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Case di Monte Cārpano

inserita da Bruno Roba
Tipo : fabbricato non pių esistente
Altezza mt. : 1070
Coordinate WGS84: 43 49' 54" N , 11 55' 02" E
Toponimo nell'arco di
notizie :

Testo di Bruno Roba (28/04/2022) - Il bacino idrografico del Fosso di Rio d’Olmo si attesta su un tratto di versante occidentale del contrafforte principale compreso tra il Crinale o Raggio del Finocchio, che si dirama all’altezza della sella di Prato ai Grilli (prima del Poggiaccio), e la dorsale che ha origine dal Monte Càrpano. Il Crinale del Finocchio prima di dirige verso l’Eremo Nuovo quindi segue il Bidente fino a Pietrapazza, sempre più ristretto e affilato per la confluenza con il Rio D’Olmo; la dorsale dal Càrpano presto si biforca e, mentre il suo ramo di libeccio converge sul Bidente definendo la valle del fosso principale e dividendola da quella del Fosso delle Graticce, suo affluente, il ramo di grecale (detto Crinale delle Graticce), pure converge sul fiume, costituendo separazione del sistema vallivo dalla valle del Fosso del Lastricheto.

Nel XVI secolo l’area del Ridolmo veniva distinta nel fondovalle verso Pietrapazza Casaccia, detto Himo o Imo Ridolmo Ridolmo Basso, nell’area centrale limitata a Ridolmo, poi Ridolmo Vecchio, mentre il Sommo Ridolmo era l’area più elevata che si estendeva dal crinale del Monte Càrpano (anticamente M. Carpi) al monte del Finocchio, alle Palestre e al Prato al Grillo, quindi comprendendo Casina di Ridolmo, Casina Susinello.

Per l’inquadramento territoriale v. schede Valle del Bidente di PietrapazzaFiume Bidente di Pietrapazza e Fosso di Rio d’Olmo.

In base al Catasto Toscano (1826-34) nel sistema vallivo del Fosso di Rio d'Olmodi Susinello e della Capra, sorgevano i seguenti fabbricati, tutti insediati nel versante meglio esposto in dx idrografica, oggi totalmente ricoperto dagli impianti restaurativi di pinacee in luogo dei coltivi e pascoli che ne hanno determinato e/o incrementato l’instabilità idrogeologica: Casaccia (scomparso); Rivo d’Olmo o Cà Riodolmo o Ridolmo Ridolmo Vecchio (scarsi resti), nel Catasto Toscano Rio d’Olmo, nella Carta d'Italia I.G.M. di impianto (1894 e 1937) C. Rio d’Olmo, nella cartografia escursionistica moderna Ca RidolmoRidolmo Casina Ridolmo (rudere), nel Catasto Toscano Casina, nella cartografia escursionistica moderna C. Rio d'Olmo (Casina Biozzi);Casina (scomparso), come tale presente solo nel Catasto ToscanoSusinello (scarsi ruderi), o Sucinello nel Catasto Toscano, già C. Susinello nella Carta d’Italia I.G.M. di impianto, ma di nuovo Succinello in una mappa dell’Archivio Comunale di Bagno di Romagna (1888-1913). Nell’area è da segnalare inoltre la citata Maestà della Casaccia (restaurata), mentre gli scarsi resti di Case di Monte CàrpanoM.e Càrpano nel Catasto Toscano, si trovano sul crinale che risale il monte, presso l’incrocio desueto sopra descritto. Il versante sx della valle è ricoperto da una giovane e fitta faggeta, attraversata da un fitto reticolo di percorsi che risale fino al crinale probabilmente legato alle attività di esbosco, e, per quanto non particolarmente accidentato, appare anche storicamente pressoché privo di insediamenti o ricoveri, salvo la probabile collocazione di Case di Sotto (scarsi ruderi), anonimo nel Catasto Toscano, ricadente nell’area dell’Eremo nuovo di Sotto o Himo Lermonovo, cui sono da riferire pure la Casina del Raggio (scomparso e mai cartografato) e la Maestà del Raggio (restaurata), posti sul Crinale del Finocchio.

