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Balzette di sotto

inserita da Bruno Roba
Comune : Santa Sofia
Tipo : fabbricato non più esistente
Altezza mt. : 590
Coordinate WGS84: 43 53' 53" N , 11 46' 45" E
Toponimo nell'arco di
notizie :

Testo inserito da Bruno Roba.

Nel contesto del sistema orografico del versante emiliano-romagnolo dell’Appennino Settentrionale, la Valle del Fiume Bidente di Campigna riguarda il ramo del Bidente delimitato: ad Ovest, dall’intero sviluppo del contrafforte secondario che, staccandosi dal gruppo del M. Falco, si dirige verso Poggio Palaio e Costa Poggio dei Ronchi quindi con il crinale di Corniolino termina a Lago; ad Est, in parte dal contrafforte secondario che si distacca da Poggio Scali fino a Poggio Squilla dove si distacca un’altra dorsale che, declinando a Nord, dopo Poggio Aguzzo precipita verso Corniolo mentre uno sprone delimitato dall’incisione del Fosso delle Cerrete punta su Lago.

Il bacino idrografico appare vagamente triangolare, dai lati frastagliati e con un’ampia base impostata sullo spartiacque appenninico ed il vertice puntato su Lago, secondo l’orientamento prevalente della struttura a pettine dell’assetto morfologico generale, laddove raccoglie la confluenza del Bidente delle Celle dando poco dopo origine al Fiume Bidente di Corniolo sotto il borgo omonimo. L’asta fluviale principale non suddivide equamente i versanti. Se quello sx sottostante il crinale del Corniolino mostra dorsali perpendicolari di ridotta estensione e presenza limitati pendii più dolci a prato-pascolo tra tratti intensamente deformati e brecciati, le imponenti dorsali secondarie da Poggio Ricopri e da Poggio Squilla, nel convergere verso l’asta fluviale principale, delimitano aree di importante contributo idrografico e mostrano una continuità morfologica con il versante esposto a settentrione dove, specie nella parte a ridosso delle maggiori quote dello spartiacque appenninico (la c.d. bastionata di Campigna-Mandrioli), si manifestano fortissime pendenze modellate dall’erosione e dal distacco dello spessore detritico superficiale con conseguente crollo dei banchi arenacei, lacerazione della copertura forestale e formazione di profondi fossi e canaloni fortemente accidentati, talvolta con roccia affiorante (Ripe di Scali, Canale del Pentolino, Ripe di Pian Tombesi). Nei fondovalle, specie dove essi si fanno più tormentati, profondi e ristretti, conseguono formazioni di gole, forre, financo degli orridi, con erosioni fondali a forma c.d. di battello.

