Tra Savio e Borello
Per la maggior parte su
strade secondarie e con poco traffico, gli spostamenti lungo la
vallata del Savio possono essere effettuati anche utilizzando la
superstrada E45 riducendo così i tempi di percorrenza.
Due valli parallele ma con caratteristiche nettamente diverse fra
loro, sia sotto l'aspetto antropologico che naturale.
Richiede
due giorni
sosta consigliata a Bagno di Romagna
Periodo - tutte le stagioni
Km 152
Cesena -
Borello -
Linaro -
Mercato Saraceno
tratto di Km 37,5
Itinerario
che ha inizio da Cesena, e più precisamente dalla Via Emilia
in località Diegaro.
Eentrare sulla supestrada
E45 con direzione Roma e seguire questa direttrice fino all'uscita
di Borello.
E' all'altezza di questa grossa frazione di Cesena che il Savio
riceve il suo più importante affluente, il torrente Borello, corso
d'acqua della lunghezza di circa 30 Km a carattere torrentizio
che nasce dal Monte Aiola mt 942.
Lasciamo quindi la superstrada per seguire la vecchia statale
e giunti al centro abitato prendiamo deviazione sulla destra
con indicazioni Ranchio - Spinello.
La
valle del Borello in questo primo tratto è molto ampia,
superiamo velocemente le frazioni di Madonna delle rose, Osteria
di Piavola e San Romano (Comune di Mercato Saraceno) per giungere
in poco più di 9 chilometri a Linaro (mt. 205) antico borgo
che risale al secolo XI, già feudo degli Aguselli, che sorge
su di una impressionante rupe a picco sul torrente.
Breve sosta
per visitare il centro abitato, i pochi ruderi dell'antico castello,
e portandosi sul greto del torrente la gola stretta tra due alte
pareti modellate dagli eventi atmosferici.
Riprendiamo il viaggio
e torniamo per pochi metri sui nostri passi, poco a valle dell'abitato
ha inizio il
passo Ciola (deviazione
a destra ben segnalata), strada ben percorribile ed
ombreggiata che con una serie di 8 tornanti ed un primo tratto
impegnativo, ci porta in circa 6 Km al piccolo nucleo
di Ciola - mt 531 (pendenza media 6% punta massima 11%).
Ciola è un piccolo
borgo edificato in posizione leggermente inferiore rispetto alla
strada.
Un tempo vi sorgeva un castello medioevale
del quale non restano tracce evidenti.
Di un certo interesse la parrocchiale, il momumento ai caduti ed alcuni antichi
edifici.
Superata Ciola troviamo
sulla destra una deviazione (da ignorare) che tramite una "bretella" conduce
al passo Finocchio, (Ranchio-Sarsina).
Poco oltre incontriamo sempre
sulla destra un' ulteriore deviazione (segnale turistico Pieve
di Monte Sorbo) che in 1,3 Km ci conduce all'interessante manufatto.
Edificio che risale al periodo Bizantino (VII-IX sec) rimaneggiata in epoca
romanica e settecentesca.
Riguadagnata
la strada principale percorriamo una veloce discesa di 8 Km (in
alcuni punti da affrontare con cautela), con ampi panorami sulla
vallata del Savio e giungiamo a Mercato
Saraceno, centro mercantile
ricordato fin dal 1200 come "Forum Saraceni" edificato
su tre digradanti terrazzi alluvionali in sponda sinistra del fiume
Savio
Linaro
Pieve di Monte Sorbo
Mercato
Saraceno -
Barbotto -
Perticara
tratto Km 12,5
Si esce
sulla circonvallazione del paese di fronte al Palazzo Dolcini,
edificato nel 1926/27 in stile "liberty", destinato
a spettacoli pubblici e centro culturale polivalente.
Raggiungiamo il centro del paese Piazza Mazzini, sulla quale si
affacciano antichi fabbricati porticati e lo storico "caffè
Ragno" in attività dal 1931.
