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Maestà della Casina di Monte di Valle

inserita da Bruno Roba
Comune : Santa Sofia
Tipo : maestà
Altezza mt. : 485
Coordinate WGS84: 43 53' 36" N , 11 50' 49" E
Toponimo nell'arco di
notizie :

Testo di Bruno Roba (24/04/2024) - La valle del Fosso delle Casine, o delle Case di Monte di Valle, tra le valli in dx idrografica della parte della Valle del Fiume Bidente di Ridràcoli posta dopo la diga, si trova ad essere compresa tra due dorsali che si staccano dal complesso del Monte Marino. In dx la dorsale che si stacca da Poggio la Vecchia costituisce separazione dalla Valle del Fosso delle Stolle. In sx la diramazione che si stacca dal Monte Marino, evidenziando Poggio la Vecchia, costituisce separazione dalla Valle del Fosso Corneta che si apre sul fondovalle del centro economico del Ponte di Ridràcoli. Questa importante diramazione converge con l’opposta diramazione che si stacca da Poggio Squilla, evidenziando Ronco dei Preti, e determina una strozzatura della Valle di Ridràcoli tra Il Casone e Canforchigi costringendo il Bidente ad una serpentina, così disegnando la morfologia complessiva che, verso Nord, vede svilupparsi la parte della valle più abitabile con i coltivi di Case Monte di ValleCanforchigi Biserno. Alla base dei due opposti versanti, ai due lati della strada, la strozzatura valliva è esaltata dal manifestarsi di affioramenti di interesse tettonico della Formazione Marnoso-Arenacea, in cui sono esposti terreni fortemente sottoposti a stress, dove strati sottili sono implicati in deformazioni fragili e duttili.

Per l’inquadramento territoriale v. schede Valle del Bidente di RidràcoliRidràcoli e Fosso delle Casine.

La prima cartografia storica, ovvero il dettagliato Catasto Toscano (1826-34 – scala 1:5000), la schematica Carta della Romagna Toscana Pontificia (1830-40 – scala 1:40.000), le prime edizioni della Carta d’Italia dell’I.G.M. (1893-94 – scala 1:50.000; 1937 – scala 1:25.000), consente di conoscere il tracciato della viabilità antica che raggiungeva Ridràcoli. Attraversato il Bidente di Corniolo presso Isola, con il Ponte dell'Isola, sul luogo del ponte odierno, essa si manteneva in sx idrografica risalendo subito a mezzacosta fino a raggiungere Biserno, per quindi ridiscendere nel fondovalle del borgo, dove si concludeva con un lungo rettilineo al cui termine si trovava Il Ponte di Ridracoli. Tale viabilità, anonima nelle mappe citate, verrà poi denominata Strada Comunale Ridràcoli-Biserno e Strada Comunale Isola-Biserno; solo in occasione dei lavori di costruzione dell’invaso quest’ultima verrà ristrutturata e ampliata diventando parte della S.P. n.112.

Nell’antichità, l’unico tracciato di viabilità secondaria sul versante in dx idrografica si distaccava da quella principale a Poggiolo attraversando il Bidente tramite il Ponte Beppino all’altezza della Val di Spugna: da esso si diramavano la Strada delle Valli e la Strada di Ronco Vecchio, che si inoltravano nelle rispettive valli risalendo verso il crinale montano, oltre una semplicemente detta Strada risalente il Bidente diretta alle Case Monte di Valle, prima transitando da Stolle di Sotto. Una Via della Casina a inizio Ottocento risaliva dal Bidente fino alla Casina di Monte di Valle, dopo averlo attraversato presso il Molino di Biserno, forse già allora, ma sicuramente da inizio Novecento, proseguendo verso Catinaio. Oggi esiste un nuovo attraversamento fluviale più a monte e la nuova viabilità poderale ha rimodernato il tracciato fino al Catinaio, rendendolo carrabile. Poco prima del bivio una moderna Maestà (della Casina di Monte di Valle), di tradizionale fattura in pietra, forse sostituisce un’edicola più antica. Un arcaico attraversamento fluviale pedonale c.d. “pedanca”, costituito da pile realizzate con tronchi di legno (quercia o castagno) terminanti a forcella cui si appoggiavano le travi longitudinali e il tavolato di assi, ora non transitabile, si trova presso il Molino della Sega, dove è presente pure un guado carrabile raggiungibile dalla S.P. 112 con deviazione presso il fabbricato detto La Maestà. Più a valle giungeva da Bleda la Strada dei Marroni riunendosi alla via proveniente da altra “pedanca” che si trovava (rimangono resti) all’altezza di Cosmedino, oggi noto come Gualchiera. Delle corrispondenti mulattiere, a volte sostituite da tratti di piste della bonifica montana, ancora si trovano ampi tratti.