Sul contrafforte principlale da Cima del Termine, probabilmente già dal 1084, è documentata nel Regesto di Camaldoli la Via de Monte Acutum, come peraltro «[…] conferma un’opinione espressa nel 1935 dal Mambrini circa l’esistenza di una strada percorribile fra i boschi di quel perfetto triangolo, il Monte Acuto, costantemente rilevato nella documentazione medievale come punto di confine fra la Romània e la Tuscia […].» (C. Dolcini, Premessa, in: C. Bignami, A.Boattini, A. Rossi, a cura di, 2010, pp. 7-8, cit.). Il Mambrini fa un altro riferimento a tale strada nel trattare del Castello di Riosalso«Il cardinale Anglico così lo descrive nel 1371: “Il castello di Riosalso è nelle Alpi in una certa valle sopra un sasso forte. Ha una rocca ed una torre fortissima ed è presso – circa un miglio – alla strada che mena in Toscana.” […] La strada qui ricordata era sul crinale del monte sopra il castello e per Nocicchio, passando a destra di Montecucco, per Badia Prataglia conduceva in Casentino. Qua e là restano gli avanzi di questa strada.» (D. Mambrini, 1935 – XIII, p. 288, cit.). Una relazione del 1652 conservata nell’Archivio dell’Opera del Duomo, che descrive la ripartizione delle aree in gestione in otto parti, è utile per ricavare un utile riferimento su tale sito: «L’ottava e ultima parte delle selve dell’Opera viene separata dalla precedente col Poggio della Bertesca e resta fra esso poggio e il Poggio delle Rivolte di Bagno ultimo termine di dette selve.» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, pp. 263-271, cit.). In una mappa del 1637 allegata ad una relazione del 1710 del provveditore dell’Opera del Duomo di Firenze (riproduzioni della mappa si trovano in A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, p. 20, cit. e, a colori, in A. Bottacci, 2009, p. 31, cit.) si ritrova il toponimo Rivolte (oggi sent. 201 CAI), ulteriormente specificato nel Contratto livellario stipulato nel 1818 tra l’Opera e il Monastero di Camaldoli: «Comunità di Bagno. Una vasta tenuta di terre nell’indicata comunità, abetata, faggiata, frascata, lavorativa, prativa, massata, trafossata come più e meglio verrà descritta in appresso sia nella qualità che nella quantità, alla quale la circonferenza confina: primo, con la Comunità di Bagno incominciando dal luogo detto le Rivolte e precisamente dal termine giurisdizionale delle Comuni di Bagno-Poppi, da questo termine calando per la scesa delle Rivolte fino al Prato ai Grilli; […]» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, pp. 461-463, cit.). Con il Catasto Toscano tale via diviene la Strada che da Montecarpano va alla Badia a Prataglia.

