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Molino di Sotto o di Ridrācoli

Tipo : molino
Altezza mt. : 421
Coordinate WGS84: 43 53' 07" N , 11 50' 06" E
Toponimo nell'arco di
notizie :

Testo di Bruno Roba (12/05/2021)

Nel contesto del sistema orografico del versante emiliano-romagnolo dell’Appennino Settentrionale, l’Alta Valle del Fiume Bidente nel complesso dei suoi rami di origine (delle Celle, di Campigna, di Ridràcoli, di Pietrapazza/Strabatenza), assieme alle vallate collaterali, occupa una posizione nord-orientale, in prossimità del flesso che piega a Sud in corrispondenza del rilievo del Monte Fumaiolo. L’assetto morfologico è costituito dal tratto appenninico spartiacque compreso tra il Monte Falterona e il Passo dei Mandrioli da cui si stacca una sequenza di diramazioni montuose strutturate a pettine, proiettate verso l’area padana secondo linee continuate e parallele che si prolungano fino a raggiungere uno sviluppo di 50-55 km: dorsali denominate contrafforti, terminano nella parte più bassa con uno o più sproni mentre le loro zone apicali fungenti da spartiacque sono dette crinali, termine che comunemente viene esteso all’insieme di tali rilievi: «[…] il crinale appenninico […] della Romagna ha la direzione pressoché esatta da NO a SE […] hanno […] orientamento, quasi esatto, N 45° E, i contrafforti (e quindi le valli interposte) del territorio della Provincia di Forlì e del resto della Romagna.» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 9, cit.). L’area, alla testata larga circa 18 km, è nettamente delimitata da due contrafforti principali che hanno origine, ad Ovest, «[…] dal gruppo del M. Falterona e precisamente dalle pendici di Piancancelli […]» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 14, cit.) e, ad Est, da Cima del Termine; in quell’ambito si staccano due contrafforti secondari e vari crinali e controcrinali minori delimitanti le singole vallecole del bacino idrografico.

In particolare, la Valle del Fiume Bidente di Ridràcoli riguarda quel ramo intermedio del Bidente delimitato, ad Ovest, dall’intero sviluppo del contrafforte secondario che si distacca da Poggio Scali e che subito precipita ripidissimo disegnando la sella di Pian del Pero, serpeggiante evidenzia una sequenza di rilievi (i Poggi della Serra e Capannina, l’Altopiano di S.Paolo in Alpe, Poggio Squilla, Ronco dei Preti e Poggio Collina, per terminare con Poggio Castellina) fino a digradare presso il ponte sul Fiume Bidente di Corniolo a monte di Isola, costretto dalla confluenza del Fiume Bidente di Ridràcoli nel Fiume Bidente di Corniolo. Ad Est la valle è delimitata dall’intero sviluppo del contrafforte secondario che si diparte da Poggio allo Spillo (collegando Poggio della Bertesca, Croce di Romiceto, i Monti Moricciona, La Rocca, Marino, Pezzoli e Carnovaletto) per concludersi con il promontorio della Rondinaia digradando a valle di Isola costretto dalla confluenza del Fiume Bidentino o Torrente Bidente di Fiumicino nel Fiume Bidente. La Rondinaia è nota per il castello con la sua torre «[…] baluardo di antica potenza, elevato fin dai tempi romani alla difesa contro le orde barbariche che dal nord d’Europa scendevano a depredare le belle contrade d’Italia.» (D. Mambrini, 1935 – XIII, p. 274, cit.).

