La Capannella
Testo di Bruno Roba (16/05/2022) - Il bacino idrografico del Fosso di Romiceto è delimitato, a Levante, dal tratto del contrafforte secondario compreso tra Poggio della Bertesca e il poggio di Croce di Romiceto, a Settentrione dalle diramazioni che si staccano da Croce di Romiceto verso Ponente, mentre il limite sud-occidentale è determinato dalla dorsale di Poggio Fonte Murata che, proiettandosi verso Maestrale parallelamente allo Spartiacque Appenninico, nella piega creata con il contrafforte all’altezza del Passo della Bertesca vede l’origine del Fosso di Ponte Camera, già Fosso delle Grigiole, importante affluente del Romiceto. I bacini dei due fossi sono separati da una diramazione del contrafforte secondario che, nel digradare, forma una sella (dove è sorto il fabbricato de Le Grigiole) prima di rialzarsi con il picco piramidale di Scaramuccia, omonimo e morfologicamente quasi gemello di quello posto lungo la dorsale di Poggio Fonte Murata, sull’opposto versante vallivo. Questa diramazione delimita il ramo di origine più elevato del Fosso di Romiceto, ripetutamente attraversato dai tornanti della S.F. del Cancellino.
Per l’inquadramento territoriale v. schede Valle del Bidente di Ridràcoli e Fosso di Romiceto.
Un appezzamento boschivo di Romiceto compare tra i beni posseduti dall’Opera del Duomo di Firenze in Romagna nell’inventario eseguito dopo che l’Opera, avendo preso possesso delle selve “di Casentino e di Romagna”, dove desiderava evitare nuovi insediamenti, aveva costatato che si manifestavano numerosi disboscamenti (“roncamenti”) non autorizzati; pertanto, dalla fine del 1510 intervenne decidendo di congelare e confinare gli interventi fatti, stabilendo di espropriare e incorporare ogni opera e costruzione eseguita e concedere solo affitti quinquennali. I nuovi confinamenti vennero raccolti nel “Libro dei livelli e regognizioni livellarie in effetti” che, dal 1545 al 1626 così costituisce l’elenco di tali beni più completo ed antico disponibile. La citazione più antica relativa a questo luogo, ripresa da detto elenco, risale al 1545: «[…] dei livelli che l’Opera teneva in Romagna […] se ne dà ampio conto qui di seguito […] 1545 […] – Una presa di terra cerretata detta le Mandriacce e Romiceto confina con i beni censuati di Valbona dell’Opera e scende giù fino alla testa del raggio di Valdora e sono some 19 e 1 staio […]» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, p. 150, cit.). Premesso che già il toponimo del sito è descrittivo, dal latino «rumicetum = “terra a rovi” (rombici), dal lat. rumex –icis, romice lapazio […].» (A. Polloni, 1966-2004, p. 265, cit.), a dimostrare il tipo di interesse gestionale di questi boschi fa fede una lunga relazione del 1652 presentata direttamente al granduca contenente una molto precisa descrizione dei luoghi e della qualità delle piante presenti a fini economici e da cui si ricava un interessante elenco dei numerosi “vocaboli” che identificano i vari siti: «La […] Valdoria si trova passando dal Comignolo nel Felcetino al dirimpetto del quale sono le Fontanacce, più alto la Canapaia, poi la Lecceta, e i Balzoni, e quella balza che propriamente si chiama Valdoria. In questi luoghi l’Opera di presente fa fare parte dei suoi legni quadri e son più abbondanti di faggi che di abeti e gli abeti sono per lo più inutili per le galere. Nella spiaggia solamente di Valdoria, verso il fondo quanto acqua pende verso il fosso del Romiceto, vi si trovano alcuni abeti buoni per legni tondi barca e alberi di trinchetto e antenne di maestra di galeazza […], perché se alcune ve n’è a grossezza d’alberi di maestra sono torti o nodosi o altrimenti infetti e fuori detto fondo non vi è legni buoni per galere perché verso la Cresta del Poggio non allungano. Di questo luogo dunque non è da far capitale […]. Però non è da pensare a farvi strade quando fussero peraltro fattibili che non sono, atteso che conviene cavar legni o per Giogo o per la Lama. Per Giogo si reputa impossibile non solo in riguardo de sassi svolte e dirupi che vi sono ma ancora perché per Giogo i buoi non vi avrebbero ne acque ne pasture e per la Lama si vede qualmente essere impossibile o più giacchè oltre alle difficoltà simili che per condurli nella Lama si incontrerebbero poi quell’altre che per cavarli dalla Lama si sono quivi accennate. Con la detta parte di Valdoria comprendesi la Macchia di Romiceto quella delle Grigiole, le coste della Penna, e di Giogo, Pian di Sambuco, e Siepe dell’Orso, e il Pianazzone. Luoghi di la di Valdoria verso levante e sopra di essa verso Giogo ma che piuttosto debbonsi chiamare faggete invece che abetie essendovi fra cento faggi dieci abeti e questi brutti.» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, pp. 270-271, cit.).
