Tra Savio e Borello Per la maggior parte su
strade secondarie e con poco traffico, gli spostamenti lungo la
vallata del Savio possono essere effettuati anche utilizzando la
superstrada E45 riducendo così i tempi di percorrenza. |
||
![]() |
||
Scarica percorso formato [gpx-track ] per GPS <--> formato [kml] per Google Hearth <--> formato [csv] |
||
Cesena tratto di Km 37,5 |
Itinerario
che ha inizio da Cesena, e più precisamente dalla Via Emilia
in località Diegaro. |
|
La valle del Borello in questo primo tratto è molto ampia, superiamo velocemente le frazioni di Madonna delle rose, Osteria di Piavola e San Romano (Comune di Mercato Saraceno) per giungere in poco più di 9 chilometri a Linaro (mt. 205) antico borgo che risale al secolo XI, già feudo degli Aguselli, che sorge su di una impressionante rupe a picco sul torrente. Breve sosta
per visitare il centro abitato, i pochi ruderi dell'antico castello,
e portandosi sul greto del torrente la gola stretta tra due alte
pareti modellate dagli eventi atmosferici. |
||
Riprendiamo il viaggio e torniamo per pochi metri sui nostri passi, poco a valle dell'abitato ha inizio il passo Ciola (deviazione a destra ben segnalata), strada ben percorribile ed ombreggiata che con una serie di 8 tornanti ed un primo tratto impegnativo, ci porta in circa 6 Km al piccolo nucleo di Ciola - mt 531 (pendenza media 6% punta massima 11%). Ciola è un piccolo borgo edificato in posizione leggermente inferiore rispetto alla strada. Un tempo vi sorgeva un castello medioevale del quale non restano tracce evidenti. Di un certo interesse la parrocchiale, il momumento ai caduti ed alcuni antichi edifici. |
||
Superata Ciola troviamo
sulla destra una deviazione (da ignorare) che tramite una "bretella" conduce
al passo Finocchio, (Ranchio-Sarsina). |
||
Riguadagnata
la strada principale percorriamo una veloce discesa di 8 Km (in
alcuni punti da affrontare con cautela), con ampi panorami sulla
vallata del Savio e giungiamo a Mercato
Saraceno, centro mercantile
ricordato fin dal 1200 come "Forum Saraceni" edificato
su tre digradanti terrazzi alluvionali in sponda sinistra del fiume
Savio |
||
Mercato
Saraceno tratto Km 12,5
|
Si esce
sulla circonvallazione del paese di fronte al Palazzo Dolcini,
edificato nel 1926/27 in stile "liberty", destinato
a spettacoli pubblici e centro culturale polivalente. Raggiungiamo il centro del paese Piazza Mazzini, sulla quale si affacciano antichi fabbricati porticati e lo storico "caffè Ragno" in attività dal 1931. |
|
Interessanti
il palazzo comunale, con la caratteristica torretta dell'orologio
e la chiesa di S. Maria Nuova fondata dagli
Agostiniani alla fine del XIV secolo.
