Sulle orme di pittori, poeti e musicisti
gita
di due/tre giornate nelle valli del Tramazzo - Marzeno, del Lamone, fino a
raggiungere il
passo Eremo, con ritorno per la valle dell'Acquacheta e un saluto al monumento al ciclista del Trebbio
Periodo consigliato - da primavera inoltrata all'autunno
Km 133
Faenza - Modigliana
tratto di Km 19
Si
parte da Faenza, città posta sulla via Emilia fra Forlì e Castel Bolognese, seguendo le indicazioni per Modigliana.
La vallata che stiamo risalendo è quella del Marzeno, torrente che
prende origine dall'unione di tre torrenti (Acerreta, Tramazzo e Ibola), che da Modigliana unendosi prendono il nuovo nome di Torrente Marzeno.
La valle in questo tratto risulta ampia e coltivata principalmente a Kiwi, il piccolo torrente scorre sempre lontano dalla rotabile, ad accezione di acuni ponti di attraversamento, e risulta difficilmente visibile.
Dopo circa 7 km incontriamo la frazione di Marzeno, da qui volendo si potrebbe raggiungere la parallela vallata del Samoggia transitando per il passo di Pietramora.
Noi proseguiamo sulla provinciale fino ad incontrare dopo circa 1,5 km una ulteriore possibile deviazione che ci consentirebbe di raggiungere Brisighella transitando per il passo Carla. (poco prima del passo monumento ai radunisti d'Italia).
Proseguiamo lungo la vallata del Marzeno e dopo circa 5 km troviamo sulla sinistra la chiesa di Tossino (poco visibile dalla strada).
Si tratta di una costruzione risalente al XIII secolo di chiaro impianto in stile romanico, la visita richiede pochi minuti.
Della struttura originaria rimane la parte absidale e il fianco meridionale con un portale ad arco, mentre la facciata risale al 1800.
All'interno interessanti risultano gli affreschi della zona absidale, opera di artisti locali del XIII secolo.
Ci restano ora da percorrere gli ultimi 3 km e siamo a Modigliana.
La visita alla cittadina richiede almeno un'ora, che si prolunga ad oltre due ore se inseriamo anche i resti della Rocca dei Conti Guidi.
chiesa di Tossino
Modigliana - la tribuna
Anche se pensate ad una visita veloce, da non perdere la Tribuna edificata nel XVI secolo, porta che immette all'antico borgo murato, con torrione circolare due campanili e sormontata da un'edicola contenente la statua della Madonna con Bambino,
Il borgo murato, la parte più antica del paese, sulla piazza si affacciano antichi palazzi che hanno inglobato la cerchia muraria. Fra questi il Palazzo Pretorio, già palazzo dei conti Guidi e successivamente dei Podestà fiorentini, l'oratorio dei SS Rocco e Sebastiano (ora sconsacrato) risalente al XVIII secolo e il cinquecentesco palazzo Borghi.
Interessante in via Garibaldi il Museo Don Giovanni Verità (Sacerdote carbonaro e patriota, nell'agosto del 1849 ospitò Garibaldi in fuga verso le coste tirreniche, dopo il fallito tentativo di raggiungere Venezia) - cimeli e testimonianze risorgimentali, oltre ad una sezione archeologica.
Da vedere infine il Ponte della signora, alla periferia del paese, visibile dalla Provinciale, detto anche ponte San Donato, si trova sul torrente Acerreta.
Ponte in muratura a tre arcate di cui la centrale molto accentuata,
edificato nel XVIII secolo per rimpiazzare un precedente manufatto
distrutto da una piena.
Per chi volesse visitare anche i resti della rocca si rinvia alla scheda analitica.
Non dimentichiamo infine che Modigliana è il paese natale di Silvestro Lega 1826-1895
Uno dei maggiori rappresentanti, con Fattori e Signorini, del movimento pittorico dei macchiaioli Italiani.
Modigliana - ponte della Signora
Modigliana - la rocca
Modigliana . Casale - Brisighella
tratto di Km 11
Riprendiamo il nostro viaggio seguendo inizialmente le indicazoni Firenze, Marradi, Brisighella e al successivo bivio le indicazioni Brisighella - Casale (cartello stradale Monte Corno)
Stiamo ora percorrendo il passo del Casale che in 11 km ci porterà a Brisighella.
Strada stretta e
molto ripida, ma interamente asfaltata e con buon fondo stradale.
