Di colle in colle fino al massiccio del Carpegna
gita di due giornate nelle valli del Conca e del Foglia, fino a raggiungere il
massiccio del Carpegna, con ritorno lungo la valle del Marecchia
Periodo consigliato - da primavera inoltrata all'autunno

Km 150

Coriano - Trarivi - Montescudo
tratto di Km 9

Si parte da Coriano, industriosa cittadina a pochi chilometri da Rimini, circondata da dolci colline dalle quali scende il torrente Marano.
Superbo punto panoramico sulla riviera Romagnola, la cittadina presenta alcuni punti di interesse fra quali sicuramente spiccano i resti del castello (a pochi passi dal centro).
Documentato fin dal XIV secolo, ampliato e fortificato dai Malatesta, restano ampi tratti della cinta muraria, la porta principale sulla quale si può notare lo stemma dei Sassatelli di Imola signori di Coriano dal 1528 al 1580, tratti di interni e la grande neviera.
Tornati sulla piazza principale si svolti a sinistra verso Rimini e dopo poche centinaia di metri giungiamo al teatro comunale, imponente edificio porticato ben riconoscibile posto di fronte al parco Don Michele Bertozzi.
Dalla piazzetta a lato del teatro si accede al balcone panoramico con statua in onore di San Sebastiano patrono della città.
Si esce dal centro in direzione Rimini, e quasi al termine del paese occorre prendere deviazione sulla sinistra seguendo le indicazioni per Ospedaletto - Pedrolara - Montescudo.
Superate velocemente le frazioni di Pedrolara e Montetauro, tenere la sinistra seguendo le indicazioni per Montescudo.
Si percorre ora una bella strada di crinale che scorre fra ampie coltivazioni di ulivi e vigneti, fino a raggiungere la frazione di Trarivi, al termine della quale sulla sinistra incontriamo la suggestiva chiesa della pace.
Antica pieve oggi diroccata, e divenuta luogo religioso e storico dedicato alle vicende della II guerra mondiale.
Luogo di forte impatto ambientale ed emotivo, con annesso museo dedicato alla linea Gotica.
Riprendiamo il viaggio e in circa 1 chilometro giungiamo a Montescudo località già conosciuta in epoca romana come stazione di cambio dei cavalli per la posta.
Il piccolo centro storico a cui si accede per breve via acciottolata, è circondato da alte mura ben conservate.
Spicca alta la centrale torre dell'orologio risalente al XIV secolo. Pochi passi per recarsi al balcone panoramico, nei pressi della piazza principale, ed ammirare un'antica ghiacciaia perfettamente conservata.

Coriano
Coriano - il castello
Trarivi
Trarivi - chiesa della pace

Montescudo - Montecolombo - Gemmano
tratto di Km 8

Lasciato Montescudo ci portiamo al vicinissimo (neanche un chilometro) Montecolombo.
Anche questo piccolo centro, dotato di autonomia comunale da Papa Pio VII, è tutt'oggi racchiuso da imponenti mura.
Già rocca Malatestiana, interessanti le ben conservate porte di accesso, la torre e il grande bastione circolare.
Suggestivo il vicolo Malatesta dal quale si accede ad un balcone con ampia vista sulla riviera.
Lasciato Montecolombo con direzione Rimini, all'altezza della chiesa di San Martino prendiamo deviazione sulla destra con indicazioni Taverna.
Strada stretta e con forte pendenza, percorsi circa cento metri si incontra un piccolo agglomerato di case e sulla destra troviamo una carrareccia con poco evidente indicazione "lavatoio".
Sono poche centinaia di metri da percorrere assolutamente a piedi, fino a raggiungere l'interessante manufatto documentato fin dal 1700, edificato nei pressi della sorgente del Rio Calamino, affluente del Conca.
Oggetto di una recente ristrutturazione, risulta sicuramente per la sua struttura e per la sua collocazione un raro esempio di antiche tradizioni recuperate.
Riprendiamo il viaggio e raggiugiamo la vicina frazione di Taverna, posta sul fondovalle, giunti all'interserzione con la provinciale la seguiamo svoltando a destra (verso monte), poche centinaia di metri e sulla sinistra troviamo l'indicazione per Onferno, che seguiamo.
Oltrepassato il torrente Conca la strada inizia a salire repentinamente con pendenze notevoli fino a raggiungere in 2,5 chilometri un bivio, a destra per Onferno, noi proseguiamo a sinistra seguendo le indicazoni Gemmano.
Segue un tratto di circa 3 chilometri caratterizzato da ampi panorami sulla valle dell'Onferno e, poco prima di giungere a Gemmano si noti su un'altura al di là della vallata l'imponente mole del castello di Montefiore Conca.
Gemmano
nonostante conservi ancora parte della sua cinta muraria, coinvolto in un'aspra battaglia nel settembre del 1944 fu completamente distrutto, è quindi un paese nel quale si ritrovano quasi esclusivamente edifici moderni.
La sua ottima posizione geografica, a 404 metri sul livello del mare, e gli ampi panorami circostanti gli hanno valso l'appellativo di "balcone dell'Adriatico".