Se l’intero sistema dei crinali, nelle varie epoche, ha avuto un ruolo cardine nella frequentazione del territorio, in epoca romana i principali assi di penetrazione si spostano sui tracciati di fondovalle, che tuttavia tendono ad impaludarsi e comunque necessitano di opere artificiali, mentre i percorsi di crinale perdono la loro funzione portante, comunque mantenendo l’utilizzo da parte delle vie militari romane, attestato da reperti. Tra il VI ed il XV secolo, a seguito della perdita dell’equilibrio territoriale romano ed al conseguente abbandono delle terre, inizialmente si assiste ad un riutilizzo delle aree più elevate e della viabilità di crinale con declassamento di quella di fondovalle. Lo stato di guerra permanente porta, per le Alpes Appenninae l’inizio di quella lunghissima epoca in cui diventeranno anche spartiacque geo-politico e, per tutta la zona appenninica, il diffondersi di una serie di strutture difensive, anche di tipo militare/religioso o militare/civile, oltre che dei primi nuclei urbani o poderali, dei mulini, degli eremi e degli hospitales. Percorrendo oggi gli antichi itinerari, gli insediamenti di interesse storico-architettonico o di pregio storico-culturale e testimoniale, esistenti, abbandonati o scomparsi (quindi i loro siti) che si trovano collocati lungo i crinali insediativi sono prevalentemente di carattere religioso o difensivo o sono piccoli centri posti all’incrocio di percorsi di collegamento trasversale; gli insediamenti di derivazione poderale sono invece ancora raggiunti da una fitta e mai modificata ramificazione di percorsi, mulattiere, semplici sentieri (anche rimasti localmente in uso fin’oltre metà del XX secolo, come p.es. testimoniano i cippi stradali installati negli anni ’50 all’inizio di molte mulattiere, così classificandole e specificandone l’uso escluso ai veicoli; alcune strade forestali verranno realizzate solo un ventennio dopo). Diversamente dalle aree collaterali, non si riscontrano nelle valli bidentine fabbricati anteriori al Quattrocento che non fossero in origine rocche, castelli o chiese, riutilizzati a scopo abitativo o rustico, o reimpieganti i materiali derivanti da quelli ed evidenzianti i superstiti conci decorati. Nell’architettura rurale persistono inoltre caratteri di derivazione toscana derivanti da abili artigiani. L’integrità tipologica dei fabbricati è stata peraltro compromessa dai frequenti terremoti che hanno sconvolto l’area fino al primo ventennio del XX secolo, ma anche dalle demolizioni volontarie o dal dissesto del territorio, così che se è più facile trovare fronti di camini decorati col giglio fiorentino o stemmi nobiliari e stipiti o architravi reimpiegati e riferibili al Cinque-Seicento, difficilmente sussistono edifici rurali anteriori al Seicento, mentre sono relativamente conservati i robusti ruderi delle principali rocche riferibili al Due-Trecento, con murature a sacco saldamente cementate, come quella di Corniolino. Gli edifici religiosi, infine, se assoggettati a restauri o totale ricostruzione eseguiti anche fino alla metà e oltre del XX secolo, hanno subito discutibili trasformazioni principalmente riferibili alla tradizione romanica o ad improbabili richiami neogotici.

Per approfondimenti ambientali e storici si rimanda alle schede toponomastiche Valle del Bidente di Campigna, Corniolino e Balzette.

La viabilità più antica interessante anche la valle di Campigna, di origine preromana, percorreva il crinale insediativo di Corniolino: ben infrastrutturata e conservante ancora notevoli tratti selciati discendeva ai Tre Faggi, dove incrociava il controcrinale per Celle-S. Paolo in Alpe (che scende da un lato verso Casina/Case S.Francesco e Castagnoli e dall’altro verso il Poderone-Mandriacce), quindi risaliva verso il Monte Gabrendo, giungendovi dopo lunghe circonvoluzioni sfruttando le coste di Costa Poggio dei Ronchi e Omo Morto ed affrontando il crinale del Poggio delle Secchete, ma in ultimo insinuandosi tra esso e Poggio Palaio poi ridiscendendo sul versante opposto verso Stia: si tratta dell’antica Stratam magistram, la strada maestra romagnola o Via Romagnola che iniziava a Galeata, l’antica Mevaniola; una diramazione dai Tre Faggi proseguiva verso Campigna e il Passo della Calla mantenendosi a mezza costa: lunghi tratti corrono ancora sotto l’odierna provinciale e sono riutilizzati dai Sent. 259 e  247 CAI. L’inizio del tratto alto-bidentino di questo antico tracciato è facilmente individuabile presso Lago (almeno nello sviluppo posteriore alla fine del XVII sec., infatti la morfologia del luogo non è antichissima ma è dovuta ad una frana che nel 1681 creò un’ostruzione che effettivamente generò un lago -che sommerse il Mulino Vecchio risalente al XV secolo- poi colmato da sedimentazioni modellate dallo scorrimento delle acque), grazie ai resti del Ponte di Fiordilino struttura dalla poetica denominazione sul Bidente delle Celle (adiacente al ponte moderno; per foto, v. toponimi Valle del Bidente delle Celle e Valle del Bidente di Campigna), dopo il quale si inerpicava subito sull’erta rocciosa senza deviazioni in allineamento al ponte stesso, come documentato dal Catasto Toscano del 1826-34, ma poi deviava fino a rasentare il Bidente quindi risaliva proseguendo a mezzacosta verso l’abitato di Corniolino, raggiungendolo presso la Chiesa/Hospitale di S. Maria delle Farnie. Un altro antico percorso verso Campigna si diramava da Corniolino e scendeva verso il fondovalle superando il Bidente con il Ponte dei ladroni o del ladrone o della Madonna, in muratura di pietrame ad arco a sesto ribassato, risalente al 1906 e sostituente quello precedente in legno (documentato fino dal ‘600 e cosiddetto a causa di un bandito noto come il ladrone che imperversava nella zona). Successivamente (dopo un breve tratto ancora integro e percorribile fino al moderno Ponte Ilario, datato 1969) procedeva su un tracciato prossimo al fiume dirigendosi verso Fiumari (dove, dopo il mulino, si ritrovano ancora tratti dell’antica mulattiera mentre prosegue verso Campigna), quindi diverso dall’odierna strada forestale (risalente agli anni 1966-67) che presto risale a mezzacosta.

