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Fosso delle Stolle

inserita da Bruno Roba
Comune : Santa Sofia
Tipo : torrente
Altezza mt. : 365
Coordinate WGS84: 43 54' 01" N , 11 51' 15" E
Toponimo nell'arco di
notizie :

Testo di Bruno Roba (18/06/2021 - 11/07/2023) - Coordinate WGS84: Origine (Dorsale M. Marino-P.gio delle Stolle) 43° 53’ 28” N / 11° 52’ 03” E - Sbocco (Bidente) 43° 54’ 01” N / 11° 51’ 15” E - Quote: Origine (Dorsale M. Marino-P.gio delle Stolle) 1010-725 m – Sbocco 365 m - Sviluppo 1,9 Km

Nel contesto del sistema orografico del versante emiliano-romagnolo dell’Appennino Settentrionale, l’Alta Valle del Fiume Bidente nel complesso dei suoi rami di origine (delle Celle, di Campigna, di Ridràcoli, di Pietrapazza/Strabatenza), assieme alle vallate collaterali, occupa una posizione nord-orientale, in prossimità del flesso che piega a Sud in corrispondenza del rilievo del Monte Fumaiolo. L’assetto morfologico è costituito dal tratto appenninico spartiacque compreso tra il Monte Falterona e il Passo dei Mandrioli da cui si stacca una sequenza di diramazioni montuose strutturate a pettine, proiettate verso l’area padana secondo linee continuate e parallele che si prolungano fino a raggiungere uno sviluppo di 50-55 km: dorsali denominate contrafforti, terminano nella parte più bassa con uno o più sproni mentre le loro zone apicali fungenti da spartiacque sono dette crinali, termine che comunemente viene esteso all’insieme di tali rilievi: «[…] il crinale appenninico […] della Romagna ha la direzione pressoché esatta da NO a SE […] hanno […] orientamento, quasi esatto, N 45° E, i contrafforti (e quindi le valli interposte) del territorio della Provincia di Forlì e del resto della Romagna.» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 9, cit.). L’area, alla testata larga circa 18 km, è nettamente delimitata da due contrafforti principali che hanno origine, ad Ovest, «[…] dal gruppo del M. Falterona e precisamente dalle pendici di Piancancelli […]» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 14, cit.) e, ad Est, da Cima del Termine; in quell’ambito si staccano due contrafforti secondari e vari crinali e controcrinali minori delimitanti le singole vallecole del bacino idrografico.

La Valle del Fiume Bidente di Ridràcoli riguarda quel ramo intermedio del Bidente delimitato, ad Ovest, dall’intero sviluppo del contrafforte secondario che si distacca da Poggio Scali e che subito precipita ripidissimo disegnando la sella di Pian del Pero, serpeggiante evidenzia una sequenza di rilievi (i Poggi della Serra e Capannina, l’Altopiano di S.Paolo in Alpe, Poggio Squilla, Ronco dei Preti e Poggio Collina, per terminare con Poggio Castellina) fino a digradare presso il ponte sul Fiume Bidente di Corniolo a monte di Isola, costretto dalla confluenza del Fiume Bidente di Ridràcoli nel Fiume Bidente di Corniolo. Ad Est la valle è delimitata dall’intero sviluppo del contrafforte secondario che si diparte da Poggio allo Spillo (collegando Poggio della Bertesca, Croce di Romiceto, i Monti Moricciona, La Rocca, Marino, Pezzoli e Carnovaletto) per concludersi con il promontorio della Rondinaia digradando a valle di Isola costretto dalla confluenza del Fiume Bidentino o Torrente Bidente di Fiumicino nel Fiume BidenteLa Rondinaia è nota per il castello con la sua torre «[…] baluardo di antica potenza, elevato fin dai tempi romani alla difesa contro le orde barbariche che dal nord d’Europa scendevano a depredare le belle contrade d’Italia.» (D. Mambrini, 1935 – XIII, p. 274, cit.).