mcolombo
Montecolombo - lavatoio del 1700
gemmano
Gemmano - le mura

Gemmano- Montefiore Conca
tratto di Km 6,5

Lasciamo Gemmano seguendo le indicazioni Montefiore Conca - Morciano. Una discesa di circa 2,5 chilometri e in prossimità di una curva occorre prendere deviazione a destra (fare attenzione per chi proviene da monte i segnali stradali per Montefiore sono presenti solo prima della deviazione e non sulla stessa).
Segue un breve tratto in discesa in mezzo a coltivi fino a raggiungere un torrente, oltrepassato il quale inizia la ripida salita che porta a Montefiore.
Poco prima di giungere in paese possibile deviazione sulla destra di circa 700 metri per l'ameno santuario di Bonora, se ne consiglia la visita.
Al termine della salita di circa 3 chilometri giungiamo a Montefiore Conca, caratteristico borgo fortificato sul quale domina la squadrata rocca Malatestiana.
Si accede al centro storico attraverso l'imponente porta Curina risalente al secolo XIV-XV e sulla quale è possibile riconoscere lo stemma della famiglia Piccolomini
L'esatto anno di costruzione della rocca non è noto, probabilmente eretta intorno al 1300 ad opera di Malatesta Guastafamiglia e successivamente ampliata da Sigismondo Pandolfo Malatesta che ne accentuò la struttura difensiva.
Il maschio è circondato da due gironi di mura, oltrepassata la prima cinta muraria attraverso la citata porta Curina si accede al borgo fortificato.
Una successiva serie di porte dà accesso alla struttura difensiva che racchiude il castello.
Di un certo interesse oltre all'imponenza della costruzione ed alla sua forma sicuramente particolare, il cortiletto interno con al centro un pozzo decorato del 1300.
Insuperabili nelle giornate limpide i panorami che si possono ammirare dalla sua sommità.

montefiore
Montefiore Conca
Montefiore Conca
Montefiore Conca

Montefiore Conca - Saludecio - Mondaino - Montegridolfo
tratto di Km 16

Lasciamo Montefiore seguendo le indicazioni Morciano, dopo 6 chilometri prendere a destra per Saludecio che si raggiunge in altri 6,5 chilometri.
Grazioso centro medioevale circondato da imponenti mura ben conservate, vi si accede attraverso le uniche due porte esistenti, porta Marina, rivolta verso l'Adriatico e Porta Montanara rivolta verso l'Appennino, entrambe del secolo XIV.
Conserva intatta l'originaria struttura urbanistica, incentrata su un'unica linea che congiunge le due porte.
Di notevole interesse la parrocchiale di San Biagio, nei pressi di porta Marina, e la chiesa dei Gerolimini nei pressi di porta Montanara.
Numerosi i palazzi storici che si affacciano sulla via principale, mentre lungo le piccole stradine laterali diversi gli edifici che presentano variopinti murales.
Neanche un chilometro separa Saludecio dal prossimo paese di queste dolci colline, Mondaino.
Altra potente rocca Malatestiana risalente al XIV secolo, saldamente poggiata su di un muro a scarpa, interessante inoltre la possente porta di accesso al borgo (porta marina).
Entrando a Mondaino non può sfuggire la tipica struttura semicircolare della porticata piazza Maggiore, detta anche piazza della padella, opera dell'architetto Francesco Cosci.
Numerosi i palazzi medioevali ed i pittoreschi scorci che si possono trovare lungo le acciottolate stradine del centro storico.
Per immergersi nella natura, a circa un chilometro dal centro (ndicazioni in loco) merita una visita l'alboreto, giardino botanico che si estende per circa 9 ettari su di un colle a valle dell'abitato. Inaugurato e aperto al pubblico nella primavera del 1990 raccoglie circa seimila piante con numerosi cartellini esplicativi che riportano il nome e il genere dell'albero o arbusto.
Da non perdere assolutamente la breve escursione fino a Montegridolfo (poco più di un chilometro).
Posto a cavaliere fra le valli del Conca e del Tavollo, sul confine tra le regioni Romagna e Marche, il paese è racchiuso dalle possenti mura recentemente restaurate e l'accesso ancora oggi è possibile solo tramite l'antica porta sormontata da torre.
All'interno pittoresche viuzze acciottolate si snodano fra antichi palazzi dal colore caldo del mattone antico.
Il castello medioevale, in buone condizioni, ha conservato il suo aspetto originario.