Lungo quest’ultimo tracciato, poco prima del Ponte del ladrone, si trovava un insediamento ignoto ai più, di cui comunque non si è persa del tutto la memoria grazie a una foto d’epoca di Torquato Nanni (1888-1945, noto politico dell’epoca nonché giornalista e appassionato fotografo documentarista), esposta nella mostra Paesaggi d’Appennino tenutasi a Tredozio nel 2007 (promossa dall’Associazione Ambientalista “L’Umana Dimora” e dal GAL “L’Altra Romagna”) e pubblicata nell’apposito catalogo con la didascalia “Edificio rurale nell’alta valle del Bidente” (cfr.: AA. VV., 2008, p. 53, cit.). Dalla ricognizione dei luoghi e dal confronto con la cartografia antica è ancora possibile localizzare con certezza il fabbricato ed il caratteristico podere rappresentato nella ripresa fotografica, che vedeva una curatissima aia quasi sospesa su un terrazzo morfologico incorniciato dalla curva di uno stradello e proiettato su un ripido contrafforte montuoso, con un effetto prospettico accentuato dal teleobiettivo. A seguito dell'identificazione del rilievo di fondo come una cresta della dorsale che si sviluppa da Poggio Squilla a Poggio Aguzzo, il confronto con la cartografia I.G.M. aggiornata al 1937 è divenuto più agevole e ha consentito di posizionare il terrazzo morfologico all’intersezione tra la nuova rotabile del Bidente all’epoca appena realizzata (ma, come mostra la carta, solo fin sotto Faltroncella, poco prima delle falde del Monte della Maestà) e il tracciato ormai scomparso della mulattiera sopracitata che (come si nota anche dal disegno cartografico) ancora si manteneva in quota, a differenza della rotabile per Fiumari che, quando verrà realizzata, sprofonderà subito verso il Bidente. Poiché nel luogo il Catasto Toscano del 1826-34 non riporta alcun fabbricato tranne quello vicino delle Balzette, si deduce agevolmente che è ritratta una costruzione evidentemente realizzata tra metà del XIX sec. e l’inizio del XX, che ebbe breve vita in quanto demolita per fare posto a quella che diverrà la S.P. 4. Oggi, all’intersezione della nuova viabilità, si trova un ampio spiazzo sterrato da cui si scorgono in alto e a malapena i ruderi ricoperti d’edera del vicino insediamento topico, da cui si potrebbe prendere in prestito il nome da assegnare a questo “milite ignoto” di cui rimane solo la memoria fotografica: Balzette di sotto .