Interessanti
il palazzo comunale, con la caratteristica torretta dell'orologio
e la chiesa di S. Maria Nuova fondata dagli
Agostiniani alla fine del XIV secolo.
Il campanile risale al 1677.
Percorrendo le brevi stradine che degradano verso il Savio si raggiunge Piazza
Gaiani sulla quale si affaccia
la Chiesa della Madonna della Vita, edificio religioso che risale
al XVII secolo.
Nella vicina Piazza Montalti da notare
l'imponente palazzo del Molino già sede,
come ricorda l'epigrafe, dell'officina elettrica municipale.
Grazie a questo edificio Mercato fu il primo centro della valle del Savio
a poter disporre dell'energia elettrica, prodotta utilizzando la forza motrice
delle acque del Savio.
In sponda destra del fiume, quasi di fronte al Molino e nei pressi del ponte
per Paderno, da notare la pittoresca chiesina della Madonna del Ponte Vecchio,
edificata nel 1557 anno in cui si verificò una grande piena del fiume.
Lasciamo questo ridente paese della vallata del Savio percorrendo l'intero
centro verso monte, attraversata piazza Mazzini poco oltre la parrocchiale
di Santa Maria Nuova svoltiamo a sinistra percorrendo un ponte sul Savio
ed iniziamo la salita del "mitico" passo
del Barbotto.
Ascesa di
4,600 Km inserita nella classica granfondo denominata "nove colli" con
pendenza media del 7% (punta massima del 18%).
Al termine della salita
(mt. 515 slm) si apre alla vista un ampio panorama sulle valli dell'Uso
e del Marecchia.
Da questo punto a sinistra
per Montiano e Sogliano (la nove colli prosegue in questa
direttrice), a destra direzione che seguiamo, per Perticara
e Novafeltria.
Superato il piccolo abitato di Barbotto la
strada ritorna ad impennarsi e con alcuni tornanti ci porta
ad un crinale (mt 608) che seguiamo superando in successione il piccolo
borgo di Savignano di Rigo ed il bivio per Montetiffi (da ignorare) e all'orizzonte
già ci
appare la spoglia rupe di Perticara.
Mercato Saraceno Palazzo Comunale
Mercato Saraceno Palazzo Dolcini
Perticara -
Sant'Agata Feltria -
Sarsina
tratto Km 19
Perticara,
frazione d Novafeltria, è un piccolo centro a 655 metri
s.l.m., posto ai piedi del caratteristico Monte di Perticara (o
Aquilone) , le cui pareti scoscese sovrastano il borgo.
Antico centro
minerario noto per l'estrazione dello zolfo ed abitato fin dall'età del
bronzo oggi è sede di un'interessante Museo
storico Minerario.
Ingresso a pagamento - chiuso il lunedì (indicazioni in loco)
Superato
il piccolo centro abitato con direzione Novafeltria, possibile
deviazione sulla sinistra che in 1,5 Km conduce ad un piazzale
dal quale partono numerosi
sentieri tematici.
Dalla cima del monte Aquilone, ricoperta
da una folta pineta, il panorama è notevole, rinvenibili
inoltre i ruderi di un oratorio paleocristiano.
Tutta l'area è soggetta a vincolo ambientale.
Ritornati sull'itinerario
principale proseguiamo ignorando la deviazione per Novafeltria
e seguiamo le indicazioni per Sant'Agata Feltria.
La strada inizia a salire e velocemente si porta ad un crinale
che percorriamo per circa quattro chilometri.
Se il tempo è buono ed il cielo limpido questo tratto
presenta dei panorami superbi.
A sinistra un ampio tratto della valle del Marecchia, la mole
imponente del monte Carpegna e ben nitidi i Sassi Simone e Simoncello,
a destra la vallata del Savio e l'intera giogaia dell'alto Appennino
Forlivese.