Il bacino idrografico, di ampiezza molto superiore rispetto alle valli collaterali e che vede il lago occupare una posizione baricentrica con l’asta fluvio/lacustre f.so Lama/invaso/fiume posizionata su un asse mediano Nord-Sud, mostra una morfologia molto differenziata rispetto al suo baricentro. L’area sorgentifera, con la realizzazione dell’invaso artificiale, si differenzia tra quella che lo alimenta e quella a valle della diga che alimenta direttamente il fiume. A monte l’area imbrifera confluisce in cinque corsi d’acqua principali che costituiscono i corrispondenti bracci lacustri di cui si compone il lago. Essi sono il Fosso delle Macine, poi di Campo alla Sega, il Fosso degli Altari e il Fosso della Lama, l’asta torrentizia costituita dalla sequenza dei Fossi del Ciriegiolone, dell’Aiaccia e del Molinuzzo e il Fosso del Molino. A valle dell’invaso, mentre in sx idrografica il bacino idrografico si restringe in un’alternanza di pendii più dolci a prato-pascolo e di tratti intensamente deformati e brecciati, per la diversa giacitura e disgregabilità dell’ambiente marnoso-arenaceo, generando ramificazioni di minore rilievo tranne quelle relative al Rio Bacine, al Fosso di Lavacchio e al Fosso di Canforchisio, in dx idrografica il versante vallivo mostra una particolare complessità morfologica per la sequenza di impervie dorsali che si distaccano dal contrafforte secondario orientale, evidenziando vaste porzioni esposte di fitte stratificazioni marnoso-arenacee e separando le 8 vallate trasversali dove scorrono i principali affluenti fluviali. Da monte a valle si susseguono, il Fosso dei Tagli, il Fosso Corneta, il Fosso delle Casine, il Fosso del Catinaio, il Fosso delle Stolle, il Fosso di Ronco Vecchio, il Fosso di Val Spugna o Rio delle Valli e il Fosso delle Corneta e di Campitello, scorrenti in sistemi vallivi che, in prevalenza, si attestano sul contrafforte secondario o sue dirette diramazioni e che, a partire dalla Valle del Catinaio, divengono progressivamente profondi e fortemente accidentati, infatti mostrando, dalle aree di crinale verso la pianura, molti accavallamenti stratigrafici che interessano la Formazione Marnoso Arenacea con creazione di effetti paesaggistici di notevole risalto.

In particolare, risalendo la valle del Fosso delle Stolle fino alle sue origini, costituite da ampie ramificazioni che scaturiscono dal tratto di dorsale compreso tra il complesso del Monte Marino e Poggio delle Stolle, si attraversa un territorio completamente boscato e scosceso specie nel versante esposto ad occidente, tale da ospitare, i soli insediamenti di Stolle di Sotto e Stolle di Sopra, anticamente Stolle o Stolli (può essere pertinente il riferimento alla radice celtica tol che indica “elevazione”, nel senso di “altura” e/o al tedesco altomedievale Stollo, base, sostegno, dalla radice stàl, stare solidamente, o dal greco stỹlos, colonna, pilastro, da cui alcuni traggono direttamente stollo, comunque con allusione alle caratteristiche geomorfologiche locali), posti presso il fondovalle e di Sabbione o C. Sabbione o Sabbioni, anticamente il Sabbione, prossimo al crinale.

Ampia parte della valle ricade nel Geosito Sinclinale di Poggio delle Stolle, classificato di interesse regionale, esteso affioramento lungo il fianco occidentale del crinale M. Marino-P.gio delle Stolle in cui si osserva la 'sinclinale' (curvatura degli strati con convessità orientata verso il basso e rocce più giovani rispetto a quelle degli strati esterni) con fianco rovesciato, ovvero con gli strati inclinati oltre la verticale per le forti spinte orogenetiche lungo la Linea di San Benedetto in Alpe, comprendente anche lo Strato Contessa, importantissimo strato guida che si riconosce per lo straordinario spessore della sua parte fine (5-8 metri), marnosa, di colore grigio chiaro.