 RIFERIMENTI   

 AA. VV., Il luogo e la continuità. I percorsi, i nuclei, le case sparse nella Vallata del Bidente, Catalogo della mostra, C.C.I.A.A. Forlì, Amm. Prov. Forlì, E.P.T. Forlì, 1984;

AA. VV. (R. Carnaccini, F.L. Montanari, M. Milandri, R. Tani), Paesaggi d’Appennino, Il Ponte Vecchio, Cesena 2008;

N. Graziani (a cura di), Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Le Lettere, Firenze 2001;

A. Polloni, Toponomastica Romagnola, Olschki, Firenze 1966, rist. 2004;

E. Rosetti, La Romagna. Geografia e Storia, Hoepli, Milano 1894;

P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, 1961, rist. anastatica Castrocaro Terme 1989;

Piano Strutturale del Comune di Santa Sofia, Disciplina particolareggiata degli insediamenti e infrastrutture storici del territorio rurale, 2009, Scheda n.957, riguardante un vicino traliccio comunque interessante per gli stralci cartografici;

Carta dei sentieri, Bagno di Romagna, Istituto Geografico Adriatico, Longiano 2008;

Carta dei sentieri, Foreste Casentinesi, Campigna – Camaldoli – Chiusi della Verna, Istituto Geografico Adriatico, Longiano 2012;

Carta Escursionistica, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, S.E.L.C.A., Firenze;

Link https://servizimoka.regione.emilia-romagna.it/appFlex/sentieriweb.html.

Percorso/distanze :

La piazzola di sotto Balzette si raggiunge agevolmente in quanto lungo S.P. 4 del Bidente accanto al bivio per S. Agostino di Fiumari e a 700 m da Lago, eventualmente approfittando della sosta per salire a Balzette. 

foto/descrizione :

Le foto sono state scattate da Bruno Roba, che ha anche inserito i testi, e qui riprodotte su autorizzazione dell'autore
Nota - Per visualizzare le foto nel loro formato originale salvarle sul proprio computer, oppure se il browser lo consente tasto destro sulla foto e Apri immagine in un'altra scheda

001 – 002 - Confronti tra una neografia dedotta da una foto di Torquato Nanni (per l’originale cfr.: AA. VV., 2008, p. 53, cit.), una foto odierna (6/12/16) e uno schema di mappa dedotto dalla cartografia I.G.M. del 1937 dove, con tratteggio in rosso, sono indicati i tracciati dei percorsi antichi, solo in parte oggi ancora esistenti. Sul versante a dx si potrà notare l’abetina di Ristefani.

 

003 - 004 – 005 – 006 – 007 – Quattro foto effettuate da vari punti di ripresa scelti a varie quote in base al migliore allineamento con la foto di T. Nanni, indicati nello schema successivo con indicazione della quota e delle coordinate GPS (30/11/16 – 2/12/16).

 008 – Particolare neografico dedotto dalla foto di Torquato Nanni confrontato con particolare cartografico di cui sopra.

009 – 010 - Confronti schematici dedotti dalla mappa del Catasto Toscano del 1826-34 e dalla cartografia aerofotogrammetrica moderna dove, con tratteggio in rosso, sono indicati i tracciati dei percorsi antichi, solo in parte ancora esistenti al momento del rilievo cartografico che, in confronto con i lunghi tragitti della viabilità moderna, superavano i dislivelli più brevemente sebbene con maggiori pendenze.

 

011 – 012 – 013 - Dalla SP 4 del Bidente, scorcio del tratto finale della valle dove, in un tratto particolarmente tormentato dai tornanti stradali a causa dei notevoli dislivelli  (da cui la toponomastica Balzette), anche con viste ravvicinate si scorge appena il sito di interesse, racchiuso tra la S.P. e la rotabile per Fiumari, mentre in lontananza si notano Lago e Corniolo (30/11/16).

 

014 – 015 – 016 – Il sito di sotto Balzette, al bivio tra la S.P. 4 e la rotabile per S. Agostino di Fiumari (12/03/12).