Il bacino idrografico, di ampiezza molto superiore rispetto alle valli collaterali e che vede il lago occupare una posizione baricentrica con l’asta fluvio/lacustre f.so Lama/invaso/fiume posizionata su un asse mediano Nord-Sud, mostra una morfologia molto differenziata rispetto al suo baricentro. L’area sorgentifera, con la realizzazione dell’invaso artificiale, si differenzia tra quella che lo alimenta e quella a valle della diga che alimenta direttamente il fiume. A monte l’area imbrifera confluisce in cinque corsi d’acqua principali che costituiscono i corrispondenti bracci lacustri di cui si compone il lago. Essi sono il Fosso delle Macine, poi di Campo alla Sega, il Fosso degli Altari e il Fosso della Lama, l’asta torrentizia costituita dalla sequenza dei Fossi del Ciriegiolone, dell’Aiaccia e del Molinuzzo e il Fosso del Molino. A valle dell’invaso, mentre in sx idrografica il bacino idrografico si restringe in un’alternanza di pendii più dolci a prato-pascolo e di tratti intensamente deformati e brecciati, per la diversa giacitura e disgregabilità dell’ambiente marnoso-arenaceo, generando ramificazioni di minore rilievo tranne quelle relative al Rio Bacine, al Fosso di Lavacchio e al Fosso di Canforchisio, in dx idrografica il versante vallivo mostra una particolare complessità morfologica per la sequenza di impervie dorsali che si distaccano dal contrafforte secondario orientale, evidenziando vaste porzioni esposte di fitte stratificazioni marnoso-arenacee e separando le 8 vallate trasversali dove scorrono i principali affluenti fluviali. Da monte a valle si susseguono, il Fosso dei Tagli, il Fosso Corneta, il Fosso delle Casine, il Fosso del Catinaio, il Fosso delle Stolle, il Fosso di Ronco Vecchio, il Fosso di Val Spugna o Rio delle Valli e il Fosso di Campitello o delle Corneta che, in prevalenza, si attestano sul contrafforte secondario o sue dirette diramazioni.

In particolare, il Fosso dei Tagli si immette subito a valle della diga (ridotto ad un tombamento sotto la strada di servizio che segue il fiume); ad esso segue l’immissione del Fosso Corneta che avviene subito a valle di Ridràcoli. Dal tratto di contrafforte compreso tra i Monti Moricciona e La Rocca, ed in particolare all’altezza di Ripa di Ripastretta, si distacca la lunga dorsale (anticamente detta Raggio delle Putine) orientata decisamente NO che separa le valli dei due fossi e termina con il promontorio disegnato da una pronunciata ansa del Bidente dove sorge il polo antico, religioso-residenziale, di Ridràcoli (una villam Ridraculi cum omnibus ecclesiis è documentata già dal 1213). Presso il termine del Raggio delle Putine si stacca una diramazione verso OSO che, a sua volta, si dirige verso la fitta sequenza dei meandri fluviali: la morfologia del luogo dialetticamente separa dal polo religioso il pronunciato promontorio dove sorge il baricentro politico-militare-residenziale del Castello di Ridràcoli (nel 1216 è documentato come Castrum Ridiracoli un villaggio fortificato che, secondo la Descriptio Romandiole del 1371, raggiungeva appena 6 focularia, candidato a diventare luogo di controllo della riserva di caccia e pesca dei Conti Guidi - «Magnifice vir, a questi dì passati vi scrissi chom’io avevo fatto isbandire e ghuardare il vostro fiume di Ritràgholi, perché m’avisaste volere venire in questa astate a darvi sollazzo e peschare.» - come ricorda la lettera del capitano di Bagno di Romagna indirizzata a Lorenzo de’ Medici il 23 giugno 1475, cfr.: G.L. Corradi, L’invaso di Ridracoli e l’acquedotto della Romagna, in: N. Graziani, a cura di, 2001, p. 164, cit.). Il sistema insediativo di Ridràcoli si completava con il nucleo economico del Ponte.

