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Fosso del Vallone

inserita da Bruno Roba
Tipo : torrente
Altezza mt. : 1004
Coordinate WGS84: 43 50' 21" N , 11 52' 40" E
Toponimo nell'arco di
notizie :

COORDINATE WGS84Origine (Monte Valprandola) 43° 50’ 21” N / 11° 52’ 40” E – Termine (confluenza F.so Cà dei Maestri) 43° 50’ 39” N / 11° 53’ 19” E  - QuoteOrigine (Monte Valprandola) 1004 m - Termine (confluenza F.so Cà dei Maestri) 657 m - Sviluppo 1,3 km.

Testo di Bruno Roba (23/06/2022) - Nel contesto del sistema orografico del versante emiliano-romagnolo dell’Appennino Settentrionale, l’Alta Valle del Fiume Bidente nel complesso dei suoi rami di origine (delle Celle, di Campigna, di Ridràcoli, di Pietrapazza/Strabatenza), assieme alle vallate collaterali, occupa una posizione nord-orientale, in prossimità del flesso che piega a Sud in corrispondenza del rilievo del Monte Fumaiolo. L’assetto morfologico è costituito dal tratto di Spartiacque Appenninico compreso tra il Monte Falterona e il Passo dei Mandrioli da cui si stacca una sequenza di diramazioni montuose strutturate a pettine, proiettate verso l’area padana secondo linee continuate e parallele che si prolungano fino a raggiungere uno sviluppo di 50-55 km: dorsali denominate contrafforti, terminano nella parte più bassa con uno o più sproni mentre le loro zone apicali fungenti da spartiacque sono dette crinali, termine che comunemente viene esteso all’insieme di tali rilievi: «[…] il crinale appenninico […] della Romagna ha la direzione pressoché esatta da NO a SE […] hanno […] orientamento, quasi esatto, N 45° E, i contrafforti (e quindi le valli interposte) del territorio della Provincia di Forlì e del resto della Romagna.» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 9, cit.). L’area, alla testata larga circa 18 km, è nettamente delimitata da due contrafforti principali che hanno origine, ad Ovest, «[…] dal gruppo del M. Falterona e precisamente dalle pendici di Piancancelli […]» (P. Zangheri, 1961, rist.anast. 1989, p. 14, cit.) e, ad Est, da Cima del Termine; in quell’ambito si staccano due contrafforti secondari e vari crinali e controcrinali minori delimitanti le singole vallecole del bacino idrografico.

La valle del Fiume Bidente di Pietrapazza riguarda il ramo più orientale del Bidente delimitato: ad Ovest, da un primo tratto del contrafforte secondario che, distaccatosi da Poggio allo Spillo, va a concludersi con il Raggio della Rondinaia; ad Est da un primo tratto del contrafforte principale che si stacca da Cima del Termine diretto verso Cesena. La sua testata si sviluppa tra il Passo della Crocina e la vetta minore di Cima del Termine, estendendosi, ad Ovest, al tratto del contrafforte secondario compreso tra Poggio allo Spillo e Poggio della Bertesca, ad Est, al tratto del contrafforte principale, le Rivolte, compreso tra Cima del Termine ed il Crinale o Raggio del Finocchio; quest’ultimo, staccandosi presso la sella di Prato ai Grilli (che precede il Poggiaccio), prima converge verso l’Eremo Nuovo quindi segue il Bidente fino a Pietrapazza sempre più affilato per la confluenza con il Fosso di Rio d'Olmo. Completa la delimitazione del sistema vallivo l’ulteriore convergenza delle dorsali generate dagli opposti contrafforti. Da un versante provengono le dorsali che si staccano dai Monti Moricciona e La Rocca, dall’altro versante provengono la dorsale che si distacca dal Monte Càrpano e quella, rilevante, che dal Monte Castelluccio si dirige verso il Monte Casaccia terminando con il Monte Riccio (dove, strategicamente collocato, il Castrum montis Riccioli, almeno già dal 1321 sorvegliava ogni transito - ne restano vaghe tracce: «Anche sopra la via che va a Strabatenza, presso la località detta Ca’ di Veroli, ove dimora tuttora un ramo della famiglia Bardi, lassù rifugiatasi, fra i monti più alti, ai tempi delle famose contese medioevali, vedonsi i muri imponenti di un vecchio maniero, e quel luogo dicesi Montericcio» (D. Mambrini, 1935 – XIII, p. 279, cit.). Qui, presso la confluenza dei Fossi di Strabatenza e Trappisa nel Bidente, a ridosso di Pian del Ponte, la Valle di Pietrapazza si restringe quasi a chiudersi creando una discontinuità con quella di Strabatenza, così rendendo possibile una specifica identità geo-morfologica. A valle dell’improvvidamente demolito ma mai idealmente rimosso villaggio di Strabatenza, pur senza soluzione di continuità morfologica, si modifica l’idronimo e il Bidente di Pietrapazza diviene di Strabatenza laddove confluisce il Fosso delle Cannetole, avente origine dalla piega tra i Monti La Rocca e Marino.