Tra il XIX secolo e la prima metà del XX si assiste alla completa ri-organizzazione della viabilità locale e di crinale, che culminerà con la classificazione delle Mulattiere colleganti anche trasversalmente le vallate collaterali, come p.es. testimoniano i cippi stradali installati negli anni ’50 all’inizio di molte di esse, così classificandole e specificandone l’uso escluso ai veicoli (alcune strade forestali verranno realizzate solo al termine del ventennio successivo). A Pietrapazza si trova (restaurato) il piccolo Ponte delle Graticce o della Cantinaccia, alla confluenza dell’omonimo fosso nel Rio d'Olmo e prima che questo si immetta nel Bidente. Risale al 1898 ed è eseguito in pietrame con tipologia ad arco circolare leggermente ribassato e pavimentazione in pietra arenaria posta di taglio. Prima della sua costruzione la mulattiera guadava il fosso poco più a monte inizialmente aggirando il versante sx. Il ponte (nella sua versione originaria) costituiva snodo di collegamento con la citata Strada che da Pietrapazza va a Bagno, che ancora oggi risale sostando davanti alla Maestà della Casaccia fino a Rio d’Olmo o Ridolmo Vecchio, da dove è stata sostituita dall’ampia strada forestale. Tuttavia è ancora possibile ritrovarne lunghi tratti ormai abbandonati sul versante montano fino a valicare la Colla di Càrpano, laddove incrociava la viabilità di crinale consentendo una sosta alle Case di Monte Càrpano presso una nota (ma non documentata) Osteria«Monte Carpano […] era un notevole luogo di transito: non a caso alla fine dell’Ottocento v’era un’osteria frequentata da quel piccolo mondo di mestieri e traffici col Casentino (fattori, sensali, mercanti di bestiame) e, soprattutto, con la foresta della Lama e Camaldoli per il rifornimento di legname per madiai e bigonciai, di “cime” d’abete per i coronai.» (G. Marcuccini, Le valli alte del Bidente: un cammino nella memoria, in: G.L. Corradi, a cura di, 1992, pp. 119, 120 cit.). Questo tratto viario era particolarmente impervio, infatti da Rio d’Olmo si inerpicava fino alla sovrastante sella che prelude allo stacco del Crinale delle Graticce seguendo il bordo orientale dell’ampio e caratteristico affioramento arenaceo, quindi seguiva il versante SO del Càrpano fino al suddetto incrocio viario, dal quale nuovamente precipitava nel versante opposto sul crinale tra le valli del Barco o Volanello dell’Ancisa o Casaccia Cappella, venendo nominata Strada detta della Lastra che va a Monte Carpano. Impraticabile per molti mesi dell’anno, solo nel 1841 è stato terminato il tracciato sostitutivo più a mezzacosta della Mulattiera Bagno-Pietrapazza-Ridracoli, di cui si vedono alcuni tratti sotto la rotabile ed il cippo stradale presso il Passo di M. Càrpano.

L’Opera del Duomo di Firenze in Romagna vantava diritti e possedimenti che si spingevano fino a queste latitudini, così alcuni appezzamenti dell’area della Fossa dell'Olmo e del Lastricheto sono documentato fin dal 1546 nell’inventario eseguito dopo che l’Opera, avendo preso possesso delle selve “di Casentino e di Romagna”, dove desiderava evitare nuovi insediamenti, aveva constatato che, sia nei vari appezzamenti di terra lavorativa distribuiti in vari luoghi e dati in affitto o enfiteusi che altrove, si manifestavano numerosi disboscamenti e roncamenti non autorizzati; pertanto, dalla fine del 1510 intervenne decidendo di congelare e confinare gli interventi fatti, stabilendo di espropriare e incorporare ogni opera e costruzione eseguita e concedere solo affitti quinquennali. I nuovi confinamenti vennero raccolti nel “Libro dei livelli e regognizioni livellarie in effetti” che, dal 1545 al 1626 così costituisce l’elenco più completo ed antico disponibile «[…] dei livelli che l’Opera teneva in Romagna […] se ne dà ampio conto qui di seguito […] 1546 […] Un poderetto di terra lavorativa e roncata in luogo detto la Fossa dell’Olmo di some 5 […] Un pezzo di terra lavoratia, siepata e roncata in luogo detto il Susinello di some 5. […] un pezzo di terra lavorativa e roncata posta in luogo detto i Ripiani e di some 6. Un podere di terra lavorativa e roncata con casa, in luogo detto le Felcetine. […] Un poderino alle Graticce di some 5. […] 1547 […] Un podere con casa e terre lavorative e vignate e roncate in luogo detto la Celteraia. […] Un podere ai Ripiani di some 25. […] Un podere con casa e terre lavorative roncate et altro, in luogo detto le Cortine e vale scudi 200.» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, pp. 151-153, cit.). Peraltro, una relazione del 1789 conferma quale fosse il tipo di interesse dell’Opera nel mantenimento dei poderi che … : «[…] sono situati alle falde di vasto circondario delle selve d’abeti e sembra che sieno stati fabbricati in detti luoghi per servire di custodia e per far invigilare dai contadini di detti poderi dal fuoco, al taglio insomma alla conservazione  di dette selve […] non ardirei mai di far proposizione di alienarli ma di seguitare a tenerli […] come si rileva chiaramente dalla loro posizione servendo di cordone e custodia alle macchie medesime [...] ma […] potrebbero allinearsi e vendersi per essere […] ridotti in tal cattivo stato dai passati affittuari […]» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, pp. 441, 442, cit.). I sopraddetti appezzamenti comunque vennero presto alienati, così nel 1818, all’epoca del Contratto livellario tra l’Opera e il Monastero di Camaldoli, nella descrizione dei confini vengono ormai nominati alcuni proprietari privati, i cui poderi paiono estendersi fino al crinale, tra cui i “Signori Biozzi di Bagno”, futuri proprietari anche delle Case di M. Càrpano«Una vasta tenuta di terre […] alla quale per la circonferenza confina: […]; secondo, da detto punto confina Giuseppe Mosconi di Ridolmo seguitando la strada che da Prato ai Grilli conduce al Poderaccio, lasciando la strada su prendere il crine che conduce alle Palestre; terzo, dal detto luogo delle Palestre fino al fosso di Valbona Signori Biozzi di Bagno col Podere dell’Eremo Nuovo e dal detto Fosso di Valbona fino al fosso del Pian del Miglio balzone comprendendo nell’Opera il Prato della Bertesca fino alla strada da S. Giavoli e dal crinale dei Piani sempre signori Biozzi; quarto, Mario Mosconi col podere detto Ripiani […]» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, pp. 463-464, cit.).