Il fulcro del nucleo religioso è ovviamente la Chiesa dei SS. Martino e Lorenzo (titolo raggiunto a seguito della soppressione nel 1652 dell’Eremo di S. Lorenzo che sorgeva sul versante opposto, ma non è noto il sito specifico), riconfigurata tra il 1837 e il 1843. Notizie storiche si hanno grazie ai verbali delle “visite pastorali o apostoliche”. L’aspetto settecentesco dell’adiacente canonica, restaurata con le stesse periodicità della chiesa, pare essere più aderente alla struttura originaria, ma nel Catasto Toscano del 1825-34 risulta staccata da essa, così come, sul lato dx della chiesa, erano segnalati i ruderi di un altro piccolo edificio, poi scomparso. Di fronte alla chiesa si trovano il fabbricato e il rudere delle case coloniche adiacenti dei due poderi rientranti tra i possedimenti ecclesiastici, detti Chiesa di Sopra e Chiesa di Sotto. Chiesa di Sopra, in base al Giornale di Campagna del 1829 era dotato di due stalle al P.T. e due capanne al P.I°; sempre utilizzato o abitato, in base alla documentazione storico-fotografica risulta oggetto di successivi interventi di ristrutturazione e ampliamento con un corpo laterale dagli scorsi Anni ’80-’90, comunque successivamente all’epoca dell’infrastrutturazione viaria conseguente alla realizzazione dell’invaso. Chiesa di Sotto in base al Giornale di Campagna del 1829 si sviluppava al piano terra ed era dotato di loggia, stanzetta, stalla, camera e cucina; probabilmente abbandonato al principio del XX secolo, i suoi ruderi mostrano anch’essi una riconfigurazione planimetrica rispetto alla struttura originaria. Di lato alla piazzetta della chiesa, si trova il fabbricato abbandonato delle ex Scuole Rurali, costruito nel 1961 per trasferirvi l’attività prima svolta a Palazzo Giovannetti operò solo per 14 anni. Il nucleo economico di Ridràcoli si è sviluppato attorno all’antica e principale infrastruttura della valle: il Ponte di Ridràcoli (toponimo del Catasto Toscano) caratteristica struttura in pietrame ad arco a sesto ribassato, risalente al 1817-19, ma in precedenza in legno su spallette in muratura secondo la classica tipologia in uso, distrutto almeno tre volte nel ‘700 e una nel 1815. Aderente ad una spalletta si trova dal 1816 il fabbricato detto Ponte o C. Ponte, presente con difformità nel Catasto Toscano (pare un’aggiunta il corpo posteriore) quando nel Giornale di Campagna era descritto composto al P.T. da due stanze al P.I°, da cucina e camera; il forno è un corpo distaccato, risalente al 1825, posto sul retro, in fregio alla mulattiera. Data la posizione di passaggio almeno dal 1872 nel fabbricato venne aperta una locanda e, dall’inizio del secolo scorso, la nota Osteria del Terrore, dal soprannome del gestore; abitato fino agli Anni ’70, oggi (2021) è in restauro. Già dal 1543 accanto al ponte si trovava il Molino di Sotto o di Ridràcoli o del comune, in base al Giornale di Campagna del 1829 composto al P.T. dalla stanza delle macine, stalla e loggetta e al P.I°, da cucina e camera: tale porzione è ben identificabile e distinguibile rispetto agli ampliamenti successivi, infatti corrisponde al corpo perpendicolare al fiume dove oggi si trova l’ingresso con tettoia; la gora, posizionata sul lato sx, oggi è coperta da un lastricato, mentre il canale di adduzione (berignale), che si staccava dal fiume nell’area sottostante i ruderi di Chiesa di Sotto come evidenziato dal Catasto Toscano, è stato ricoperto dalla sede stradale. Cessata l’attività dall’alluvione del 1966, dopo un ottimo restauro che ha conservato le attrezzature molitorie e la gora, oggi è utilizzato per uso turistico-residenziale. Sul poggetto sovrastante il ponte si trovano il grande edificio di Palazzo Giovannetti - Le Case, detto anche (in base alle vicende della famiglia Giovannetti) Le Case de' Fabbri e/o Il Palazzo, l’adiacente Oratorio della Madonna della Neve, detto anche Oratorio sotto l'Invocazione di S. Maria della Neve e, più in alto, una torretta. Oggi riutilizzato a fini turistico-ristorativi, nel 1777 Il Palazzo veniva descritto con dieci stanze soppalcate, due ingressi e portici, nel Giornale di Campagna del 1829 viene precisato che al P.T. vi sono tinaia, cantina, stalla, due stanze, loggia e forno, al P.I° 5 stanze e al P.II° altre 5 stanze. Complesse vicende lo hanno interessato, come la presenza di tre importanti ospiti commemorata dalla lapide sopra l’ingresso principale: Leopoldo II Granduca di Toscana, Aurelio Saffi e Antonio Fratti (Saffi, 1819-1890, fu mazziniano e figura del Risorgimento, Fratti, 1848-1897, fu un politico e garibaldino). In base alle visite pastorali l’oratorio risulta costruito da Domenico Capacci nel 1705 ed in funzione fino al 1776. Presso Il Palazzo, oggi inserita nel muro di sostegno della via verso Il Casone, si trova un’anonima Maestà, documentata già dal XIX secolo. Tra gli edifici a carattere produttivo era ricordata una Gualchiera, collocata non distante dal ponte, nel 1872 comprendente due abitazioni ma nel 1922 demolita dal Genio Militare, di cui neppure la cartografia storica riporta alcuna traccia, mentre il Molino di Sopra o della Teresona o dei Tagli, collocato non lontano dalla diga presso la confluenza del Fosso dei Tagli nel Bidente ed espropriato in conseguenza della costruzione dell’invaso, è stato recuperato ad uso della Romagna Acque-Società delle Fonti S.p.A. ma, in quanto in area con accesso limitato, è avvicinabile solo in occasione di visite guidate alle strutture della diga.