Ai passi e alle incisioni dello Spartiacque Appenninico corrispondono i rami degli affluenti più montani del Bidente: il Fosso del Rovino, già delle Capanne o Capannacce, il Fosso delle Ranocchie, lo stesso Fiume Bidente e il Fosso dei Segoni, già della Buca Prati o della Buca dei Preti, mentre i Fossi della Spiaggia o delle Spiagge e della Neve, che confluendo danno vita al Fosso della Bocca, già della Buca, hanno origine dal primo tratto del contrafforte principale tra Cima del Termine e lo stacco del Crinale Raggio del Finocchio. Il Fosso dell’Eremo, affluente del Fosso della Bocca con origine dal Crinale del Finocchio e il Fosso dell’Eremo Nuovo convergono da versanti opposti sul sito eremitico. I Fossi di S. Giavolo, dal Piano al Fondo o del Castagnaccio, Fondo Rignone già dell’Abetaccia, dei Pianelli, del Vallonedei Poderinidi Cà Giorgiodi Cà dei Maestri, delle Fiurle, delle Case, del Poggiolo, delle Palaine di Mezzo, del Troghetto, del Trogo, del Paretaio, di Ricavoli e delle Cortine, nascono dal contrafforte secondario, quindi appartengono alla sx idrografica bidentina. Il Fosso di Rio d'Olmo o Ridolmo con i suoi affluenti della Capra, di Susinello e delle Graticce, e il Fosso del Lastricheto, nascono dal contrafforte principale, mentre gli affluenti del Lastricheto, i Fossi della Capaccia o della Casacciadel Podere, della Lastraccia e Castelluccio, nascono dal crinale Castelluccio/Riccio, come pure i Fossi di Michelone e dei Pozzetti, comunque tutti appartengono alla dx idrografica bidentina.

In particolare, il complessivo bacino idrografico dei Fossi del Vallone e dei Poderini e del Fosso di Cà dei Maestri, avente origine dalla confluenza dei primi due, si attesta su un tratto di versante orientale del contrafforte secondario successivo al Crinale della Bertesca, laddove, superata la sella tra il Paretaio Siepe dell’Orso (che mette in comunicazione le valli di Ridràcoli e Pietrapazza), si genera una biforcazione. Mentre il contrafforte prosegue a Nord rialzandosi con il picco di Croce di Romiceto, dal modesto rilievo posto dietro Siepe dell’Orso, forse anticamente detto Monte Valprandola, si staccano due dorsali che prima divergono poi seguitano parallele sul Nord-Est racchiudendo detto bacino. La dorsale più meridionale, che si sviluppa fino al Bidente subito a monte di Pietrapazza (dove incontra l'opposto Crinale delle Graticce), già detta Raggio di Valprandola, la parte alta e Raggio da Rignuno o Rignuni, ovvero di Rignone, il tratto inferiore, divide a Sud dal sistema vallivo del Fosso Fondo Rignone. La dorsale più settentrionale, anticamente detta La Balza o Raggio della Balza, comprendente il Monte Roncacci, divide a Nord dalla valle del Fosso del Trogo, andando principalmente a terminare sul Bidente prima de La Cortina, laddove, all’altezza del Monte Casaccia, incontra l’opposta dorsale proveniente dal Monte Castelluccio. Una dorsale minore compresa tra esse, già detta Raggio del Valone, ovvero del Vallone, separa le valli dei Fossi del Vallone e dei Poderini. Dal Monte Roncacci, costituente nodo montano, si generano due opposte dorsali minori: quella volta Sud-Est chiude la confluenza di detti fossi definendo il punto di origine del Fosso di Cà dei Maestri (idronimo antico, oggi a volte detto di Cà di Giorgio, ma questo è un suo affluente), mentre da un picco di poco successivo, dove la dorsale principale si sfrangia verso il Bidente, si genera a 90° SE la cresta che (andando ad incontrare l’opposto Raggio di Rignone) chiude il bacino idrografico, laddove ospita l’insediamento di Cà dei Maestri. Se l’oronimo Roncacci è una probabile formazione del XIX secolo (compare nella Carta d’Italia I.G.M. del 1894), anticamente tale picco non pare avesse preminenza identificativa nel Raggio della Balza (coincide il significato toponomastico), mentre l’oronimo Monte Valprandola che, in base alle ricerche archivistiche di C. Bignami e A. Boattini (2018, cit.), corrisponderebbe al rilevo maggiore (posto dietro Siepe dell’Orso) da cui si staccano i “raggi” della Balza e di Valprandola, è oggi del tutto desueto, come l’altra toponomastica remota.