saludecio
Saludecio - i murales
Mondaino
Mondaino - la rocca
montegridolfo
Montegridolfo
Montegridolfo
Montegridolfo

Montegridolfo - Tavoleto - Valle Avellana - Mercatale - Sassocorvaro
tratto di Km 26

Ritorniamo ora velocemente verso Mondaino, e quasi al termine del paese prendiamo deviazione segnalata sulla sinistra con indicazioni Tavoleto. Percorsi circa 3,5 chilometri troviamo sulla destra la poco evidente deviazione per Cerreto ( 1 chilometro).
Antico borgo rurale fortificato, posto al centro di campagne scarsamente abitate, oggi praticamente abbandonato, rinomato in tutta la valle del Conca in quanto anticamente ritenuto il "paese degli sciocchi".
Riprendiamo l'itinerario principale e ben presto inizia a stagliarsi su un crinale alla nostra destra la sagoma della prossima meta - Tavoleto - che raggiungiamo percorrendo altri 3,5 chilometri.
In questa località venivano tagliati i tronchi destinati principalmente alla costruzione delle basiliche romane, e da questo particolare probabilmente deriva il toponimo della cittadina.
Piccolo e simpatico borgo affacciato sulla valle del Foglia, posto a 426 metri slm, non presenta edifici di particolare rilievo, nè deve ingannare l'imponente e relativamente recente castello posto al centro del paese.
L'antica rocca che vi si trovava, opera di Francesco di Giorgio Martini, andò totalmente distrutta nel 1865 e di essa si ritrovano solo parti della cinta muraria.
Da Tavoleto prendere deviazione sulla sinistra (indicazioni per Auditore) posta pochi metri dopo aver superato il castello, si prosegue su strada che attraversa un'ampia vallata dolcemente odulata, caratterizzata da ampi ed ordinati coltivi inframezzati da modesti boschetti.
Percorsi circa 4,3 chilometri prendere deviazione sulla destra con indicazioni "valle Avellana - Mercatino Conca".
Si percorre un tratto di 1,5 chilometri su crinale con ampi panorami sia a destra (verso l'Adiatico) che a sinistra (verso l'Appennino) fino a giungere, in un tratto rettilineo, alla deviazione sulla sinistra (segnalazioni poco evidenti) per valle Avellana.
Si inizia a scendere questa amena valle interna caratterizzata da scorci paesaggistici di notevole impatto visivo.
Interessante nella parte mediana la parrocchiale di San Giorgio con tozzo campanile.
Complessivamente sono poco più di 5 chilometri per giungere all'immissione con la Provinciale della valle del Foglia che raggiungiamo alla frazione Celletta di Valle Avellana.

Svoltiamo a destra (vesro monte), e percorriamo la bella strada di fondovalle che in 5 chilometri ci porta a Mercatale di Sassocorvaro.
Questa piccola frazione è edificata in sponda snistra del fiume Foglia, su uno sperone che si protende sul piccolo ma pittoresco lago omonimo formato da uno sbarramento artificiale posto a valle dell'abitato.
Consigliata una passeggiata lungo le ordinate viuzze del centro, sulle quali si affacciano interessanti palazzi, per poi ritornare brevemente verso valle prendendo la deviazione sulla destra ben segnalata che in circa 2 chilometri ci porta a Sassocorvaro.