Nel Settecento, chi voleva risalire l'Appennino da S. Sofia, giunto a Isola su un’arteria selciata larga sui 2 m trovava tre rami che venivano così descritti: per Ridràcoli «[…] composto di viottoli appena praticabili […]» per S. Paolo in Alpe «[…] largo in modo che appena si può passarvi […].» e per il Corniolo «[…] è una strada molto frequentata ma in pessimo grado di modo che non vi si passa senza grave pericolo di precipizio […] larga a luoghi in modo che appena vi può passare un pedone […]» (Archivio di Stato di Firenze, Capitani di Parte Guelfa, citato da: L. Rombai, M. Sorelli, La Romagna Toscana e il Casentino nei tempi granducali. Assetto paesistico-agrario, viabilità e contrabbando, in: G.L. Corradi e N. Graziani - a cura di, 1997, p. 82, cit.). Dalla prima cartografia storica, ovvero il dettagliato Catasto Toscano (1826-34 – scala 1:5000), la schematica Carta della Romagna Toscana Pontificia (1830-40 – scala 1:40.000), le prime edizioni della Carta d’Italia dell’I.G.M. (1893-94 – scala 1:50.000; 1937 – scala 1:25.000), consentono di conoscere il tracciato della viabilità antica che raggiungeva Ridràcoli. Attraversato il Bidente di Corniolo presso Isola, sul luogo del ponte odierno, essa si manteneva in sx idrografica risalendo subito a mezzacosta fino a raggiungere Biserno, per quindi ridiscendere nel fondovalle del borgo, dove terminava con un lungo rettilineo al cui principio si trovavano i fabbricati del podere Il Casone. Tale viabilità, anonima nelle mappe citate, verrà poi denominata Strada Comunale Ridràcoli-Biserno e Strada Comunale Isola-Biserno; solo in occasione dei lavori di costruzione dell’invaso quest’ultima verrà ristrutturata e ampliata diventando la S.P. n.112. Il Casone è documentato dal 1777 quando risultava composto da due fabbricati, uno dotato di sette stanze con portico e forno, l’altro di sei stanze con forno; il Giornale di Campagna del 1829 conferma una casa colonica composta al P.T. da 3 stalle, stalletto e forno, cucina e 3 stanze al P.I°, una capanna composta da 2 stanze sia al P.T. sia al P.I° ed un soppalco al P.II°, oltre ad un capanno con tre stalle ed un capanno da vigna. Negli Anni ’70 risulta compresa negli elenchi ex A.R.F. come abitazione privata composta da 13 vani, richiesta in uso da privati, infatti da allora fino ad oggi ancora utilizzata.

