasperi, Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo, Il Ponte Vecchio, Cesena 2006;
N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Le Lettere, Firenze 2001;
P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anast. Castrocaro Terme 1989;
Bagno di Romagna, Carta dei sentieri, Istituto Geografico Adriatico, Longiano 2008;
Carta Escursionistica scala 1:25.000, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze
Link www.mokagis.it/html/applicazioni_mappe.asp.
Testo di Bruno Roba
Superato il Passo di Lupatti, posto dopo 2,9 km di ampia strada bianca dalla sbarra in loc. Cancellino, al km 198+500 circa della S.P. dei Mandrioli, i primi impluvi dei rami occidentali del Fosso dei Segoni vengono attraversati dalla S.F. del Cancellino dal Passo dei Lupatti verso Ovest per circa 500 m. L’impluvio del ramo principale si raggiunge agevolmente tramite il sent. 00 a circa 250 m dal Passo dei Lupatti verso Cima del Termine. Il tratto finale si raggiunge dall’Eremo Nuovo seguendo (per esperti) in riva sx il corso del Bidente per circa 1 km, guadando prima degli ultimi 300 m i Fossi del Rovino e delle Ranocchie.
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00a1/00a3 – Dal Poggiaccio e suoi pressi, sul contrafforte principale che si stacca da Cima del Termine, vedute panoramiche dello Spartiacque inciso dalle ramificazioni degli affluenti di testata del Bidente di Pietrapazza, tra cui il Fosso dei Segoni (3/10/11).
00b1/00b5 – Dal crinale del Finocchio o delle Palestre, vedute di gran parte della testata del Bidente di Pietrapazza; tra il crinale medesimo e il primo tratto del contrafforte principale, hanno origine i Fossi della Neve e della Spiaggia che generano il Fosso della Bocca; oltre la dorsale dei Segoni scorre il fosso omonimo, quindi si vede lo Spartiacque fino a Poggio Rovino (12/07/16).
00c1 – 00c2 – 00c3 - Dal sito de Il Finocchio, posto su una diramazione dell’omonima dorsale, si hanno le vedute più prossime al tratto di Spartiacque ma l’incisione del Fosso dei Segoni risulta ancora occultata dalla dorsale omonima (7/04/18).
00d1/00d4 – Dal sent. 205, che dalla S.F. del Cancellino sale al Passo della Bertesca, lo Spartiacque appare in perfetta continuità con il contrafforte principale che si stacca da Cima del Temine, continuità che pare ripetersi con il Crinale del Finocchio anziché con il Poggiaccio e il Monte Càrpano, come in effetti avviene. La veduta risulta peraltro frontale rispetto all’intera valle del Fosso dei Segoni fino alla convergenza del fosso nel Bidente, dove si trovano i resti del Poderuccio (16/07/12).
00d5/00d8 – Dalla sommità dell’antica via che dalla Bertesca scendeva all’Eremo Nuovo, vedute della valle del Fosso dei Segoni e della dorsale di separazione dalla valle dei Fossi della Spiaggia e della Bocca (28/10/20).
00e1 – 00e2 - Schemi cartografici del bacino idrografico dell’alta valle del Bidente di Pietrapazza e del Fosso dei Segoni, con riporto di toponomastica antica.
00e3 – Schema da cartografia del XIX secolo dell’alta valle del Bidente di Pietrapazza con repertorio della toponomastica antica.
00f1/00f4 – Dalla S.F. del Cancellino, vedute del primo impluvio di un ramo occidentale del Fosso dei Segoni (26/05/16 – 6/10/20).
00g1/00g6 – Dallo Spartiacque, sul sent. 00 tra Cima del Termine e il Passo dei Lupatti, vedute del primo impluvio del ramo principale del Fosso dei Segoni; da tale sito una traccia di sentiero permette quindi di raggiungerne la polla sorgiva (16/09/20).
00h1/00h12 – Dai pressi del Passo dei Lupatti tracce di sentiero, corrispondenti ad un antico percorso di diretto collegamento con Prato ai Grilli, consentono di attraversare la media valle del Fosso dei Segoni ed il ramo principale (foto 10-11) alla quota 1065 (6/10/20).
00i1/00i9 – La dorsale dei Segoni (che si distacca dai pressi di Cima del Termine e interessa siti anticamente detti Segoni e Legnamenti e si sviluppa tra il Fosso dei Segoni e i Fossi della Spiaggia e della Bocca) consente ulteriori scorci della media valle del Fosso dei Segoni (16/09/20 – 6/10/20).
00l1/00l12 – La dorsale dei Segoni, specie nel tratto di fondovalle, conserva ancora evidenti tracce della viabilità di crinale che la percorreva e che si innestava sull’antica via che collegava l’Eremo Nuovo con la valle del Savio tramite Prato ai Grilli, ancora rappresentata nel catasto moderno come S. Vic.le Eremo-Campo Rosso (16/09/20).
00m1/00m4 – La suddetta consente di raggiungere il Fosso dei Segoni in sx idrografica transitando dai resti del caratteristico ponticello pedonale (pedanca secondo la terminologia I.G.M.) utile per attraversare il Bidente in direzione dell’Eremo Nuovo (19/02/17).
00n1/00n9 – Vedute dello sbocco del Fosso dei Segoni nel Bidente, presso il quale transitava un ulteriore e difficoltoso percorso di crinale, di cui restano tracce sulla dorsale (interessata da siti anticamente detti Poggio di Magnano, Ripabianca e Piano dei Lupatti) che si stacca dai pressi del Passo dei Lupatti e si sviluppa tra il ramo iniziale del Bidente e il Fosso delle Ranocchie (6/10/20).
00o1 – 00o2 – 00o3 - Vedute del sito di Poderaccio dalla sponda opposta del Fosso dei Segoni presso la confluenza nel Bidente e del terrazzo morfologico che ospita evidenti resti dell’insediamento, costituiti dall’”impronta edilizia”, ovvero dall’accumulo di pietrame crollato su se stesso: un faggio secolare forse conserva il ricordo della sua integrità (19/02/17 - 6/10/20).