La salita si sviluppa in soli 3 km
superando un dislivello di 280 metri, si esce poi su crinale con vista sulle due valli (destra Tramazzo sinistra Lamone) Ampi prati a pascolo, sulla sommità delle colline due ponti radio.
Si prosegue sul crinale per circa 1 Km, per poi iniziare una veloce discesa verso Brisighella.
La strada si presente molto aperta, i pochi alberi consentono un'ampia vista sulla valle del Lamone e su Brisighella.
Lungo la discesa da notare Borgo Fregnano, sulla destra ma poco viibile procedendo in direzione Brisighella, antico borgo medioevale, in parte ristrutturato, e attualmente utilizzato come struttura ricettiva.
Interessante l'intero complesso che conserva inalterate le linee architettoniche originali e l'antico impianto urbanistico.
Al termine della lunga discesa giungiamo a Brisighella e più precisamente nella zona dello stabilimento termale.
Poche centinaia di metri per immetterci sulla provinciale Brisighellese - Marradese, svoltiamo a sinistra e parcheggiamo nei pressi della stazione ferroviaria.
La visita di Brisighella richiede almeno mezza giornata, iniziamo sicuramente dal caratteristico centro storico a cui si accede transitando per via Baccarini, in poco più di 300 metri siamo in piazza Marconi sulla quale si affacciano diverse trattorie tipiche nelle quali è possibile gustare la cucina locale.
Da notare l'imponente Palazzo Maghinardo del XIX secolo, sede del comune e del museo Giuseppe Ugonia e la caratteristica via degli asini probabilmente del 1400, o
forse ancor più antica.
Ricavata con l'apertura di un porticato nel primo piano delle case,
che poggiava sulla roccia, in seguito la roccia fu scavata ricavandone
il piano stradale sottostante.
Il suo nome deriva dal passaggio quotidiano dei muli diretti alle
cave di gesso, alle fornaci ed ai mercati di Faenza e Firenze.
Dell'antica via resta solo la parte centrale, liberamente percorribile.
Ritorniamo ora sulla provinciale percorrendo Via Roma per recarci alla chiesa dell'Osservanza intitolata a Santa Maria degli Angeli , edificio
del XVI secolo dichiarato monumento nazionale, inserito in un parco pubblico.
All'interno pregevoli opere d'arte fra cui una tela del Palmezzano.
Visitabile nei giorni festivi grazie ad un'associazione di volontariato che provvede alla gestione e apertura del complesso.
Ritorniamo verso la stazione per recuperare il nostro mezzo di locomozione ed apprestarci alla visita dei tre "colli" che sovrastano l'abitato.
Brisighella sorge ai piedi di tre punte di selenite sovrastate dalla Torre dell'orologio, dalla Rocca e dal Santuario di Monticino.
Proseguiamo quindi il nostro viaggio e subito dopo la stazione al primo bivio andiamo diritto seguendo e indicazioni per Riolo Terme- Zattaglia.
Poco più di 1 km e all'altezza di un tornante occorre prendere sterrata sulla destra con indicazioni "Torre dell'orologio" che in pochi metri ci conduce ad un piccolo piazzale sul retro della rocca, dove è possibile parcheggiare
La rocca detta dei Veneziani e' posta su uno scoglio di selenite che domina il paese di Brisighella, risulta tutt'oggi un ottimo punto di osservazione su tutta la valle e sul sottostante centro abitato.
Il fabbricato è visitabile il sabato e nei giorni festivi.
Ci spostiamo ora sul vicino colle sovrastato dalla Torre dell'orologio, edificata nel 1850 sui ruderi dell'antica torre del gesso.
Caratteristico l'orologio con il quadrante a sei ore.
Visitabile con gli stessi orari e giorni di apertura della rocca.
Mirabile panorama sulla sottostante Brisighella e su una vasta area calanchiva.
Tornati sull'asfaltata si percorrono circa 100 metri e si prende la prima deviazione a sinistra ben segnalata, per il Santuario del Monticino.
Edificato nel luogo dove fin dal 1662 sorgeva una cappella dedicata alla Madonna. L'attuale edificio risale al 1758, la facciata è stata modificata nel 1926
All'interno si venera una Madonna con bambino, in ceramica datata 1626.
Sul retro del Santuario si trova il Parco Museo geologico Cava di Monticino, già cava da cui fino a pochi anni fa si estraeva il gesso, istituito a parco dal 10.06.2006, alla sua realizzazione hanno contribuito le Università di Bologna e Firenze, la Regione Emilia-Romagna, la Provincia di Ravenna e il Comune di Brisighella.