Vari itinerari collegavano con le vallate adiacenti dipartendosi da Ridràcoli. Dal Ponte, secondo il Catasto Toscano, partiva la Strada che da Ridracoli va al Poggio alla Lastra, che, rasentate le case dei due poderi ecclesiastici, superata la chiesa e risaliva la Valle del Corneta; costituiva il primo tratto della Mulattiera di Ridràcoli che raggiungeva S. Sofia transitando da Strabatenza dopo aver scavalcato il crinale tramite il Passo della Colla (posto presso il Monte La Rocca). Dal Castello partiva la Strada che dal Castello di Ridracoli conduce alla Chiesa della Casanova, risalente la Valle dei Tagli ed imperniata su Casanova dell’Alpe (su una pietra cantonale della chiesa sono ancora leggibili le distanze chilometriche – evidentemente non più valide - km 12,358 per Bagno e km 5,933 per Ridràcoli), prima parte della Mulattiera Ridràcoli-Bagno. Entrambe le mulattiere incrociavano sul crinale la Strada Maestra di S. SofiaStrada che dalla Casanova va a Santa Sofia, la prima presso il Monte Moricciona, la seconda sul Passo della Colla. Rinomate e ancora riportate come tali nella cartografia moderna, negli anni ’50 alle estremità delle mulattiere vennero installati dei cippi stradali riportanti la rispettiva denominazione, così classificandole e specificandone l’uso escluso ai veicoli; rimasero localmente in uso fin’oltre metà del XX secolo, infatti le odierne strade forestali verranno realizzate solo un ventennio dopo. Mentre gran parte della Mulattiera di Ridracoli è scomparsa o desueta a seguito della realizzazione della S.F. Ridràcoli-Passo del Vinco, la seconda è pressoché interamente riutilizzata dalla sentieristica CAI. Prima del ponte, un altro antico tracciato diretto a S. Paolo in Alpe tramite la valle del Rio Bacine, poi detto S.Vic.le Rio Castagno-Ridracoli, mantenendosi in sx idrografica e transitando dal sito del moderno Museo delle Acque, poco dopo raggiungeva il podere Galvane, già Le Calvane (toponimo diffuso con vari derivati dal latino calva, -ae, roccia, cranio liscio, e/o dal prelatino cala/gala, calava/calaba, dirupo, da cui le alternanze calbana/calvana/galvana – A.Polloni, 1966, rist. 2004, p. 60, cit.), documentato dal 1777 quando il fabbricato risultava dotato di undici stanze con forno, soppalchi e colombaia ed un capanno; il Giornale di Campagna del 1829 descrive una casa colonica composta al P.T. da 3 stalle, stalletto e forno, cucina e 3 stanze al P.I°, una capanna composta al P.T. da 4 stalle, stalletto forno cantina e loggetta e al P.I° da cucina, 3 stanze e capanna. Studi storici approfonditi riferiscono dell’esistenza di un Mulino delle Galvane (AA.VV., 1982, p. 126, cit.). Oggi ridotta a rudere, è stata abbandonata negli Anni ‘50. Negli Anni ’70 risulta compresa negli elenchi ex A.R.F. composta da 8 vani ma non utilizzata. Prima del podere si trova la Maestà delle Galvane, documentata già nel XIX secolo e oggi restaurata. Approfondimenti su questi luoghi e i suoi abitanti si possono leggere su Il Popolo di Ridracoli (cit.), che ora si può leggere e scaricare grazie al sito www.alpeappennina.it.

Per approfondimenti ambientali e storici si rimanda alla scheda toponomastica Valle del Bidente di Ridràcoli e/o relative ad acque, rilievi e insediamenti citati.

N.B.: Informazioni preziose riguardo luoghi e fabbricati si hanno grazie ai rapporti della Descriptio provinciae Romandiole e delle visite pastorali o apostoliche.