Il campanile risale al 1677. Percorrendo le brevi stradine che degradano verso il Savio si raggiunge Piazza Gaiani sulla quale si affaccia la Chiesa della Madonna della Vita, edificio religioso che risale al XVII secolo. Nella vicina Piazza Montalti da notare l'imponente palazzo del Molino già sede, come ricorda l'epigrafe, dell'officina elettrica municipale. Grazie a questo edificio Mercato fu il primo centro della valle del Savio a poter disporre dell'energia elettrica, prodotta utilizzando la forza motrice delle acque del Savio. |
||
|
||
Perticara tratto Km 19
|
Perticara,
frazione d Novafeltria, è un piccolo centro a 655 metri
s.l.m., posto ai piedi del caratteristico Monte di Perticara (o
Aquilone) , le cui pareti scoscese sovrastano il borgo. |
|
Superato
il piccolo centro abitato con direzione Novafeltria, possibile
deviazione sulla sinistra che in 1,5 Km conduce ad un piazzale
dal quale partono numerosi
sentieri tematici. |
||
|
||
Sovrasato
dall'imponente Rocca di Fragorso, struttura militare fatta costruire
su di un enorme masso roccioso dai Cavalca Conti di Bertinoro. Attorno all'anno mille con l'avvento dei Montefeltro, e su preogetto dell'Architetto militare Francesco di Giorgio Martini, fu trasformata da baluardo bellico a dimora principesca. Oggi è sede di un museo. Ai suoi piedi il nucleo storico con edifici di notevole interesse fra i quali spiccano il seicentesco teatro Mariani, le stradine acciotolate che conducono alla Rocca, la scalinata con fontana della lumaca ideata da Tonino Guerra. Nei pressi del paese gli interessanti Convento di San Girolamo con annessa chiesa della Beata Vergine e il Santuario della Madonna dei Cappuccini, entrambi risalenti al XVI secolo. |
||
Riprendiamo il viaggio con direzione Sarsina, seguono dodici chilometri in una agreste valletta interna che nell'ultimo tratto costeggia il Rio Maggio affluente del Savio che attraversiamo in prossimità della nostra prossima meta. Al termine del percorso ci immettiamo sulla ex statale 71 svoltando a sinistra e dopo poche centinaia di metri siamo a Sarsina. |
||
tratto Km 18,5
|
Conosciuta
fin dall'anticihità, centro del potere temporale e spirituale,
dette i natali al commediografo Tito Maccio Plauto. |
|
Imponente
edificio fondato in epoca Bizantina, rimaneggiata attorno all'anno
mile, nell'attuale struttura risulta uno degli edifici che meglio
rappresentano lo stile romanico. Uno dei simboli più importanti di Sarsina, non solo sotto l'aspetto architettonico, ma anche per essere legato al famoso San Vicinio l'esorcista, primo vescovo della Diocesi. All'interno della Basilica sono conservate le reliquie del Santo ed il famoso collare o catena di San Vicinio, che si ritiene abbia la proprietà di guarire gli ammalati ed esorcizzare gli ossessi. Da secoli, ed ancora ai giorni nostri, il collare viene chiuso al collo dei fedeli da parte dei sacerdoti cui compete l'esecuzione degli esorcismi. |
||
Per proseguire la visita può essere utile consultare il pannello
informativo illustrato posto sul lato della piazza a destra della
Basilica. |
||
Usciti da
Sarsina, proseguendo sulla statale verso monte, in prossimità di
un ponticello cartello turistico con l'indicazione di due percorsi (5 e 15
minuti) per osservare le marmitte dei Giganti, bellissimo fenomeno naturale
erosivo formato sulla pietra arenaria dalle acque dei torrenti Lagaccio e
Molinello Il nostro viaggio prosegue sulla vecchia statale, percorriamo circa 9 chilometri di strada molto tortuosa e caratterizzata da tratti letteralmente scavati su pareti di stratificazioni marnoso arenacee strapiombanti sul greto del fiume Savio che scorre sempre più in basso chiuso in anguste e strette gole, fino a giungere alla frazione Quarto. |
||
E' possibile con una breve deviazione sulla sinistra portarsi sopra
la chiusa dell'omonimo lago, formatosi a causa di una
gigantesca frana che nel 1812 chiuse il corso dei fiumi Para e