Ingresso libero.
Non dimentichiamo che a Brisighella ha vissuto Giuseppe Ugonia (Faenza 1881 - Brisighella 1944) pittore e litografo Italiano
Brisighella - Santa Maria degli Angeli
Brisighella - torre dell'orologio
Brisighella - Rocca dei Veneziani
Brisighella - via degli asini
Brisighella - Marradi
tratto di Km 24
Ritorniamo ora a fondo valle e al termine della discesa svoltiamo a destra direzione Marradi.
Circa 1 km e notiamo sulla sinistra l'imponente Pieve di San Giovanni in Ottavo (detta Pieve del Tho).
La piu' antica pieve della vallata del Lamone, detta in Ottavo in quanto collocata all‘ottavo miglio della strada romana la Via Faventia, che congiungeva Faenza con l’Etruria.
Basilica che risale al VIII o IX secolo, modificata nel periodo rinascimentale, tempio in stile romanico, a pianta basilicale a tre navate, divise da archi che poggiano sopra undici colonne di marmo grigio e una di Verona.
Visitabile domenica e festivi in orario pomeridiano.
Proseguendo sulla provinciale si incontrano diverse frazioni, percorsi circa 6 km troviamo il grosso centro di Fognano, sicuramente la frazione piu' importante del comune di Brisighella.
Meritano una visita la Chiesa Parrocchiale dedicata a S. Pietro risalente al 1464 e il Monastero-Collegio Emiliani fondato nel 1822, il più grande monastero femminile italiano.
La provinciale continua a risalire il fondovalle accompagnata dal fiume Lamone e dalla ferrovia Faenza - Firenze, tratta ferroviaria a binario unico la cui costruzione fu iniziata nel 1880 e completata nel 1893.
Questa linea tutt'oggi attiva, permette di ammirare alcuni dei paesaggi più suggestivi dell’Appennino e per gli amanti del trekking o della mountain bike è possibile scendere in una delle piccole stazioni ferroviarie montane per andare alla scoperta dell’Appennino.
Incontriamo di seguito le frazioni di Castellina, Casale, Sant'Eufemia, Pedrosola, Sant'Adriano, Popolano e infine giugiamo a Marradi.
Possibili deviazioni lungo il percorso Brisighella - Marradi:
Santa Maria in Purocielo (mt 351)
Posizione N 44°10' 45 " E 11°40' 9" Proseguendo sulla statale verso Marradi, poco dopo la frazione di S. Eufemia deviazione sulla destra segnalata.
Una stretta strada asfaltata risale il Rio di Cò, stretta e selvaggia valle interna con punti panoramici notevoli, e in circa 3 Km (ultimi 1,5 non asfaltati) ci porta alla chiesa di Santa Maria in Purocielo.
Questi luoghi nell'ottobre del '44 sono stati teatro di aspri combattimenti.
Il sito è punto di arrivo di un 'escursione intitolata "il sentiero dei Partigiani" (segnavia CAI 579) realizzato dai CAI Faenza Ravenna e Imola e dall'ANPI di Faenza.
Monteromano Posizione N 44° 8' 2" E 11°38' 60" Proseguendo sulla statale verso Marradi, poco dopo la frazione di S. Cassiano svoltare a destra per San Martino in Gattara.
Dopo altri 200 mt svoltare ancora a destra e salire in direzione Monteromano.
Bella strada panoramica sulla valle del Lamone, che in circa 5 Km ci porta ai 703 metri della frazione.
Alcuni fabbricati e chiesetta con campanile a vela laterale.
Oltrepassato il piccolo nucleo, dopo circa 1,5 km sulla nostra sinistra notiamo l'osservatorio astronomico.
Ca' Malanca (mt. 721)
Posizione N 44° 9' 37 " E 11°38' 46" Da San Martino in Gattata procedere verso Monte Romano (vedi sopra) - superato l'osservatorio proseguire sulla via principale fino al bivio per Zattaglia (Km 2,5 da Monteromano)
Il bivio non è segnalato, ma ben riconoscibile in quanto vi troviamo una chiesetta e subito dopo un vasto edificio in sasso recentemente ristrutturato e posto di telefono pubblico.