In questo contesto storico-geografico, tra le alte valli bidentine quella di Ridràcoli è quella che meno ha subito il fenomeno dell’abbandono grazie alle caratteristiche ambientali e climatiche più favorevoli della sua parte meno elevata. Ma se il borgo principale, posto nel baricentro sia geografico sia del sistema insediativo, è quello più noto e Biserno è quello più abitato, molti fabbricati delle vallecole laterali oggi sono in stato di abbandono o ridotti a rudere con vari casi di ristrutturazione interrotta.

Le identificazioni toponomastiche e grafiche della cartografia antica e moderna (Catasto toscanoCarta d’Italia I.G.M., N.C.T. Nuovo Catasto Terreni, C.T.R. Carta Tecnica Regionale) riguardanti i fabbricati della Valle del Fosso delle Casine si possono schematizzare come di seguito elencato:

M. di Valle di Sopra nel Catasto toscano, o rappresentato ma anonimo nella Carta d’Italia I.G.M. (1894), o C.se Monte di Valle nella Carta d’Italia I.G.M. (1937), o C.se Monte di Valle in quella moderna, o n.n. nel N.C.T., o C. Monte di Valle di Sopra nella C.T.R.

M. di Valle di Sotto nel Catasto toscano, o rappresentato ma anonimo nella Carta d’Italia I.G.M. (1894), o C.se Monte di Valle nella Carta d’Italia I.G.M. (1937), o C.se Monte di Valle in quella moderna, o n.n. nel N.C.T., o C. Monte di Valle nella C.T.R.

La Casina nel Catasto toscano, o Casina nella Carta d’Italia I.G.M. (1894), o C.se Monte di Valle nella Carta d’Italia I.G.M. (1937), o C.se Monte di Valle in quella moderna, o n.n. nel N.C.T., o Casina di Monte di Valle nella C.T.R.

Le aree della Valle del Fosso delle Casine sono a tutt’oggi utilizzate a fini agricoli e suddivise nei tre appoderamenti, che però mantengono scarsi elementi costruttivi dei fabbricati antichi. In origine il nucleo costituiva la villa di Monte di Valle dove, nel 1684, venne fondato l’Oratorio di S. Antonio Abate, posto a Monte di Valle di Sotto, che, dotato di un altare con un dipinto raffigurante la Madonna e S. Antonio venne ceduto alla famiglia Bresciani. Successivamente alla visita apostolica del 1761, che lo trovò in regola, non vi sono altre notizie, per cui si presume che abbia cessato la sua funzione. Pare di riconoscerlo in un piccolo edificio facente parte di questo podere che presenta una facciata con copertura capanna, porta di accesso posizionata centralmente e due finestrelle quadrate laterali disposte simmetricamente, incorniciate da spessi elementi di arenaria. 

N.B. - La visita apostolica o pastorale, che veniva effettuata dal vescovo o suo rappresentante, era una prassi della Chiesa antica e medievale riportata in auge dal Concilio di Trento che ne stabilì la cadenza annuale o biennale, che tuttavia fu raramente rispettata. La definizione di apostolica può essere impropria in quanto derivante dalla peculiarità di sede papale della diocesi di Roma, alla cui organizzazione era predisposta una specifica Congregazione della visita apostolica. Scopo della visita pastorale è quello di ispezione e di rilievo di eventuali abusi. I verbali delle visite, cui era chiamata a partecipare anche la popolazione e che avvenivano secondo specifiche modalità di preparazione e svolgimento che prevedevano l'esame dei luoghi sacri, degli oggetti e degli arredi destinati al culto (vasi, arredi, reliquie, altari), sono conservati negli archivi diocesani; da essi derivano documentate informazioni spesso fondamentali per conoscere l’esistenza nell’antichità degli edifici sacri, per assegnare una datazione certa alle diverse fasi delle loro strutture oltre che per averne una descrizione a volte abbastanza accurata.

- Nel passato anche recente l’ambiente montano veniva visto soprattutto nelle sue asperità e difficoltà ed avvertito come ostile non solo riguardo gli aspetti climatici o l’instabilità dei suoli ma anche per le potenze maligne che si riteneva si nascondessero nei luoghi più reconditi. Dovendoci vivere si operava per la santificazione del territorio con atteggiamenti devozionali nell’utilizzo delle immagini sacre che oltre che espressioni di fiducia esprimevano anche un bisogno di protezione con una componente esorcizzante. Così lungo i percorsi sorgevano manufatti (variamente classificabili a seconda della tipologia costruttiva come pilastrini, edicole, tabernacoli, capitelli, cellette, maestà) la cui realizzazione, oltre che costituire punti di riferimento scandendo i tempi di percorrenza (p.es., recitando un numero prestabilito di “rosari”), rispondeva non solo all’esigenza di ricordare al passante la presenza protettiva e costante della divinità ma svolgeva anche una funzione apotropaica. Spesso recanti epigrafi con preghiere, sollecitazioni o riferimenti ad avvenimenti accaduti, oggi hanno un valore legato al loro significato documentario.