In frazione Botticelle si supera
il passo di Poggio Rimini e si abbandona definitivamente la
vallata del Marecchia, con una veloce e ripida discesa si
giunge in circa 3 chilometri al paese di Sant'Agata Feltria.
Sovrasato
dall'imponente Rocca di Fragorso, struttura militare fatta costruire
su di un enorme masso roccioso dai Cavalca Conti di Bertinoro.
Attorno all'anno mille con l'avvento dei Montefeltro,
e su preogetto dell'Architetto militare Francesco di Giorgio
Martini, fu trasformata da baluardo bellico a
dimora principesca.
Oggi è sede di un museo.
Ai
suoi piedi il nucleo storico con edifici di notevole interesse
fra i quali spiccano il seicentesco teatro Mariani, le
stradine acciotolate che conducono alla Rocca, la scalinata con
fontana della lumaca ideata da Tonino Guerra.
Nei pressi del paese gli interessanti
Convento di San Girolamo con annessa chiesa della Beata Vergine e il Santuario
della Madonna dei Cappuccini, entrambi risalenti al XVI secolo.
Riprendiamo il viaggio con direzione Sarsina, seguono dodici chilometri
in una agreste valletta interna che nell'ultimo tratto costeggia
il Rio
Maggio affluente del Savio che attraversiamo in prossimità della
nostra prossima meta.
Al termine del percorso ci immettiamo sulla ex statale 71 svoltando
a sinistra e dopo poche centinaia di metri siamo a Sarsina.
Perticara
Sant'Agata Feltria
Sarsina -
Quarto -
Bagno di Romagna
tratto Km 18,5
Conosciuta
fin dall'anticihità, centro del potere temporale e spirituale,
dette i natali al commediografo Tito Maccio Plauto.
Notevoli i reperti archeologici provenienti principalmente da
scavi e ritrovamenti nell'area della necropoli di Pian di Bezzo.
Un primo
esempio lo abbiamo già sulla statale, in un giardinetto
sulla sinistra fa bella mostra di sè il Mausoleo di Obulacco,
monumento funebre con copertura piramidale, eretto nel I' secolo
a.c. a ricordo di Aulo Obulacco della tribù Pupinia.
La visita alla cittadina può iniziare dalla centralissima
Piazza Plauto, circondata da interessanti edifici porticati e sulla
quale si affaccia la Basilica di San Vicinio.
Imponente
edificio fondato in epoca Bizantina, rimaneggiata attorno all'anno
mile, nell'attuale struttura risulta uno degli edifici che meglio
rappresentano lo stile romanico.
Uno dei simboli più importanti di Sarsina, non solo sotto l'aspetto
architettonico, ma anche per essere legato al famoso San Vicinio l'esorcista,
primo vescovo della Diocesi.
All'interno
della Basilica sono conservate le reliquie del Santo
ed il famoso collare o catena di San Vicinio, che si ritiene abbia
la proprietà di
guarire gli ammalati ed esorcizzare gli ossessi.
Da secoli, ed ancora ai giorni nostri,
il collare
viene chiuso al collo dei fedeli da parte dei
sacerdoti cui compete l'esecuzione degli esorcismi.
Per proseguire la visita può essere utile consultare il pannello
informativo illustrato posto sul lato della piazza a destra della
Basilica.
Con l'ausilio della mappa rappresentata sarà facile reperire i
punti di maggiore interesse fra i quali citiamo i Torricini vescovili
del XVI secolo, la casa di Plauto, l'area archeologica con i resti
dell'antico foro Romano e del Tempio Sabino.
Sicuramente interessante poi sarà la visita al museo archeologico
Nazionale che conserva fra l'altro l'imponente Mausoleo di Rufo,
alto 14 metri e ben conservato rappresenta un raro esempio di architettura
sepolcrale romana.
Da non tralasciare assolutamente una passeggiata in via Cesio Sabino
(dal lato destro di piazza Plauto alla Statale),
caratteristica contrada in gran parte porticata.