Il Catasto geometrico particellare toscano (Foglio Quarto della Sezione K della Lama, datato 19 Luglio 1826), costituisce la prima rappresentazione della vastissima area compresa tra i Fossi della Lama e Romiceto, lo Spartiacque e la dorsale della Bertesca suddividendola sostanzialmente in sole tre grandissime particelle perfettamente quadrangolari (salvo alcune marginali), mancando qualsiasi elemento identificativo del territorio che non siano, appunto, detti fossi, la viabilità di crinale (Strada che dal Sacroeremo va a Romiceto) e alcuni tratti viari presso Romiceto. Nella Carta Geometrica della Regia Foresta Casentinese (1850) viene rappresentata più compiutamente anche l’area corrispondente al sito de Le Grigiole con il fosso omonimo, oggi Fosso di Ponte Camera, e la relativa viabilità, in attesa delle prime mappe topografiche della Carta d’Italia dell’I.G.M., che però giungeranno solo nell’ultimo scorcio del secolo (1894). A tale approssimazione rappresentativa faceva peraltro riscontro una ridottissima presenza insediativa. In questo bacino idrografico gli unici insediamenti storici sono il Podere Romiceto, tutt’ora utilizzato e il Molino di Carpanone o del Carpanone (ricadente tra i possedimenti del podere di Valdora, è noto che serviva la zona di Casanova dell’Alpe, ma non se ne conosce la datazione; si trova allo stato di rudere già nella mappa I.G.M. del 1937), mentre il sempre più fatiscente fabbricato de Le Grigiole (che pare sia sorto per servizio degli operai dell’Opera del Duomo di Firenze prima e dell’A.S.F.D. poi) appare per la prima volta nella cartografia I.G.M. del 1937. Nella citata Carta Geometrica, lungo l’antica Strada che va alla Casanova tramite Valdora (di cui rimane il tracciato), comparivano inoltre due fabbricati detti Capanna (scarsi resti) e La Capannella (tracce), appartenenti rispettivamente ai poderi di Valdora e Romiceto. Il confine tra i due poderi correva sul crinale tra Croce di Romiceto e Poggio sopra il Botro, questo oronimo pure noto grazie alla Carta Geometrica. Oltre a Valdora, gli insediamenti della valle del Fosso Rogheta erano Il Castelluccio, Cà di Rombolo, La Casina, Pratalino e Il Casone tutti diruti o scomparsi.
Il fabbricato del podere di Romiceto è documentato per la prima volta nel 1636 come preesistente a seguito di un contenzioso relativo a lavori di restauro: «Acconcimi alla casa del podere di Romiceto già tenuta a da Riccardo Lollini e lire 201 sono per numero di 85 opre di maestri muratori pagati per mano di Giovanni Gressi, come disse, a diversi presi per rassettare detta casa dall’agosto del 1632 al novembre del 1633 […]» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, pp. 154-155, cit.). Solo nel Contratto livellario del 1840 con il Monastero di Camaldoli , contenente una precisa descrizione del podere, si ha notizia della Capannella e della sua consistenza: «N° 13 - Podere denominato Romiceto […] In luogo detto la Capannella altra fabbrichetta composta di una stanza a terreno e di una capanna superiore. […]» (A. Gabbrielli, E. Settesoldi, 1977, pp. 498, 525-526, cit.). Situato sul bordo della sua area poderale, idrogeologicamente instabile ed in corso di rinaturalizzazione arbustiva spontanea, La Capannella, forse a causa dell’instabilità dell’area, è probabilmente scomparso entro la fine del XIX secolo in quanto non compare nella successiva cartografia storica; pure non compare nell’elenco degli edifici di proprietà ex A.R.F.
N.B. - Negli scorsi anni ’70, seguito del trasferimento delle funzioni amministrative alla Regione Emilia-Romagna, gli edifici compresi nelle aree del Demanio forestale, spesso in stato precario e/o di abbandono, divennero proprietà dell’ex Azienda Regionale delle Foreste (A.R.F.); secondo una tendenza che riguardò anche altre regioni, seguì un ampio lavoro di studio e catalogazione finalizzato al recupero ed al riutilizzo per invertire la tendenza all’abbandono, per Romiceto con successo. Con successive acquisizioni il patrimonio edilizio del demanio forlivese raggiunse un totale di 492 fabbricati, di cui 356 nel Complesso Forestale Corniolo e 173 nelle Alte Valli del Bidente. Circa 1/3 del totale sono stati analizzati e schedati, di cui 30 nelle Alte Valli del Bidente. Il materiale è stato oggetto di pubblicazione specifica.