- In base alle note tecniche dell’I.G.M. se in luogo dell’anteposta l’abbreviazione “C.”, che presumibilmente compare quando si è manifestata l’esigenza di precisare la funzione abitativa, viene preferito il troncamento “Ca” deve essere scritto senza accento: se ne deduce che se compare con l’accento significa che è entrato nella consuetudine quindi nella formazione integrale del toponimo.

Per approfondimenti ambientali e storici si rimanda alle schede toponomastiche relative ad acque, rilievi e insediamenti citati.

RIFERIMENTI   

AA. VV., Dentro il territorio. Atlante delle vallate forlivesi, C.C.I.A.A. Forlì, 1989;

E. Agnoletti, Viaggio per le valli bidentine, Tipografia Poggiali, Rufina 1996;

G.L. Corradi (a cura di), Il Parco del Crinale tra Romagna e Toscana, Alinari, Firenze 1992;

M. Gasperi, Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo, Il Ponte Vecchio, Cesena 2006;

N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Le Lettere, Firenze 2001;

P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anastatica Castrocaro Terme 1989;

Piano Strutturale del Comune di Bagno di Romagna, Insediamenti ed edifici del territorio rurale, 2004, Schede n.728; 

Carta Escursionistica, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze;

Parco nazionale delle foreste casentinesi. Carta dei sentieri 1:25.000, N.20, Monti editore, 2019;

Link www.mokagis.it/html/applicazioni_mappe.asp.

Percorso/distanze :

Testo di Bruno Roba - Ridràcoli è facilmente raggiungibile tramite la S.P. 4 del Bidente da cui si stacca la S.P. 112 Isola-Biserno-Ridràcoli lunga km 8,7. Dalla provinciale le Case Monte di Valle sono raggiungibili in 2-2,5 km.

foto/descrizione :

Le foto sono state scattate da Bruno Roba, che ha anche inserito i testi, e qui riprodotte su autorizzazione dell'autore.

00a1/00a4 – Dal Canale del Pentolino, sulla Giogana presso Poggio Scali, panoramica settentrionale fino all’Adriatico mentre oltre il Crinale della Vacca si nota la parte terminale della Valle di Ridracoli da Biserno fino a Isola (e Santa Sofia), con scorcio della valle del Fosso delle Casine (10/11/14 – 16/08/16).

00b1/00b9 – Dalla mulattiera che da Lavacchio scende a Ridràcoli, scorcio Valle delle Casine e degli insediamenti che, per l’effetto prospettico, paiono posti sul bordo della frattura rocciosa facente parte del Geosito Mulino di Biserno (19/07/18).

00c1/00c6 – Dalla S.P., vedute della Valle di Ridràcoli verso monte nel tratto dove si allarga dopo Biserno; mentre in p.p. si notano a mezzacosta Casetto e presso il fiume il Molino di Biserno, in dx idrografica si scorgono gli appoderamenti delle Case Monte di Valle (21/04/18).

00d1 - Schema cartografico della valle dei Fossi delle Casine e delle Fossette.

00d2 – Schema cartografico da mappa del XIX sec. che, nella sua essenzialità, evidenziava il tracciato viario che da Isola raggiungeva Ridràcoli a mezzacosta transitando da Biserno. La toponomastica riprende, anche nella grafica, quella originale.

00d3 – 00d4 – 00d5 - Schemi da mappa catastale della prima metà dell’Ottocento, evidenzianti il sistema insediativo, con utilizzo della toponomastica originale, integrata a fini orientativi con utilizzo di grassetto nero, e confronto schematico tra catasto antico e moderno da cui si rilevano le modifiche planimetriche e alla viabilità intercorse nel secolo frapposto.

00d6 – Schema da cartografia della prima metà del ‘900, prima della realizzazione della viabilità moderna.

00e1/00e4 - Dalla Valcapria, presso il Fosso di Canforchisio, a monte di Canforchigi, oltre il fondovalle di Ridràcoli vedute della valle del Fosso delle Casine con particolare di Case Monte di Valle (di Sotto); si nota il fabbricato ormai ristrutturato dell’antico Oratorio di S. Antonio (28/03/18).

00e5 – La maestà (6/03/24).

Innocent