Tra il VI ed il XV secolo, a seguito della perdita dell’equilibrio territoriale romano ed al conseguente abbandono delle terre, inizialmente si assiste ad un riutilizzo delle aree più elevate e della viabilità di crinale con declassamento di quella di fondovalle. Lo stato di guerra permanente porta, per le Alpes Appenninae l’inizio di quella lunghissima epoca in cui diventeranno anche spartiacque geo-politico e, per tutta la zona appenninica, il diffondersi di una serie di strutture difensive, anche di tipo militare/religioso o militare/civile, oltre che dei primi nuclei urbani o poderali, dei mulini, degli eremi e degli hospitales. Successivamente, sul finire del periodo, si ha una rinascita delle aree di fondovalle con un recupero ed una gerarchizzazione infrastrutturale con l’individuazione delle vie Maestre, pur mantenendo grande vitalità le grandi traversate appenniniche ed i brevi percorsi di crinale. Il quadro territoriale più omogeneo conseguente al consolidarsi del nuovo assetto politico-amministrativo cinquecentesco vede gli assi viari principali, di fondovalle e transappenninici, sottoposti ad intensi interventi di costruzione o ripristino delle opere artificiali cui segue, nei secoli successivi, l’utilizzo integrale del territorio a fini agronomici alla progressiva conquista delle zone boscate. Comunque, nel Settecento, chi voleva risalire l'Appennino da S. Sofia, giunto a Isola su un’arteria selciata larga sui 2 m trovava tre rami che venivano così descritti: per Ridràcoli «[…] composto di viottoli appena praticabili […]» per S. Paolo in Alpe «[…] largo in modo che appena si può passarvi […].» e per il Corniolo «[…] è una strada molto frequentata ma in pessimo grado di modo che non vi si passa senza grave pericolo di precipizio […] larga a luoghi in modo che appena vi può passare un pedone […]» (Archivio di Stato di Firenze, Capitani di Parte Guelfa, citato da: L. Rombai, M. Sorelli, La Romagna Toscana e il Casentino nei tempi granducali. Assetto paesistico-agrario, viabilità e contrabbando, in: G.L. Corradi e N. Graziani - a cura di, 1997, p. 82, cit.). La prima cartografia storica, ovvero il dettagliato Catasto Toscano (1826-34 – scala 1:5000), la schematica Carta della Romagna Toscana Pontificia (1830-40 – scala 1:40.000), le prime edizioni della Carta d’Italia dell’I.G.M. (1893-94 – scala 1:50.000; 1937 – scala 1:25.000), consente di conoscere il tracciato della viabilità antica che raggiungeva Ridràcoli. Attraversato il Bidente di Corniolo presso Isola, sul luogo del ponte odierno, essa si manteneva in sx idrografica risalendo subito a mezzacosta fino a raggiungere Biserno, per quindi ridiscendere nel fondovalle del borgo, dove si concludeva con un lungo rettilineo al cui termine si trovava Il Ponte di Ridràcoli. Tale viabilità, anonima nelle mappe citate, verrà poi denominata Strada Comunale Ridràcoli-Biserno e Strada Comunale Isola-Biserno; solo in occasione dei lavori di costruzione dell’invaso quest’ultima verrà ristrutturata e ampliata diventando parte della S.P. n.112

In questo contesto storico-geografico, tra le alte valli bidentine quella di Ridràcoli è quella che meno ha subito il fenomeno dell’abbandono grazie alle caratteristiche ambientali e climatiche più favorevoli della sua parte meno elevata. Ma se il borgo principale, posto nel baricentro sia geografico sia del sistema insediativo, è quello più noto e Biserno è quello più abitato, molti fabbricati delle vallecole laterali oggi sono in stato di abbandono o ridotti a rudere con vari casi di ristrutturazione interrotta.

Le identificazioni toponomastiche e grafiche della cartografia antica e moderna (Carta d’Italia I.G.M., N.C.T. Nuovo Catasto Terreni, C.T.R. Carta Tecnica Regionale) riguardanti i fabbricati della Valle delle Stolle si possono schematizzare come di seguito elencato::

- Stolli di Sotto nel Catasto toscano, o Stolle nella Carta d’Italia I.G.M. (1894-1937) e in quella moderna, o Stolle di Sotto nel N.C.T. e nella C.T.R.

- Stolli di Sopra nel Catasto toscano, o Stolle nella Carta d’Italia I.G.M. (1894-1937) e in quella moderna, o Stolle di Sopra nel N.C.T. e nella C.T.R.

- il Sabbione nel Catasto toscano, o C.Sabbione nella Carta d’Italia I.G.M. (1894-1937), o Sabbione in quella moderna con simbolo dei ruderi accanto ad un fabbricato, o Sabbioni nel N.C.T., o C. Sabbione nella C.T.R.

La c.d. Strada dopo Spugna Piccolo scendeva al guado del Fosso di Ronco Vecchio, prima del quale vedeva staccarsi la Strada di Ronco Vecchio diretta verso l’interno vallivo; quindi, proseguiva parallela al Bidente ad una quota di poco superiore giungendo allo stretto meandro del Fosso delle Stolle che, poco prima della confluenza nel Bidente, aggira il crinaletto dove sorge Stolle di Sotto, oggi trovando una situazione di dissesto geomorfologico ed idraulico.

Il dissesto generale coinvolge Stolle di Sotto, che infatti mostra pochi ruderi nonostante negli Anni ’70 risultasse nella disponibilità dell’ex A.R.F. benché non utilizzato, comunque ancora dimensionato, per quanto ridotto a soli 216 mc su 36 mq di area coperta, con una dotazione di 4 vani, certamente suddivisi su due livelli, ed evidentemente relativi ad un piccolo fabbricato superstite rispetto a quanto rappresentato dal Catasto toscano, che rappresentava un fabbricato maggiore e due annessi.