Il luogo anticamente veniva raggiunto tramite il vecchio tracciato di fondovalle della Mulattiera del Bidente, che iniziava al Ponte di Cà Morelli, sul ramo fluviale di Strabatenza, in collegamento con il tracciato della Traversa di Romagna per Bagno, e correva vicino al fiume, attraversandolo spesso tramite numerosi ponti alla ricerca della situazione orografica più favorevole. A Pian del Ponte – la Bottega, c.d. «[…] per l’appalto di generi vari e di monopolio che v’era.» (G. Marcuccini, Le valli alte del Bidente: un cammino nella memoria, in: G.L. Corradi, a cura di, 1992, p. 120, cit.), iniziava il tratto intermedio Ponte Bottega-Pietrapazza della mulattiera di fondovalle. Sulle pietre cantonali delle case era incisa la distanza in km intercorrente in direzione Pietrapazza (p.es.: a Cetoraia km 0,610 fino a Campo di Sopra e qui km 1,200 fino a Cà Micheloni). Sotto Cà di Pasquino un vecchio ponte detto al Mulino alle Graticce, in legno ad una campata su spalle in pietrame, eseguito secondo una tecnica costruttiva che doveva essere molto comune nell’area del Bidente (tra l’altro si trova codificata in una relazione di quell’epoca del comune di Bagno di Romagna), costituita da tre tronchi poggianti su pile laterali in pietrame a secco, tavolato protetto da un manto di pietrisco e parapetto in legno, attraversa ancora il fiume in collegamento con la mulattiera per Cà dei Maestri/M. Roncacci ma è ormai intransitabile. Era di collegamento con la mulattiera in sx idrografica, nel catasto moderno detta Strada Vicinale Cà dei Conti-Cà di Pasquino. Sul Fosso di Cà dei Maestri in prossimità della confluenza nel Bidente i resti di un ponticello mostrano ancora la modesta tecnica costruttiva delle passerelle costituite da una o due travi accostate senza parapetto su spalle in pietra. Incidendo pesantemente sull’orografia dei luoghi, alla Mulattiera del Bidente (brevi tratti si riescono ad individuare in prossimità degli insediamenti) negli anni 1965-70 si è sovrapposta quasi ovunque l’odierna strada forestale che raggiunge comodamente una Pietrapazza ormai disabitata. 

Nel XVI secolo, per quanto impervie, le valli di detti fossi erano già insediate, contando fino a 7 abitazioni distribuite tra La Balza, il Vallone, il Sommo Valprandole e l’Himo Valprandole, o Valprandola di Sotto, dove già dal 1532 è documentato un insediamento, che si moltiplicarono fino a 15 abitazioni nel corso dei secoli successivi. Molte scomparse entro il ‘700 e difficilmente collocabili, ne sono documentati i toponimi come La BalzaCase di Sopra in ValprandolaCasina di Sommo Valprandole, Casina di Imo Valprandole, Casone da Valprandola, Case di Sotto di Valprandola, Casa Capriolo e il Poderino.

Per l’inquadramento territoriale v. schede Valle del Bidente di Pietrapazza, Fiume Bidente di Pietrapazza e Fosso di Cà dei Maestri.