- La Descriptio è un rapporto geografico-statistico-censuario redatto dal legato pontificio cardinale Anglic de Grimoard (fratello di Urbano V) per l’area della Romandiola durante il periodo della “Cattività avignonese” (trasferimento del papato da Roma ad Avignone, 1305-1377). Se la descrizione dei luoghi ivi contenuta è approssimativa dal punto di vista geografico, è invece minuziosa riguardo i tributi cui era soggetta la popolazione. In tale documento si trova, tra l’altro, la classificazione degli insediamenti in ordine di importanza, tra cui i castra e le villae, distinti soprattutto in base alla presenza o meno di opere difensive, che vengono presi in considerazione solo se presenti i focularia, ovvero soggetti con capacità contributiva (di solito nuclei familiari non definiti per numero di componenti; ad aliquota fissa, il tributo della fumantaria era indipendente dal reddito e dai possedimenti). In particolare, nelle vallate del Montone, del Rabbi e del Bidente furono costituiti i Vicariati rurali delle Fiumane.

- La visita apostolica o pastorale, che veniva effettuata dal vescovo o suo rappresentante, era una prassi della Chiesa antica e medievale riportata in auge dal Concilio di Trento che ne stabilì la cadenza annuale o biennale, che tuttavia fu raramente rispettata. La definizione di apostolica può essere impropria in quanto derivante dalla peculiarità di sede papale della diocesi di Roma, alla cui organizzazione era predisposta una specifica Congregazione della visita apostolica. Scopo della visita pastorale è quello di ispezione e di rilievo di eventuali abusi. I verbali delle visite, cui era chiamata a partecipare anche la popolazione e che avvenivano secondo specifiche modalità di preparazione e svolgimento che prevedevano l'esame dei luoghi sacri, degli oggetti e degli arredi destinati al culto (vasi, arredi, reliquie, altari), sono conservati negli archivi diocesani; da essi derivano documentate informazioni spesso fondamentali per conoscere l’esistenza nell’antichità degli edifici sacri, per assegnare una datazione certa alle diverse fasi delle loro strutture oltre che per averne una descrizione a volte abbastanza accurata.

- Negli scorsi Anni ’70, a seguito del trasferimento delle funzioni amministrative alla Regione Emilia-Romagna, gli edifici compresi nelle aree del Demanio forestale, spesso in stato precario e/o di abbandono, tra cui Galvane e Casone divennero proprietà dell’ex Azienda Regionale delle Foreste (A.R.F.); secondo una tendenza che riguardò anche altre regioni, seguì un ampio lavoro di studio e catalogazione finalizzato al recupero ed al riutilizzo per invertire la tendenza all’abbandono, senza successo tranne il riutilizzo di Casone. Con successive acquisizioni il patrimonio edilizio del demanio forlivese raggiunse un totale di 492 fabbricati, di cui 356 nel Complesso Forestale Corniolo e 173 nelle Alte Valli del Bidente. Circa 1/3 del totale sono stati analizzati e schedati, di cui 30 nelle Alte Valli del Bidente. Il materiale è stato oggetto di pubblicazione specifica.

RIFERIMENTI   

AA. VV., Dentro il territorio. Atlante delle vallate forlivesi, C.C.I.A.A. Forlì, 1989;

AA.VV., Indagine sulle caratteristiche ambientali suscettibili di valorizzazione turistico-culturale delle vallate forlivesi. Repertorio, C.C.I.A.A. Forlì, 1982;

E. Agnoletti, Viaggio per le valli bidentine, Tipografia Poggiali, Rufina 1996;

C. Bignami (a cura di), Il popolo di Ridracoli, Nuova Grafica, Santa Sofia 1995;

G.L. Corradi e N. Graziani (a cura di), Il bosco e lo schioppo. Vicende di una terra di confine tra Romagna e Toscana, Le Lettere, Firenze 1997;

M. Gasperi, Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo, Il Ponte Vecchio, Cesena 2006;

N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Le Lettere, Firenze 2001; 

D. Mambrini, Galeata nella storia e nell’arte, Tipografia Stefano Vestrucci e Figlio, Bagno di Romagna, 1935 – XIII;

P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anastatica Castrocaro Terme 1989;