La prima colonizzazione nell’area della Fossa dell’Olmo risale al 1531, anno dal quale iniziano ad essere documentati i primi abitanti, che si intensificheranno entro il 1560, epoca in cui (almeno dal 1543) sul Monte Càrpano è documentata un’abitazione, semplicemente detta Monte Càrpano, posta di lato alla strada, nel 1698 risultante dotata di due camere, stalle sotto, forno, capanno. Con la cessione delle aree poderali ai Biozzi la casa, documentata nel Catasto Toscano con una planimetria rettangolare posta sull’incrocio viario, venne abbandonata e presto si ridusse a rudere, tanto da non comparire né nella mappa dell’Archivio Comunale di Bagno di Romagna datata 1888-1913 (cfr. AA.VV., 1989 e C. Bignami, A. Boattini, 2018, cit.), riguardante l’attribuzione delle numerazioni civiche, né nelle prime edizioni della Carta d’Italia dell’I.G.M. (1894 – 1937). Sulle vicende dei suoi abitanti cfr.: C. Bignami, A. Boattini, A. Rossi (a cura di), 2010, cit. e A. Boattini, Otto libbre di sale grosso. Piccoli drammi della miseria fra Alta Val Savio e Val Bidente agli inizi del Settecento, in: Alpe Appennina, Vol. 03-2021, pp. 115 e seg., cit. 

Per approfondimenti si rimanda alle schede toponomastiche relative ad acque, rilievi e insediamenti citati.