Per approfondimenti si rimanda alle schede toponomastiche relative ad acque, rilievi e insediamenti citati.
RIFERIMENTI
AA. VV., Dentro il territorio. Atlante delle vallate forlivesi, C.C.I.A.A. Forlì, 1989;
G.L. Corradi (a cura di), Il Parco del Crinale tra Romagna e Toscana, Alinari, Firenze 1992;
A M. Foschi, P. Tamburini, (a cura di), Il patrimonio edilizio nel Demanio forestale. Analisi e criteri per il programma di recupero, Regione Emilia-Romagna A.R.F., Bologna 1979;
A. Gabbrielli, E. Settesoldi, La Storia della Foresta Casentinese nelle carte dell’Archivio dell’Opera del Duomo di Firenze dal secolo XIV° al XIX°, Min. Agr. For., Roma 1977;
M. Gasperi, Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo, Il Ponte Vecchio, Cesena 2006;
N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Le Lettere, Firenze 2001;
A. Polloni, Toponomastica Romagnola, Olschki, Firenze 1966, rist. 2004;
P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anast. Castrocaro Terme 1989;
Bagno di Romagna, Carta dei sentieri, Istituto Geografico Adriatico, Longiano 2008, Monti Editore, Cesena;
Carta Escursionistica scala 1:25.000, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze
Link www.mokagis.it/html/applicazioni_mappe.asp.
Testo di Bruno Roba - Dal Podere Romiceto, raggiungibile in auto tramite le sterrate che transitano da Casanova dell’Alpe, le tracce della Capannella sono facilmente raggiungibili percorrendo la pista poderale che conduce a Valdora per 500 m; il sito si trova poco sopra strada sul crinaletto che bordeggia un’ampia area spoglia e in dissesto.
Le seguenti foto sono state scattate da Bruno Roba, che ha anche inserito i testi, e qui riprodotte su autorizzazione dell’autore.
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00a1/009 - Dal Monte Penna, subito oltre la linea di crinale della dorsale di Poggio Fonte Murata, a breve distanza dall’area poderale di Podere Romiceto, ancora ben definita, si riconosce quella della Capannella (è indicato il sito dove si trovano le tracce del fabbricato), in parte in dissesto e in fase di ricolonizzazione arbustiva spontanea (7/02/11 – 14/11/11 - 26/01/12 - 13/01/16 – 10/03/21).
00b1 – 00b2 - 00b3 – Da Poggio allo Spillo, sul crinale dello Spartiacque (con asse visuale limitatamente spostato rispetto al M. Penna), panoramica del tratto del contrafforte secondario che si snoda tra Croce di Romiceto e i Monti Moricciona, La Rocca, Marino e Pezzoli; in p.p. l’area di Romiceto e della Capannella (10/05/21).
00c1/00c8 – Spostandosi sulla dorsale di Poggio Fonte Murata si aprono vari scorci sull’alta valle del Fosso di Romiceto e sulle aree poderali di Romiceto e della Capannella (18/06/11 – 12/06/20 – 19/06/20 – 31/03/21).
00d1 - Schema cartografico del bacino idrografico del Fosso di Romiceto.
00d2 – Schema da mappa catastale della prima metà dell’Ottocento evidenziante il sistema insediativo-infrastrutturale ed idrografico, con utilizzo della toponomastica originale, integrata a fini orientativi con i principali rilievi (identificati da utilizzo di corsivo moderno) ed il reticolo idrografico del Fosso di Ponte Camera, assente nella mappa originale.
00d3 – Schema da mappa della prima metà del Novecento, dove compare già realizzata la Strada Forestale del Cancellino in sostituzione della ferrovia.
00e1/00e5 – L’area della Capannella, sopra e sotto la pista poderale per Valdora, dissestata e in corso di rinaturalizzazione spontanea (3/07/14 – 28/03/22).
00e6 – 00e7 – 00e8 – Sulla scarpata e sul pendio si individua la traccia della Strada che va alla Casanova, modificata a seguito della realizzazione della pista (28/03/22).
00e9 – 00e10 – L’area della Capannella vista dall’alto (28/03/22).
00f1/00f5 – Le tracce della Capannella, su un poggetto laterale all’area dissestata (28/03/22).
00g1 – 00g2 – La traccia della Strada che va alla Casanova attraversa l’area dissestata (28/03/22).
00g3/00g10 – La Strada che va alla Casanova prosegue il tragitto trovando resti di sistemazioni e/o costruzioni (28/03/22).
00g11/00g14 – La traccia dell’antica strada presso Poggio sopra il Botro (oronimo storico, v. 00g12) incrocia la mulattiera che scende da Croce di Romiceto, quindi oltrepassato il crinale (che costituiva confine tra i poderi di Romiceto e Valdora), prosegue verso Valdora (28/03/22).