Savio per alcuni anni. Soggetto a progressivo interramento, oggi è ridotto a..."un quarto" delle sue dimensioni iniziali, ma non per questo risulta meno interessante rappresentando una delle rare zone umide dell'intero appennino. Appena oltrepassato il coronamento della diga sulla destra è stato realizzato un piccolo parco fluviale attrezzato con braciere e tavoli. Ritornati sulla direttrice principale, dopo aver costeggiato il primo tratto del lago è possibile deviando sulla sinistra utilizzare la superstrada e 45 per raggiungere velocemente San Piero in Bagno (Km 8,7) |
||
Bagno di Romagna tratto Km 10 |
Utilizzare
l'uscita di Bagno di Romagna, posta esattamente a metà
strada fra i due più importanti centri dell'alta valle del
Savio,
Bagno di Romagna e San Piero in Bagno. Prendere a sinistra, direzione Bagno di Romagna ed in poco più di un chilometro giungiamo alla pittoresca cittadina. Il paese, incastonato fra alti rilievi appenninici, è sede di rinomati stabilimenti termali. Le "acque calde" di Bagno (sgorgano naturalmente alla temperatura di 45°) conosciute fin dall'antichità e "cantate" dal poeta latino Marziale, sono di tipo bicarbonato-alcalino e vengono utilizzate per le loro riconosciute virtù terapeutiche. |
|
Ben più di
una semplice sosta meriterebbe questo piccolo gioiello dell'alta
valle del Savio per le numerose opportunità storiche e naturalistiche
che il vasto territorio comunale può offrire. Per chi desiderasse approfondire rimandiamo alla scheda completa del Comune presente su questo sito. Anche il viaggiatore più frettoloso però non può tralasciare la visita del piccolo centro storico. Si parte dalla centralissima Piazza Ricasoli, sulla quale si affacciano antichi e nobili palazzi, fra cui il bel Palazzo Biozzi da anni sede di una struttura alberghiera, e l'imponente Basilica di Santa Maria Assunta. |
||
Edificio religioso sorto probabilmente sulle rovine di
un più antico tempio pagano, con bel portale rinascimentale sul
quale si intravvedono ancora le antiche colonne di stile romanico,
fu per anni il fulcro del potere religioso e temporale
dell'intera vallata. |
||
Da Piazza
Ricasoli ha inizio la via Fiorentina, che ricorda nei caratteristici
palazzi che vi si affacciano la lunga dominazione Toscana. Verso il fondo della breve strada, sulla destra e ben riconoscibile per i numerosi stemmi in arenaria presenti sulla facciata, il fabbricato civile più importante del Paese, il palazzo del Capitano, già dimora dei Capitani Reggenti inviati da Firenze a governare il capitanato. Oggi centro culturale polivalente, sede degli uffici IAT e del Centro visita del parco. |
||
Usciti
dall'abitato di Bagno verso sud (verso monte) percorsi circa 100
metri sulla destra ha inizio un vialetto pedonale asfaltato che,
costeggiando il torrente Volanello, in poco più di 1 Km conduce
alla fonte del Chiardovo. |
||
Percorriamo ora
i circa 3 chilometri che ci separano da San Piero in Bagno, dal
1865 sede del Municipio. Sorto come sede di mercati e fiere, con forte vocazione commerciale conobbe un forte sviluppo nel 1527 a seguito della distruzione del vicino castello di Corzano ad opera probabilmente dei Lanzichenecchi. Il centro di San Piero risente degli influssi dettati dall'architetto Cesare Spighi (fine '800) che progettò la maggior parte degli edifici pubblici del paese. |
||
Un veloce tour della cittadina può avere
inizio dalla rinata piazza Martiri, antistante al palazzo Comunale
ricostruito dopo il terremoto del 1918. In fregio alla piazza notiamo
l'edificio scolastico la cui costruzione risale al 1898, e la Chiesa
principale del Paese, San Pietro, sopravanzata da un'imponente
scalinata. Pochi passi e siamo in Piazza Allende (gia' Vittorio Emanuele), da sempre il centro del paese ed ancora oggi sede del mercato settimanale (mercoledì), vi si affacciano antichi e signorili edifici fra cui Palazzo Giommoni, palazzo Fucci e Palazzo Rivalta-Paganelli, quest'ultimo progettato dall'arch. Cesare Spighi. Da non perdere infine la breve escursione fino ai ruderi del castello di Corzano (indicazioni in loco) antico e potente borgo con castello posto sulla cima del colle omonimo (mt.676). Già di proprietà dei conti Guidi, poi dei Gambacorta ed infine sotto il dominio di Firenze, nel 1527 fu quasi completamente distrutto dai Lanzichenecchi, che al comando di Carlo di Borbone marciavano su Roma. Restano imponenti ruderi e due cisterne. Sul lato opposto del colle troviamo il santuario della Madonna di Corzano, edificato nel XVIII secolo (probabilmente sui ruderi della precedente chiesa del castello) e più volte rimaneggiato ed ampliato. |