Giunti a questo bivio proseguire sull'asfaltata che transita sul fronte del fabbricato (per Zattaglia aggirarlo a sinistra)
Si prosegue su strada molto sretta, con forti pendenze e nell'ultimo tratto sterrata - complessivi dal fabbricato Km 2,5 -
L'edificio fu teatro nell'ultima guerra mondiale di sanguinosi scontri fra Partigiani e Tedeschi.
Di proprietà della Regione è stato ristrutturato ed adibito a museo della resistenza.
Aperto dal 1' maggio fino ad ottobre tutte le domeniche e i giorni festivi.
Marradi
Circondato da rilievi appenninici piuttosto elevati (Poggio Cavalmagra
mt 911 - Monte di Gamogna mt. 1013) l'abitato è posto in
uno dei punti più stretti dell'intera valle.
Posizione ben descritta dal Repetti nel suo dizionario del 1839 (È situata in un’angusta gola dove il fiume Lamone si è aperto il varco fra due opposti sproni che scendono in ver levante dalla sinistra costa d’Appennino, là dove confluiscono due torrenti, uno a destra, il rio Salto e della Badia, l’altro a sinistra, il torrente di Collecchio ).
La visita della cittadina richiede poco più di un'ora,
Località che pur trovandosi sul versante Romagnolo dell'appennino ricade sotto l'amministrazione della Toscana, così come l'impianto urbanistico è di chiara ispirazione fiorentina.
Nucleo del centro storico è la piazza della Scalelle
Il nome deriva dalla famosa battaglia fra Marradesi e la compagnia di ventura del "Conte Lando"
Sulla piazza si affacciano il Palazzo Comunale, il seicentesco palazzo Fabroni, il Palazzo del Cannone e la Chiesa del Suffragio.
Di notevole interesse il Palazzo Torriani del XVI secolo, oggi completamente restaurato ed adibito a struttura ricettiva, al suo interno conserva mirabili decorazioni.
Da non dimenticare poi il Teatro degli Animosi, in Viale della Repubblica 3, edificio costruito nel 1792 e tutt'ora in esercizio.
Non dimentichiamo che Marradi è paese natale di Campana Dino poeta italiano (Marradi 1885-Castel Pulci, Firenze, 1932). considerato uno dei maggiori poeti del Novecento ed autore dei "Canti Orfici".
Marradi - piazza delle Scalelle
Marradi - Rio del Salto
Marradi - San Benedetto in Alpe
tratto di Km 23
Lasciamoci alle spalle Marradi e procedendo verso monte prendiamo al termine del paese la deviazione sulla sinistra con indicazioni: San Benedetto in Alpe - Badia Santa Reperata e Eremo di Gamogna.
Da qui ha inizio il lungo passo Eremo - Peschiera che in 21 km mette in collegamento le vallate del Lamone e del Montone.
Percorsi i primi 2 km merita sicuramente una sosta l'interessante Badia del Borgo o di S. Reparata che troviamo ben segnalata sulla nostra destra.
Si tratta di un fabbricato documentato come monastero Benedettino fin dal 1025, pervenne all'ordine
dei vallombrosiani nel 1090, che la detennero fino alla sua soppresione
avvenuta nell'800. L'impianto attuale è frutto di una ristrutturazione avvenuta nel 1741.
Interessante campanile romanico con due piani di bifore.
Riprendiamo l'ascesa su strada che si mantiene stretta e tortuosa, risalendo la stretta vallata del torrente Rio Salso, poche case sparse e piccoli campi coltivati, l'unico piccolissimo nucleo che incontriamo sulla strada si trova al chilometro 4 (bar ristoro).
Dal Km 6,500 la strada si allarga notevolmente, si esce dalla valletta del Rio Salso ed ha inizio un lungo tratto allo scoperto che costeggiando campi coltivati, con ampi tornanti ci porta al valico dell'Eremo.
Presenza di alcune aziende agricole e fabbricati rurali nelle vicinanze della strada, da notare al Km 8 circa, in fregio alla strada, ampio e bel fabbricato recentemente oggetto di ristrutturazione.
Al km 10 si giunge al Passo dell'eremo (cartello turistico in loco) altezza slm mt 921.
Proseguiamo per altri 500 metri e sulla sinistra
troviamo il segnale turistico per Eremo di Gamogna - da qui ha inizio un facile sentiero che in un'ora scarsa ci consente di visitare l'antico complesso monastico immerso nel verde delle
montagne, fondato da San Pier Damiani nel 1053, ristrutturato all'inizio del 2000
e gestito dalla Fraternità Monastica di Gerusalemme.