Piano Strutturale del Comune di Bagno di Romagna, Insediamento Storico di Ridràcoli, Analisi e Disciplina Attuativa, 2004;

Carta Escursionistica, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze;

Carta dei sentieri, Foreste Casentinesi, Campigna – Camaldoli – Chiusi della Verna, Istituto Geografico Adriatico, Longiano 2012;

Carta dei sentieri, Comune di Bagno di Romagna, Istituto Geografico Adriatico, Longiano 2008;

Link www.alpeappennina.it;

Link www.mokagis.it/html/applicazioni_mappe.asp.

Percorso/distanze :

Testo di Bruno Roba

Ridràcoli è facilmente raggiungibile tramite la S.P. 4 del Bidente da cui si stacca la S.P. 112 Isola-Biserno-Ridràcoli lunga km 8,7.   

foto/descrizione :

Le foto sono state scattate da Bruno Roba, che ha anche inserito i testi, e qui riprodotte su autorizzazione dell'autore.
Nota - Per visualizzare le foto nel loro formato originale salvarle sul proprio computer, oppure se il browser lo consente tasto destro sulla foto e Apri immagine in un'altra scheda.

00a1 - 00a2 - 00a3 – Dalla S.P., vedute della Valle di Ridràcoli verso monte nel tratto dove si allarga dopo Biserno; mentre in p.p. si notano a mezzacosta Casetto e presso il fiume il Molino di Biserno, oltre il vasto podere delle Case di Monte di Valle in dx idrografica e i campi di Canforchisio in sx, in lontananza si nota il fondovalle del borgo di Ridràcoli con i prati e il fabbricato del podere Il Casone e uno scorcio di Palazzo Giovannetti con la piccola abetina che risale il pendio, oltre il quale si trovano subito il Ponte e il Mulino di Sotto (21/04/18).

00a4 – 00a5 – 00a6 - Dalla S.F. Grigiole-Casanova dell’Alpe-Poggio alla Lastra l’incisione del Fosso Corneta guida lo sguardo verso la profondità del fondovalle dove si intravedono gli edifici storici e moderni di Ridràcoli (16/10/16).

00b1/00b5 – Dalla mulattiera che da Lavacchio scende a Ridràcoli, vedute del centro di Ridràcoli; il Mulino di Sotto rimane seminascosto dalla vegetazione (19/07/18).

00c1 – 00c2 – Elaborazioni pittoriche di foto d’epoca. Particolarmente interessante la prima, probabilmente risalente agli Anni ’50, prima dell’inizio della costruzione dell’invaso e della viabilità moderna, quando le case erano ancora abitate ed era ancora utilizzato il Molino di Sotto, di cui si nota il berignale di presa idraulica e lo scarico nel Bidente; si nota inoltre il tracciato della Mulattiera di Ridràcoli che dal ponte, risalito il poggio e superata la chiesa, attraversa il Fosso Corneta su un ponticello. La seconda foto risale agli Anni ’70-’80 quando i lavori stradali sono in ultimazione; Chiesa di Sotto è fatiscente e Chiesa di Sopra non è stato ancora ampliato.

00d1 - Schema cartografico relativo ai promontori di Ridràcoli e del Castello, ramificazioni morfologiche della dorsale anticamente detta Raggio delle Putine dividente le valli dei Fossi dei Tagli e Corneta.

00d2 – Confronto tra cartografia storica e moderna dell’area centrale di Ridràcoli.

00e1/00e4 – Il Molino di Sotto prima e dopo il restauro; la gora, posizionata sul lato sx, oggi è coperta da un lastricato (21/05/11 - 23/09/16).

00f1/00f5 – La Mulattiera di Ridràcoli, inizialmente risistemato con una rampa, rasenta i ruderi del fabbricato di Chiesa di Sotto per poi scomparire sotto la nuova viabilità tra Chiesa di Sopra e la chiesa (23/09/16).

00f6 – 00f7 – La mulattiera aveva origine al Ponte di Ridràcoli (21/05/11).

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