||
San Piero in Bagno
Tratto Km 16
|
Avendo poco tempo a disposizione
da San Piero in Bagno si può ritornare velocemente a Cesena in poco
meno di mezz'ora utilizzando la superstrada E45. Il nostro viaggio però prosegue e al termine dell'abitato, procedendo verso Nord e quindi verso valle, occorre prendere deviazione a sinistra per Passo del Carnaio - Santa Sofia. Seguono 3,8 Km fra coltivi e boschetti, in forte pendenza - dislivello 313 metri. (pendenza media 8,2%) caratterizzati da ampi panorami sulla vallata sottostante e sull'imponente massiccio del Monte Comero (1371), fino a giungere ad uno spiazzo con sacrario e pannello informativo. Siamo sul colle del Carnaio, luogo dove nell'ultima guerra mondiale fu perpetrata un'orrenda carneficina . Una stele ricorda: Il 25 luglio del 1944 qui trovarono la morte 26 cittadini del Comune di Bagno di Romagna a seguito di una rappresaglia delle truppe neonaziste. Realizzato in loco un parco denominato "della memoria", a ricordo dell'eccidio. Superato questo luogo di ricordi, poche curve dalle quali è possibile scorgere chiaramente all'orizzonte la lunga catena di Poggio Scali e giungiamo al passo (albergo/ristorante) dal quale si diparte una deviazione sulla destra per Spinello. |
|
Prendiamo questa
direzione ed in circa 5 chilometri raggiungiamo la piccola frazione
del comune di Santa Sofia, posta a 825 metri s.l.m. sede
di un moderno Centro sportivo e scuola di calcio (Sportilia). Il paese è addossato alle pendici del monte Aiola (mt. 942) dal quale nelle giornate limpide si gode di un ampio panorama, riuscendo a volte a scorgere perfino la costa Adriatica. Nei pressi dell'abitato, su di un poggio all'altezza di 927 metri s.l.m. è possibile con qualche difficoltà ritrovare i pochi ruderi della roccaforte più alta dell'intero Appennino, la Rocca dei Malatesta. |
||
Spinello Tratto Km 38 |
Riprendiamo il
viaggio con direzione Ranchio - Borello - Cesena, siamo così rientrati
nella vallata del Borello. Il primo tratto presenta ampi panorami sul monte Aiola mt 942 (alla nostra sinistra), sul monte Mescolini (mt 969) alla nostra destra, la strada si mantiene sempre "nervosa", ma comunque ben percorribile fino a raggiungere il fondovalle. Il paesaggio che ci accompagna molto agreste e quasi dimesso trasmette la sensazione di "una valle dimenticata", ma è proprio in questo contesto che la natura con i suoi tenui colori, con il suo intervallare di zone boscate a zone aride e sassose, e infine con il suo torrente che scorre giocoso fra un grande masso, un piccolo ghiareto e a volte nascoto fra i rovi, riesce a dare il meglio di se stessa. In breve si raggiunge il piccolo abitato di Civorio (frazione di Civitella), da notare sulla sinistra la parrocchiale, dalla quale parte la deviazione che conduce a Civitella passando per Monte della Faggia e Passo Sulparo. Si prosegue sempre in fregio al torrente con curve e controcurve, interessanti ruderi di antichi poderi lungo il percorso, e tratto con formazioni marnoso arenacee di rilievo, fino a raggiungere Ranchio - mt 333- (frazione di Sarsina) già antico castello in epoca medioevale. Interessante la visita al piccolo borgo e alla parrocchiale di San Bartolomeo. Poco dopo l'abitato si stacca una deviazione sulla destra che transitando per Monte Finocchio conduce in circa 13 chilometri a Sarsina. Proseguiamo diritto, mantenendoci sulla vallata del Borello ed in circa 5 chilometri giungiamo a Linaro, già descritto all'inizio di questo itinerario. Da questo punto il percorso ricalca il primo tratto dell'andata e in circa 23 chilometri siamo a Cesena, punto di partenza ed arrivo di questa escursione. |
© www.appenninoromagnolo.it 2003-2019 |