Marradi Badia del Borgo
Eremo di Gamogna
Riprendiamo il nostro viaggio e in meno di 3 km, il primo in forte discesa e i successivi due in salita, raggiugiamo il vicino Passo Peschiera (mt. 925 slm).
Da qui in poi la strada torna a restringersi notevolmente, iniziamo la lunga discesa su San Benedetto in Alpe transitando per boschetti e prati, molto suggestivi i panorami sulla catena appenninica.
Al km 16 troviamo una deviazione sulla sinistra per Faenza, Tredozio, Marradi (da ignorare) è il passo del Tramazzo che ci ripromettiamo di percorrere in un'altra occasione.
Proseguiamo quindi per la direttrice principale su strada sempre molto stretta, ma asfaltata e in poche centinaia di metri transitiamo a lato dell'area di sosta Rio Secco, area attrezzata con fontana, manufatto per grigliate e tavoli in pietra.
Percorsi altri 4 km la strada inizia ad allargarsi e ci troviamo ad un bivio, a destra per Firenze, Forlì, San Benedetto, a sinistra per Poggio.
Noi prendiamo a sinistra e in pochi metri siamo a Poggio
sede dell'abbazia Benedettina, e anticamente collegato con il sottostante Molino (attuale San Benedetto in Alpe) attraverso una mulatteria selciata in pietra.
Il piccolo borgo, sapientemente ristrutturato, fa da cornice all'abbazia fondata dai Benedettini nel X secolo e fu proprio attorno al complesso abbaziale che fu' costruito questo primo nucleo denominato Biforco, toponimo derivante dalla sua localizzazione all’incrocio dei torrenti Troncalosso, Acquacheta e Rio Destro.
Citata da Dante nel canto XVI dell’Inferno, l'epoca di maggiore splendore fu' nel corso dell’XI e il XII secolo, mentre nel 1499 con la soppressione dell’ordine benedettino fu' ridotta a semplice parrocchia.
Nel XVIII secolo subì un crollo dell’abside e di parte della cappella di sinistra, per poi essere ricostruita nel 1723 con profonde modifiche della sua planimetria originaria.
Ritorniamo sui nostri passi e dirigiamoci ora senza esitazione verso San Benedetto in Alpe (indicazioni per Firenze - Forlì) che dista meno di 1 chilometro.
Giunti a fondovalle troviamo un ampio parcheggio sulla destra, da qui o più precisamente dal primo tornante della strada che abbiamo appena percorso, parte il sentiero per la cascata dell'Acquacheta.
Il luogo è famoso sia per la bellezza della cascata, sia per il fatto che è ricordato da Dante Alighieri - Divina commedia - Inferno - canto XVI.
L'escursione richiede almeno mezza giornata, benchè il sentiero di oltre 5 km sia ben segnalato e relativamente facile, specialmente nel tratto finale presenta pendenze importanti.
Sicuramente per la bellezza dei luoghi che attraversa meriterebbe un'uscita dedicata solo a questa escursione.
San Benedetto in Alpe è un piccolo e caratteristico borgo montano, qui anticamente erano posti i mulini al servizio della sovrastante abbazia.
E'
l'ultimo centro abitato prima di giungere al passo del Muraglione, storica porta di collegamento fra la Romagna e la Toscana.
San Benedetto in Alpe - Abazia
San Benedetto in Alpe - cascata Acquacheta
San Benedetto in Alpe - Rocca San Casciano
tratto di Km 19
Da San Benedetto procediamo verso valle, direzione Forlì. seguiamo la SS67 che si snoda sul fondovalle del fiume Montone restandone sempre in fregio.
Percorsi 8 km troviamo la frazione di Bocconi, una sosta è d'obbligo.
Percorrendo il nucleo storico posto nella parte sottostante l'abitato
notiamo la slanciata Torre di vigilianza di Vigiacli
(secolo XV), utilizzata dalle sentinelle di guardia al castello
che sorgeva sul cocuzzolo a monte dell'abitato di Bastia (oggi
distrutto). Dalla torre proseguendo su strada acciottolata che
degrada verso il fiume si raggiunge il ponte della Brusia (secolo
XVIII) a tre arcate con profilo a schiena d'asino.
Suggestivo il contesto naturale con sottostante bella
cascata che forma un ampio e spumeggiante gorgo a fianco dell'antico
mulino.