Usciti da
Sarsina, proseguendo sulla statale verso monte, in prossimità di
un ponticello cartello turistico con l'indicazione di due percorsi (5 e 15
minuti) per osservare le marmitte dei Giganti, bellissimo fenomeno naturale
erosivo formato sulla pietra arenaria dalle acque dei torrenti Lagaccio e
Molinello
Il nostro
viaggio prosegue sulla vecchia statale, percorriamo circa 9 chilometri
di strada molto tortuosa e caratterizzata da tratti letteralmente
scavati su pareti di stratificazioni marnoso arenacee
strapiombanti sul greto del fiume Savio che scorre sempre più in basso
chiuso in anguste e strette gole, fino a giungere alla frazione
Quarto.
E' possibile con una breve deviazione sulla sinistra portarsi sopra
la chiusa dell'omonimo lago, formatosi a causa di una
gigantesca frana che nel 1812 chiuse il corso dei fiumi Para e
Savio per alcuni anni.
Soggetto a progressivo interramento, oggi è ridotto a..."un
quarto" delle sue dimensioni iniziali, ma non per questo risulta
meno interessante rappresentando una delle rare zone umide dell'intero
appennino.
Appena oltrepassato il coronamento della diga sulla
destra è stato realizzato un piccolo parco fluviale attrezzato
con braciere e tavoli.
Ritornati sulla direttrice principale, dopo aver costeggiato il primo
tratto del lago è possibile deviando sulla sinistra utilizzare la
superstrada e 45 per raggiungere velocemente San Piero in Bagno (Km
8,7)
Sarsina - San Vicinio
Lago di Quarto
Bagno di Romagna -
San Piero
in Bagno
tratto Km 10
Utilizzare
l'uscita di Bagno di Romagna, posta esattamente a metà
strada fra i due più importanti centri dell'alta valle del
Savio, Bagno di Romagna e San Piero in Bagno.
Prendere a sinistra, direzione Bagno di Romagna ed in poco più di
un chilometro giungiamo alla pittoresca cittadina.
Il paese, incastonato fra alti rilievi appenninici, è sede di rinomati
stabilimenti termali.
Le "acque calde" di Bagno (sgorgano naturalmente alla temperatura
di 45°) conosciute fin dall'antichità e "cantate" dal
poeta latino Marziale, sono di tipo bicarbonato-alcalino e vengono
utilizzate per le loro riconosciute virtù terapeutiche.
Ben più di
una semplice sosta meriterebbe questo piccolo gioiello dell'alta
valle del Savio per le numerose opportunità storiche e naturalistiche
che il vasto territorio comunale può offrire.
Per chi desiderasse approfondire rimandiamo alla scheda
completa del
Comune presente su questo sito.
Anche il viaggiatore più frettoloso però non può tralasciare
la visita del piccolo centro storico.
Si parte
dalla centralissima Piazza Ricasoli, sulla quale si affacciano
antichi e nobili palazzi, fra cui il bel Palazzo Biozzi da anni
sede di una struttura alberghiera, e l'imponente Basilica
di Santa Maria Assunta.
Edificio religioso sorto probabilmente sulle rovine di
un più antico tempio pagano, con bel portale rinascimentale sul
quale si intravvedono ancora le antiche colonne di stile romanico,
fu per anni il fulcro del potere religioso e temporale
dell'intera vallata.
Da Piazza
Ricasoli ha inizio la via Fiorentina, che ricorda nei caratteristici
palazzi che vi si affacciano la lunga dominazione Toscana.
Verso
il fondo della breve strada, sulla destra e ben riconoscibile per
i numerosi stemmi in arenaria presenti sulla facciata, il fabbricato
civile più importante del Paese, il
palazzo del Capitano, già dimora dei Capitani Reggenti inviati
da Firenze a governare il capitanato.