avellana
Valle Avellana
tavoleto
Tavoleto

Sassocorvaro - Macerata Feltria - Mercato Vecchio
tratto di Km 11

Sassocorvaro si stende su un lungo sperone roccioso dominante la valle del Foglia, è caraterizzato dalla tozza struttura della rocca Ubaldinesca.
Uno dei maggiori capolavori di Francesco di Giorgio Martini, primo esempio di rocca concepita per far fronte ad una nuova e potente arma, la bombarda, la sua struttura si presenta con mura perimetrali fortemente curvate, e la sua vista d'ìnsieme ricorda vagamente una testuggine, animale al quale sembra si sia ispirato il progettista.
Questa struttura presentò ben presto un grande difetto, la sua difesa doveva essere affidata a numerosi uomini, per questo motivo rimase uno dei pochissimi esemplari costruiti con questa tecnica.
Durante la seconda guerra mondiale dette rifugio alle maggori opere d'arte Italiane guadagnandosi l'appellativo di Arca dell'arte.
La visita prosegue lungo il borgo, di forma allungata ed adagiato sul crinale, interessanti gli edifici che si affacciano sulla via principale, e la settecentesca chiesetta della SS Trinità, posta verso la fine del paese in posizione leggermente inferiore rispetto a piano stradale.
Ottimi i panorami sulla sottostante valle del Foglia e sul lago di Mercatale.
Lasciato Sassocorvaro e riguadagnato il fondovalle, procediamo verso monte e superata la frazione di Mercatale prendiamo deviazione sulla destra con indicazioni San Leo - Macerata Feltria.
Sono 5,5 chilometri di strada ben percorribile che costenggiando il torrente Apsa, tributario del Foglia, ci portano velocemente all'antica Pitinum Pisaurense, oggi Macerata Feltria, posta a cavallo fra le valli del Conca e del Foglia, città che per la sua posizione strategica fu lungamente contesa fra i Malatesta ed i Montefeltro.
L'impianto urbanistico risulta diviso in due parti distinte, la bassa chiamata "Il Borgo" e l'alta, posta su un'altura e denominata "Il Castello".
Il nucleo più antico è la parte alta, e si raggiunge percorrendo via Antimi e quindi Via Garibaldi.
Interessanti le porte cittadine, porta borgo fuori del XIV secolo e porta di mezzo del XV secolo.
All'intero della mura notare l'imponente palazzo Evangelisti e l'attigua chiesa di San Giuseppe, e in posizione leggermente elevata il Palazzo del Podestà oggi sede del museo civico.
Non meno interessante la parte bassa del paese, il Borgo, nel quale possiamo notare il palazzo Antimi Clari e l'elegante teatro Angelo Battelli del 1932
Da non dimenticare infine che Macerata è sede di un rinomato stabilimento termale: "Pitinum Thermae".
Dotato di acque sulfuree, vi si praticano applicazioni curative, servizi di fitness e di estetica integrati da incontri culturali e scientifici sull'alimentazione e sulla prevenzione, sulle proprietà e l'uso delle erbe montane.
Lasciamo Macerata e seguendo le indicazioni per Carpegna continuiamo a risalire la valle dell'Apsa.
Prima di giungere a Mercato Vecchio (circa 6 chilometri da Macerata), notiamo sulla destra, su uno sperone a picco sul torrente, l'abbandonato nucleo di Sant'Arduino, del quale risulta ben visibile la parrocchiale.
Alla nostra sinistra si inizia a intravedere il nucleo di Pietrarubbia sormontato dalla torre del castello e la vicina inconfondibile Pietrafagnana, caratteristica cima (metri 892) stranamente modellata dagli eventi atmosferici, raggiungibile velocemente dal castello di Pietrarubbia seguendo il sentiero CAI 108.

Sassocorvaro
Sassocorvaro - la rocca
MACERATAF
Macerata Feltria - stabilimento termale

Mercato Vecchio - Pietrarubbia - Carpegna
tratto di Km 11,5

Mercato Vecchio, borgo agricolo e industriale posto sul fondovalle, è sede del comune di Pietrarubbia.
Per raggiungere l'antico nucleo di Pietrarubbia occorre seguire deviazione sulla sinistra che si trova poco prima di giungere a Mercato Vecchio.
Sono 2,2 chilometri di strada di cui gli ultimi 600 metri non asfaltata, che dal fondovalle ci portano ai 707 metri del nucleo originario.
Antico borgo oggi disabitato, ma quasi completamente ristrutturato, posto sopra un ammasso roccioso dal caratteristico colore rossiccio, dal quale probabilmente deriva il toponimo del paese Petra Rubea (pietra rossa).
Pietrarubbia è sede del centro T.A.M. (Trattamento Artistico dei Metalli) che ogni anno organizza corsi di specializzazione e perfezionamento per giovani.
Passeggiare per le viuzze di questo luogo sapientemente recuperato, ammirando le opere realizzate dai corsisti disposte lungo il borgo ed integrate con il paesaggio circostante è sicuramente un'esperienza da ricordare con piacere.
Da notare inoltre la slanciata torre campanaria e a poche centinaia di metri, in posizione più alta, i resti del castello.
Lasciamo Pietrarubbia e riguadagnato il fondivalle svoltiamo verso sinistra, direzione Carpegna senza ulteriori esitazioni.
Giungiamo ben presto alla frazione Ponte Capuccini, una breve sosta per visitare il convento dei frati minori Cappuccini, fondato nei primi del Millecinquecento sui resti di un ricovero chiamato Lazzaretto, fu quasi interamente ricostruito nel XVIII° secolo.
La struttura conventuale, pesantemente ristrutturata nel secondo dopoguerra, mostra comunque ancora caratteristiche particolarmente interessanti.