Attraversato il ponte e tempo permettendo consigliata la breve
escursione ai ruderi dell'antico villaggio/castello di Bastia.
Lasciamo a malincuore questa piccola perla dell'Appennino
e riprendiamo il nostro itinerario con direzione Portico - Rocca
San Casciano (e quindi verso valle).
Superato il bivio per il passo Valbura percorriamo circa 3 chilometri
di strada decisamente appenninica fino a raggiungere Portico
di Romagna capoluogo del comune che comprende anche le importanti
frazioni di Bocconi e San Benedetto
in Alpe.La visita di questo piccolo centro montano
non richiede fretta, per poter assaporare in pieno la tipica struttura
a tre piani degradanti verso il fiume Montone.
Nella parte più alta resti del castello e della Pieve,
nella parte mediana imponenti palazzi nobiliari, fra cui il palazzo
Portinari probabilmente appartenuto al padre della Beatrice "cantata" da
Dante.
Infine,
ma non ultimo il ben conservato "borgo basso" con le
anguste viuzze lastricate e le abitazioni destinate al ceto medio
e popolare, dal quale si accede all'imponente ponte della Maestà che
conserva ancora quasi intatta l'originaria pavimentazione, a
schiena d'asino ed unica arcata alla cui estremità è posto
un piccolo oratorio dedicato alla visitazione.
E' facile passeggiando per Portico, o soffermandosi sul ponte ad
ammirare il nucleo storico ed il gorgogliante limpido Montone scordarsi
del tempo trascorso, ma dobbiamo riprendere il nostro viaggio.
Percorriamo 7 chilometri di strada
ben percorribile per raggiungere Rocca
San Casciano, importante centro della vallata che il Repetti cita
come "Terra illustre, Capoluogo
di Comunità e di Giurisdizione, con Tribunale di prima istanza".
Iniziamo la nostra visita dalla piazza
principale del paese (piazza Garibaldi), una delle poche piazze Italiane di forma triangolare, sulla quale si affacciano
numerosi palazzi quasi tutti porticati, fra cui spiccano il palazzo Pretorio
con l'attigua torre civica (XIV e XVI secolo) con orologio e statua del settecento
raffigurante la Madonna addolorata.
Da notare la chiesetta del Suffragio, il palazzo del Tribunale e
infine il ponte
del 1600 sul fiume Montone nei pressi del lato più stretto della piazza.
Percorrere
il pittoresco"borgo
di sotto" (via
Cairoli) che partendo dalla piazza principale conduce in pochi
passi all'antico convento.
Lungo questa via non tralasciamo la visita alla settecentesca
chiesa di Santa Maria.
Non dimentichiamo che Rocca San Casciano è il paese natale di Padre Damiano(Rocca San Casciano 1851- monte della Verna 1891)
al secolo Giuseppe Poggiolini, frate musicista, organista del Santuario della Verna, insigne compositore.
Da Rocca san Casciano volendo concludere velocemente il nostro viaggio
potremmo proseguire lungo la vallata del Montone ed in circa 26 chilometri
di buona strada uscire sulla via Emilia a Forlì.
Bocconi - ponte della Brusia
Portico - ponte della Mestà
Rocca San Casciano - Trebbio - Faenza
tratto di Km 37
Avendo ancora tempo però è consigliabile
dirigersi verso il "mitico" passo del Monte Trebbio.
Dal centro di Rocca San Casciano seguendo le indicazioni
per Forlì si raggiunge velocemente in 6.5 km la frazione di Casone (Dovadola), qui occorre prendere una deviazione sulla sinistra con indicazioni Modigliana.
Ha inizio subito l'impegnativa salita meta in ogni stagione
di cicloamatori, che in 6,5 Km ci porta a quota
575 (pendenze 14%).
Sul passo monumento al ciclista, e insuperabile panorama sulla vallata del Montone
e sui contrafforti dell'Appennino.
Dal passo procedendo verso Modigliana in poche centinaia di metri troviamo una deviazione
sulla destra (indicazioni Faenza) che, transitando per crinale
in ambiente quasi disabitato e selvaggio, ci consente quasi costantemente
la visione del lungo profilo dei controcrinali appenninici che
degradano verso la pianura.
Dopo aver aggirato i contrafforti del monte Trebbio ed oltrepassato la chiesetta
di San Savino si scende repentinamente nella valletta del torrente Samoggia che
si segue mantenendo la direzione Faenza.
Rocca San Casciano - piazza Garibaldi
Passo del Trebbio