Scarse tracce della deviazione che penetra all’interno conducono rapidamente nella tranquilla vallecola dove sorge Stolle di Sopra, percorrendo un crinaletto parallelo al Fosso delle Stolle. La consistenza attuale, che vede i primi importanti crolli strutturali nel fabbricato principale, consente di verificare una notevole difformità planimetrica rispetto a quanto riportato dal Catasto toscano, dove era rappresentato un fabbricato articolato ed un annesso. Oggi è presente un grande fabbricato su tre livelli, con stalla ancora attrezzata, grande cucina con camino quasi integro e vani sottotetto, mostranti ampie tracce di intonaco e tinteggiatura. Rimangono inoltre un grande fienile su due livelli e un annesso suddiviso in stalletti e loggia con forno, fabbricati apparentemente di costruzione posteriore, comunque presumibilmente abbandonati poco prima dell’acquisizione da parte dell’A.R.F., che registrava un dimensionamento pari a 612 mc su 102 mq di area coperta con una dotazione di 8 vani, come detto disposti su tre livelli.

Come gli altri fabbricati montani o di crinale ricadenti in queste valli, in base al Catasto toscano anche Sabbione appariva isolato, con alcuni monconi viari che si dipartivano apparentemente non collegati alla viabilità. Solo le mappe della Carta d’Italia I.G.M. del 1894 e del 1937 mostrano dapprima solo i collegamenti con Ronco Vecchio attraverso il crinale di Poggio delle Stolle e con Ridràcoli attraverso il crinale di Poggio La Vecchia e la valle del Fosso Corneta percorsa dalla Mulattiera di Ridràcoli, poi integrati dal collegamento con Stolle tramite Catinaio, oggi divenuto in parte pista forestale. Del fabbricato principale si rinvengono pochi ruderi, infatti risulta non dimensionato nell’elenco dell’A.R.F., mentre è più consistente la struttura del suo capanno

Per approfondimenti ambientali e storici si rimanda alla scheda toponomastica Valle del Bidente di Ridràcoli e/o relative ad acque, rilievi e insediamenti citati.

N.B.:- Negli scorsi Anni ’70, a seguito del trasferimento delle funzioni amministrative alla Regione Emilia-Romagna, gli edifici compresi nelle aree del Demanio forestale, spesso in stato precario e/o di abbandono, tra cui Sabbioni, Stolle di Sotto, e Stolle di Sopra divennero proprietà dell’ex Azienda Regionale delle Foreste (A.R.F.); secondo una tendenza che riguardò anche altre regioni, seguì un ampio lavoro di studio e catalogazione finalizzato al recupero ed al riutilizzo per invertire la tendenza all’abbandono, senza successo. Con successive acquisizioni il patrimonio edilizio del demanio forlivese raggiunse un totale di 492 fabbricati, di cui 356 nel Complesso Forestale Corniolo e 173 nelle Alte Valli del Bidente. Circa 1/3 del totale sono stati analizzati e schedati, di cui 30 nelle Alte Valli del Bidente. Il materiale è stato oggetto di pubblicazione specifica.

- In base alle note tecniche dell’I.G.M. se in luogo dell’anteposta l’abbreviazione “C.”, che presumibilmente compare quando si è manifestata l’esigenza di precisare la funzione abitativa, viene preferito il troncamento “Ca” deve essere scritto senza accento: se ne deduce che se compare con l’accento significa che è entrato nella consuetudine quindi nella formazione integrale del toponimo.

RIFERIMENTI   

AA. VV., Dentro il territorio. Atlante delle vallate forlivesi, C.C.I.A.A. Forlì, 1989;

G.L. Corradi (a cura di), Il Parco del Crinale tra Romagna e Toscana, Alinari, Firenze 1992; 

G.L. Corradi e N. Graziani (a cura di), Il bosco e lo schioppo. Vicende di una terra di confine tra Romagna e Toscana, Le Lettere, Firenze 1997;

M. Foschi, P. Tamburini, (a cura di), Il patrimonio edilizio nel Demanio forestale. Analisi e criteri per il programma di recupero, Regione Emilia-Romagna A.R.F., Bologna 1979;

M. Gasperi, Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo, Il Ponte Vecchio, Cesena 2006;

N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Le Lettere, Firenze 2001;

D. Mambrini, Galeata nella storia e nell’arte, Tipografia Stefano Vestrucci e Figlio, Bagno di Romagna, 1935 – XIII;

A. Polloni, Toponomastica Romagnola, Olschki, Firenze 1966, rist. 2004;

P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anastatica Castrocaro Terme 1989;

Carta Escursionistica, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze;

Parco nazionale delle foreste casentinesi. Carta dei sentieri 1:25.000, N.20, Monti editore, 2019;

Link https://geo.regione.emilia-romagna.it/schede/geositi;

Link www.mokagis.it/html/applicazioni_mappe.asp.