pietrarubbia_castello
Pietrarubbia castello
pietrarubbia
Pietrarubbia palazzo del vicariato

 


Percorriamo altri cinque chilometri e giunti nei pressi di Carpegna prendiamo deviazione sulla sinistra con indicazioni Lunano - Frontino.
E' solo una breve deviazione di neanche un chilometro per giungere all'edificio ecclesiastico più antico di tutto il Montefeltro - la Pieve di Carpegna.
Di origini antichissime, si ipotizza che la sua fondazione possa risalire al X secolo.
Ristrutturata sicuramente in epoca romana (epigrafe del 1182).
Ancora oggi in perfette condizioni, grazie ai recenti restauri che hanno rispettato le linee originali, merita senz'altro la visita.
Si ritorna sulla strada principale e in circa 1,5 chilometri giungiamo finalmente a Carpegna.
Importante centro turistico e di villeggiatura estiva e invernale, ai piedi del monte Carpegna (mt. 1415) e sede del Parco regionale Sasso di Simone e Simoncello , punto di partenza di innumerevoli passeggiate in verdi vallate e folti boschi.
La località meriterebbe una sosta di alcuni giorni, volendo però limitare la visita a poche ore occorre almeno visitare il centro storico sul quale si affaccia il Palazzo dei Principi, progettato dall'architetto Giovan Antonio De Rossi nel 1675 per il cardinale Gaspare di Carpegna.
Più che per i palazzi però la località è giustamente famosa perchè incastonata in un ambiente naturale che non ha nulla da invidiare a ben più note località.
Consigliamo vivamente l'escursione alla località Cippo (mt. 1021). Sono circa 2,5 Km dal paese, per asfaltata ben segnalata, immerso nelle splendide foreste del Monte Carpegna, punto panoramico di eccellenza sulla valle del Conca.
Dalla località transitano numerosi sentieri fra cui il CAI 101 diretto alla cima del Monte Carpegna.
Avendo tempo, e volendosi fermare in zona, numerose sono le attrattive di questa località, oltre alla fitta rete di sentieri già accennata, alla possibile escursione ai vicini Sasso Simone e Simoncello, a pochi chilometri troviamo il ridente paese di Frontino, l'ameno convento di Montefiorentino, l'eremo della Madonna del Faggio (sul versante del monte Carpegna che guarda verso Villagrande di Montecopiolo), e tantissime stradine minori a volte sterrate, che conducono a punti panoramici di tutto rispetto.

pieve_carpegna
pieve di Carpegna
carpegna_principi
Carpegna palazzo dei Principi

Carpegna - Passo Cantoniera - Pennabilli
tratto di Km 11

Lasciamo Carpegna seguendo le indicazioni per Pennabilli - Passo Cantoniera.
La strada, ampia e ben percorribile, inizia lentamente a salire in mezzo a coltivi e radi boschetti, alla nostra sinistra fin dalle prime curve si staglia l'inconfondibile gruppo di Sasso Simone e Simoncello.
Ampio il panorama, imponente la dorsale del monte Carpegna che rimane sulla nostra destra.
Complessivamente sono poco più di 4 chilometri e si raggiunge un bivio, a sinistra per Miratoio e Sestino, mentre proseguendo diritto siamo già al Passo mt. 1007.
Sul valico ampi prati, ristoranti, area campeggio, possibilità nel periodo estivo di pernottamento.
Località molto frequentata sia nel periodo estivo che invernale.
Lasciato il passo la strada inizia decisamente a scendere, restando a mezzacosta sulle pendici del Carpegna.
Si superano velocemente alcune piccole valli trasversali, poi un ulteriore restringimento della carreggiata ci porta ad un lungo tratto completamente in costa da percorrere con attenzione, sia per la modestia delle carreggiata, sia per gli strapiombi laterali sulla sottostante valle del torrente Messa, tributario del Marecchia.
Molto ampio il panorama sulla sottostante valle del Marecchia, ben presto poco più sotto iniziano a stagliarsi i due picchi adiacenti di Penna e Billi, con l'inconfondibile grande croce di ferro eretta sui ruderi del castello dei Billi.
Raggiungiamo così il paese di Pennabilli (mt. 629) a 7 chilometri dal passo.