N.B. - Negli scorsi Anni ’70, a seguito del trasferimento delle funzioni amministrative alla Regione Emilia-Romagna, gli edifici compresi nelle aree del Demanio forestale, spesso in stato precario e/o di abbandono, tra cui Riodolmo (1 fabbricato non dimensionato corrispondente a Ridolmo Vecchio, 2 fabbricati corrispondenti a Casina Ridolmo, solo uno dimensionato) e La Casaccia, divennero proprietà dell’ex Azienda Regionale delle Foreste (A.R.F.); secondo una tendenza che riguardò anche altre regioni, seguì un ampio lavoro di studio e catalogazione finalizzato al recupero ed al riutilizzo per invertire la tendenza all’abbandono, senza successo. Con successive acquisizioni il patrimonio edilizio del demanio forlivese raggiunse un totale di 492 fabbricati, di cui 356 nel Complesso Forestale Corniolo e 173 nelle Alte Valli del Bidente. Circa 1/3 del totale sono stati analizzati e schedati, di cui 30 nelle Alte Valli del Bidente. Il materiale è stato oggetto di pubblicazione specifica.

- Quando il toponimo compare con anteposta l’abbreviazione “C.” presumibilmente si è manifestata l’esigenza di precisarne la funzione abitativa; in base alle note tecniche dell’I.G.M., se viene preferito il troncamento Ca deve essere scritto senza accento: se ne deduce che se compare con l’accento significa che è entrato nella consuetudine quindi nella formazione integrale del toponimo.

RIFERIMENTI   

AA. VV., Dentro il territorio. Atlante delle vallate forlivesi, C.C.I.A.A. Forlì, 1989;

AA.VV., Il popolo di Pietrapazza, C.C.I.A.A. di Forlì, Cooperativa culturale Re Medello, Forlì 1989;

C. Bignami, A. Boattini, La Gente di Pietrapazza, Monti editore, Cesena 2018;

G.L. Corradi (a cura di), Il Parco del Crinale tra Romagna e Toscana, Alinari, Firenze 1992;

M. Foschi, P. Tamburini, (a cura di), Il patrimonio edilizio nel Demanio forestale. Analisi e criteri per il programma di recupero, Regione Emilia-Romagna A.R.F., Bologna 1979;

A. Gabbrielli, E. Settesoldi, La Storia della Foresta Casentinese nelle carte dell’Archivio dell’Opera del Duomo di Firenze dal secolo XIV° al XIX°, Min. Agr. For., Roma 1977;

M. Gasperi, Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo, Il Ponte Vecchio, Cesena 2006;

N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Le Lettere, Firenze 2001;

P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anast. Castrocaro Terme 1989;

Alpe Appennina – Storia e storie fra Romagna e Toscana, rivista on-line Vol. 03-2021, Raffaele Monti Editore, Cesena 2021;

Bagno di Romagna, Carta dei sentieri, Istituto Geografico Adriatico, Longiano 2008;

Carta Escursionistica scala 1:25.000, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze;

Link https://www.alpeappennina.it/;

Link http://www.igmi.org/pdf/abbreviazioni.pdf;

Link www.mokagis.it/html/applicazioni_mappe.asp.

Percorso/distanze :

Testo di Bruno Roba - Gli scarsi resti delle Case sono raggiungibili senza difficoltà tramite la S.F. Nocicchio-Pietrapazza (sterrata non transitabile di circa 6,1 km), dalla quale si stacca un ripido tratto di sentiero di crinale fino alla vetta, accanto al quale essi si trovano dopo 350 m, in tutto circa 2,2 km dal bivio del Nocicchio (km 203+300 della S.P. 142 dei Mandrioli, ex S.S. 71 Umbro-Casentinese).

foto/descrizione :

Le seguenti foto sono state scattate da Bruno Roba, che ha anche inserito i testi, e qui riprodotte su autorizzazione dell’autore.

Nota – Per visualizzare le foto nel loro formato originale salvarle sul proprio computer, oppure se il browser lo consente tasto destro sulla foto e Apri immagine in un’altra scheda.

00a1 – 00a2 - Dalla dorsale di separazione tra le valli dei Fosso Fondo Rignone e del Vallone-dei Poderini, già Raggio di Valprandola e Raggio da Rignuno o del Valone, vedute delle dorsali che si staccano dal contrafforte (Crinale delle Graticce, Crinale del Finocchioe dei nodi tettonici dei Monti Càrpano e Castelluccio (28/03/22).