Percorso/distanze :

Testo di Bruno Roba - Ridràcoli è facilmente raggiungibile tramite la S.P. 4 del Bidente da cui si stacca la S.P. 112 Isola-Biserno-Ridràcoli lunga km 8,7. Dalla provinciale il fondovalle del Fosso delle Stolle è raggiungibile in circa 2 km dalla Val di Spugna.

foto/descrizione :

Le foto sono state scattate da Bruno Roba, che ha anche inserito i testi, e qui riprodotte su autorizzazione dell'autore.

00A – Ubicazione della Valle del Fosso delle Stolle nell’ambito dei bacini idrografici dell’Alta Valle del Bidente.

00a1 – 00a2 - 00a3 – Dal Canale del Pentolino, sulla Giogana presso Poggio Scali, panoramica settentrionale fino all’Adriatico mentre oltre il Crinale della Vacca si nota la parte terminale della Valle di Ridracoli da Biserno fino a Isola (e Santa Sofia), con scorcio della sequenza di dorsali trasversali paesaggisticamente rilevanti per gli estesi affioramenti della Formazione Marnoso Arenacea (10/11/14 – 16/08/16).

00a4 – 00a5 – 00a6 - Da Ronco dei Preti, panoramica dell’intero tratto terminale del contrafforte secondario, che va a digradare con il Monte Carnovaletto e il Poggio della Rondinaia, da cui si stacca la sequenza di dorsali che determinano il succedersi delle valli trasversali al Bidente di Ridràcoli, tra le quali si riconoscono, nell’ordine, quelle percorse dai Fossi delle Casine, del Catinaio e delle Stolle, dove spiccano gli affioramenti del Geosito di interesse regionale Sinclinale di Poggio delle Stolle (24/10/18).

00b1 – 00b2 - 00b3 – Dai pressi di Poggio Castellina, vedute del versante opposto pressoché frontalmente alle valli dei Fossi delle Stolle e del Catinaio, con indicazione dei siti dei fabbricati di Stolle di Sotto e di Sopra, del Catinaio e dell’abetina che ricopre il ronco di Sabbione, oltre che dei tracciati delle piste che li raggiungono (28/08/18).

00c1 - 00c2 – Dal Castello di Biserno, panoramica del versante opposto della valle del Fosso delle Stolle (occultata dalla vegetazione) mentre si nota il Poggio delle Stolle con i suoi affioramenti (7/10/17).

00d1 – 00d2 - 00d3 – Panoramica dai pressi di Biserno da cui appare l’imponenza degli opposti crinali e si evidenziano gli affioramenti del geosito (27/12/16).

00e1 – 00e2 – 00e3 - Dalla SP 112, vedute verso la valle e il Poggio delle Stolle (13/08/18). 

00f1 - Schema cartografico della valle del Fosso delle Stolle con indicazione del perimetro del Geosito.

00f2 – Schema cartografico da mappa del XIX sec. che, nella sua essenzialità, evidenziava il tracciato viario che da Isola raggiungeva Ridràcoli a mezzacosta transitando da Biserno. La toponomastica riprende, anche nella grafica, quella originale.

00f3 – Schema da mappa catastale della prima metà dell’Ottocento, evidenziante il sistema insediativo, con utilizzo della toponomastica originale, integrata a fini orientativi con utilizzo di grassetto nero.

00f4 – Schema da cartografia della prima metà del ‘900, prima della realizzazione della viabilità moderna.

00g1 – 00g2 – 00g3 – Dal crinale Monte Marino-Poggio delle Stolle, vedute del profondo tratto del Bidente dove scola il Fosso delle Stolle; sul versante opposto si nota Biserno (6/08/18).

00g4/00g9 – Dai pressi di Poggio delle Stolle, vedute verso la corrispondente parte della Valle delle Stolle e della sua impervia testata, ormai quasi impercorribile (6/08/18).

00h1/00h8 – La pista/mulattiera dalla Val di Spugna, con scorci del Bidente (6/08/18).

00i1/00i9 – Il tormentato tratto di fondovalle del Fosso delle Stolle presso i suoi insediamenti si intreccia con la mulattiera (6/08/18).

00l1/00l7 – Vedute della Valle delle Stolle, della mulattiera e dei primi impluvi presso il suo insediamento di altura (6/08/18).

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