cantoniera1
Passo Cantoniera
roccabilli
Pennabilli - rocca dei Billi

Pennabilli - Ponte Messa - Petrella Guidi
tratto di Km 11

Pennabilli, cittadina nata dall'unione dei due antichi castelli costruiti su due picchi adiacenti, Penna sul Roccione e Billi sulla Rupe.
I due castelli, anche per la loro estrema vicinanza, furono rivali fino al 1350, quando fu posta la pietra della pace sulla piazza del mercato ai piedi delle due rupi.
Si deve a questa epoca l'unificazione dei castelli, e la nascita di un'unica cittadina.
Iniziamo la visita da Piazza Vittorio Emanuele, la piazza di unione dei due castelli, nella quale fu posta la "pietra della pace", probabilmente nel luogo dove oggi c'è la fontana.
Sullo sfondo Palazzo della Ragione (secolo XV) antica sede del Governo.
Sull'altro lato l'imponente Cattedrale del XVI secolo, con facciata in cotto rosso imolese risalente al 1914.
Accediano al nucleo storico dei "Penna" attraverso la porta Carboni, sulla quale possiamo notare lo stemma di Federico d'Urbino.
Il centro risulterà sicuramente una piacevole sorpresa per le piccole e acciottolate viuzze che sapientemente mantenute sanno infondere al visitatore tutto il fascino medioevale di questo borgo.
Numerosi i palazzi, gli scorci e i particolari degni di interesse, si salga poi al Guasto Malatestiano dove si ritrova un rudere dell'antico castello, ed un piazzale panoramico dal quale ben si può vedere l'antistante colle dei Billi sormontato dalla grande croce in ferro, e in posizione più bassa il monastero di clausura delle suore Agostiniane, costruito nel secolo XVI sulle rovine del Castello di Billi.
A Pennabili nel mese di luglio viene organizzata da oltre trent'anni una delle più importanti e conosciute fiere nazionali dell'antiquariato.

Pennabilli
Pennabilli loggetta rinascimentale
Pennabilli
Pennabilli - Porta Carboni


 

Lasciamo il paese seguendo le indicazioni per San Sepolcro ed in circa 3 chilometri raggiungiamo il fondovalle (fiume Marecchia) alla frazione Ponte Messa.
Da non perdere la visita alla monumentale Pieve Romanica di San Pietro in Messa, edificio che risale al XII secolo.
Da Ponte Messa proseguiamo con direzione Rimini, e poche centinaia di metri fuori dell'abitato prendiamo deviazione sulla sinistra con segnalazioni Sant'Agata Feltria - Petrella Guidi.
Si inizia a risalire per strada stretta ma asfaltata il Monte Benedetto fino a giungere in poco più di 4 chilometri al borgo di Petrella Guidi (frazione di Sant'Agata).
Borgo fortificato che si erge su uno sperone roccioso a picco sulla valmarecchia, ancora racchiuso dall'antica cinta muraria, è giunto a noi quasi intatto.
Molto suggestiva la porta d'ingresso dalla quale si accede al nucleo centrale dove troviamo alcune abitazioni private, una chiesa ed una torre attualmente (2004) in ristrutturazione.
In parte stabilmente abitato, la maggior parte degli edifici è stata ristrutturata mantenendo lo stile architettonico originario.
Per la sua particolarità, e soprattutto per "l'aria antica" che ancora qui si respira, la visita è caldamente consigliata.

pontemessa
Pontemessa - pieve romanica
petrella_pan
Petrella Guidi

Petrella Guidi - Novafeltria - Verucchio - Rimini
tratto di Km 41

Non ci resta ora che ritornare sulla Marecchiese, che possiamo seguire con direzione Rimini raggiungendo velocemente Novafeltria e Verucchio (per la cui descrizioe si rimanda all'initerario Rubicone Uso e Marecchia - Sulle orme dei Malatesta ed infine Rimini.