In base al Catasto Toscano nel sistema vallivo del Fosso di Cà dei Maestridei Poderini e del Vallone, come accennato sorgevano i seguenti fabbricati, tutti insediati nei versanti meglio esposti in sx idrografica: I Casoni (scarsi resti) nel Catasto Toscano, o Casone da Valprandola nel XVI secolo, o Casone tra fine XIX e inizio XX secolo; Cà di Giorgio (ruderi) nel Catasto Toscano, o Valprandola di Sotto nel XVII secolo, o Case di Sotto di Valprandola nel XVIII secolo, o Ca di Giorgio, nella Carta d'Italia I.G.M. di impianto (1937); Cà de’ Maestri (ruderi) nel Catasto Toscano, o Casa di Capriolo o Casa di Sopra Valprandola nel XVII secolo, o C. dei Maestri nella Carta d’Italia I.G.M. di impianto (1894), o Cà dei Maestri tra fine XIX e inizio XX secolo.

De Il Poderino, pure appartenente all’area di Valprandola, rimangono vaghe tracce nell’alto versante del Fosso del Trogo.

Per approfondimenti si rimanda alle schede toponomastiche relative ad acque, rilievi e insediamenti citati.

N.B.: - Negli scorsi Anni ’70, a seguito del trasferimento delle funzioni amministrative alla Regione Emilia-Romagna, gli edifici compresi nelle aree del Demanio forestale, spesso in stato precario e/o di abbandono, tra cui Cà dei Maestri (non dimensionato) e Cà di Giorgi (dimensionato), divennero proprietà dell’ex Azienda Regionale delle Foreste (A.R.F.); secondo una tendenza che riguardò anche altre regioni, seguì un ampio lavoro di studio e catalogazione finalizzato al recupero ed al riutilizzo per invertire la tendenza all’abbandono, senza successo. Con successive acquisizioni il patrimonio edilizio del demanio forlivese raggiunse un totale di 492 fabbricati, di cui 356 nel Complesso Forestale Corniolo e 173 nelle Alte Valli del Bidente. Circa 1/3 del totale sono stati analizzati e schedati, di cui 30 nelle Alte Valli del Bidente. Il materiale è stato oggetto di pubblicazione specifica.

- Quando il toponimo compare con anteposta l’abbreviazione “C.” presumibilmente si è manifestata l’esigenza di precisarne la funzione abitativa; in base alle note tecniche dell’I.G.M., se viene preferito il troncamento Ca, deve essere scritto senza accento: se ne deduce che se compare con l’accento significa che è entrato nella consuetudine quindi nella formazione integrale del toponimo.

RIFERIMENTI   

AA. VV., Dentro il territorio. Atlante delle vallate forlivesi, C.C.I.A.A. Forlì, 1989;

AA.VV., Il popolo di Pietrapazza, C.C.I.A.A. di Forlì, Cooperativa culturale Re Medello, Forlì 1989;

C. Bignami, A. Boattini, La Gente di Pietrapazza, Monti editore, Cesena 2018;

G.L. Corradi (a cura di), Il Parco del Crinale tra Romagna e Toscana, Alinari, Firenze 1992;

M. Foschi, P. Tamburini, (a cura di), Il patrimonio edilizio nel Demanio forestale. Analisi e criteri per il programma di recupero, Regione Emilia-Romagna A.R.F., Bologna 1979;

M. Gasperi, Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo, Il Ponte Vecchio, Cesena 2006;

N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Le Lettere, Firenze 2001;

D. Mambrini, Galeata nella storia e nell’arte, Tipografia Stefano Vestrucci e Figlio, Bagno di Romagna, 1935 – XIII;

P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anast. Castrocaro Terme 1989;

Bagno di Romagna, Carta dei sentieri, Istituto Geografico Adriatico, Longiano 2008;

Carta Escursionistica scala 1:25.000, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze;

Link http://www.igmi.org/pdf/abbreviazioni.pdf;

Link www.mokagis.it/html/applicazioni_mappe.asp.

Percorso/distanze :

Testo di Bruno Roba -  La testata della valle del Fosso del Vallone si può vedere dal rilievo a monte di Siepe dell’Orso (già Monte Valprandola), che è facilmente raggiungibile tramite le S.F Ridràcoli-Passo del Vinco e Grigiole-Casanova dell'Alpe-Poggio alla Lastra, con transitabilità fino al Paretaio.

foto/descrizione :

Le seguenti foto sono state scattate da Bruno Roba, che ha anche inserito i testi, e qui riprodotte su autorizzazione dell’autore.