Oggi centro culturale polivalente, sede degli uffici IAT e
del Centro visita del parco.
Usciti
dall'abitato di Bagno verso sud (verso monte) percorsi circa 100
metri sulla destra ha inizio un vialetto pedonale asfaltato che,
costeggiando il torrente Volanello, in poco più di 1 Km conduce
alla fonte del Chiardovo.
Sorgente conosciuta fin dall'antichità,
le sue acque che hanno un caratteristico odore di "uovo marcio",
sono indicate per piccoli disturbi del fegato e delle vie biliari.
Tornando
verso il centro del paese giunti all'altezza del Palazzo del Capitano
si consiglia di deviare a sinistra per Via Palestro caratteristica
stradina parallela alla Via Fiorentina, con sovrapassi medioevali
che ci riconduce nei pressi della Piazza Ricasoli.
Una passeggiata lungo la via Manin che esce dal paese in direzione
Nord e poco
oltre la scuola sulla destra, in fregio ad un torrente,
troviamo la piccola chiesa della Madonna del Carmine.
La sua datazione è incerta, mentre il piccolo portico antistante è datato
1713.
Infine in via LungoSavio il padiglione dell'idropinica e due piccoli giardini
pubblici, da uno dei quali inizia il "sentiero
degli Gnomi" percorso fantastico e attrezzato
ad anello di circa 2 chilometri ricavato nel boschetto dell'Armina.
Percorriamo ora
i circa 3 chilometri che ci separano da San Piero in Bagno, dal
1865 sede del Municipio.
Sorto come sede di mercati e fiere, con forte vocazione
commerciale conobbe un forte sviluppo nel 1527 a seguito della distruzione
del vicino castello di Corzano ad opera probabilmente dei Lanzichenecchi.
Il centro di San
Piero risente degli influssi dettati dall'architetto Cesare Spighi
(fine '800) che progettò la maggior parte degli edifici pubblici
del paese.
Un veloce tour della cittadina può avere
inizio dalla rinata piazza Martiri, antistante al palazzo Comunale
ricostruito dopo il terremoto del 1918.
In fregio alla piazza notiamo
l'edificio scolastico la cui costruzione risale al 1898, e la Chiesa
principale del Paese, San Pietro, sopravanzata da un'imponente
scalinata.
Pochi passi e siamo in Piazza Allende (gia' Vittorio Emanuele),
da sempre il centro del paese ed ancora oggi sede del mercato settimanale
(mercoledì), vi si affacciano antichi e signorili
edifici fra cui Palazzo Giommoni, palazzo Fucci e Palazzo Rivalta-Paganelli,
quest'ultimo progettato dall'arch. Cesare Spighi.
Da non perdere infine la breve escursione
fino ai ruderi del castello di Corzano (indicazioni in loco) antico
e potente borgo con castello posto sulla cima del colle omonimo
(mt.676).
Già di proprietà dei conti Guidi, poi dei Gambacorta
ed infine sotto il dominio di Firenze, nel 1527 fu quasi completamente
distrutto dai Lanzichenecchi, che al comando di Carlo di Borbone marciavano
su Roma. Restano imponenti ruderi e due cisterne.
Sul lato opposto del colle troviamo
il santuario della Madonna di Corzano, edificato nel XVIII secolo
(probabilmente sui ruderi della precedente chiesa del castello)
e più volte rimaneggiato ed ampliato.
Bagno di R. - Piazza Ricasoli
Bagno di R. - Via Palestro
San Piero in Bagno
Castello e santuario di Corzano
San Piero in Bagno -
Colle del Carnaio -
Spinello
Tratto Km 16
Avendo poco tempo a disposizione
da San Piero in Bagno si può ritornare velocemente a Cesena in poco
meno di mezz'ora utilizzando la superstrada E45.
Il nostro viaggio però prosegue e al termine dell'abitato, procedendo
verso Nord e quindi verso valle, occorre prendere deviazione a sinistra
per Passo del Carnaio - Santa Sofia.