00b1 - 00b2 – Dal sent. 221, tra Pietrapazza e Siepe dell’Orso, panoramiche e vedute dei sistemi vallivi di Rio d’Olmo e Pietrapazza, con indice fotografico (9/05/13).

00c1/00c9 – Dalla S.F. del Cancellino, scorcio della valle del Fosso di Rio d’Olmo, con indice fotografico e particolari sui due Ridolmo e sull’area in erosione a lato della quale passava il tracciato antico della Strada che da Pietrapazza va a Bagno (11/05/11 - 24/08/11 - 16/07/12 - 17/09/12).

00d1 – 00d2 – Dallo Spartiacque Appenninico presso Cima del Termine, fotomontaggio panoramico in cui le vette dei Monti Càrpano, Castelluccio e Piano quasi si sovrappongono e si confondono per la rapida successione prospettica, e scorcio del Càrpano con indicazione del sito delle Case e dei tracciati viari antichi (3/10/11).

00e1/00e6 - Dalla S.F. Nocicchio-Pietrapazza, tra il Poggiaccio e il viadotto, panoramiche viste ravvicinate del sito delle Case (3/10/11 – 15/11/11 – 19/12/11 - 8/03/17 - 18/02/22).

00f1 – Schema cartografico del bacino idrografico del Fosso di Rio d’Olmo.

00f2 –  Schema da mappa catastale della prima metà dell’Ottocento, evidenziante il sistema insediativo, con utilizzo della toponomastica originale. Qui compare anche la toponomastica della viabilità principale di fondovalle e di crinale.

00f3 - Schema da cartografia della prima metà del ‘900, corrispondente alla situazione odierna.

00f4 - Schema cartografico da mappa del XIX sec. che, nella sua essenzialità, evidenziava esclusivamente i tracciati viari di crinale che da S.Sofia raggiungevano lo Spartiacque Appenninico, il tracciato di fondovalle S.Sofia-Poggio alla Lastra che poi si riconnetteva al tracciato di crinale ed il tracciato trasversale che collegava i Passi della Bertesca e di Monte Càrpano transitando da Pietrapazza. La toponomastica riprende, anche nella grafica, quella originale; integrazioni in neretto a fini orientativi.

00f5 – Schema del sistema viario storico principale al XIX secolo, su base cartografica dei primi decenni del XX secolo, che, prima della realizzazione dell’invaso di Ridràcoli e della viabilità provinciale interna, venne integrato con il sistema delle mulattiere.  

00g1/00g19 – Tracce dimenticate dell’impervia Strada che da Pietrapazza va a Bagno, utilizzata fino al 1841, si trovano a monte di Ridolmo, da cui si inerpicava fino alla sovrastante sella del Càrpano, fitto incrocio di sentieri residuo della antica viabilità: oltre alla citata strada principale per Bagno (frecce verdi) vi transitava la mulattiera di crinale e vi giungeva la mulattiera risalente dalla Valle del Lastricheto, oltre ad un tracciato che aggirava il Càrpano da settentrione raggiungendo, complanare, la Colla dei Ripiani, ovvero la sella tra i Monti Càrpano e Castelluccio. Dalla sella la via antica per Bagno si sviluppava sul versante SO del Càrpano, attraversando siti che rivelano tuttala fragilità geo-morfologica del versante, fino alle Case (24/02/22 – 16/03/22).

00h1/00h10 – Il cippo stradale presso il Passo di M. Càrpano segnala l’incrocio della Mulattiera Bagno-Pietrapazza-Ridràcoli, che sostituì il tracciato più impervio, con la viabilità di crinale al lato della quale si trovano le Case (3/10/11 – 9/11/20 - 18/02/22 - 24/02/22).

00i1/00i10 – I resti delle Case di M. Càrpano (9/11/20 - 18/02/22).

00i11 – La tabella ricorda l’osteria, benché non documentata (3/10/11).

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