Nota – Per visualizzare le foto nel loro formato originale salvarle sul proprio computer, oppure se il browser lo consente tasto destro sulla foto e Apri immagine in un’altra scheda.

00a1/00a7 – Dal Monte Piano, sul contrafforte principale che si stacca da Cima del Termine, panoramica del pressoché intero contrafforte secondario, che, staccandosi dallo Spartiacque Appenninico a Poggio allo Spillo, si scorge fino a Monte Pezzoli, con vedute ravvicinate (ed indice fotografico) del complesso vallivo dei Fossi Vallone-Poderini-Cà dei Maestri (1/10/12).

00b1/00b4 – Dal Monte Castelluccio, risalendo il contrafforte principale, le vedute della valle sono più ravvicinate e più in profondità (27/11/11 – 1/10/12 – 26/04/22).

00c1/00c5 – Dal Poggiaccio, risalendo ulteriormente il contrafforte principale, si nota la sequenza dei crinali ed il profilo del Monte Roncacci (3/10/11 – 15/11/11).

00d1 – Elaborazione di vista satellitare dell’ultimo tratto in sx idrografica della valle del Bidente di Pietrapazza.

 

00d2 – Schema cartografico della parte terminale della valle del Bidente di Pietrapazza, con evidenziazione della morfologia delle dorsali che vi convergono.

00d3 – Schema cartografico del bacino idrografico del sistema vallivo dei Fossi Vallone-Poderini-Cà dei Maestri.

00d4 – Schema da mappa catastale della prima metà dell’Ottocento, evidenziante il sistema insediativo, con utilizzo della toponomastica originale. Qui compare anche la toponomastica della viabilità principale di fondovalle e di crinale. Integrazioni in corsivo moderno a fini orientativi.

00d5 - Schema da cartografia della prima metà del ‘900, precedente alla realizzazione della viabilità moderna.

00d6 - Schema cartografico da mappa del XIX sec. che, nella sua essenzialità, evidenziava esclusivamente i tracciati viari di crinale che da S.Sofia raggiungevano lo Spartiacque Appenninico, il tracciato di fondovalle S.Sofia-Poggio alla Lastra che poi si riconnetteva al tracciato di crinale ed il tracciato trasversale che collegava i Passi della Bertesca e di Monte Càrpano transitando da Pietrapazza. La toponomastica riprende, anche nella grafica, quella originale; integrazioni in corsivo moderno a fini orientativi.

00d7 – Schema del sistema viario storico principale al XIX secolo, su base cartografica dei primi decenni del XX secolo, che, prima della realizzazione dell’invaso di Ridràcoli e della viabilità provinciale interna, venne integrato con il sistema delle mulattiere.  

00e1/00e4 – Dal Raggio della Balza, procedendo verso il Monte Roncacci, vedute del sistema vallivo dei Fossi del Poderino e del Vallone confluenti nel Fosso di Cà dei Maestri, dove si nota, a monte, il Raggio del Vallone che separa i primi due fossi (5/10/16).

00e5 – 00e6 – 00e7 – Dalla mulattiera tra Cà dei Maestri e Cà di Giorgio, vedute ravvicinate del Raggio del Vallone e del versante settentrionale del Raggio di Valprandola, racchiudenti parte della valle del Fosso del Vallone (5/10/16).

00f1 – 00f2 – 00f3 – Dal Raggio di Valprandola, in p.p. vedute della valle del Fosso del Vallone e del Raggio del Vallone (8/09/20).

00f4/00f13 – Vedute del tratto del Raggio di Valprandola fino all’innesto della mulattiera che scende nella valle del Fosso del Vallone (8/09/20).

00g1 - 00g2 - 00g3 – Vedute del Fosso del Vallone (8/09/20).

00h1/00h5 – Vedute del Raggio del Vallone che delimita l’omonima valle (8/09/20).

00i1/00i6 – Vedute della mulattiera che dal Raggio di Valprandola giunge al Raggio del Vallone, attraversando la valle del Fosso del Vallone (8/09/20).

00l1/00l4 – Vedute della confluenza tra i Fossi del Vallone (dx alto) e dei Poderini (dx basso) e dell’inizio del Fosso di Cà dei Maestri (sx) (8/09/20).

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