Seguono 3,8 Km fra coltivi e boschetti, in forte pendenza - dislivello
313 metri. (pendenza media 8,2%) caratterizzati da
ampi panorami sulla vallata sottostante e sull'imponente massiccio del Monte
Comero (1371), fino a giungere ad uno spiazzo con sacrario e pannello informativo.
Siamo sul colle del Carnaio,
luogo dove nell'ultima guerra mondiale
fu perpetrata un'orrenda carneficina .
Una stele ricorda:
Il 25 luglio del 1944 qui trovarono la morte
26 cittadini del Comune di Bagno di Romagna a seguito di una rappresaglia
delle truppe neonaziste.
Realizzato in loco un parco denominato "della memoria", a ricordo
dell'eccidio.
Superato questo luogo di ricordi, poche curve dalle quali è possibile
scorgere chiaramente all'orizzonte la lunga catena di Poggio Scali e giungiamo
al passo (albergo/ristorante) dal quale si diparte una deviazione sulla destra
per Spinello.
Prendiamo questa
direzione ed in circa 5 chilometri raggiungiamo la piccola frazione
del comune di Santa Sofia, posta a 825 metri s.l.m. sede
di un Centro sportivo e scuola di calcio (Sportilia).
Il paese è addossato alle pendici del monte Aiola (mt. 942) dal quale
nelle giornate limpide si gode di un ampio panorama, riuscendo a volte
a scorgere perfino la costa Adriatica.
Nei pressi dell'abitato, su di un poggio
all'altezza di 927 metri s.l.m. è possibile con qualche difficoltà
ritrovare i pochi ruderi della roccaforte più alta dell'intero Appennino,
la Rocca dei Malatesta.
Spinello - resti della Rocca
Spinello - resti della chiesa
Spinello -
Civorio -
Ranchio -
Borello - Cesena
Tratto Km 38
Riprendiamo il
viaggio con direzione Ranchio - Borello - Cesena, siamo così rientrati
nella vallata del Borello.
Il primo tratto presenta ampi panorami sul monte Aiola mt 942 (alla
nostra sinistra), sul monte Mescolini (mt 969) alla nostra destra,
la strada si mantiene sempre "nervosa",
ma comunque ben percorribile fino a raggiungere il fondovalle.
Il paesaggio che ci accompagna molto agreste e quasi dimesso trasmette la
sensazione di "una valle dimenticata", ma è proprio in questo contesto
che la natura con i suoi tenui colori, con il suo intervallare di zone boscate
a zone aride e sassose, e infine con il suo torrente che scorre giocoso fra
un grande masso, un piccolo ghiareto e a volte nascoto fra i rovi, riesce a
dare il meglio di se stessa.
In breve si raggiunge il piccolo abitato di Civorio (frazione di
Civitella), da notare sulla sinistra la parrocchiale, dalla quale parte la
deviazione che conduce a Civitella passando per Monte della Faggia e Passo
Sulparo.
Si prosegue sempre in fregio al torrente con curve e controcurve, interessanti
ruderi di antichi poderi lungo il percorso, e tratto con formazioni marnoso
arenacee di rilievo, fino a raggiungere Ranchio - mt 333- (frazione di Sarsina)
già antico castello in epoca medioevale.
Interessante la visita al piccolo borgo
e alla parrocchiale di San Bartolomeo.
Poco dopo l'abitato si stacca una deviazione sulla destra che transitando per
Monte Finocchio conduce in circa 13 chilometri a Sarsina.
Proseguiamo diritto, mantenendoci sulla vallata del Borello ed in circa 5 chilometri
giungiamo a Linaro, già descritto all'inizio di questo itinerario.
Da questo punto il percorso ricalca il primo tratto dell'andata e in circa 23
chilometri siamo a Cesena, punto di partenza ed arrivo di questa escursione.
Ranchio
Civorio